Benvenuti! So che ancora non sei riuscito a contattare il tuo daimon (nel dubbio tendo ad usare il genere maschile, sebbene nel tuo caso sia più probabile una leii), però eglii è qui, è dove tu sei, sempre e comunque, e merita considerazione
non avrei saputo dirlo meglio!
Leggendo i topic che Kaisa ti ha gentilmente linkato forse avrai già trovato un metodo valido di dialogo, ma lascia che aggiunga qualche consiglio. Il Daimonismo viene considerato, giustamente, un movimento unitario, fondato su pochi e semplici princìpi, e questo induce in errore sull'esistenza di una "corretta via" per conoscere la propria anima. La verità, come spesso avviene, è più complessa. Nonostante le analogie che inevitabilmente congiungono tutti i daemian fra loro, il cammino di ciascuno è strettamente personale, unico ed irripetibile, come unica ed irripetibile è la personalità che tu e luii/leii possedete, pertanto devi trovare un
tuo metodo, che potrà tutt'al più richiamare, o essere analogo, a quello di un altro daemian, ma non identico e perfettamente sovrapponibile. Prendi me, ad esempio: io sono un concettualista da far paura (sebbene in questi due anni, e specialmente l'ultimo, questo mio modo di essere si sia pian piano attenuato), ragiono e rifletto molto sulla teoria, sui concetti, sulle categorie, pur confrontandomi sempre col reale, e dunque una comunicazione per immagini non si adatterebbe per nulla a me ed Oly: il nostro è un dialogo sicuramente genuino e spontaneo, però, come dire, "parlato", cioè fondato sulle parole, dunque sulle idee che vi sono sottese, e poco agganciato a simboli o vie traverse. Dal canto suo, un daemian poeta o disegnatore sarà molto più portato a percepire la presenza del suo luii/leii mediante allusioni, immagini, simboli, suoni ed altri mezzi comunque legati all'arte. Ti consiglio perciò di guardare dentro di sé e cogliere la tua natura, le tue preferenze, i tuoi mezzi espressivi più efficaci, che meglio ti rappresentano, dopodiché tenta di applicarli al dialogo introspettivo.
Quanto alla tua domanda specifica, nulla vieta di rivolgersi alla propria anima ad alta voce (e forse nei primi tempi sarà utile per distinguere la diversa "qualità" della voce del daimon, rispetto alla propria), tuttavia a lungo andare perderai questa abitudine, sia per non essere additato come pazzo furioso dalla gente, sia perché il dialogo mentale è senza dubbio più economico e diretto: non si passa dal "mondo esterno", tutto resta "fra te e luii/leii", il che favorirà la rottura di quei filtri comunicativi (di convenienza, vergogna, prudenza etc.) che usiamo col prossimo ma che non hanno utilità alcuna quando ci si rivolge a se stessi. Ricordati sempre che il daimon è te, e tu sei luii, perciò nascondergli qualcosa, o anche solo provarci, è una mossa essenzialmente stupida: il tuo daimon non solo ti conosce, ma ti ama più di chiunque altro, e desidera soltanto la tua felicità, la vostra felicità.