Oggi tratteremo di questo argomento, che è la base di un buon rapporto con il daimon e il dilemma di molti novizi: la comunicazione. Perché dovrebbe trattarsi di un problema? E soprattutto, come funziona?
Ad oggi siamo certamente lontanissimi dal trovare una spiegazione scientifica ad essa, per questo motivo tenterò di spiegarvi un solo piccolo dettaglio, ossia il grosso limite della comunicazione verbale, e la possibilità di ricadere nella superficialità e quindi all'allontanamento dall'introspezione vera e propria.
Spesso si introduce il novizio al daimonismo con questa frase: prova a porti una domanda mentale, anche un "ciao" può andare bene. Certamente un modo curioso per contattare questa parte così profonda di noi: se davvero fosse così semplice aprire questo varco, perché non ce ne siamo mai resi conto prima? E soprattutto, perché all'inizio i dialoghi sembrano così falsi, artefatti, stereotipati, non daemonici?
La risposta è tanto banale quanto semplice e a mio parere efficace. Il dialogo verbale non è la via principale di comunicazione, al contrario di ciò a cui per anni siamo stati portati a credere.
Prendiamo ancora l'esempio di una persona che è daemian da parecchio tempo. Dopo anni potrebbe scoprire, parlando solo a livello verbale, di non aver mai rivoluzionato o capito grandi cose di sè. Addirittura, non sono infrequenti i daemian che dopo anni di puro contatto verbale, sentano scemare la qualità del loro dialogo, fino a quasi scomparire (ed apparire se non per qualche battuta, certamente non utile al livello introspettivo!). Questo perché non è stata data alcuna possibilità al daimon di esprimersi per altra via.
Il daimon che ci sussurra parole e frasi nella mente è un daimon superficiale. Non intendo dire che sia meno vero, assolutamente, ma semplicemente meno potente. Perché? Semplicemente perché da vigili, da razionali, il nostro cervello impone determinate censure provenienti dal nostro inconscio. Essendo il daimon messaggero di questo inconscio non è in grado di darci risposte o informazioni così "pulite": è come un giornalista obbligato a scrivere determinate cose per timore di non venire censurato, o ad usare giri di parole. Invece, la stessa comunicazione verbale appare molto più vera, intima, interiore e inconscia quando viene affrontata la sera (quando le nostre difese vengono abbassate). E' un daimon visto riflesso in una superficie d'acqua tremolante e mossa.
Il daimon udito e colto in determinati momenti della nostra giornata, o con la meditazione, o quando sentiamo dentro noi quel giusto "sentire", quel sentimento in cui abbiamo come la percezione di essere davvero collegati col tutto, è un daimon specchio. E' il daimon riflesso nell'acqua stabile, più chiaro, più "reale". Per esempio, durante la meditazione o l'utilizzo dell'headspace è possibile avere contatti col daimon particolarmente intensi. Idem in particolari stati di rilassamento, o mentre si è molto concentrati su altro (per esempio, la scrittura, il disegno, lo sport).
Il daimon colto nei sogni è invece il più reale, potente, nemico e amico. La parola nemico non piacerà a nessuno, ma è così: egli porta con sè il buono e il cattivo che risiede in noi, con il puro scopo di distruggere il negativo o, meglio ancora, amalgamarlo, accettarlo, abbracciarlo e in questo modo essere più consapevoli di noi stessi. Chiamerò questo daimon onirico, sempre prendendo in considerazione la pozza d'acqua, il daimon onirico è il fondo. Noi ci siamo immersi nell'acqua, ora vediamo chiaramente. Non è semplice riconoscere il daimon onirico, per cui non ne parlerò qui.
La comunicazione originale
Se per molti è assolutamente normale ragionare a dialoghi, non sono d'accordo la maggior parte degli esseri umani. Per molti è davvero difficile instaurare un legame con il daimon da un punto di vista puramente verbale. Quindi, questo topic è principalmente indirizzato a coloro che stanno provando invano a iniziare questo percorso o a chi, invece, dopo tanto tempo, si è ritrovato deluso da questi dialoghi, sempre più scarni e insipidi.
Procediamo con ordine: il tuo daimon non è "sbagliato" se non risponde al tuo "ciao". Semplicemente non è il suo metodo. E non c'è da stupirsi, vista la premessa! Il daimon ha da sempre comunicato all'uomo NON dicendo chiaramente "ehi, stai facendo una cavolata" "ehi, sei omosessuale" "ehi, non dovresti fare il fabbro ma il pilota, è la tua strada", ma a piccole spinte. Se ci ragioniamo, è piuttosto ovvio che egli prediliga l'intuizione: dal momento in cui egli fa da ponte all'inconscio, le parole sarebbero state censurate nella mente cosciente. Per cui sceglieva due vie: il sogno (o l'incubo) o l'intuizione di ogni giorno. Quelle idee fulminee che non si sa bene da dove vengano originate, quel bisogno di fare, quella sensazione che sì, è lì che si doveva andare.
Per questo non biasimiamo troppo il nostro povero daimon, che cerca solo delle scappatoie per parlarci un po' di più.
Cosa fare, allora?
Ognuno di noi ha una chiave, che bellissima metafora. Ogni mente è particolare e per questo sarebbe assurdo dire cosa fare in assoluto. Ma abbandonate l'idea che debba essere per forza un contatto verbale. Non è così. Usate, piuttosto, la passione.
La passione è una potente esca per i daimon. Chi prova forte attrazione per la danza potrebbe trovare liberatorio e assolutamente sano danzare per stimolare la comunicazione. A chi piace correre può provare libertà, falcata dopo falcata, ad udire il proprio daimon, anche solo con sentimenti. Chi prova interesse per l'arte potrebbe sentire il proprio daimon suggerire dettagli, forme e colori. Chi ama la musica può venire cullato dal suo daimon in nuovi universi. E così via.
Tutto questo discorso è collegabile al topic da me precedentemente trattato, ossia "Rendersene conto: il primo passo per la comunicazione".
Più avanti, in un altro topic, proverò a descrivere determinate tecniche per riuscire a contattare il daimon "specchio". Piccoli esercizi pratici, insomma. Spero che si facciano avanti un sacco di cavie.
Quindi, chi comunica verbalmente con il daimon è un daemian meno bravo?
No, ma sicuramente avrà accesso in maniera più difficoltosa - o con più tempo - a determinati parti interiori. Oppure è semplicemente straordinario nella comunicazione verbale, per cui il daimon riesce ad eludere più facilmente la "barriera". Non sto cercando di dire che chi comunica solo verbalmente non sia un buon daemian, assolutamente, ma sono sicura che si stia perdendo molto della relazione con il proprio daimon. Per questo ho sentito il bisogno di porvi questo piccolo testo. Perché non dovete limitarvi alla vocetta e basta. Ampliate l'orizzonte. E capirete che il vostro compagno di mente è davvero molto di più di una battuta detta in classe o mentre riordini casa, molto più di "oh mio dio, sono nato per cucinare", è un mix spaventoso e straordinario. Assistere a ciò nei miei sogni è stata forse la cosa più bella che mi sia mai capitata, e mi ritengo molto fortunata. Dato che i sogni non si possono controllare, possiamo però lavorare sul lato specchio, che è quanto di più vicino al daimon onirico che ci sia concesso toccare.
Spero che il topic vi sia stato utile o comunque uno spunto di riflessione!