Se sei un novizio, prendi un biscotto e accomodati.
MostraCaro novizio.
Ciao.
Questo Vademecum è stato redatto con cura e amore (see..), ma per quanti sforzi io abbia fatto, non è la Verità Assoluta. Diciamo che lo è per me, ecco. Il Daimonismo è una filosofia molto personale, perciò possono esserci punti di vista molto differenti. Ognuno ha il suo, ma per aiutarti a partire, ti spiegherò come la vedo io.
Del Daimonismo e altre meraviglie
Prima che ci prenda tutti per una manica di pazzi visionari, dirò subito che il Daimonismo NON è:
• Una religione
• Una setta segreta
• Un GdR
• Un’associazione a scopo di lucro (sì, dovevo mettercela)
Invece il Daimonismo E’:
• Una filosofia introspettiva, il cui scopo è quello di conoscere se stessi il più a fondo possibile mediante il rapporto con il daimon.
Sì, magari suona barboso, detto così. Colpa mia, sono troppo altisonante quando scrivo.
Comunque, l’importante è capire che il Daimonismo NON adora divinità sconosciute, NON organizza piani malefici per la conquista del mondo, NON gioca a ruolare personaggi di fantasia con i propri daimon, presi dal mondo di "Queste Oscure Materie", e NON chiede soldi. E’ libero, completamente libero da ogni restrizione. Il che, considerando i tempi presenti, è una buona cosa, direi.
Conoscere se stessi è una delle più belle avventure della vita, e si può crescere tanto lungo il percorso, davvero. Si può anche cambiare, in meglio ma forse anche in peggio (laddove il rapporto con il daimon non sia sviluppato in maniera adeguata, magari), ma alla fine si capisce chi si è davvero. E, credimi caro novizio, è la più grande conquista della vita, secondo me.
Del daimon e altri enti
Partiamo dal principio: innanzitutto, cosa E’ un daimon? Ebbene, caro novizio, se tutti avessimo già la risposta, dove sarebbe il bello? Non esiste una definizione di daimon unica e che sia giusta. Ognuno ha la propria, sviluppata nel corso dell’esperienza, e talvolta è bello parlarne e condividere con altri l'opinione su questo argomento.
All’inizio quella più diffusa era che il daimon è la nostra anima, ciò che ci tiene in vita, il soffio vitale. Questo perché ancora si era piuttosto legati alla saga di Philip Pullmann, Queste Oscure Materie. Tuttavia, il termine daimon è molto più antico. Uno dei primi a usarlo con un’accezione simile alla nostra, fu il filosofo Socrate, che affermava di sentire una voce nella testa ogniqualvolta stava per fare qualcosa di sbagliato. In quei momenti la voce interveniva fermandolo per tempo. E fu così che Socrate venne condannato per “aver introdotto nuovi dèi” nella città di Atene, corrompendo i giovani.
Più avanti nei secoli, il concetto ha continuato a vivere, fino a che alcuni studiosi di psicologia, come ad esempio Freud l’hanno ripreso e studiato. Lui, per esempio, distingueva tra Io e Super-Io.
Adesso si tende a definire il daimon come una parte della nostra psiche, che è talmente vasta che l’uomo forse non la scoprirà mai tutta. Il daimon è probabilmente ciò che collega il nostro conscio all’inconscio, come una sorta di ponte, ed ha accesso agli angoli più remoti della nostra mente.
C’è tuttavia chi considera il daimon molto più semplicemente: per esempio, l’opinione più diffusa tra i daemian americani, è che il daimon sia un costrutto mentale, un “amico immaginario glorificato” (cito testualmente). Lo vedono sì come una parte di sé, ma perché l’hanno “creato” (si parla addirittura di reimpostare la personalità del daimon quando magari si comporta in modo troppo negativo).
Quanto a me, il daimon è l’insieme dei sentimenti e delle emozioni, ciò che ci rende umani e ci distingue dagli animali (chiamasi quindi autocoscienza). E fa anche da guida, non nel senso spirituale (benché non ci sia nulla di male a credere che sia così, io personalmente non lo penso), ma è quella vocina che senti quando sai di aver fatto qualcosa di sbagliato.
E se sei un lettore attento, vedrai che nel titolo ho scritto “e altri enti”. Chi sono questi altri enti? Vengono chiamati headmate, “compagni mentali”. Sono simpatici cosetti che se ne vanno in giro per la tua testa, talvolta spacciandosi per il daimon. Sono conseguenze di paure, ansie, che magari non ci accorgiamo di avere, ma che il nostro inconscio produce per liberarsene. Bada bene, non sono del tutto negativi, a volte possono anche insegnare qualcosa, e generalmente, se non tentano di interferire nella comunicazione con il daimon, sono innocui. E se ne vanno, prima o poi.
Non ne ho mai avuti personalmente, ma mi è stato detto che sono facilmente distinguibili dal daimon, in quanto la comunicazione con loro è più fredda, artificiale, distaccata. Inoltre i loro discorsi sono monotoni, nel senso che gira e rigira tornano sempre sullo stesso argomento, che solitamente è il motivo per cui sono comparsi.
E la differenza tra un headmate e un amico immaginario è che quest’ultimo lo puoi controllare come vuoi, fargli dire e fare quello che preferisci.
Ci sarebbero anche enti come i tulpa, ma il discorso è complesso qui, perciò dirò solo che sono fantocci creati dalla testa ai piedi, per avere una personalità propria e interagire con la persona che li ha creati. Inutili, secondo me, ma oh, son gusti.
Del primo ciao
Il primo contatto, quale meraviglia. E’ sempre un momento di gioia da quanto ho sentito dire. Dico così perché nella mia esperienza non c’è mai stato un primo contatto. Parlo con me stessa da che ho memoria: per mia fortuna, direi, perché, sempre da quel che ho sentito, non è affatto facile le prime volte.
Per il primo contatto serve essere rilassati, calmi, tranquilli. Un posto silenzioso è l’ideale. Un bel respiro. Di' “ciao”. Nessuna risposta? Riprova. Di nuovo. Non fino allo sfinimento, è chiaro. Se i risultati si fanno attendere, meglio staccare e provare in un altro momento.
L’importante è ricordarsi innanzitutto che la gatta frettolosa fece i gattini ciechi. Tradotto: se hai fretta e ansia che il daimon ti risponda, siccome molto spesso si rivela "dispettoso" agli inizi, è certo che non ti risponderà. Oppure è molto timido, e questo in realtà dipende un po’ da te e dal tuo carattere. Inoltre, non mi stancherò mai di ripeterlo, il daimon NON è un’entità separata da noi, perciò non puoi aspettarti una risposta da chissà dove, se non dagli angoli più remoti della tua testolina. Luii/leii è TE. Ed è anche per questo che non puoi fare al daimon le domande a cui l’umanità non sa dare risposta, semplicemente perché … non lo sa! Sa esattamente quello che sai tu, solo in modo più approfondito.
E se glielo chiedi per piacere, può farti ricordare la risposta esatta per il compito di matematica.
Sempre che la sappia anche tu.
Della comunicazione con il simpaticone
Percorso irto e pieno di ostacoli. Scherzo, lo è solo per scriverne.
Innanzitutto c’è da dire che ci sono infiniti (iperbole, intendo dire tanti e diversi) modi per comunicare con il daimon: parole, emozioni, immagini, colori, suoni, ricordi, odori. Formule matematiche. Non io, eh.
Anche qui la cosa è molto personale, e secondo me in parte dipende anche da come è fatta la mente dell’individuo: io per esempio comunico il più delle volte a parole, ma essendo un’artista (una specie) lavoro molto bene anche con le immagini.
Dipende anche da cosa preferisci tu, l’importante è che il tutto renda la comunicazione il più fluida possibile. Con le parole la difficoltà sta nel fatto che talvolta i pensieri si sovrappongono e magari è difficile distinguere chi ha detto cosa. Normalissimo, i primi tempi, e si può imparare a separare le voci con il tempo. Per esempio, come faccio io, puoi provare a dare al daimon una voce che conosci bene, o che ti piace particolarmente, basta che tu l'abbia impressa in mente.
Come ho già detto il mio daimon comunica anche a immagini: per esempio per aiutarmi a capire meglio le cose che vedo/sento, mi invia un’immagine di qualcosa che ha a che fare con esso, come per farmi fare un collegamento.
Ma il momento in cui ci sentiamo più uniti è quando ascoltiamo musica. E’ lì che luii riesce a inviarmi le sue emozioni, che sono sempre bellissime, e io sento la sua felicità come mia e non mia allo stesso tempo. Auguro davvero a tutti di poter provare questo.
Dunque, per farla breve, i modi per comunicare con il daimon sono molti, e ognuno secondo me è unico. Forse trovare il proprio non è facile, agli inizi, ma una cosa certa è che il daimon farà di tutto per semplificarti le cose. Anche luii/leii vuole parlare con te, sai?
Della forma e proiezione (no, non c’entrano i film)
Questo è un metodo di comunicazione che va approfondito più degli altri.
La forma, diciamocelo subito, è un simbolo. Il tuo daimon NON è un animale. Se proprio volessimo metterla così, sei tu l’animale, tra i due. La forma del daimon rappresenta TE, non luii. Quindi non è il daimon che si stabilizza, ma tu.
La forma, a mio parere, serve a due scopi: facilitare la comunicazione con il daimon mediante proiezione e visualizzazione, oppure aiutarti a scoprire chi sei. Ora, ci sono due modi di interpretare la forma in questo senso: c’è chi, come me, preferisce fare alla vecchia maniera e seguire le analisi, e chi preferisce fare da sé e adottare la forma che più sente sua. Le analisi sono un buon punto di partenza, ti aiutano a capire un po’ in che direzione devi andare, ma non sono la Verità Assoluta. Nessuno mai potrà conoscerti bene come te stesso, o il tuo daimon. Perciò se un analista ti suggerisce una forma e il tuo daimon un’altra, parlatene insieme e a lungo: magari il daimon ha visto in te tratti che l'analista in quanto esterno non conosce. Certo, se tu dici di sentirti gatto, e tutto nel tuo comportamento urla "cane" da tutti i pori, qualche domanda è bene farsela.
Ma, lo dico per esperienza, difficilmente il daimon si sbaglierà. E nel momento in cui crederai che si sbagli, è solo perché tu stai cambiando, e luii/leii te lo sta facendo capire cambiando forma.
La stabilizzazione è un momento importante nella vita del daemian, ma non è unico, nel senso che non c’è una sola stabilizzazione nel corso della vita: le persone cambiano, non rimaniamo uguali per tutta la vita. E anche un cambiamento superficiale può voler dire qualcosa. Certo, poi ci sono sconvolgimenti più grandi magari dovuti a traumi o enormi cambiamenti di ciò che ti sta intorno. L’importante è ricordare che se una forma sta “stretta”, come diciamo spesso qui sul forum, anche se credi di essere stabile, non verremo certo a cercarti a casa a puntarti un fucile contro, se desideri cambiarla.
L’ultima parte, la proiezione. Hai mai avuto amici immaginari? Perché il meccanismo è esattamente lo stesso: immaginare di vedere il daimon accanto a te, e immaginare di vederlo fare tutte quelle cose buffe che fanno i daimon. Sembra facile, e in realtà lo è per chi come me vede cose da tutta la vita (oddio, sembro una visionaria; è solo che ho molta esperienza con gli amici immaginari), ma può non esserlo per chi non è abituato a lavorare con le immagini. Serve tanta, tanta immaginazione. E Google Immagini. E YouTube. Saranno i tuoi migliori amici nella proiezione del daimon.
Un’ultima cosa: ho letto in alcune (vecchie) discussioni che si potrebbe presentare il problema “ma se il mio daimon è stabile non può mutare! E se muta non è stabile!”.
Ma caro novizio, sono quelli che io e il mio Capitano qui chiamiamo “i vantaggi dell’immaterialità”: la proiezione del daimon viene dalla tua testa, perciò puoi vederlo in qualsiasi forma tu voglia! Senti che la tua forma è un gatto ma vuoi vederlo come cane? Fallo! Non c’è alcuna restrizione all’immaginazione (grazie al cielo, non saprei come fare se imbrigliassero la mia testolina in quel modo).
E dopo tutto questo blaterare (e tutte le parentesi), posso dire di aver finito.
Ricorda, questa è la mia visione del Daimonismo, puoi essere d’accordo come non esserlo. Col tempo avrai anche tu un quadro completo tutto tuo.
Solo, grazie per avermi letto.