MostraCiao, neofita assetato e desideroso di conoscere il tuo daimon!
Questo testo ti è offerto da me stesso medesimo e ha l'ambizione di farti da guida nel mondo del daimonismo, i cui tratti, comunque, sono quasi elementari.
Partiamo con il dire cosa sia un daimon
Ciao, sono un daimon e adoro i caldi abbracci!
Dunque, il daimon NON è un dio e non è nemmeno l'amico immaginario; . A paragone, il daimon è Harry Potter, l'amico immaginario è la bambolina di Harry Potter. L'amico immaginario pensa quello che tu vuoi pensi. Se vuoi che il tuo amico immaginario ti consoli, lui lo farà, anche se hai dato fuoco al gatto e questi, correndo via, ha dato fuoco alle tende (esempio estremo, ma penso chiaro). Il daimon (a meno che non sia un cane EHM) ti redarguirà, se lo meriti; dipende dalla personalità del daimon capire come ti redarguirà.
Non potrai mai costringere un daimon a darti ragione se non la meriti o a dire che sei un idiota per fare contenti i tuoi. Il daimon dirà sempre le cose come stanno. (parentesi: il pronome per riferirsi al proprio daimon è luii o leii, coerentemente al sesso dello stesso).
Inoltre il tuo daimon è anche una guida, un confidente, una entità a cui chiedere un parere sicuramente disinteressato. Ciò non significa che sappia tutto, anche perché non è esterno a te, ma è DENTRO DI TE. E questo lo distingue da Dio: il daimon non può influenzare gli eventi, non è onnipresente e onnisciente. Il daimon non conosce né più né meno che quanto TU sai; però, quanto difetta in quantità, difetta in qualità. Conosce quanto sai te...ma lo conosce MEGLIO.
Luii non potrà dirti i numeri vincenti al lotto, le risposte ad un compito (lì, mi spiace, ma puoi solo studiare), se il ragazzo che fili ti fila a sua volta.
Può però dirti se è il caso di tentare la fortuna e può dirti dei numeri (che non saranno quelli vincenti a colpo sicuro), può ricordarti quali sono gli argomenti che il prof gradisce, se ti piglia per il cuccurucù perché è un idiota o se invece lo fa per farsi notare.
Questo perché mentre noi ci affidiamo alla razionalità, il daimon è intimamente connesso all'istinto. Cosa vuol dire? La nostra razionalità può, ad esempio, considerare realtà una bugia, perché si lascia ingannare dalla fama del dicente (dal professore, al fidanzato fino al genitore), perché sopraggiunge in un momento di insicurezza, mentre l'istinto può rilevare che si tratta di un'effettiva bugia, magari per buone motivazioni, da dettagli (il fidanzato stronzo che si preoccupa dei tuoi sentimenti, il genitore che odia i cani che non ha problemi ad accettare un cane etc) che non abbiamo notato.
Riassumendo: il daimon ha una personalità propria, ciò lo rende meno manipolabile di un amico immaginario ma molto più utile.
Una cosa che è MOLTO importante: possedere un daimon non significa che luii ha sempre ragione e che dunque se il daimon approva qualcosa, te ne devi fottere di quanto gli altri dicono. Ascolta gli altri e quindi discuti delle loro idee con il daimon; il daimon non può mentire, gli altri si. Questo vuol dire: ascolta gli altri e le loro esperienze, poi con il daimon decidete cosa fare.
Daemian telefono daimon....
Bene, non te ne sei andato dopo aver capito che il daimon non è perfetto ma che è comunque utile e che questo non è un benedetto gioco di ruolo come un bischero di yahoo answers ha avuto il coraggio di dire. Dunque, adesso devi contattare il daimon.
Per comunicare con il daimon, l'essenziale si racchiude in due parole: comodità e fiducia. Devi stare fisicamente e mentalmente comodo; quando comunichi con il tuo daimon devi essere in un posto comodo e non essere nervoso. Scegli dunque un momento di solitudine, quando magari sei tornato da scuola o dall'allenamento. Il meglio del meglio resta la notte, perché lì sei anche rilassato mentalmente, di norma. Rilassato mentalmente non significa che non pensi a nulla. Basta che tu senta i tuoi problemi lontani. I pensieri positivi, come per volare, sono utilissimi, basta che anche loro non siano ossessivi. Con il tempo imparerete a farlo in tutte le situazioni o quasi (quando sarete particolarmente depressi, tristi o arrabbiati, sarà difficile che il daimon parli e la comunicazione ne risentirà un po', a meno che non vi armerete di pazienza)
Fiducia vale a dire crederci. Infatti, come tutte le cose del mondo, se le fai senza crederci, è come suonare il flauto con la laringite. Parimenti e per lo stesso motivo, devi avere fiducia anche in te stesso/a. Devi dire “Ok, io incontrerò il mio daimon” e crederci. Appena
Quando sarai pronto...inizia a chiamarlo. Rivolgi a te stessi un saluto o una domanda. O semplicemente inizia a parlare con te stesso (non ad alta voce, possibilmente. Basta pensare le parole da dire.); infatti, spesso i daimon si fanno vedere da bambini, infilandosi negli amici immaginari e parlando al posto loro.
Tutto qui. Davvero: dopo un po' di tempo, il tuo daimon ti inizierà a rispondere. Dopo aver avuto un mezzo infarto dal piacere (infatti il primo contatto con un daimon è una goduria che rasenta il primo bacio. Almeno credo...), chiacchiera un po', per conoscervi (più che altro conoscerlo, visto che luii/leii ti conosce fin dalla nascita). Poi, il mio consiglio è di decidere subito il nome (che può essere o suggerito dal daimon stesso o deciso dal daemian o infine scelto insieme) e la voce. Per la voce, vedrai che se prima sembrerà la tua, prima o poi sentirai il bisogno di distinguerla dalla tua. Per farlo, la cosa migliore è sulle prime scegliere una voce, compatibile con sesso e carattere del daimon (il mio Ariel, pacioso e saggio, ha la voce di Remus Lupin, per dire) e, ogni volta che il daimon parla, pensare che parli con quella voce. Se la voce è quella giusta il tuo daimon si adatterà volentieri e renderà più facile capire quando è luii/leii che vi parla o quando sei te che te la canti e te la suoni. Infatti una tra le prime seghe mentali che viene ad un daemian medio è “Ma sono io o il mio daimon che parla?”. Per capire se siamo noi stessi o il nostro daimon che parla, basti pensare ai sentimenti che proviamo: se il solo parlare con quella voce vi farà sentire bene, state certi che è il daimon. ATTENZIONE: sentirsi bene non vuol dire essere d'accordo, essere coccolati e protetti. Vuol dire avere la sensazione di una risposta onesta e disinteressata senza essere brutale o cattiva (molti daimon sono un po' bruschi, ma si percepisce chiaramente il loro affetto). Il daimon sarà chiaro e ottimista, non vi dirà “Nini, un si pole più fare niente”, non vi darà mai ragione piena o immotivata. Altrimenti...leggete il capitolo sotto.
La comunicazione può anche essere più diretta con musiche, immagini (che compariranno per pochi secondi e le noterete, fidatevi), sensazioni....dipende dal rapporto che avete e se ci sono problemi nella comunicazione. Però, prima di parlare di ciò, riassumiamo:
Contattare il daimon richiede tranquillità e fiducia. Per farlo basta parlare a se stessi.
L'unico headmate vivo...è un headmate morto.
Headmate. Dopo averti per bene illuso che la comunicazione con il daimon sarà facile, ti inizio subito a prospettare i nemici che te e luii/leii dovrete fronteggiare (e che sconfiggerete, per il vostro legame fortissimo.). Il più cattivo in assoluto tra questi è sicuramente l'headmate. Cosa è? È la personificazione delle nostre fisse e delle paure. “Ma io non ho niente del genere!” mi dirai. Sicuro? Nessuno ne è immune. Il più delle volte sono paure sociali, vale a dire originate dal contatto con la società. Andando sul personale, un mio headmate è la paura di non meritarmi le persone che amo ed è derivato dal continuo sottostimarmi e giudicarmi imposto dalle persone che conosco.
Come si fa a distinguere l'headmate dal daimon?
Un primo indicatore sono le emozioni che si provano: se sono negative o peggio ancora non esistono, è un headmate. Parlare con il daimon lascia comunque un senso di piacere, sia esso dirompente o una semplice tranquillità; parlare con l'headmate se un fa male, bene non fa MAI! Inoltre l'headmate si può equiparare a una sega mentale, perché spesso spinge il daemian a pensieri non finalizzati all'azione, quando il daimon non fa MAI e poi MAI seghe mentali. Alla fine il daimon spinge a fare delle azioni o comunque a dei risultati, cosa che l'headmate si guarderà bene di fare.
Segue anche il cambiamento di voce (per questo consiglio di assegnare una voce al daimon) e l'uso di termini non usati dal daimon. Quando il daimon non è dannoso (quindi è una sega mentale inutile ma non dannosa o autolesionistica), si presti attenzione al ripetere di argomenti (tipo, ogni momento è ottimo per parlare del/della fidanzato/a che non ti calcola manco di pezza e tutto è riconnesso a questo) e l'eventuale silenzio a domande fuori dall'argomento stesso.
Come sconfiggere l'headmate? Il mio consiglio è parlare con il daimon cercando di localizzare cosa personifichi l'headmate, per poter lavorare sulla causa reale. Il daimon potrà anche mandarti un immagine che mostri l'headmate, per incoraggiarti e suggerire strategie (Ariel mi ha fatto vedere l'headmate come un lupo nero, come quello che tormentava i sogni del mio amore, per dirmi “Guarda, sono le stesse paure di Fede. Sconfiggile come faresti con le sue”). Se poi il problema “reale” è “insolubile” (vedi genitori rompi palle, professori idioti etc)...parlate con il daimon comunque, servirà a capire come sopportare i problemi.
Ehm...che forma sei, D(oc)?
L'argomento della forma è uno tra quelli che rendono problematica la diffusione del daimonismo perché siamo i famosi “scemi con gli animali dentro”. In verità gli animali sono solo una tra le tante forme con cui è possibile immaginarlo il daimon che è, essenzialmente, solo una voce. Volendo potrei anche immaginare il mio daimon come un umano o come un fumo di un colore che mi piace. Perché allora immaginarlo come un animale? Pensate a quante cose servono per capire com'è fatto un'umano, a quanti tratti bisogna pensare. Il vostro daimon ha il naso lungo o il naso corto? Questo si traduce in un immenso sforzo mentale che non aiuta certo la comunicazione. Potremmo visualizzarlo come una luce o un fantasma, ma lì si parla di una figura che non siamo abituati a vedere spesso (a meno di non lavorare in una centrale di lampadine o essere dei ghost busters). Quanto è più facile immaginare un grosso cane, con il pelo a pallini o un diamante di gould? Perciò non è che noi ABBIAMO gli animali dentro, ma abbiamo dentro (come tutti) delle figure che VISUALIZZIAMO COME ANIMALI.
Dunque la visualizzazione dei daimon come animali è una pura questione di comodità.
Ci sono però due scuole di pensiero riguardo il senso della forma.
La scuola simbolista è convinta che la scelta della forma sia legata alla personalità del daemian. Per intendersi: se una persona è protettiva verso il suo gruppo di amici, quasi sicuramente sarà un canide, perché i canidi sono animali fedeli al loro gruppo e non indipendenti come i felidi. Se poi è schiva e diffidente molto probabilmente sarà un lupo. I quasi e i probabilmente sono necessari, dato che ci sono molti modi di intendere un tratto di carattere: la superbia può essere un modo per nascondere la paura o un effetto di un'eccessiva stima di se, può manifestarsi solo sul gruppo degli amici o solo sul partner, e così via.
Secondo la scuola soggettivista, invece, la scelta di un dato animale al posto di un altro è puramente a discrezione dei gusti del daemian. Uno, per intendersi, può anche un carattere da topolino ma se si sente più a suo agio con un leone o un culpeo accanto, non c'è motivo (per il soggettivista) per costringerlo a vedere il suo daimon come un topolino.
Ovviamente, come in tutte le scuole di pensiero, è quasi impossibile trovare un appartenente puro cioè completamente simbolista o soggettivista.
Un mito da sfatare subito è questo: il sesso del daimon è SEMPRE opposto a quello del daemian o, se ciò non succede, il daemian è gay. Falso; effetto di troppa visione della Bussola d'oro. Il sesso del daimon, come la forma, è così carico di significati che, come non possiamo limitarci a dire che un daimon ha la forma di un leone per archiviare il daemian come superbo e basta, così il fatto che il daimon sia maschio e tu stesso lo sia non è prova di omosessualità sicura; può essere che hai bisogno di una figura maschile, che nel daimon vedi te stesso, che associ al sesso maschile un valore che comunque ti manca.
Chiudiamo il capitolo (e il vademecum) parlando di visualizzazione e proiezione, che non vanno confuse: se visualizzi il tuo daimon lo vedi su uno sfondo nero (e quindi il tutto avviene ad occhi chiusi), nella proiezione il daimon è “immerso” nel nostro ambiente e il suo comportamento è legato al suo carattere.
Spero di essere stato, se non esaustivo, almeno chiaro e piacevole da leggere
Vademecum personale di Firewolf & Ariel
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Vademecum personale di Firewolf & Ariel
SI PREGANO I DAEMIAN NON NOVIZI CHE NON HANNO SCRITTO IL LORO VADEMECUM DI GIRARE AL LARGO. TANTO PEGGIO DI COSÌ SARÀ DIFFICILE FARE ^^. PER TUTTI GLI ALTRI, PREGO, ENTRATE NELL'INFERNO!
https://38.media.tumblr.com/b12484c4d9f ... o1_500.gif Firewolf & Ariel Esistono!!!
Thanks to my sis Billy
Thanks to my sis Francy
2w3-ENFJ /9w1-ISFP
Pesci ascendente Cancro-Bue-Tiglio
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