Mostra<<Ka?>> fu una domanda semplice, la prima che rivolgeva a se stessa quando si svegliava, quando apriva gli occhi, quando era coscente.
<<Sempre.>> la risposta giungeva sicura e flebile in un lato della sua mente, quel timbro di voce che avrebbe sempre voluto sentire quando si sentiva in difficoltà, e sorrise, forse solo mentalmente, nell'oscurità.
Il dialogo non continuò, non durò di più. Si strinse nelle coperte, stanca, disfatta, con in testa una dolce melodia, che forse le stava intonando proprio luii.
Si girò nel letto, come in preda a un incubo, e tentò. La visualizzazione le riusciva bene. Sapeva immaginarsi quel cucciolotto rosso nell'ambiente, ma non riusciva a vederlo. Si sentiva cieca, in grado di potersi muovere nel mondo, di poter udire e intendere benissimo, ma non di poter vedere in faccia le cose. Sapeva com'era fatto il sole, che colore aveva, ricordava il suo brillare accecante, sentiva il suo calore, ma non riusciva ad aprire gli occhi per poterlo vedere e ammirare ancora. O non poteva, o non voleva. Il non riuscire non esisteva. Esisteva solo e soltanto il non volere. Chissà, forse ne aveva paura? Bah, non lo sapeva. Era troppo stanca per fare simili riflessioni. Abbracciò inconsapevolmente il cuscino, e aprì debolmente un occhio.
Ka, immaginava, doveva essere raggomitolato sul cuscino, semi addormentato, proprio come lei. Distolse lo sguardo.
Avanti, pensò, ci riescono tutti, ci riuscirò pure io!
Fissò la parete davanti a lei e si concentrò su un particolare che non aveva mai notato, per poi espandere la sua visuale sul bordo del suo campo visivo. Rosso. Sì, macchia di pelo rosso. Esatto. Quello lo vedeva sempre. Solo una macchia indistinta. Lei voleva tutto nei minimi particolari.
Concentrati di più.
La macchia si mosse. Sì, si era appena mossa, mettendosi in una posizione più agevole per luii.
Il cuore incominciò a batterle all'impazzata. Si voltò di scatto, e la sua anima svanì. La frustrazione, la rabbia, la delusione presero il sopravvento, inchiodandola al letto e rendendola un corpo inerme e stanco.
<<Provaci di nuovo.>> l'incoraggiò il daimon, sornione. Annuì, e ripetè il procedimento.
Era lì, accanto a lei, accanto ai suoi piedi. Il volto era leggermente biancastro, più chiaro. E...
<<Non ti voltare. Continua così.>> sembrò sorridere, ma rimaneva immobile, tanto che la macchia prese una forma.
<<Non posso continuare a vederti di striscio.>> sibilò, chiudendo gli occhi e massaggiandosi le tempie, all'improvviso sveglissima.
<<Devi accontentarti, per ora, dato che non riesci a mantenere l'immagine anche se fossi a un palmo da te.>> era strano da dire, ma le riusciva meglio visualizzarlo lontano, e al buio. Forse perchè era un colore molto caldo...?
<<Va bene, ma ora ci voglio riprovare.>> si stropicciò gli occhi e tentò di visualizzarlo in maniera frontale e diretta.
Il nulla si apriva davanti a lei, e le parve che l'oscurità inghiottisse i suoi sensi, quando una macchiolina di colore colpì la sua attenzione.
Concentrati, si disse, fissandola con più intensità. La macchia prese presto la forma di un panda minore, forse un po' più piccola di quel che si era immaginata, e, ancor più presto del previsto, l'animale prese a muoversi. Sgattaiolò sulle sue gambe, scese dal letto e ci risalì, ma rimaneva una sagoma con due fessure d'oro. Solo quello.
<<Mi fai paura così.>> ed era la verità. Andava così veloce, e di volontà propria...
<<Ci riproverai quando te la senti.>> e svanì, anche se il ricordo era nitido e impresso nella mente della ragazza, che si sdraiò e tentò di dormire.