Ruoli esistenziali: la Teoria della Volontà

In questa sezione sono raccolti i frutti migliori della Comunità italiana del Daimonismo.
Claudio-Olyandra
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Ruoli esistenziali: la Teoria della Volontà

Messaggio da Claudio-Olyandra » ven 17/lug/2009 14:13:00

Il 21 giugno 2009, tornando da Siracusa, ebbi un'intuizione molto sottile riguardo ai ruoli esistenziali di uomo e daimon; poi, con lo studio filosofico intensivo, tutto volevo salvo che dedicare il poco tempo libero ad ulteriori speculazioni; infine, i raduni hanno assorbito molte energie psichiche, in termini di aspettative e felicità, e non ho potuto affrontare con decisione questo delicato tema.

Chi sono l'uomo ed il daimon? In che misura determinano ciò che noi complessivamente siamo? Cosa va attribuito all'uomo e cosa al daimon? Sono tutti quesiti finora rimasti insoluti. Affermare che "l'uomo è il daimon ed il daimon è l'uomo" è estremamente efficace per illustrare l'intima compresenza e, per certi versi, l'identità di entrambi; la Teoria della Moneta spiega come conciliare il concetto di identità con la diversità (altrimenti "daimon" sarebbe, semplicemente, un sinonimo di "uomo" e l'intero movimento del Daimonismo troverebbe radici in un mero gioco di parole); tuttavia, nonostante i numerosi sforzi, le domande inizialmente poste restano ancora enigmatiche.

Il daimon è l'anima? ? una parte di anima? ? l'inconscio? C'è un equivoco terminologico. L'anima non coincide con la psiche, perciò parlare, indifferentemente, di "anima" e di "parte inconscia di noi" (o di "ragione" etc.) costituisce un errore concettuale. La psiche è, insieme al corpo, una componente peculiare dell'uomo. Gli psicologi, che affrontano le malattie e disfuzioni mentali (o psicologiche, che dir si voglia) non studiano i daimon, né "curano" i loro problemi. Conseguentemente si deve ammettere che il daimon sia "altro" rispetto alla psiche, la quale, come già detto, è un mattoncino proprio dell'uomo. Per comprenderci meglio, occorrono alcune osservazioni preliminari sulle modalità di pensiero e di azione umane. In altri termini, mediante quali meccanismi l'uomo pensa (in senso lato, dunque anche emozioni e sentimenti sono ricompresi nel vocabolo "pensare") e compie azioni? Qualunque neurologo risponderebbe che, a monte di ogni comportamento, vi sono determinati impulsi elettrici che vengono prodotti da una zona dell'encefalo (o del midollo spinale, per gli atti riflessi) e poi fatti circolare lungo le sinapsi fino a raggiungere il punto del corpo interessato. Se vogliamo muovere la mano, una parte della corteccia si attiva e l'impulso arriva ai muscoli in questione. Parimenti, se cogli occhi percepiamo una minaccia, il cervello registra il dato e ci fa spostare dalla traiettoria dell'oggetto pericoloso per salvarci. Ancora, se amiamo una persona, vederla ci suscita un'emozione di gioia, di eccitazione e di imbarazzo: l'emozione non è che l'effetto del rilascio di determinate sostanze nell'organismo. Ma è possibile che l'uomo sia solo questo, una congerie di impulsi elettrici e di reazioni chimiche ed ormonali? ? mai possibile ridurre l'uomo, nella sua immensa complessità, ad un mero meccanismo pieno di ingranaggi perfettamente sincronizzati? I materialisti lo fanno. Per ragioni ideologiche, infatti, escludono ogni riferimento ad un "principio spirituale" e studiano l'uomo solo dal punto di vista del funzionamento del corpo e della psiche. Quest'impostazione - consentitemelo - banalizza in modo allucinante il nostro essere. Se è possibile spiegare in termini squisitamente materialistici l'istinto, così non è per la volontà. L'istinto è un meccanismo naturale in dotazione a tutti gli animali: il bisogno di cibo, di acqua, di accoppiamento fanno scattare la ricerca di qualcosa; così la minaccia incombente attiva delle procedure di difesa, che possono di volta in volta consistere nella fuga, nella lotta, nell'agguato. ? evidente che in tutto questo non c'è alcuna libertà. L'animale affamato va a caccia, punto. Non c'è alcuna scelta da parte sua. Date certe premesse (stomaco vuoto), ne seguono determinate conseguenze (caccia). In presenza di premesse simili, le conseguenze saranno anch'esse comparabili. Questi atti, perciò, non sono liberi ma necessitati: una mela cade perché è nella sua natura di corpo fisico cadere, ma non esiste alcuna libertà o volontà o scelta in ciò. La mela non vuole cadere, e non sceglie di cadere, cade e basta. Così funziona con l'istinto, che associa a precise circostanze altrettante precise reazioni. Esso produce, perciò, atti puramente necessari: se un malvivente ci sorprende in un vicolo buio, l'adrenalina cresce a dismisura nel sangue, ed è un fatto, non una scelta. L'uomo è solo istinto? No, naturalmente. Mi pare un'asserzione così apodittica che ogni dimostrazione risulta superflua. L'uomo è libero, ha una propria volontà, può perseguire un proprio stile di vita completamente diverso dagli altri e può reagire in modo diverso pur trovandosi nelle medesime circostanze. Chi è responsabile della libertà e, dunque, della volontà? Il daimon! Pensiamoci bene. Ogni pensiero od azione avvengono tramite impulsi cerebrali, ma perché il cervello è spinto a produrli? I gesti riflessi sono una reazione "programmata", di tipo istintivo (tocco un oggetto rovente e ritraggo subito la mano), ma gli altri? Quando decido di andare al cinema, di incontrare qualcuno, di scrivere un romanzo, di mangiare pesce anziché carne, perché lo faccio? Cosa induce il cervello ad attivarsi per causare il pensiero o l'azione corrispondente? Questo i materialisti non lo spiegano: per loro l'uomo è una macchina, e le macchine non sono libere: associano alle varie domande delle risposte preconfezionate, programmate, precalcolate, dunque necessarie. Il daimon, invece, è colui che ci rende liberi. Egli è un principio puramente spirituale che incarna la libertà e la volontà: è grazie a luii che siamo uomini e non meri animali. Dietro ogni funzione cerebrale c'è il suo "motore", come se, per intenderci, egli desse un senso ed uno scopo ai nostri comportamenti. Senza questo contributo, per quale mirabolante ragione il cervello dovrebbe mettersi in attività, fuori del caso dell'istinto?

Il daimon è, pertanto, volontà, ma questa non può estrinsecarsi e concretizzarsi senza un apparato corporeo che si metta in funzione per realizzarla. Insomma, il daimon può volere quanto gli pare, ma senza il corpo e la psiche dell'uomo, senza quel complesso apparato di tessuti ed ormoni, quella volontà resterebbe muta ed inoperosa. Il daimon ha bisogno dell'uomo, ma anche l'uomo ha bisogno del daimon. Che succede a quanti non conoscono il proprio daimon? Anche costoro sono liberi, naturalmente, ma godono di una libertà limitata. Facciamo esempi concreti. Le persone superficiali - che ciascuno di noi conosce - compiono sì scelte, nondimeno non si interrogano mai sul perché le fanno ed agiscono, di fatto, in modo sempre più meccanico e standardizzato. Lo scarso contatto col proprio daimon impedisce loro di apprezzare pienamente il valore e la forza della volontà: se ne servono, certo, ma solo in minima parte, in modo strumentale, senza coglierne l'essenza. Conformismo, mode e pregiudizi sono l'effetto visibile di questa alienazione (nel senso che l'uomo si aliena, si allontana, si distacca, dalla propria anima). ? d'uopo una precisazione. Non ho mica detto che tutti i non daemian siano degli idioti che vivono meccanicamente, senza pensare, senza assaporare la libertà vera (che proviene dal daimon): è infatti possibile che una persona, pur non essendo daemian, coltivi una spiritualità che lo porta, di fatto, ad entrare in contatto intimo con la propria anima. Se poi la chiama daimon o altrimenti è del tutto indifferente. Questo spiegherebbe come mai i daemian sono notevolmente più sensibili di molte altre persone. Non si tratta di avere doni superiori o privilegi speciali, bensì di guardare dentro se stessi e rendersi conto che, a monte di ogni scelta, c'è la volontà pura del daimon: alcuni lo fanno ed altri no, la differenza sta in questo. Per quanto possa sembrare paradossale, infatti, l'uomo può esercitare la libertà nel senso di avvilire la libertà, cioè scegliere (la scelta è un atto di libertà) di agire con scarsa consapevolezza della propria libertà.

Si impone a questo punto una precisazione. Il daimon è la fonte della nostra libertà: questo significa che è luii a stabilire cosa il nostro corpo deve eseguire, manovrandoci come burattini? No, la questione è più complessa ed affascinante. Egli ci fornisce un motivo, un significato, un qualcosa per cui valga la pena pensare o agire, una "spintarella" insomma, dopodiché sta a noi decidere cosa fare per raggiungere quello scopo, come comportarci per dare sviluppo a quel motivo esistenziale. ? come dire che il daimon ci informa che la felicità è una bella cosa (dando così un senso alla nostra vita e motivando le nostre azioni), poi però scegliamo noi, con quei complessi meccanismi cerebrali che regolano l'apprendimento e la decisione, cosa fare per essere felici. Noi siamo liberi, però dobbiamo questa nostra libertà alla "spintarella iniziale" del daimon. Tolta quest'ultima, diventiamo né più e né meno che computer muniti di un hardware e di un software. Ecco, allora, l'utilità di conoscere la propria anima: essa ci garantisce la nostra libertà, ci aiuta ad essere noi stessi, a non appiattirci su risposte ed atteggiamenti stereotipati di fronte a ciò che il mondo esterno ci offre. Questo è uno dei modi in cui il daimon può relazionarsi con l'uomo: il primo fornisce il movente dell'azione, lo scopo esistenziale; il secondo, spinto da quello, pensa ed agisce come gli pare. Il daimon come motore dei comportamenti dell'uomo. Esiste però un secondo modo, che sperimentiamo ogniqualvolta dialoghiamo col nostro speculare (l'uomo è lo speculare del proprio daimon e viceversa). In quel frangente sentiamo la sua voce, distinguendola dalla nostra: com'è possibile? ? possibile perché mettiamo il nostro corpo ed i suoi complessi ingranaggi cerebrali al servizio del daimon, come dire: . In tal caso il daimon non si limita a dare un senso alle nostre azioni, spingendoci a vivere (ma lasciando a noi la scelta su cosa, come e quando fare), bensì condiziona direttamente il funzionamento del nostro corpo, cioè spinge il cervello ad attivarsi per formulare un pensiero che rispecchi la sua, propria ed esclusiva volontà. Stavolta il daimon non ci dà solo la "spintarella iniziale", bensì fissa il percorso da seguire: . Non a caso il dialogo (e ancor di più la visualizzazione e la proiezione, che sono assimilabili, seppur con i dovuti distinguo) può risultare stancante: siamo costretti, infatti, a passare dalla prima modalità (spintarella), con la quale esprimiamo noi stessi, alla seconda (spintarella e percorso), con la quale si esprime luii. Logico che a lungo andare diventa spossante!

Cosa accade con l'intercisione? ? intuitivo. Privati del motore che dà un perché, un valido motivo, al cervello, inducendolo a produrre i suoi impulsi, l'unico motore che ci resta è l'istinto: il corpo registra le mancanze (i "bisogni") e reagisce di conseguenza (in modo meccanico, standardizzato, necessitato), ma la nostra umanità (cioè la nostra libertà, quella che ci distingue dalle altre bestie) è perduta per sempre. :cry: Resta così spiegato perché "il daimon è l'uomo e l'uomo è il daimon": l'uomo non sarebbe uomo (ma animale) senza il daimon che desse un senso alla sua esistenza ed il daimon non sarebbe daimon (ma volontà sterile) senza l'uomo che desse concretezza corporea alla volontà. Sia l'uomo che il daimon sono tali grazie alla presenza dell'altro, ossia l'"essere" dell'uno condiziona e rende possibile l'"essere" dell'altro e viceversa.

Tutto chiaro? :D Avete dubbi o confutazioni? 8)
Daimon uniuscuiusque humanitatis caput et fundamentum est semperque esto!

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Messaggio da Cassandra e Sibilin » ven 17/lug/2009 21:56:00

ma cosa dire se non che sei un genio, tu? *-*
Ottima teoria, davvero. E questo apre un nuovo spunto di riflessione: secondo te, come potrebbe essersi originato il daimon?
I'll shake the ground with all my might
I will pull my whole heart up to the surface
For the innocent, for the vulnerable
I'll show up on the front lines with a purpose
And I'll give all I have, I'll give my blood, I'll give my sweat-
An ocean of tears will spill for what is broken
I'm shattered porcelain, glued back together again
Invincible like I've never been

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Messaggio da Aivan e Calista » ven 17/lug/2009 22:53:00

Caspita. E' una teoria fantastica. Concordo decisamente con te, anche se devo ammettermi di riconoscermi per certi aspetti fra i materialisti.
Comunque, mi è sorto un dubbio. Se l'uomo senza daimon è animale e reagisce agli istinti, il daimon senza l'uomo cos'è? Tu hai detto che è "volontà sterile" ma la volontà non esiste separata da un corpo. Non c'è una volontà nel momento in cui manca il corpo per compierla, mentre un corpo può esistere anche senza volontà.

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Messaggio da W1lliam e Zera » sab 18/lug/2009 00:15:00

Non sono d'accordo su molte cose.
Per prima cosa, anche io ho dei sentimenti miei, e leii ne ha altri. Suoi. Io non ho bisogno di Callydonis per essere libero. Nemmeno mia madre, e moltissime altre persone. Certamente Callydonis ha un ruolo centrale nella mia vita, ma io non sono un animale, una macchina. Posso scegliere di imparare il russo anche senza che Callydonis me lo dica, anche perchè leii, mi dice ora, è totalmente indifferente a ciò. Facendo esempi di QOM, a cui hai fatto riferimento anche per quanto riguarda l'intercisione, Lyra rimane nel salotto privato si o no? E Pantalaimon, non le disse più volte di andare via da lì? Le nostre volontà sono separate, ritengo che sia così.
E poi, chi ha detto che i daemian sono più sensibili? Può essere sensibile come me anche Cosmo (e guardate che è dura che quel tipo sia sensibile), che è un materialista in piena regola (e pure un pò BM).
Però è vero ciò che hai detto riguardo il cervello, e il dialogo.
Per quanto riguarda l'intercisione, apparte che non mi sembra sia mai stato inventato un metodo per praticarla, direi che l'uomo si sente così vuoto perchè privato di una parte di sè importante. Ma non è vero che Tony Makarios, nella capanna degli attrezzi al polo nord, seguì Lyra alle sue parole di conforto? Dunque, ha agito senza daimon nel compiere questa azione, ha una sua volontà.

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Messaggio da Ako e Eri » sab 18/lug/2009 10:06:00

Teoria affascinante, ma mi trovo d'accordo con William. Non è raro che io decida di compiere azioni che potrebbero mettermi nei guai o essere pericolose, mentre Eri continua a dirmi di non farlo; nonostante questo, però, non sento miniimamente l'impulso di rinunciare. Oppure, io scelgo di ascoltare un cantante, anche se a Eri non piace.
Anche se non mi piace? Abbi almeno la decenza di dirlo, che lo ascolti proprio per quello!
Sono sadica, sì :twisted:
Cooomunque. Ci sono decisioni che prendo nonostante a Eri siano indifferenti, o con cui non è d'accordo, quindi direi anche io che le nostre volontà sono separate.
Inoltre, la volontà da sola, senza un corpo, non credo possa esistere.
Adesso torno dalla selva di parenti che mi aspettano a colazione :roll:
È in un giorno di pioggia che ti ho conosciuta,
il vento dell'ovest rideva gentile
e in un giorno di pioggia ho imparato ad amarti
mi hai preso per mano portandomi via.

Claudio-Olyandra
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Messaggio da Claudio-Olyandra » sab 18/lug/2009 11:36:00

Akita ha scritto:ma cosa dire se non che sei un genio, tu? *-*
Ottima teoria, davvero. E questo apre un nuovo spunto di riflessione: secondo te, come potrebbe essersi originato il daimon?
No, piano. :shock: Tra due arditi parti filosofici intercorre un periodo refrattario di riposo cerebrale. :lol: Scherzo, però senza ispirazione non mi va di scrivere: verrebbero fuori parole aride, slegate, o eccessivamente artificiose. Se e quando sarò colpito da un'intuizione al riguardo, scriverò un saggio in proposito. :D
Aivan e Calista ha scritto:Caspita. E' una teoria fantastica. Concordo decisamente con te, anche se devo ammettermi di riconoscermi per certi aspetti fra i materialisti.
Comunque, mi è sorto un dubbio. Se l'uomo senza daimon è animale e reagisce agli istinti, il daimon senza l'uomo cos'è? Tu hai detto che è "volontà sterile" ma la volontà non esiste separata da un corpo. Non c'è una volontà nel momento in cui manca il corpo per compierla, mentre un corpo può esistere anche senza volontà.
Trovo difficile che tu ti riconosca nei materialisti, essendo fra i daemian di maggiore esperienza. ;) Vedi, il detrimento culturale di questi tempi ci spinge a separare nettamente ambiti che presentano intersezioni o punti medi: da un lato i dogmatici, che vivono secondo i precetti dispotici della religione; dall'altro i materialisti, guidati dai soli sensi, liberi da preconcetti. Una classificazione affascinante quanto falsa. Gli estremi non pagano. Il materialismo puro esclude ogni riferimento all'anima ed il risultato è quello di ridurre l'uomo a macchina, con le ripercussioni esistenziali che ben potete immaginare (la domanda più banale, come "perché mi alzo al mattino?", non può trovare risposta). Il dogmatismo puro conduce agli stessi integralismi che hanno fortemente osteggiato il film della Bussola d'Oro, sancendone, insieme ad altri fattori, il fiasco. Non spirito contro corpo (quest'ultimo comprensivo della psiche, che è pur sempre determinata da sostanze chimiche ed ormoni), ma spirito insieme al corpo. Uomo e daimon, daimon ed uomo. ? nell'unità la vera forza e la vera completezza.
Quanto al concetto di volontà sterile, è d'uopo un riferimento etimologico. Daimon significa "che partecipa del divino": ora, un principio puramente spirituale, per nulla assoggettato alle leggi fisiche, non può che esistere in una dimensione ultrasensibile, per cui le considerazioni che abitualmente facciamo non gli si possono applicare di peso. Detto altrimenti, ci risulta difficile pensare ad una volontà senza corpo, ma solo da una prospettiva sensista e fisicalista, nulla però lo proibisce in teoria. Dio - per chi ci crede - è puro spirito ed ha una volontà irresistibile. Siccome il daimon non ha nulla a che fare con Dio, quanto a potenza, mentre quest'ultimo può concretizzare la volontà anche senza la mediazione di una struttura materiale, invece il daimon, senza un corpo, è del tutto inoperoso, inetto ed incapace di agire. Volontà sterile in questo senso. Non è facile immaginare questo concetto perché il riferimento più spontaneo (quello a QOM) è fuorviante: lì i daimon sono corporei e comunque ricordiamoci sempre che QOM è un'opera fantasy, non una Bibbia del Daimonismo. ;)
W1lliam e Callydonis ha scritto:Non sono d'accordo su molte cose.
Per prima cosa, anche io ho dei sentimenti miei, e leii ne ha altri. Suoi. Io non ho bisogno di Callydonis per essere libero. Nemmeno mia madre, e moltissime altre persone. Certamente Callydonis ha un ruolo centrale nella mia vita, ma io non sono un animale, una macchina. Posso scegliere di imparare il russo anche senza che Callydonis me lo dica, anche perchè leii, mi dice ora, è totalmente indifferente a ciò. Facendo esempi di QOM, a cui hai fatto riferimento anche per quanto riguarda l'intercisione, Lyra rimane nel salotto privato si o no? E Pantalaimon, non le disse più volte di andare via da lì? Le nostre volontà sono separate, ritengo che sia così.
E poi, chi ha detto che i daemian sono più sensibili? Può essere sensibile come me anche Cosmo (e guardate che è dura che quel tipo sia sensibile), che è un materialista in piena regola (e pure un pò BM).
Però è vero ciò che hai detto riguardo il cervello, e il dialogo.
Per quanto riguarda l'intercisione, apparte che non mi sembra sia mai stato inventato un metodo per praticarla, direi che l'uomo si sente così vuoto perchè privato di una parte di sè importante. Ma non è vero che Tony Makarios, nella capanna degli attrezzi al polo nord, seguì Lyra alle sue parole di conforto? Dunque, ha agito senza daimon nel compiere questa azione, ha una sua volontà.
La tua obiezione mi dà l'occasione di precisare un punto assai complesso che probabilmente è stato frainteso. Io non ho mai detto che l'uomo sia privo di volontà e che ogni sua decisione sia assunta dal daimon. Tu stai ragionando SOLO in termini di secondo modo relazionale, quello (valido solo quando il daimon parla!) in cui il daimon, oltre alla spintarella iniziale, determina il percorso da seguire, cioè controlla il corpo, facendogli compiere ciò che serve ad esprimere la sua volontà. Il primo modo relazionale, invece, è del tutto diverso. Il daimon non comanda la tua volontà, bensì ti dà uno scopo, un senso, un motivo per il quale il cervello, fuori dell'istinto, deve attivarsi. Usando una metafora, il daimon carica la macchinina a molla, ma non è luii a scegliere la direzione da intraprendere. L'uomo ha una sua volontà! Chi mai vuole negarlo? L'uomo ha un sofisticato sistema cerebrale che raccoglie i dati sensibili, li elabora, li soppesa ed infine decide. La questione è a monte: perché il cervello deve mettersi in moto, fuori dell'istinto? Il daimon offre solo questo perché, fornisce una valida ragione per iniziare le operazioni cerebrali, poi queste seguiranno il loro autonomo corso. Senza il daimon l'uomo sarebbe una macchina (agirebbe solo in risposta a precisi stimoli esterni, in modo istintivo ed automatico), ma questo non vuol dire che ogni scelta dell'uomo dipenda dal daimon o sia approvata da quest'ultimo. Luii "carica la molla", se poi l'uomo desidera gettarsi da un dirupo, è perfettamente libero di farlo anche contro le urla di disperazione del daimon. Insomma, la libertà dell'uomo presuppone la presenza del daimon, ma non coincide col daimon: le decisioni le prende sempre il nostro cervello (quindi abbiamo una nostra volontà!), ma questo ha bisogno di un incentivo per funzionare, incentivo che proviene dall'anima. Tu sei libero di fare quello che vuoi, anche contro i consigli di Callydonis, ma senza di leii (ossia se subissi un'intercisione), saresti una macchina. Due volontà separate, dunque, ma l'esistenza della nostra volontà dipende dall'esistenza del daimon. Il disco rigido è separato dal tasto di accensione del computer, ma se nessuno premesse tale tasto, il disco si metterebbe a girare? Questo è il nocciolo della questione. E di sicuro il pulsante non condiziona l'operato del disco rigido (cioè, fuor di metafora, il daimon non comanda la nostra volontà); però, senza quel pulsante, il disco fisso resterebbe inerte (ossia noi saremmo delle macchine prive di umanità).
Riguardo al fatto della sensibilità, hai commesso un errore interpretativo comune, di carattere logico. "I daemian sono sensibili" non equivale a "solo i daimon sono sensibili". "I daemian sono sensibili" significa: se sei daemian, allora sei sensibile (ma possono esistere persone sensibili che non sono daemian). "Solo i daemian sono sensibili" vuol dire, invece: "le uniche persone sensibili sulla faccia della Terra sono i daemian". Nulla vieta, dunque, che un non daemian sia sensibile! Sarebbe fin troppo razzista pensare il contrario. Però è un dato di fatto che gli individui che parlano con la propria anima tutti i santi giorni abbiano una discreta consapevolezza della propria libertà e della propria umanità.
Infine, l'intercisione. Prendere a modello i libri di Pullman non serve a molto: trattandosi di romanzi fantasy, è logico che l'autore compia delle forzature per adattare gli eventi alle esigenze dell'intreccio. L'unica informazione che si può ricavare dai libri è questa scabrosa certezza: se mai qualcuno inventasse un metodo per realizzare l'intercisione nel nostro mondo, gli effetti sarebbero più devastanti di quelli descritti nell'opera. La vittima diventerebbe inerte quasi come gli uomini attaccati dagli Spettri (è una similitudine!), capace solo di azioni istintive. :|

AKO&ERI. Le stesse considerazioni fatte per Aivan e W1ll valgono per te. ;)
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Messaggio da Ako e Eri » dom 19/lug/2009 11:32:00

Ok, mi hai convinto. Ho impiegato un quarto d'ora a leggere tutto, e un altro quarto d'ora a capirlo, ma mi hai convinto.

Ah. Devo evitare di leggere i tuoi post. Ogni volta che riesco a capire una tua teoria ci rifletto su per giorni, e quando smetto ho il cervello fumante, due milioni di domande in più e un mal di testa allucinante.
Ma, dato che sono masochista, leggo ugualmente quello che hai da dire, e adesso vado pure a riflettere. Sappi che troverò un modo per non farti scrivere, comunque X'D
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Messaggio da Raven & Antares » gio 23/lug/2009 14:41:00

Ottima teoria, ma non posso essere totalmente d'accordo.
Tu dici che gli animali sono privi di volontà e agiscono solo per istinto.
Purtroppo è una delle teorie più diffuse. Mi sento di dissentire per il semplice fatto che non ho prove, ma ho la certezza che non sia così.
Un cane non chiede al suo padrone di giocare perchè glielo dice l'istinto, ma perchè vuole giocare.
Un cane non mangia un cibo piuttosto di un altro perchè glielo dice l'istinto, ma perchè lo preferisce, quindi decide.
Un cane non cerca di consolare il proprio padrone quando è triste come azione istintiva, ma come azione voluta.
Per lo più, penso che il daimon sia una parte della nostra anima che serve all'uomo come consiglio e come guida.
Infatti il mio daimon non mi impone di fare nulla, nè mi impedisce, ma semplicemente mi aiuta a decidere. Neanche questo accade sempre, perchè la maggior parte delle volte, le decisioni le prendo da sola, senza che lui dica una parola. E' quando sono in difficoltà che viene in aiuto e mi appoggia, dandomi degli utili consigli.
Oserei dire che il daimon è un "supporto morale" ma che non fa parte della nostra sfera delle decisioni.
Sono dell'idea che l'intercisione non esisterà mai nel nostro mondo, ma solo nella mente di Pullman, quindi dubito del fatto che l'uomo e il daimon si possano separare definitivamente. Sono una cosa sola ed è impossibile dividere ciò che è così unito.
Gli animali hanno dei daimon? Io sono solita mettere tutti sullo stesso piano, perchè penso che l'uomo non valga più di qualunque altro essere vivente. E' molto più evoluto, questo è vero, ma ciò non significa che sia più importante.
Molte persone vivono tutta la vita senza essere a conoscenza del proprio daimon ma continuando comunque a parlargli. Mi chiedo se questo succeda anche con gli animali. Inconsapevolmente, anche loro hanno un'anima che li consiglia, ma purtroppo non potremo mai saperlo.
Scusate, ma ho sempre da dire su tutto e poi mi perdo via :lol:
Bene... fine della tortura. Andate in pace :D
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Claudio-Olyandra
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Messaggio da Claudio-Olyandra » gio 23/lug/2009 18:35:00

Raven & Antares ha scritto:Ottima teoria, ma non posso essere totalmente d'accordo.
Tu dici che gli animali sono privi di volontà e agiscono solo per istinto.
Purtroppo è una delle teorie più diffuse. Mi sento di dissentire per il semplice fatto che non ho prove, ma ho la certezza che non sia così.
Un cane non chiede al suo padrone di giocare perchè glielo dice l'istinto, ma perchè vuole giocare.
Un cane non mangia un cibo piuttosto di un altro perchè glielo dice l'istinto, ma perchè lo preferisce, quindi decide.
Un cane non cerca di consolare il proprio padrone quando è triste come azione istintiva, ma come azione voluta.
Quando si affronta una dissertazione complessa e raffinata, è necessario sfrondare le diramazioni secondarie per non appesantire l'impianto argomentativo. Il riferimento agli animali è, dunque, generico e non ha pretesa di esaustività: non affermo né nego che alcuni animali (appena sentiamo il termine "animali", subito pensiamo a cani e gatti, dimenticando però che sono un puntino infinitesimale rispetto al numero di specie animali inferiori, insetti in testa) possano avere un daimon, semplicemente non affronto la questione perché non è essenziale ai fini del discorso. Si tratta di una problematica affascinante che merita uno sviluppo separato. Menziono gli animali solo per evidenziare la differenza fra loro (istinto) e l'uomo (istinto e volontà); poi, se gli animali sprovvisti di daimon sono solo le meduse, le meduse ed i vermi, le meduse, i vermi ed i cani, poco importa. Non è il punto cruciale della storia. Certo, può darsi che i mammiferi siano dotati di anima, ma sfido chiunque a sostenere che i poriferi (spugne) o gli insetti più elementari lo siano. Per semplificare, allora, affermo che gli animali diversi dall'uomo non hanno anima: non per forza tutti gli animali sono privi di anima, ma la maggior parte sì. ;)
Raven & Antares ha scritto:Per lo più, penso che il daimon sia una parte della nostra anima che serve all'uomo come consiglio e come guida.
Infatti il mio daimon non mi impone di fare nulla, nè mi impedisce, ma semplicemente mi aiuta a decidere. Neanche questo accade sempre, perchè la maggior parte delle volte, le decisioni le prendo da sola, senza che lui dica una parola. E' quando sono in difficoltà che viene in aiuto e mi appoggia, dandomi degli utili consigli.
Oserei dire che il daimon è un "supporto morale" ma che non fa parte della nostra sfera delle decisioni.
Tu stai concentrandoti sulla funzione, io sul ruolo esistenziale: non mi chiedo cosa fa, ma chi è (la Teoria della Moneta, invece, è incentrata sulla funzione, pur trattandola metaforicamente). Il daimon è la fonte della nostra volontà: normalmente (cioè nel primo modo relazionale) non la determina, non la orienta, non la condiziona, bensì ci dà un buon motivo per pensare o per agire (quindi è ovvio che tu decidi "da sola", spesso senza averne parlato con luii); invece, durante il dialogo (secondo modo relazionale), noi poniamo il corpo al servizio del daimon affinché lo usi per esprimere ciò che pensa (vocina nella testa) ed è solo in questo frangente che luii condiziona la nostra volontà, cioè controlla il corpo (e particolarmente i meccanismi neuronali preposti al pensiero).
Raven & Antares ha scritto:Sono dell'idea che l'intercisione non esisterà mai nel nostro mondo, ma solo nella mente di Pullman, quindi dubito del fatto che l'uomo e il daimon si possano separare definitivamente. Sono una cosa sola ed è impossibile dividere ciò che è così unito.
Tutto sembrava impossibile prima che scienza trovasse la chiave per manipolarlo. ;) Ed io temo che un giorno - spero molto lontano - l'uomo riuscirà a menomare anche questo delicato equilibrio. :roll:
Raven & Antares ha scritto:Gli animali hanno dei daimon? Io sono solita mettere tutti sullo stesso piano, perchè penso che l'uomo non valga più di qualunque altro essere vivente. E' molto più evoluto, questo è vero, ma ciò non significa che sia più importante.
Molte persone vivono tutta la vita senza essere a conoscenza del proprio daimon ma continuando comunque a parlargli. Mi chiedo se questo succeda anche con gli animali. Inconsapevolmente, anche loro hanno un'anima che li consiglia, ma purtroppo non potremo mai saperlo.
Personalmente non pongo tutti sullo stesso piano (e bada che distinguere non vuol dire maltrattare gratuitamente): equiparare l'uomo al cane, il cane al coccodrillo, il coccodrillo al serpente, il serpente alla lucertola, la lucertola al pesce, il pesce al mollusco, il mollusco al verme, il verme alla medusa, la medusa alla spugna, significa, per la proprietà transitiva dell'uguaglianza, che l'uomo vale come una spugna. Ed è manifestamente ridicolo! :roll: Ciascuno ha un ruolo, un peso ed un'importanza. Se un cane feroce azzannasse mio figlio (non ne ho! :P), mi farei certamente meno scrupoli a sparargli che se fosse un altro essere umano. ;) E, ripeto, dire questo non significa giustificare le brutalità contro gli animali (che devono essere rispettati), significa prendere atto di come stanno le cose. Dire che il patrimonio vale meno della libertà sessuale non significa legittimare i furti, significa solo che il furto è meno grave dello stupro, non so se mi spiego. 8) Tornando al punto di partenza, se desideri aprire un topic (ce ne sono alcuni sparpagliati per il forum ed assai dispersivi) per dibattere organicamente se gli animali maggiori abbiano o no un daimon, be', cosa aspetti? :D
Raven & Antares ha scritto:Scusate, ma ho sempre da dire su tutto e poi mi perdo via :lol:
Bene... fine della tortura. Andate in pace :D
Ma quale tortura? :lol: Non c'è crescita senza contraddittorio. :)
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Messaggio da Raven & Antares » ven 24/lug/2009 22:39:00

Ciascuno ha un ruolo, un peso ed un'importanza. Se un cane feroce azzannasse mio figlio (non ne ho! ), mi farei certamente meno scrupoli a sparargli che se fosse un altro essere umano. E, ripeto, dire questo non significa giustificare le brutalità contro gli animali (che devono essere rispettati), significa prendere atto di come stanno le cose.
Con questo non intendevo dire che l'idea di ammazzare una zanzara affiori alla mia mente tanto spesso quanto quella di uccidere un essere umano.
Intendevo dire che mi sembra giusto mettere sullo stesso piano tutte le creature viventi per il semplice fatto che vivono. Una vita (sempre secondo me) vale una vita, anche se per noi non può valere equamente quella di un'altra specie animale messa a confronto con quella di un umano. Ho poi preso come esempio il cane perchè mi sembrava il più conosciuto e il più facilmente paragonabile, ma non intendevo dire che anche animali più primitivi (insetti, aracnidi, ecc.) non possano comunque avere un'anima.

In ogni caso, discorso chiuso :wink: per il resto, lo ripeto, è una buona teoria =)
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