Vademecum collegiale sui metodi di ricerca introspettiva
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- Daemian
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Vademecum collegiale sui metodi di ricerca introspettiva
Nel Forum è ricorrente la menzione dei metodi introspettivi, che variano da daemian a daemian, però fino ad ora nessuno si era mai preso la briga di redigerne una lista esauriente, così, su impulso involontario di Kaisa, ho deciso di lanciare quest'iniziativa. La mia idea è di stendere un Vademecum a più mani, che mostri gli approcci seguiti all'interno della Comunità: ciascuno esponga dettagliatamente il proprio e, se vuole, commenti quelli altrui.
Comincio io. Premesso che non vi è una ricetta universalmente valida, per scoprire la mia intima personalità mi valgo di un approccio di carattere intellettuale, critico, dissacratorio, autonomistico e polemico, ossia:
1) mi domando sempre il perché di tutto, poi il perché dei perché, in una ricerca senza fine;
2) non accetto mai risposte dogmatiche o fondate sull'autorità (politica, culturale, religiosa, morale...), sul fato o sulla tradizione;
3) smantello con energico vigore tutti i tabù, i proibizionismi e gli scandali e ne studio l'effettiva sostanza, se mai esiste;
4) assevero con incrollabile fermezza che, nel campo dei miei pensieri, sentimenti ed emozioni, sono dio onnipotente e non rendo conto ad alcuna autorità terrestre o extraterrestre;
5) analizzo lucidamente i divieti e gli obblighi, valutando se siano o no effettivamente diretti ad evitare o limitare danni o pericoli sociali oggettivamente riscontrabili o se, invece, siano strumenti di oppressione ideologica, sanciti dalla maggioranza di turno per imporre, direttamente o surrettiziamente, i propri valori e le proprie priorità all'intera collettività.
Detto in due parole, cerco di passare al setaccio e rimuovere dal carattere le componenti arbitrariamente inculcate dalla società e, in tal modo, mi appropinquo progressivamente al nucleo di personalità sottostante.
Comincio io. Premesso che non vi è una ricetta universalmente valida, per scoprire la mia intima personalità mi valgo di un approccio di carattere intellettuale, critico, dissacratorio, autonomistico e polemico, ossia:
1) mi domando sempre il perché di tutto, poi il perché dei perché, in una ricerca senza fine;
2) non accetto mai risposte dogmatiche o fondate sull'autorità (politica, culturale, religiosa, morale...), sul fato o sulla tradizione;
3) smantello con energico vigore tutti i tabù, i proibizionismi e gli scandali e ne studio l'effettiva sostanza, se mai esiste;
4) assevero con incrollabile fermezza che, nel campo dei miei pensieri, sentimenti ed emozioni, sono dio onnipotente e non rendo conto ad alcuna autorità terrestre o extraterrestre;
5) analizzo lucidamente i divieti e gli obblighi, valutando se siano o no effettivamente diretti ad evitare o limitare danni o pericoli sociali oggettivamente riscontrabili o se, invece, siano strumenti di oppressione ideologica, sanciti dalla maggioranza di turno per imporre, direttamente o surrettiziamente, i propri valori e le proprie priorità all'intera collettività.
Detto in due parole, cerco di passare al setaccio e rimuovere dal carattere le componenti arbitrariamente inculcate dalla società e, in tal modo, mi appropinquo progressivamente al nucleo di personalità sottostante.
Daimon uniuscuiusque humanitatis caput et fundamentum est semperque esto!
- Aylin
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Re: Vademecum collegiale sui metodi introspettivi
Oh, ma che bellissima idea Claudio, ti faccio i miei complimenti! E ringrazio anche Kaisa, per aver "ispirato" Claudio. Allora, iniziamo.
1) Mi chiedo sempre come possa succedere qualcosa, se sia conseguenza di qualcosa, e chi l'abbia causata.
2) Penso molto al futuro, mi domando come possa fare affinché sia fortunato sia per me che per chi mi sta intorno.
3) Agisco riflettendo, cercando di percepire se quell'azione sia errata o giusta.
4) Dubito sempre di tutto, ponendomi molti quesiti
5) Non demordo se non riesco a giungere ad una risposta
6) Mi ripeto che ciò che è giusto non è mai la cosa più semplice e quindi mi sforzo di migliorare in tutto.
7) Rifletto sulla mia personalità e su quella altrui per riuscire a trovare un punto comune.
8) Accetto gli altri per quello che sono e mi accetto per ciò che sono
9) Mi "osservo" sempre più, quando parlo, quando cammino, quando faccio qualcosa per capire cosa e come sono.
Penso basti.
1) Mi chiedo sempre come possa succedere qualcosa, se sia conseguenza di qualcosa, e chi l'abbia causata.
2) Penso molto al futuro, mi domando come possa fare affinché sia fortunato sia per me che per chi mi sta intorno.
3) Agisco riflettendo, cercando di percepire se quell'azione sia errata o giusta.
4) Dubito sempre di tutto, ponendomi molti quesiti
5) Non demordo se non riesco a giungere ad una risposta
6) Mi ripeto che ciò che è giusto non è mai la cosa più semplice e quindi mi sforzo di migliorare in tutto.
7) Rifletto sulla mia personalità e su quella altrui per riuscire a trovare un punto comune.
8) Accetto gli altri per quello che sono e mi accetto per ciò che sono
9) Mi "osservo" sempre più, quando parlo, quando cammino, quando faccio qualcosa per capire cosa e come sono.
Penso basti.
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- Bird
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Re: Vademecum collegiale sui metodi introspettivi
E' difficile per me scrivere questa cosa, perchè in realtà non ci ho mai pensato, non ci ho fatto mai caso.
Penso molto a me, per come sono, per ogni singola cosa: cioè, ogni minimo episodio della giornata può farmi riflettere su di me, su come mi comporto in quelle situazioni, e come magari dovrei invece comportarmi.
Riporto tutto "a me". E spesso trovo difetti o cose da migliorare, che però poi non riesco a migliorare. Questo però succede soprattutto a causa mia: non è che non voglia, semplicemente non mi sforzo abbastanza. E anche quando credo di aver dato il massimo, non basta.
Mi valuto spesso immaginando cosa farei io al posto delle persone. E il più delle volte, anche se mi dico che avrei agito diversamente, rifletto che forse non è così.
Cerco di imparare dai miei errori: ne ho fatti diversi e moltissime volte ci ritorno su e ci rifletto, rigirando il pensiero da ogni lato (cosa, questa che faccio con ogni pensiero che mi viene in mente, anche se cambio soggetto molto velocemente). In questo modo cerco di capire dove e perchè ho sbagliato e di imprimermelo bene in testa così da non sbagliare più.
L'unico modo in cui imparo nuove cose su di me è quando parlo con luii: mi rivela aspetti di me che non avrei mai creduto di avere, cose che io non riesco ad accettare di me stessa. Ma se è luii a dirmele, per me significa che sono vere, e che quindi devo imparare a conviverci.
Mi chiedo il perchè di molte cose, soprattutto delle azioni umane. Perchè il suicidio da terrorismo? Perchè la gelosia ossessiva? Com'è possibile avere tanto sangue freddo da uccidere persone care? (Certo, ci sono le malattie mentali, ma non è una giustificazione perchè non riguarda tutti i casi).
Rifletto sempre su come sarà il futuro, mio e del mondo, e a volte mi prende anche un po' di paura. Paura dell'ignoto, immagino. Allo stesso tempo non vedo l'ora che questo futuro arrivi e non voglio che arrivi.
Per quanto riguarda divieti e obblighi imposti dalla società, in un primo momento li seguo: è la società, non ci sono solo io. Però poi ci rifletto su, e ci sta che mi chieda "ma perchè è così? Chi lo ha deciso? E se io volessi fare diversamente?"
Credo sia tutto, e scusate se sono andata fuori tema, ripeto non avevo mai pensato a questa cosa.
Penso molto a me, per come sono, per ogni singola cosa: cioè, ogni minimo episodio della giornata può farmi riflettere su di me, su come mi comporto in quelle situazioni, e come magari dovrei invece comportarmi.
Riporto tutto "a me". E spesso trovo difetti o cose da migliorare, che però poi non riesco a migliorare. Questo però succede soprattutto a causa mia: non è che non voglia, semplicemente non mi sforzo abbastanza. E anche quando credo di aver dato il massimo, non basta.
Mi valuto spesso immaginando cosa farei io al posto delle persone. E il più delle volte, anche se mi dico che avrei agito diversamente, rifletto che forse non è così.
Cerco di imparare dai miei errori: ne ho fatti diversi e moltissime volte ci ritorno su e ci rifletto, rigirando il pensiero da ogni lato (cosa, questa che faccio con ogni pensiero che mi viene in mente, anche se cambio soggetto molto velocemente). In questo modo cerco di capire dove e perchè ho sbagliato e di imprimermelo bene in testa così da non sbagliare più.
L'unico modo in cui imparo nuove cose su di me è quando parlo con luii: mi rivela aspetti di me che non avrei mai creduto di avere, cose che io non riesco ad accettare di me stessa. Ma se è luii a dirmele, per me significa che sono vere, e che quindi devo imparare a conviverci.
Mi chiedo il perchè di molte cose, soprattutto delle azioni umane. Perchè il suicidio da terrorismo? Perchè la gelosia ossessiva? Com'è possibile avere tanto sangue freddo da uccidere persone care? (Certo, ci sono le malattie mentali, ma non è una giustificazione perchè non riguarda tutti i casi).
Rifletto sempre su come sarà il futuro, mio e del mondo, e a volte mi prende anche un po' di paura. Paura dell'ignoto, immagino. Allo stesso tempo non vedo l'ora che questo futuro arrivi e non voglio che arrivi.
Per quanto riguarda divieti e obblighi imposti dalla società, in un primo momento li seguo: è la società, non ci sono solo io. Però poi ci rifletto su, e ci sta che mi chieda "ma perchè è così? Chi lo ha deciso? E se io volessi fare diversamente?"
Credo sia tutto, e scusate se sono andata fuori tema, ripeto non avevo mai pensato a questa cosa.
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Re: Vademecum collegiale sui metodi introspettivi
Un'iniziativa splendida!
Sono un'osservatrice analizzatrice quasi compulsiva, mi chiedo il perché di tutto, dal perché il salumiere mi saluta in un modo piuttosto che in un altro al perché il mio vicino ha cambiato l'auto xD adoro osservare le persone per cercare di capirle e per me stessa più o meno uso lo stesso metodo.
Mi rendo conto che sono un tipo molto cauto, rimugino molto sulle scelte da fare.
Quando si tratta di qualcosa che mi riguarda in maniera strettamente personale sono molto cauta e cerco di temporeggiare in modo da cogliere tutti gli aspetti possibili.
Lotto sempre per far valere le mie idee, anche quando sembro annoiata, stanca, spossata e non ho voglia di parlare combatto per le mie idee, sempre e comunque. Preferisco una discussione animata alla cieca obbedienza, se poi l'interlocutore vuole litigare ha trovato pane per i suoi denti purché mi tenga testa altrimenti mi annoio.
Sono temporeggiatrice e terribilmente pigra. Mi do da fare solo se lo vedo necessario, ma in quei casi mi do davvero da fare.
A fine giornata cerco di fare un resoconto di cosa ho fatto e perché l'ho fatto in modo da capire i miei comportamenti e quando sia io che Darklyn non riusciamo a risolvere l'enigma mi rivolgo agli amici fidati, cerco il confronto, così da iniziare nuovamente a ragionare e a non accantonare la cosa.
Non transigo sugli stereotipi, sulle fisse irrazionali (che sia amore, odio, schifo o quant'altro) e su chi considera gli animali come oggetti (sarò anche fissata e ripetitiva ma lo reputo un aspetto importantissimo del mio essere), l'incoerenza poi mi suscita conati.
Come Claudio sono allergica alle imposizioni di dogmi e religioni, sono più un tipo da corrente filosofica; ho bisogno di elasticità in questo senso u.u
Che altro dire?
Quando ho uno sbalzo d'umore cerco sempre di capire da cosa è stato provocato in modo da essere più preparata se si ripresentasse una situazione analoga. Dare sfogo all'ira per me è sinonimo di debolezza e io odio apparire debole.
Generalmente rispetto le regole che mi vengono imposte finché le ritengo utili, anche se nel momento di infrangerle cerco piuttosto un modo per aggirarle potresti fare l'avvocato u.u Ora basta però penso tu abbia divagato fin troppo
Sono un'osservatrice analizzatrice quasi compulsiva, mi chiedo il perché di tutto, dal perché il salumiere mi saluta in un modo piuttosto che in un altro al perché il mio vicino ha cambiato l'auto xD adoro osservare le persone per cercare di capirle e per me stessa più o meno uso lo stesso metodo.
Mi rendo conto che sono un tipo molto cauto, rimugino molto sulle scelte da fare.
Quando si tratta di qualcosa che mi riguarda in maniera strettamente personale sono molto cauta e cerco di temporeggiare in modo da cogliere tutti gli aspetti possibili.
Lotto sempre per far valere le mie idee, anche quando sembro annoiata, stanca, spossata e non ho voglia di parlare combatto per le mie idee, sempre e comunque. Preferisco una discussione animata alla cieca obbedienza, se poi l'interlocutore vuole litigare ha trovato pane per i suoi denti purché mi tenga testa altrimenti mi annoio.
Sono temporeggiatrice e terribilmente pigra. Mi do da fare solo se lo vedo necessario, ma in quei casi mi do davvero da fare.
A fine giornata cerco di fare un resoconto di cosa ho fatto e perché l'ho fatto in modo da capire i miei comportamenti e quando sia io che Darklyn non riusciamo a risolvere l'enigma mi rivolgo agli amici fidati, cerco il confronto, così da iniziare nuovamente a ragionare e a non accantonare la cosa.
Non transigo sugli stereotipi, sulle fisse irrazionali (che sia amore, odio, schifo o quant'altro) e su chi considera gli animali come oggetti (sarò anche fissata e ripetitiva ma lo reputo un aspetto importantissimo del mio essere), l'incoerenza poi mi suscita conati.
Come Claudio sono allergica alle imposizioni di dogmi e religioni, sono più un tipo da corrente filosofica; ho bisogno di elasticità in questo senso u.u
Che altro dire?
Quando ho uno sbalzo d'umore cerco sempre di capire da cosa è stato provocato in modo da essere più preparata se si ripresentasse una situazione analoga. Dare sfogo all'ira per me è sinonimo di debolezza e io odio apparire debole.
Generalmente rispetto le regole che mi vengono imposte finché le ritengo utili, anche se nel momento di infrangerle cerco piuttosto un modo per aggirarle potresti fare l'avvocato u.u Ora basta però penso tu abbia divagato fin troppo
- Kaisa e Artie
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Re: Vademecum collegiale sui metodi introspettivi
Nella discussione Teoria della Monade e della Stabilizzazione, Claudio aveva spiegato (in modo ottimo, tra l'altro! ) come il daemian, tramite i vari metodi introspettivi, possa riconoscere "l'inviolabilità della sua personalità, del suo lato daimon", staccandosi dal conformismo e costrunendo per sé uno spazio dove poter coltivare la propria interiorità.
Proprio perché si parla di "daemian", però, io pensavo a metodi introspettivi che riguardassero in primis il daimon e tutto ciò che ha a che fare con egli
I metodi che voi avete elencato sono rispettabilissimi e li appoggio appieno, se tutti li mettessero in pratica vivremmo di certo in un mondo migliore! Solo che questi potrebbero essere applicati da chiunque: non per forza distinguono il daemian dal non-daemian... Proprio perché si parla di daimonismo, a mio parere, i metodi dovrebbero avere un po' più a che fare con questa filosofia, ad esempio potrebbero riguardare il dialogo tra daemian e daimon, o più semplicemente con il rapporto che c'è tra loro. Mi sbaglio?
Spero di essermi spiegata decentemente
Proprio perché si parla di "daemian", però, io pensavo a metodi introspettivi che riguardassero in primis il daimon e tutto ciò che ha a che fare con egli
I metodi che voi avete elencato sono rispettabilissimi e li appoggio appieno, se tutti li mettessero in pratica vivremmo di certo in un mondo migliore! Solo che questi potrebbero essere applicati da chiunque: non per forza distinguono il daemian dal non-daemian... Proprio perché si parla di daimonismo, a mio parere, i metodi dovrebbero avere un po' più a che fare con questa filosofia, ad esempio potrebbero riguardare il dialogo tra daemian e daimon, o più semplicemente con il rapporto che c'è tra loro. Mi sbaglio?
Spero di essermi spiegata decentemente
Ultima modifica di Kaisa e Artie il ven 30/ago/2013 18:51:19, modificato 1 volta in totale.
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Re: Vademecum collegiale sui metodi introspettivi
Ti sei spiegata benissimo. In realtà, come ho già detto, non avevo capito del tutto cosa dovevamo scrivere, perchè per me il metodo introspettivo significava parlare con luii, però poi ho visto cosa avevano scritto gli altri e ho riflettuto su altro...
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Re: Vademecum collegiale sui metodi introspettivi
Ma sono metodi introspettivi anche osservare, analizzare, mettere in dubbio ogni cosa, non dare nulla per scontato... solo che, secondo me, sono secondari! Proprio perché siamo daemian, immaginavo qualcosa che avesse più a che fare con i daimonShi&Auryn ha scritto:Ti sei spiegata benissimo. In realtà, come ho già detto, non avevo capito del tutto cosa dovevamo scrivere, perchè per me il metodo introspettivo significava parlare con luii, però poi ho visto cosa avevano scritto gli altri e ho riflettuto su altro...
Ma forse nemmeno io ho capito bene a cosa avesse pensato Claudio!
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Re: Vademecum collegiale sui metodi introspettivi
Kaisa, ti ringrazio per la tua obiezione: mi hai dato finalmente la prova provata che serpeggiava un equivoco molto serio sul (duplice) significato dell'introspezione. Ho corretto il titolo e in questo topic ho fatto piazza pulita delle ambiguità terminologiche.
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Re: Vademecum collegiale sui metodi di ricerca introspettiva
Okay, vado subito a leggere il nuovo topic
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