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da tasso85 » gio 24/apr/2008 13:27:00
Giunti al limitare del villaggio, Elyran ed Arthur si fermarono. Udivano distintamente, in lontananza, il rumore di zoccoli, di cavalli al galoppo che velocemente si avvicinavano. Elyran si voltò verso Arthur, e gli spiegò la strategia che aveva elaborato per affrontarli.
"Un gruppo di cavalieri del tramonto è composto di un numero di elementi compreso tra sette ed undici. Di questi, uno è il comandante, e vi è sempre almeno un mago in ogni gruppo. Io mi occuperò del mago, te invece devi cercare di eliminare il comandante. Se riusciremo ad abbattere questi due obiettivi, è molto probabile che il resto del gruppo fuggirà in disordine. D'accordo?"
"D'accordo." rispose Arthur. Era molto agitato, e tremava lievemente. Non era abituato a combattere, men che meno a combattere battaglie in cui lo svantaggio numerico era così schiacciante. Mentre pensava a questo, però, notò che altri abitanti del villaggio si stavano avvicinando, armati di semplici spade, pronti a difendere la loro casa ed i loro cari, ed il cuore si riempì d'orgoglio, poichè quella era la sua gente.
"Prima di ingaggiare battaglia, cerchiamo di scoprire cosa li ha spinti fino qui, e se c'è un modo per convincerli ad andarsene senza spargimenti di sangue." disse Elyran rivolto ad Arthur ed agli altri combattenti, poi pronunciò una singola parola magica.
Appena ebbe pronunciato la parola, il suo corpò mutò aspetto, divenendo quello di un vecchio con i capelli bianchi e gli occhi castani, sempre però vestito con la sua elegante tunica di velluto rosso ed oro. Ora, il vecchio Shanti sembrava in tutto e per tutto un anziano mercante.
"Così li coglieremo di sorpresa. Se non si aspettano che dalla vostra parte vi sia qualcuno con la magia, potrebbero commettere un errore, ma il mio vero aspetto non avrebbe lasciato loro dubbi. Qualunque cosa accada, non spaventatevi." disse, sempre rivolto alle persone pronte a combattere.
Dopo pochi minuti, arrivarono i cavalieri. Erano in nove, equipaggiati con lunghe spade d'acciaio e robuste armature in cuoio borchiato, nere con degli elaborati arabeschi purpurei, mentre uno di loro vestiva una semplice tunica, sempre però di colore nero decorata con rune purpuree, e si fermarono ad una decina di metri dai confini del villaggio. Dei nove, uno si fece avanti e parlò
"Bene! Vedo che avete intenzione di combattere! Ma noi siamo generosi, e vi faccio questa proposta. Consegnateci la spada di Dragonbane, e ce ne andremo in pace. Allora, cosa rispondete?"
"Mio signore, noi non abbiamo quella spada." rispose Elyran, fingendosi spaventato ed ossequioso, "Essa altro non è che una leggenda dei tempi antichi, e di sicuro non si trova in questo villaggio."
"Menzogne! Sappiamo per certo che la spada è stata ritrovata, e che per ironia della sorte si trova proprio in questo villaggio, il villaggio di Dragonbane. Consegnatecela, e nessuno si farà del male. Opponete resistenza, e morirete."
"Ma... Mio signore... Non possiamo darvi ciò che non abbiamo!" continuò Elyran, con finto terrore nella voce, a cui il comandante dei cavalieri replicò.
"Allora fatti da parte, vecchio! Troveremo da soli ciò che stiamo cercando."
"Io credo che, per la vostra salute, sarebbe meglio che voi faceste subito marcia indietro. Qui non c'è nulla per voi." rispose Elyran, cambiando del tutto atteggiamento, ora la sua voce era ferma e sicura, il tono quello di uno che crede in ciò che dice. Il comandante, irritato da quelle minacce, rispose
"Osi minacciarci, vecchio? Bene, preparatevi a morire.", poi sguainò la spada, che luccicò illuminata dalla luce dei soli, e disse, rivolto ai suoi uomini, "AVANTI! Nessuna pietà!"
Elyran si era aspettato quella reazione, e come il comandante ebbe estratto la spada, lanciò un nuovo incantesimo. Disse una sola parola, "Mutaforma!", ed ancora il suo corpo mutò, trasformandosi questa volta in un enorme mostro, un lupo mannaro, alto ben oltre due metri, i muscoli possenti che scattavano sotto la pelliccia scura come la notte, i lunghi artigli pronti a colpire, le zanne snudate. Solo una cosa non era cambiata, infatti anche nella sua nuova forma aveva conservato i suoi lucenti occhi a specchio.
Il mago che era con i cavalieri osservò terrorizzato quello sfoggio di potere, e gridò terrorizzato
"UNO SHANTI!"
Ma quelle furono le ultime parole che ebbe modo di pronunciare. Con un balzo lunghissimo, Elyran coprì la distanza che lo separava dai cavalieri, e quando gli fu di fronte, gli balzò contro, trascinandolo violentemente giù da cavallo e a terra, e con un solo gesto brutale gli piantò gli artigli nel petto, squarciandolo e strappandogli il cuore, congelando nella rigidità della morte l'espressione stupita e terrorizzata sul volto del mago.
Gli altri cavalieri assistettero impotenti a quello spettacolo, ma erano disciplinati. Si ripresero subito dallo shock, e si lanciarono contro Elyran, vibrando poderosi colpi di spada contro il suo corpo lupino. Ma a niente valevano i loro sforzi, in quanto la pelle di un licantropo è molto dura da penetrare, e anche quando vi riuscivano, le ferite si rimarginavano subito, in quanto solo delle armi d'argento possono davvero ferire un lupo mannaro. Una volta finito con il mago, vedendo che i cavalieri non si arrendevano, Elyran rivolse loro tutta la sua attenzione.
Nel frattempo, Arthur si era scagliato contro il comandante dei cavalieri, gridando di rabbia, e la spada rispondeva alla sua rabbia brillando di una luce rossa come il sole al tramonto, mentre gli altri combattenti del villaggio erano rimasti immobili, paralizzati dalla paura per ciò che lo Shanti aveva fatto. Giunto di fronte a lui, Arthur vibrò un violento fendente contro il cavallo, con lo scopo di ferirlo e fargli disarcionare il suo cavaliere, ma era completamente impreparato per ciò che accadde. La lama della spada, infatti, ancora brillante di una luce colore del sangue, colpì il cavallo al collo, decapitandolo immediatamente, in quanto la lama avanzava nella carne tagliandola con la stessa facilità di un coltello bollente che tagli il burro. Arthur era stupido, ma non aveva tempo da perdere a pensarci, in quanto il comandante dei cavalieri era riuscito ad atterrare senza farsi del male, ed era pronto a combattere.
Il cavaliere si lanciò contro quel ragazzo che osava frapporsi tra lui ed il suo obiettivo, vibrando un fendente con il chiaro intento di porre fine a quella disfida con un solo rapido colpo, in quanto era evidente che quel ragazzo combatteva seguendo l'istinto, ma non era mai stato veramente addestrato all'arte della scherma. Ma aveva sottovalutato il potere della sua spada. Infatti, Arthur si mosse rapido ad intercettare il fendente della spada nemica e, pur non sapendo di preciso come aveva fatto, riuscì a bloccarlo, deviandola di lato e lanciandosi a sua volta contro il suo avversario con un colpo dall'alto verso il basso. Il cavaliere si aspettava quella mossa, banale, e pigramente mosse la sua lama per intercettarla. Ma osservo con sorpresa e terrore la spada di Arthur colpire la sua e spezzarne la lama come se fosse fatta di gesso, per poi procedere impietosamente la sua corsa contro il suo petto, penetrandovi in profondità. Il cavaliere cadde in ginocchio e con il suo ultimo soffio di vita pronunciò una sola parola
"Dragon...bane..."
e cadde a terra morto. La disfatta dei cavalieri era totale: il loro comandante era caduto, insieme al mago, due cavalieri erano stati abbattuti da Elyran e tre feriti in maniera grave, tale che se non avessero ricevuto al più presto delle cure, sarebbero morti. Vedendosi in grave difficoltà, i cavalieri voltarono i loro cavalli e fuggirono il più in fretta possibile, lontano da quel villaggio e da quella spada che era loro costata così tanto.
Una volta fuggiti, Elyran pensò di inseguirli, ma rinunciò e annullò l'incantesimo ritornando alla sua vera forma. Voltandosi per tornare al villaggio, si ritrovò di fronte gli sguardi sorpresi delle persone, ancora spaventate per ciò che avevano visto, ma fu felice quando Arthur andò da lui dicendogli
"Ti ringrazio di nuovo, Elyran. Se non fosse stato per te, saremmo sicuramente morti per mano loro. Ti dobbiamo la vita.", e così dicendo gli porse la mano, ancora macchiata del sangue del comandante dei cavalieri che aveva ucciso. Elyran la strinse e gli dissi.
"La vostra gratitudine è per me ricompensa sufficiente. Ma tu ora sei in grave pericolo. I cavalieri sopravvissuti sanno ora per certo che la spada è qui, in possesso di un discendente in linea diretta di Arthur Dragonbane, per di più un suo omonimo! Torneranno, non un solo gruppo, ma molti, e metteranno a ferro e fuoco il villaggio per avere quella spada. Non puoi restare, Arthur.", concluse Elyran, guardandolo dritto negli occhi con sguardo preoccupato e triste.