Identità, diversità e collaborazione: la Teoria della Moneta

In questa sezione sono raccolti i frutti migliori della Comunità italiana del Daimonismo.
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Sofy e Manphy
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Messaggio da Sofy e Manphy » lun 25/mag/2009 20:37:00

Ovviamente non nel senso che sono stupido e non accendo mai il cervello
X??D Un qualche volta deve pur essere su ON... :mrgreen:

Claudio-Olyandra
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Messaggio da Claudio-Olyandra » lun 25/mag/2009 21:43:00

Non avevo mai pensato alla Teoria della Moneta come strumento di verifica della genuinità del dialogo: ho elaborato questa riflessione come mero spunto teoretico per fornire risposte a problemi concettuali (chi è il daimon e in cosa si distingue dall'uomo). ;) Sono contento che abbia pure dei risvolti pratici. 8) Tu non consideri mai la pratica. :lol: Che vuoi farci, se sono un filosofo? :P

Quale parte del lungo intervento ti ha illuminato? :D
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Riccardo
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Messaggio da Riccardo » mar 26/mag/2009 12:00:00

Ho pensato: se una faccia è fatta di disegni e l'altra di codici, la personalità "oggettiva" non è la stessa, bisogna fonderle queste 2 faccie in un'unica moneta, sentire che l'essere è in te ma diverso da te e non fuori te ma uguale a te. Si lo so è complesso, praticamente ho capito che il daemon ha una personalità diversa dalla tua ma è comunque parte di te, vive in te, ti parla veramente. Invece l'headmate è fuori da te come un'altra persona, ma non è altro che un oggetto che tu muovi con l'immaginazione (gli dici "parla" e lui parla), invece il daemon è indipendente fa quello che vuole come vuole, tant'è che il senso di colpa non ci viene perchè lo vogliamo ma perchè qualcuno ce lo suggerisce, ce lo infila in testa. Ho fatto insomma un pensiero a catena, dalla tua filosofia sono arrivato a questo.
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Claudio-Olyandra
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Messaggio da Claudio-Olyandra » mar 26/mag/2009 20:49:00

Il senso di colpa è un meccanismo psicologico complesso. Premesso che non ho approfondito gli studi liceali in materia, ritengo che esso nasca dalla combinazione di due fattori: il messaggio culturale negativo-repressivo assorbito dal contesto di vita (famiglia, scuola, amici etc.) e l'interpretazione datane dal soggetto vittima. Il primo è l'ingrediente scatenante, ma di per sé è inefficace se chi subisce tale messaggio si pone criticamente davanti ad esso, sottoponendolo ad un vaglio razionale anziché accettarlo passivamente come vero ed attendibile. Porsi criticamente vuol dire anche avere una tempra forte, in quanto discostarsi dalla costumanza e dalle ideologie dominanti può comportare emarginazione o disprezzo, perciò chi desidera farsi scudo contro il senso di colpa, rigettando alla radice la percezione negativa del fenomeno che ne è l'oggetto, deve mettere in conto di dover pagare un prezzo, quello della diversità. Esempio banale. Se qualcuno tenta di inculcarti un senso di colpa per degli svaghi troppo anarchici, tu puoi subire questo messaggio ed adattarti ovvero respingerlo al mittente, conservando la tua identità. La via di mezzo, il barcamenarsi fra accettazione formale e rigetto esistenziale, è pericolosa, giacché dentro avverti una castrazione dell'Io (costretto ad apparire diversamente da com'è) che a lungo andare è veramente sfibrante. :( Quale sia il ruolo del daimon in tutto questo, non è facile dirlo. L'unica cosa abbastanza sicura è che, se cadiamo in un senso di colpa, non possiamo accusare la nostra anima: questa, infatti, è semmai il nostro baluardo CONTRO la manipolazione caratteriale esterna. Il daimon, in altre parole, tende a ricordarci che dobbiamo essere autenticamente noi stessi e non ci spingerà mai nella direzione dell'omologazione finta e mistificante. 8)
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Messaggio da Riccardo » mar 26/mag/2009 21:01:00

Esempio: se io faccio un torto a qualcuno, poi vedendolo triste mi sale il senso di colpa. Da dove arriva questo senso di colpa? Di sicuro non da un messaggio culturale negativo inculcatomi da qualcuno. Per questo credo che il daemon più che proteggerci e giustificarci ci guidi verso la "giusta" via, come "cartello stradale" verso la maturità caratteriale del soggetto.
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Claudio-Olyandra
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Messaggio da Claudio-Olyandra » mar 26/mag/2009 21:12:00

Per me "senso di colpa" ha un'accezione diversa da "rimorso". Il rimorso è la reazione emotiva ad un gesto che contraddice i princìpi innati sui quali si regge l'esistenza umana (la giustizia, la libertà ed il rispetto, ad esempio): se io ferisco un'altra persona, poiché avverto dentro al cuore che quell'individuo è come me (ontologicamente pari), mi "metto nei suoi panni" e prendo atto di aver commesso un'azione sbagliata, ingiusta, offensiva della sua dignità e del suo benessere. Naturalmente mammina e papino mi avranno pure insegnato che certe cose "non si fanno", eppure certi giudizi morali sono già predisposti nella mente umana (anche il peggior disonesto sa cosa è "suo" e cosa è "altrui", semplicemente se ne frega).

Il senso di colpa, invece, è una compressione indebita della libertà del soggetto mediante l'insinuazione dell'idea che certe condotte siano sbagliate, ma senza motivare dove sta l'ingiustizia. La sessualità è sempre stata circondata da sensi di colpa, ma sono appunto frutto di contributi culturali deteriori. Dove sta scritto che la donna deve arrivare vergine al matrimonio, mentre l'uomo no? Non c'è una ragione seria e coerente per cui la donna non vergine debba sentirsi in colpa (a chi ha fatto del male?), però fatto sta che si sente sporca (o, almeno, così succedeva qualche decennio or sono). :roll:

Se vuoi un criterio distintivo fra rimorso e senso di colpa, il primo è imperio rationis (l'azione è sbagliata alla luce della ragione), il secondo è ratione imperii (l'azione è sbagliata perché la mentalità dominante così stabilisce, sovente per motivi riprovevoli, creando un tabù e pretendendo che tutti lo osservino). :D

Suggerisco però di tornare in pista. :P
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Messaggio da Riccardo » mar 26/mag/2009 21:18:00

Io intendevo il rimorso xD
sai? credo che dovresti iniziare a leggere un bel dizionario
ehm già :oops:
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Piuma Bianca

Re: Identità, diversità e collaborazione: la Teoria della Mo

Messaggio da Piuma Bianca » ven 15/ott/2010 18:13:40

Io ho sinceramente qualche dubbio riguardo a questa teoria, in particolare per ciò che riguarda le definizioni di ''Purezza'' ed ''Alfabeto''
Claudio-Olyandra ha scritto:non ci sono due monete uguali né due facce uguali e la stessa faccia non contiene mai gli stessi disegni col passare del tempo. Questo vuol dire che la moneta non può essere falsificata o imitata: la copia, infatti, potrà riprodurre uno specifico momento della vita di quella persona, ma già un istante dopo non sarà più una copia fedele, perché le raffigurazioni dell'originale avranno già assunto un'altra foggia e collocazione. Ma perché questa faccia (l'uomo) non è autosufficiente ed ha perennemente bisogno dell'altra faccia (il daimon)? Perché non può leggere da solo la storia e le pieghe del proprio essere? Non è in grado di farlo per via di impurità e distorsioni che inquinano i simboli adoperati, che rendono veramente ostica l'interpretazione del testo (l'ottenimento della piena consapevolezza di sé). Ecco, allora, che la faccia dell'uomo si rivolge alla faccia del daimon, quella che contiene l'alfabeto completo ed associa a ciascun simbolo una vasta gamma di significati profondi e misteriosi. L'alfabeto da solo è inutile (non può essere usato per interpretare le incisioni di un'altra moneta: questa sarà scritta con un diverso codice ed idioma) e la narrazione figurativa da sola è inutile, per le ragioni sopra esposte. L'uno ha bisogno dell'altro e corona il senso di sé solo tramite una costante sinergia collaborativa con la faccia opposta: la dipendenza funzionale del recto (uomo) dal verso (daimon) e viceversa, combinata con la comunanza del sostrato sul quale le due facce della moneta sono incise, costituisce l'allegoria del sacro legame uomo-daimon. ;)

Bene, acclarato che le due facce non possono fare a meno l'una dell'altra, come cooperano? La faccia umana mostra delicatamente il proprio contenuto alla faccia daimoniana ed inizia a dialogare con questa circa la più corretta e fluida interpretazione dei segni che porta impressi su di sé: il daimon, forte del suo alfabeto, tenterà di ricostruire insieme all'uomo quale sia ciascun simbolo, depurandolo dalle imperfezioni (che, fuor di metafora, sono le aberrazioni dell'autocoscienza dovute alla cultura, alla morale, alla religione ed a tanti altri fattori condizionanti che si sedimentano e si stratificano nel corso della vita), ed al contempo inizierà quell'opera di analisi del contesto che, sola, consente di apprezzare la narrazione nella sua armoniosa interezza. Questo proficuo e nobile scambio non è un meccanico e bruto confronto fra simboli, perché anche l'alfabeto ha una sua personalità, un proprio stile grafico, sebbene qui non ci siano imperfezioni deformanti ma, semmai, varianti artistiche di un medesimo simbolo.
La prima, "purezza", in merito al riferimento alla faccia della moneta corrispondente alla persona:
Purezza nell'argomentazione viene intesa, da quanto ho capito, come la totale integrità di un individuo, ovvero una sua totale ''pulizia'' da quelle che sono le influenze sociali, ovvero le modifiche del comportamento di una persona da parte di altri individui, cioè gruppi od istituzioni, religiose o no.
Ma definire una situazione di impurità, propone di pari passo una descrizione di quello che è l'elemento ''Puro''.
Se l'impurità viene definita presenza di influenza sociale, allora uno stato di purezza sarà, di contrappasso, un'assenza totale di influenza sociale.
Ora, sappiamo bene che la società è la Seconda natura umana. L'uomo infatti soffre di mancanze strutturali, che gli impediscono di sopravvivere nell'ambiente esterno. Di conseguenza, la società si mostra come il solo mezzo di sopravvivenza umano.

Però cavoli, se l'uomo entra in contatto con qualcuno, subirà influenza sociale! E dunque diverrà Impuro! Qualcosa non mi torna in merito al funzionamento dell'essere umano, o per lo meno in merito a questa teoria. Difatti nella dimostrazione si parla del Daemon come l'elemento che purifica l'uomo per portarlo alla mancanza di influenza.
Questo ragionamento mi porterebbe a due teorie:
1- Il Daemon ha la funzione di far uscire l'uomo dalla società, purificandolo. Questa soluzione è evidentemente assurda, andrebbe a ledere la natura umana;

2- Il Daemon ha la funzione di rendere immune la persona dall'influenza sociale, in modo che ragioni più efficacemente all'interno di una società. Questa soluzione è più ragionevole, ma soffre di una pecca: le società sono molteplici, come molteplici le situazioni in cui un individuo si può ritrovare a muoversi.
Ed è quì che chiamo in campo l'altra parola che mi ha destato alcuni sospetti, ovvero la parola ''Alfabeto''.
Hai definito il Daemon come un alfabeto di simboli, che consentono di leggere la situazione della persona e decodificarla.
Giunge però qui un problema: secondo quali informazioni viene affermato ciò? Prima di tutto, se il Daemon fosse un alfabeto che guida l'uomo a districarsi dall'influenza sociale, ed essendo l'influenza sociale umana,
per quanto molteplice, resta comunque Umana, ovvero che si ripresenta, anche in infinite varianti, per Tutti

Se una cosa si presenta ugualmente per tutti (l'impurità), si presenta uguale per tutti anche la soluzione(depurazione)
Questo significherebbe che il Daemon dovrebbe essere uguale in tutti gli esseri umani: situazioni appartenenti alla stessa gamma, soluzioni appartenenti alla stessa gamma. Essendo questo alfabeto, come hai detto tu, Chiaro, questo significa che si riproporrà interamente al Daemian. Questo ci farebbe arrivare a dire che tutte le esperienze avute fino ad ora con il Daemon, dovrebbero essere uguali per tutti i Daemian, come dovrebbe essere uguale l'una all'altra la relazione di ogni coppia Daemon-Daemian.

Sono cosciente che la conoscenza del Daemon avviene tramite introspezione, poco a poco, ma anche se così fosse, pian piano che aumenta la nostra conoscenza del Daemon, dovremmo arrivare alle medesime conclusioni. Il che è assurdo, visto che così non è, abbiamo tantissimi esempi di Daemon molto diversi gli uni dagli altri.

Ako e Eri
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Messaggio da Ako e Eri » ven 15/ott/2010 20:53:10

Piuma Bianca ha scritto:Ora, sappiamo bene che la società è la Seconda natura umana. L'uomo infatti soffre di mancanze strutturali, che gli impediscono di sopravvivere nell'ambiente esterno. Di conseguenza, la società si mostra come il solo mezzo di sopravvivenza umano.
Non ho capito bene questa parte.
Cosa intendi con Seconda natura umana e mancanze strutturali? Le ha teorizzate qualcuno?

Per quanto riguarda il Daimon che, se la Teoria della Moneta fosse corretta, dovrebbe essere uguale per tutti (a quanto ho capito :lol: ), ho un altro dubbio. Ogni persona è diversa dalle altre, giusto? Nessuno è condizionato dai fattori esterni nello stesso modo in cui lo sono gli altri, ognuno ha una propria individualità. Quindi anche il Daimon dovrebbe essere differente da persona a persona, per armonizzarsi con il carattere del proprio Umano e riportarlo alla "purezza" (concetto con cui nemmeno io sono d'accordo, per inciso). O ho capito male io?
È in un giorno di pioggia che ti ho conosciuta,
il vento dell'ovest rideva gentile
e in un giorno di pioggia ho imparato ad amarti
mi hai preso per mano portandomi via.

Piuma Bianca

Re:

Messaggio da Piuma Bianca » ven 15/ott/2010 21:23:13

Ako-Aris ha scritto:Non ho capito bene questa parte.
Cosa intendi con Seconda natura umana e mancanze strutturali? Le ha teorizzate qualcuno?
Secondo molte teorie sociologiche, in particolare quella teorizzata dall'antropologo Gehlen, l'essere umano è fisicamente inadatto a sopravvivere in natura, poichè soffre di quelle che vengono definite ''deficienze strutturali''; in pratica, non possiede artigli nè pelo, e non è in grado di sopravvivere. Perciò Gehlen parla della società come una ''seconda natura'', in pratica la società e i suoi prodotti, ovvero la cultura, è necessaria alla sua sopravvivenza, come se fosse una sua caratteristica biologica.
Ako-Aris ha scritto:Per quanto riguarda il Daimon che, se la Teoria della Moneta fosse corretta, dovrebbe essere uguale per tutti (a quanto ho capito :lol: ), ho un altro dubbio. Ogni persona è diversa dalle altre, giusto? Nessuno è condizionato dai fattori esterni nello stesso modo in cui lo sono gli altri, ognuno ha una propria individualità. Quindi anche il Daimon dovrebbe essere differente da persona a persona, per armonizzarsi con il carattere del proprio Umano e riportarlo alla "purezza" (concetto con cui nemmeno io sono d'accordo, per inciso). O ho capito male io?
Ho semplicemente analizzato quella che era la teoria, ed attraverso le tesi che ho scritto, il presupposti della teoria della moneta portavano alle due soluzioni che ho teorizzato(che ho dato per assurdi tra parentesi, in quanto consideravo tali soluzioni insufficienti e fallaci nello spiegare il rapporto tra Daemian e Daemon).

Provvederò in futuro a postare sul forum la mia personale teoria che può offrire un esempio fisico di quello che è il rapporto e la dinamica che lega Daemian e Daimon. 8-)

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