Come promesso, eccomi qui a spiegare il senso ultimo dell'Interpretazione Autentica.
Ci sono tre tipi di votazioni: su persone, su questioni qualitative e su questioni quantitative.
CASO 1: VOTAZIONI SU PERSONE
Nelle votazioni su persone, il cumulo dei voti è sempre vietato (e l'ho scritto a chiare lettere nell'Interpretazione Autentica). Ognuno ha una sua unicità e irripetibilità, perciò non importa se Tizio è fratello/amico/amante/collega di partito/compagno di classe di Caio: il voto dato a Tizio non può essere mai trasferito a Caio, perché Tizio ha qualità proprie, uniche, senza eguali, che lo rendono completamente diverso da qualunque altra persona. Chiarito questo, quale maggioranza si può fissare? La prima soluzione è la maggioranza relativa dei voti: il candidato con più voti vince o, se ci sono N posti, i primi N candidati vincono. Se c'è parità (ad esempio, due pari merito al terzo ed ultimo posto disponibile), è necessario fare un ballottaggio tra di loro, perché i posti sono tre e non possiamo eleggerne due o quattro: occorre individuare chi, dei terzi classificati, entri in carica. E anche questo è stato scritto.
In alternativa alla maggioranza relativa dei voti, quando in palio c'è un solo posto, la Comunità può prevedere (facoltà, non obbligo), con un certo anticipo rispetto alla data elettorale, che i primi due facciano un ballottaggio tra di loro, se nessuno ha preso più del 50% dei voti. Questo meccanismo (che, ripeto, è facoltativo e largamente usato in democrazia) può servire se si prevedono molti candidati, per evitare che vinca qualcuno con percentuali da prefisso telefonico, che non rappresenta davvero una maggioranza solida (esempio, con dieci candidati, c'è la possibilità che otto di loro prendano il 10% ciascuno, uno il 9% e un altro l'11%, e sarebbe quantomeno opinabile vincere con la ridicola percentuale dell'11%).
CASO 2: VOTAZIONI SU QUESTIONI QUALITATIVE.
Le questioni qualitative sono tali, perché ogni opzione ha una propria dignità intrinseca, e ciò esclude che si possa fare un cumulo di voti tra opzioni diverse. Si fa rinvio, dunque, al caso 1. E anche questo è stato scritto. Facciamo un esempio facile. Se facciamo un sondaggio sulla città dove fare un raduno, e scegliamo la città in base ai monumenti da vedere, non è che si può fare una somma dei voti per Lucca e per Firenze, in quanto città della Toscana, perché quello che vedi a Lucca non lo vedi a Firenze e viceversa.
CASO 3: VOTAZIONI SU QUESTIONI QUANTITATIVE.
Le questioni quantitative sono tali, perché l'opzione espressa non ha un valore in sé e per sé, ma in virtù di una relazione (generalmente, ma non sempre, numerica) con le altre opzioni. Questo spiega perché, se nessuna opzione supera il 50%, è ragionevole cumulare i voti tra opzioni vicine, fino a raggiungere questa soglia. Torniamo al caso del raduno, cambiando, però, il criterio di scelta: se la città viene scelta non per i monumenti da vedere, ma in base alla distanza da percorrere, la questione da qualitativa diventa quantitativa. Poniamo, per semplicità, che abitiate tutti in Lombardia. Se il 20% vota per Firenze, il 20% vota per Roma, il 20% vota per Napoli e il 40% vota per Catania, non può vincere Catania. Se il criterio di scelta è quantitativo (legato, cioè, alla spesa del viaggio che ciascuno può affrontare), allora chi ha votato per una destinazione non considera le altre tutte egualmente negative: vuole andare sicuramente nella città che ha votato, ma, se questa viene sconfitta, preferisce, in subordine, come ripiego, la città successiva immediatamente più vicina (della serie, Tizio può spendere 100 euro per Firenze, ma, con uno sforzo in più, può permettersi di andare a Roma o a Napoli, non certamente a Catania). Poiché le città diverse da quella votata non sono egualmente scartate, ma c'è una logica di preferenza in base al chilometraggio, i voti per Firenze possono riversarsi su Roma (o quelli per Roma su Napoli), perché, esclusa Firenze (o Roma), Roma (o Napoli) è la scelta migliore. Se, con miopia, viene imposta Catania, l'unico risultato che si ottiene è che gli altri si ritirano dal raduno, perché costa troppo per le loro tasche.
Lo stesso discorso vale per il numero di Admin o Mod: a meno che qualcuno di voi si chiami Voldemort (e, perciò, voglia esattamente 7 Mod perché "sette è il numero magico più potente"
), la scelta del numero è legato non al valore in sé del numero, che dev'essere quello e solo quello, ma ad un'idea di massima sulla consistenza del personale moderativo o amministrativo. Di conseguenza, se le opzioni sono 4 Mod (20%), 5 Mod (15%), 6 Mod (25%) e 7 Mod (40%), non può vincere 7 Mod, perché il 60% degli utenti, anche se sono divisi al proprio interno se eleggere 4, 5 o 6 persone, sono comunque tutti pienamente d'accordo che 7 Mod sono troppi, sicché il 40% è una maggioranza fittizia, apparente, sconfitta dal 60% che, compattamente, dice no a 7 Mod. Perché questo discorso non va bene per le questioni qualitative (Voldemort)? A Voldemort non interessa la quantità, ma la qualità: vuole il 7 non perché ha in mente una certa grandezza di riferimento (che, in quanto tale, ammette approssimazioni o compromessi), ma perché ama il 7, vuole il 7 per i suoi incantesimi oscuri, per cui 4, 5 e 6 sono egualmente schifosi per i suoi piani malvagi. In questo modo, 7 diventa una qualità e ciò esclude il cumulo: Voldemort, infatti, non può preferire, come seconda scelta, il 6 al posto del 4, perché più vicino al suo valore ideale, poiché della quantità non gliene frega niente: lui vuole il potere magico del 7, che solo il 7 possiede. Ma voi non siete Voldemort, perciò vince 6 Mod: salendo dal basso, si ha (20+15+25)%=60%; scendendo dall'alto, si ha (40+25)%=65%; ma nell'uno e nell'altro caso, l'opzione 6 Mod, grazie al cumulo, supera il 50%, cioè la maggioranza assoluta dei voti.
Questo dice, in sintesi, la tanto detestata Interpretazione Autentica.
Ora, con la massima franchezza, mi mette amarezza vedere che un'Interpretazione Autentica così corposa e ben motivata, che mi ha rubato due ore del mio tempo, venga liquidata con "vince la maggioranza, punto", come se io avessi scritto che "vince il Gabibbo".
È come se, dopo due ore di lezione appassionata sul pessimismo di Leopardi, qualcuno se ne uscisse dicendo: <<Leopardi era depresso perché era brutto e non scopava>>. Opinione legittima, per carità, ma non la trovate grossolana e superficiale?
Prima che qualcuno faccia strani paragoni, non sono il vostro professore e non mi interessa diventarlo, ma gradirei che l'attenzione, il tempo e la dedizione che spendo per fare al meglio il mio dovere di Admin autore del Regolamento non fossero buttati nel cestino con una frasetta di pancia che non approfondisce per niente il merito dell'Interpretazione Autentica. Non so voi, ma vedersi bruciare un lavoro di due ore con una battuta di trenta secondi, come se avessi scritto che la Terra è quadrata o altre boiate, quando invece c'è una logica ferrea dietro, dà leggermente fastidio.
Tra parentesi, "la maggioranza vince, punto" non significa un cazzo, se prima non si stabilisce di quale maggioranza si sta parlando. Per fare qualche esempio, esistono:
- la maggioranza relativa dei voti (l'opzione con la percentuale più alta di voti);
- la maggioranza assoluta dei voti (l'opzione con più del 50% dei voti);
- la maggioranza qualificata dei voti (l'opzione col 60%, 66%, 75% etc. dei voti);
- la maggioranza assoluta degli utenti (l'opzione sostenuta da più del 50% degli utenti totali);
- la maggioranza qualificata degli utenti (l'opzione sostenuta dal 60%, 66%, 75% etc. degli utenti totali).
Vi risparmio le infinite combinazioni di maggioranze complesse (ad esempio: la maggioranza relativa dei voti, purché abbiano votato almeno il 66% degli utenti totali).
Insomma, la materia non può essere liquidata con due righe, e non perché lo dica io: è un dato di fatto.
Ross ha scritto:Lory ti sfugge una cosa molto importante : la maggior parte della comunità, comprendente anche utenti che non hanno votato al sondaggio, si sono espressi contrari a questo prvvedimento ma evidentemente non è valso a nulla
Sì, continuiamo con la retorica.
"Evidentemente non è valso a nulla" è una falsità bell'e buona: le Interpretazioni Autentiche entrano in vigore dopo 30 giorni di silenzio-assenso. Siccome qualcuno è contrario, non esiste nessun silenzio-assenso e l'Interpretazione Autentica entrerà in vigore soltanto se approvata con apposito sondaggio (o se, con la dovuta procedura, sarà modificato il Regolamento per incorporarla nel suo testo). Inoltre, anche se entrerà in vigore, non riguarderà le elezioni di febbraio 2015: non c'è alcuna retroattività.
Le calunnie implicite di dittatura (o prevaricazione, o simili) sono una gravissima mancanza di rispetto: il mio operato è trasparente, imparziale e sempre motivato con un elevato grado di approfondimento, e questo vittimismo del "non è valso a nulla", come se avessi imposto a forza qualcosa a qualcuno, vi avessi tolto il diritto di contestazione o chissà quale altra soperchieria tirannica, è solo una cattiveria gratuita, che mi ferisce come persona e come Amministratore.
Le analisi mitologiche di Andrea sono state cancellate senza prima rifarle: mi sono opposto, perché era uno strappo alla procedura e poteva crearsi un precedente pericoloso, ma sono state cancellate.
Le elezioni si terranno a febbraio 2015: mi sono opposto, per le ragioni ampiamente spiegate altrove, ma si terranno a febbraio 2015.
L'Interpretazione Autentica è stata contestata: mi oppongo a letture distorte del suo significato, con una quantità di argomentazioni che tra poco diventeranno un trattato, ma se la Comunità è contraria, non entrerà in vigore.
Io ho le mie idee, e so difenderle, ma non ho mai imposto niente a nessuno, e queste mistificazioni della realtà mi offendono profondamente.
Alla luce di queste spiegazioni, spero che la discussione possa diventare più proficua e consapevole, più sul merito e meno sul vittimismo.