Esiste e, se sì, in cosa consiste l'intercisione?
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Lobotomia? Cioè?
For a long time I was afraid to be who I am, because I was taught by my parents there’s something wrong with someone like me.
Something offensive, something you would avoid - maybe even pity. Something that you would never love.
[...] I was afraid of this parade because I wanted so badly to be a part of it.
So today I’m marching for that part of me that was much too afraid to march. And for all the people who can’t march. The people living lives like I did. Today I march to remember that I’m not just a me. I’m also a we.
And we march with pride.
-- Nomi Marks [about Gay Pride], Sense8
Something offensive, something you would avoid - maybe even pity. Something that you would never love.
[...] I was afraid of this parade because I wanted so badly to be a part of it.
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Piano, state mischiando tante cose diverse.
Innanzitutto, la lobotomia non sempre avviene per asportazione: più semplicemente consiste nel separare, ovvero nel lacerare, con violenza i lobi della corteccia cerebrale, alla quale dobbiamo gran parte delle attività coscienti, dal movimento all'appercezione (la presa di consapevolezza di una percezione). Distruggere il cervello non equivale a svuotare una persona dell'anima: gli effetti potranno anche essere comparabili, però la natura dell'intervento è radicalmente diversa. L'anima, infatti, essendo immateriale, non coincide col cervello: si serve di questo, è vero, ma non si riduce a quella massa di neuroni, perciò manometterlo impedisce sì all'anima di svolgere le sue funzioni, ma non la distrugge direttamente, bensì la rende inoperante, isolandola dal corpo. Per semplificare, pensate ad un disco rigido: prenderlo a martellate o distruggere il collegamento con la scheda madre producono gli stessi risultati, ma sono azioni ontologicamente diverse. Non prendete per oro colato la mia teoria: non ho condotto studi approfonditi sui nessi fra anima e cervello, però la vedo così. I materialisti, invece, non credendo in un principio spirituale, riconducono l'autocoscienza alle mere attività chimiche e fisiche del corpo.
L'intercisione è un fenomeno diverso, perché attacca il legame fra anima e corpo, fra materiale ed immateriale, senza però ferire direttamente il daimon o l'uomo. In cosa differisce dalle manipolazioni dell'encefalo? Poniamo che io debba attraversare un ponte per raggiungere il pannello di controllo di un sistema: se viene distrutto il ponte, subisco un'intercisione; se viene annientato il pannello, una lobotomia o suoi equivalenti. Detto altrimenti, l'intercisione spezza la coesistenza di uomo e daimon, la loro unità, mentre la lobotomia lascia il daimon vicino all'uomo, solo che gli toglie i "ferri del mestiere", impedengogli di adempiere il suo compito. Mi rendo conto che è una distinzione quasi capziosa, però ritengo che i due interventi non vadano confusi e che l'intercisione sia assai più devastante di una mera manomissione del corpo, alla quale la scienza medica potrebbe anche rimediare. Distruggere il legame invece significa annientare quell'alchemica e misteriosa consonanza fra le due componenti della stessa essenza, di cui una (l'uomo) è corporea e l'altra (il daimon) è incorporea.
Un uomo interciso scade al rango di essere inconsapevole di sé, mentre un lobotomizzato, scemo ed infantile quanto volete, conserva un minimo di autocoscienza e di memoria.
Quanto al fatto che pure gli animali hanno un daimon, purtroppo non vi sono certezze: forse un cane è autocosciente, ma una medusa? E quale sarebbe la linea di demarcazione che separa gli animali superiori dagli altri? Mi viene in mente l'acutissima osservazione di un filosofo di cui mi sfugge il nome. Se vedi due uomini, uno con la testa pelosa e l'altro con la testa glabra, dirai che il primo ha i capelli ed il secondo soffre di calvizie, ma se togli un capello alla volta, a che punto diventerà calvo? Si arriva all'assurdo che fra il molto ed il poco v'è un confine di una sola unità, per di più convenzionalmente stabilito. 8)
Innanzitutto, la lobotomia non sempre avviene per asportazione: più semplicemente consiste nel separare, ovvero nel lacerare, con violenza i lobi della corteccia cerebrale, alla quale dobbiamo gran parte delle attività coscienti, dal movimento all'appercezione (la presa di consapevolezza di una percezione). Distruggere il cervello non equivale a svuotare una persona dell'anima: gli effetti potranno anche essere comparabili, però la natura dell'intervento è radicalmente diversa. L'anima, infatti, essendo immateriale, non coincide col cervello: si serve di questo, è vero, ma non si riduce a quella massa di neuroni, perciò manometterlo impedisce sì all'anima di svolgere le sue funzioni, ma non la distrugge direttamente, bensì la rende inoperante, isolandola dal corpo. Per semplificare, pensate ad un disco rigido: prenderlo a martellate o distruggere il collegamento con la scheda madre producono gli stessi risultati, ma sono azioni ontologicamente diverse. Non prendete per oro colato la mia teoria: non ho condotto studi approfonditi sui nessi fra anima e cervello, però la vedo così. I materialisti, invece, non credendo in un principio spirituale, riconducono l'autocoscienza alle mere attività chimiche e fisiche del corpo.
L'intercisione è un fenomeno diverso, perché attacca il legame fra anima e corpo, fra materiale ed immateriale, senza però ferire direttamente il daimon o l'uomo. In cosa differisce dalle manipolazioni dell'encefalo? Poniamo che io debba attraversare un ponte per raggiungere il pannello di controllo di un sistema: se viene distrutto il ponte, subisco un'intercisione; se viene annientato il pannello, una lobotomia o suoi equivalenti. Detto altrimenti, l'intercisione spezza la coesistenza di uomo e daimon, la loro unità, mentre la lobotomia lascia il daimon vicino all'uomo, solo che gli toglie i "ferri del mestiere", impedengogli di adempiere il suo compito. Mi rendo conto che è una distinzione quasi capziosa, però ritengo che i due interventi non vadano confusi e che l'intercisione sia assai più devastante di una mera manomissione del corpo, alla quale la scienza medica potrebbe anche rimediare. Distruggere il legame invece significa annientare quell'alchemica e misteriosa consonanza fra le due componenti della stessa essenza, di cui una (l'uomo) è corporea e l'altra (il daimon) è incorporea.
Un uomo interciso scade al rango di essere inconsapevole di sé, mentre un lobotomizzato, scemo ed infantile quanto volete, conserva un minimo di autocoscienza e di memoria.
Quanto al fatto che pure gli animali hanno un daimon, purtroppo non vi sono certezze: forse un cane è autocosciente, ma una medusa? E quale sarebbe la linea di demarcazione che separa gli animali superiori dagli altri? Mi viene in mente l'acutissima osservazione di un filosofo di cui mi sfugge il nome. Se vedi due uomini, uno con la testa pelosa e l'altro con la testa glabra, dirai che il primo ha i capelli ed il secondo soffre di calvizie, ma se togli un capello alla volta, a che punto diventerà calvo? Si arriva all'assurdo che fra il molto ed il poco v'è un confine di una sola unità, per di più convenzionalmente stabilito. 8)
Daimon uniuscuiusque humanitatis caput et fundamentum est semperque esto!
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