Ti assicuro che:
1-al termine della lettura le tue funzioni cerebrali saranno ancora attive e perfettamente operanti.
2-non ti porterò al suicidio in maniera lecita o illecita…
3-quello che leggerai qui, essendo frutto della mia mente, potrebbe essere tendenzialmente inaffidabile.
MostraBenissimo. Dopo questa breve ma necessaria introduzione, carissimo novizio, inizierò con lo spiegarti cosa, secondo me, un daimon è.
Dico secondo me perché il daimonismo è soggetto a molte diverse interpretazioni, non esiste una vera e propria regola valida per tutti, ognuno può vederlo sotto il proprio punto di vista, apportando sempre novità che consiglio di condividere con gli altri daemian.
Come prima cosa mi sento in dovere di dirti che se sei in cerca dell’”amichetto immaginario” o dell’”animaletto spirituale che ti tiene compagnia” sei un po’ tanto fuori strada. Il daimon è tutto fuori che questo.
Il daimonismo è una semplice filosofia. Niente di assurdo, niente che trascenda noi stessi.
Il daimon È una parte di noi, della nostra anima, è qualcosa che noi stessi siamo.
Fondamentalmente il daimon siamo noi, non dobbiamo cercarlo al di fuori della nostra mente: è la nostra coscienza, quella parte di noi che inconsciamente ascoltiamo anche senza sapere della sua esistenza, che ci suggerisce, ci guida e ci assiste nelle nostre azioni, pensieri, sentimenti…
Può diventare un amico fedele su cui fare affidamento, può essere il nostro maestro, può essere il nostro consigliere… come ti ho detto il daimon non è una cosa sola facilmente interpretabile oggettivamente.
Spesso e più comunemente viene visualizzato dal daemian sotto forma di animale, ma non è escluso che il tuo possa essere un umano, un essere antropomorfo, un micro-onde… et cetera. Ma di questo ti spiegherò più sotto.
Se io dovessi dare una definizione di daimon mia personale direi che…
“il daimon è, pur essendo anche ciò che noi non siamo, noi stessi”
Nel senso… è il nostro vero io, è la parte razionale di noi, pur potendo essere diverso da ciò che siamo quotidianamente. È la nostra parte più profonda e intrinseca che tiriamo fuori spesso involontariamente.
Come instaurare il primo legame e il primo dialogo con il daimon
Innanzi tutto, la cosa più importante, dal momento in cui si decide di volerlo anche solo salutare, è di credere in quello che stai facendo senza farti troppe domande e senza pensare cose del tipo “ma che parlo da solo? Devo essere impazzito”. No, per nulla, sei impazzito se pensi cose del genere!
Il primo contatto deve avvenire in maniera tranquilla rilassata e soprattutto spontanea. Non sempre il primo dialogo avviene senza intoppi, personalmente ci ho messo giorni, anche settimane prima di capire cosa ascoltare.
Sì perché sta tutto nel capire cosa cercare, ovvero niente di ultraterreno o sovrannaturale (per quello basta Chuck Norris), è tutto all’interno di noi. Può iniziare tutto con un semplice “ciao!” “ci sei?” “mi rispondi brutta testa di *biiip*?”
Ci sta che ti incavolerai e che non riuscirai da subito a sentirlo, ma non devi importi né fretta, né stress, né altro. Dev’essere la cosa più spontanea di questo mondo: non devi aspettarti convulsamente una percezione uditiva, il daimon non è fisicamente presente al tuo fianco, fa parte esclusivamente della tua testa e in poche parole devi essere in grado di ascoltare te stesso.
Il primo vero dialogo che sono riuscito a tenere con Sheyla è stato, dopo giorni e giorni di tentativi falliti, molto semplicemente:
“brutto schifoooso di un daaaaaimon… mi rispondi o…”
“ma io ti ho risposto! Sono giorni che ti rispondo… scemo!”
Cioè, fai un po’ te. Ti assicuro che dopo una bella sequenza di fallimenti il sollievo di esserci riuscito ti porterà a credere di aver scalato le più occulte profondità dell’oceano e di aver nuotato nelle vette dei monti più impervi(?)
In realtà hai semplicemente saputo cosa ascoltare, perché il daimon è sempre stato insieme a te, come mi sono reso conto anch’io dopo averne compreso l’essenza. Ti consiglio di prenderti un momento di pace per dedicare un po’ di tempo alla tua mente e alla tua parte interiore, quando non hai fronzoli per la testa, quando ciò che ti interessa sei tu stesso. Fermati, cerca al tuo interno le risposte e vedrai che dopo un po’ (anche subito) arriveranno.
Come stabilisco forma, nome e caratteristiche del daimon?
Anche qui domina la spontaneità. Può sembrarti ripetitivo, ma è così. Nessuna di queste caratteristiche è obbligatoria, deve semplicemente essere d’aiuto o rendere più piacevole l’introspezione del daemian.
Su questo argomento poi sono diverse le ideologie che sono nate, il mio consiglio personale è quello di non fermarti all’influenza esterna del tuo animaletto preferito o di quello che più ti rappresenta. Ognuno poi ovviamente è liberissimo come il vento d’autunno di scegliere quello che preferisce, ma io resto dell’idea che anche la forma dev’essere il tuo daimon a suggerirtela. Come lui si presenta e come tu devi accettarlo.
Questa deflagra scatole di Sheyla si rifiuta di accettare la forma di drago che le avevo proposto… però ho preferito mantenere la prima forma con cui si è “manifestata”, ovvero una lupa dal pelo blu.
E tu: ma dove mai si è vista una lupa dal pelo blu?
Infatti, è proprio questo il punto, siamo noi e la nostra mente a determinare le caratteristiche del daimon. Il nome per esempio è stato qualcosa di ancora più immediato per me, è stata direttamente lei a dirmi di chiamarsi Sheyla, anche se ad un certo punto le avevo cambiato nome io in Sihiris. Non mi ha parlato più per non so quanto!
Inoltre c’è da dire che ognuno instaura in maniera diversa il rapporto con il proprio daimon. C’è chi si accontenta del dialogo, c’è chi costantemente lo proietta al suo fianco e può esserci chi come me ci aggiunge anche percezioni più “fisiche” come quella tattile.
Dato che il daimon è ciò a cui la nostra mente dà origine, è la nostra capacità di immaginazione mentale a permetterci svariati modi di entrarci in contatto. Può avvenire tramite sensazioni uditive, visive, tattili… e perché no anche olfattive. Ora sinceramente non ho mai sentito nessuno che abbia affermato di aver assaggiato il proprio daimon, quindi tralascerei il gusto… ma non si sa mai! Forse è più probabile che (almeno nel mio caso) sia Sheyla a mordere me
Di Sheyla percepisco la “presenza fisica” il calore, il pelo sotto le dita, la sua forma e alcune volte persino il suo peso. Questo dipende appunto da cosa voi riterrete migliore per fortificare il vostro legame.
Visualizzazione e proiezione
Per visualizzazione si intende il semplice “immaginare” il daimon di fronte a sé, sotto la forma stabilita. Non è assolutamente obbligatorio, il dialogo può avvenire anche senza la visualizzazione, dipende tutto da cosa tu preferisci. Come nei punti precedenti, hai la piena libertà di scelta.
La proiezione consiste nell’appunto “proiettare” l’immagine del daimon nello spazio circostante: al nostro fianco, sulla nostra spalla, tra le nostre braccia…
Qui non sempre è semplice all’inizio, perché spesso sarai tu a decidere i movimenti del daimon, ma ricorda che non è una semplice forma mentale che tu dovrai guidare. Magari ti verrà spontaneo lasciarlo muovere liberamente, oppure ci vorrà del tempo prima che acquisisca “indipendenza”. Anche qui cambia da soggetto a soggetto.
Che dirti ancora? Per tua fortuna siamo arrivati in fondo, ho cercato di essere il più breve ma esaustivo possibile, anche se come ho già specificato all’inizio non sono per niente affidabile!
A me entrare in contatto con Sheyla mi ha aiutato molto, mi ha fatto scoprire molti lati di me che non credevo esistessero, mi ha aiutato in molte delle mie più importanti scelte di vita che ho dovuto affrontare di recente, suggerendomi sempre la cosa giusta che da bravo testone professionale non sempre ho ascoltato. Quindi, amico novizio con le scatole traboccanti dopo questo noioso vademecum, se farai affidamento sulla tua parte razionale e su quello che è il tuo vero io molto probabilmente imboccherai sempre la strada migliore, quindi ti assicuro che vale veramente la pena di gettarsi a capofitto in questa esperienza!