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Identità, diversità e collaborazione: la Teoria della Moneta

Inviato: mer 18/feb/2009 14:00:00
da Claudio-Olyandra
è da circa quattro settimane che mi ronza in testa questa intuizione, ma non ho mai avuto l'occasione di svilupparla come si deve; ora, però, le scuse per procrastinare la resa dei conti sono terminate. :D

Uno dei pilastri del Daimonismo è convenzionalmente espresso nei seguenti termini: l'uomo è il daimon ed il daimon è l'uomo, ma uomo e daimon non sono la medesima entità. ? un principio che pone molti problemi, sia di carattere logico (come possono uomo e daimon essere ad un tempo uguali e diversi?), sia di carattere esistenziale (alla fine, il daimon chi è e cosa fa?), e pare sia condannato a sfociare, linguisticamente parlando, in un ossimoro stridente e, sul piano filosofico, in un'aporia, ossia in un dubbio che non può essere sciolto ed impone dunque una dichiarazione di agnosticismo. :? C'è da chiedersi, alla luce di queste considerazioni, se esista (e la mente umana sia in grado di rilevare) una via d'uscita, grazie alla quale riempire di significato una massima destinata altrimenti ad essere ripetuta senza piena contezza del suo contenuto. Io credo di sì, una soluzione c'è, ed era anche a portata di mano, soltanto che - è un difetto umano! ma noi ne siamo immuni: viva i daimon! :P questo lo dici tu :lol: - ci affanniamo a cercare le risposte in luoghi lontani e magari non cogliamo ciò che ci siede accanto. :D

La Teoria della Moneta, che ad una sommaria analisi pare soddisfare questo nostro bisogno di chiarimenti, si può riassumere con una metafora visivamente e concettualmente molto efficace: l'uomo ed il daimon costituiscono le due facce di una stessa moneta, perciò condividono la medesima sostanza, sono incisi sullo stesso metallo, eppure contengono raffigurazioni diverse. Andiamo però più a fondo, perché questo paragone lo può fare anche un bambino di cinque anni e di per sé non è molto esaustivo. Cosa raffigurano le due facce, il recto ed il verso? Richiamate alla mente la Colonna Traiana che si erge nel centro di Roma, focalizzate le vicende istoriate che minuziosamente sono descritte per immagini lungo una sorta di rotolo che corre tutto intorno alla colonna. Ecco, una faccia della moneta (per convenzione, recto=uomo) contiene tantissime figure, un aggrovigliarsi infinito di figure. Cosa è scolpito invece nell'altra faccia (verso=daimon)? Un complesso alfabeto, una serie di simboli che consentono di decifrare, passo per passo, quelle indicazioni istoriate contenute nell'uomo. Ma non è operazione facile, anzi si presenta come la più ardua di tutte. Da un canto, l'alfabeto si compone di una sequenza lunghissima di simboli, ciascuno con i suoi vezzi, le sue curve sinuose, la sua inclinazione peculiare; dall'altro non si riscontra una perfetta corrispondenza fra i simboli elencati nell'alfabeto e quelli adoperati nella narrazione grafica dell'altra faccia della moneta: questi ultimi, infatti, presentano elementi spuri che contaminano la forma originaria del simbolo, rendendo più difficoltoso il suo riconoscimento. 8)

Ma cosa narra la faccia uomo? Si tratta di una narrazione sui generis, dove le reazioni emotive ed i moti interiori dei personaggi sono prevalenti sui fatti materiali, sulle vicende concrete, sugli accadimenti bruti: uscendo dalla metafora, il recto contiene tutti i connotati della personalità umana, i quali, però - pensate ad Harry Potter per intuire meglio - non sono stabilmente incisi nel bronzo della moneta, ma oscillano, si spostano pigramente, si ribaltano, giocano fra loro, si scambiano il posto, mutano il colore, creano degli effetti luministici molto suggestivi. Insomma, non è possibile scattare una foto alla faccia umana della moneta una volta per tutte per possedere l'essenza di quella persona, poiché questa è in continuo, incessante divenire, e le combinazioni che si susseguono sono unico ed irripetibile patrimonio di quell'essere umano: non ci sono due monete uguali né due facce uguali e la stessa faccia non contiene mai gli stessi disegni col passare del tempo. Questo vuol dire che la moneta non può essere falsificata o imitata: la copia, infatti, potrà riprodurre uno specifico momento della vita di quella persona, ma già un istante dopo non sarà più una copia fedele, perché le raffigurazioni dell'originale avranno già assunto un'altra foggia e collocazione. Ma perché questa faccia (l'uomo) non è autosufficiente ed ha perennemente bisogno dell'altra faccia (il daimon)? Perché non può leggere da solo la storia e le pieghe del proprio essere? Non è in grado di farlo per via di impurità e distorsioni che inquinano i simboli adoperati, che rendono veramente ostica l'interpretazione del testo (l'ottenimento della piena consapevolezza di sé). Ecco, allora, che la faccia dell'uomo si rivolge alla faccia del daimon, quella che contiene l'alfabeto completo ed associa a ciascun simbolo una vasta gamma di significati profondi e misteriosi. L'alfabeto da solo è inutile (non può essere usato per interpretare le incisioni di un'altra moneta: questa sarà scritta con un diverso codice ed idioma) e la narrazione figurativa da sola è inutile, per le ragioni sopra esposte. L'uno ha bisogno dell'altro e corona il senso di sé solo tramite una costante sinergia collaborativa con la faccia opposta: la dipendenza funzionale del recto (uomo) dal verso (daimon) e viceversa, combinata con la comunanza del sostrato sul quale le due facce della moneta sono incise, costituisce l'allegoria del sacro legame uomo-daimon. ;)

Bene, acclarato che le due facce non possono fare a meno l'una dell'altra, come cooperano? La faccia umana mostra delicatamente il proprio contenuto alla faccia daimoniana ed inizia a dialogare con questa circa la più corretta e fluida interpretazione dei segni che porta impressi su di sé: il daimon, forte del suo alfabeto, tenterà di ricostruire insieme all'uomo quale sia ciascun simbolo, depurandolo dalle imperfezioni (che, fuor di metafora, sono le aberrazioni dell'autocoscienza dovute alla cultura, alla morale, alla religione ed a tanti altri fattori condizionanti che si sedimentano e si stratificano nel corso della vita), ed al contempo inizierà quell'opera di analisi del contesto che, sola, consente di apprezzare la narrazione nella sua armoniosa interezza. Questo proficuo e nobile scambio non è un meccanico e bruto confronto fra simboli, perché anche l'alfabeto ha una sua personalità, un proprio stile grafico, sebbene qui non ci siano imperfezioni deformanti ma, semmai, varianti artistiche di un medesimo simbolo. Ecco, allora, che il dialogo prosegue senza sosta e senza requie, finché poco alla volta la faccia dell'uomo finalmente capisce che cosa porta scritto dentro di sé e la faccia del daimon con l'alfabeto ha dato un senso ed un'utilità alla propria esistenza, perciò ambedue si sentono felici, realizzati, appagati, e nutrono vicendevolmente quell'amore tecnicamente designato col nuovo conio di aliegofilìa. :D Ma entrambe le facce sanno che la loro cooperazione non potrà mai cessare (la storia si evolve ad ogni istante) se non allo scoccar dell'ora fatale, quando l'intreccio si chiuderà con la parola "fine": allora, solo allora, e non un momento prima, anche l'alfabeto avrà esaurito il proprio compito. :D

La teoria appena sviluppata consente infine di illustrare in maniera molto intuitiva il turpe fenomeno dell'intercisione: la moneta viene violentemente tagliata lungo un piano parallelo alle due facce, sicché sia il recto che il verso si ritrovano, come faccia opposta, una superficie scabra, grezza e vuota. :evil:

Inviato: mer 18/feb/2009 15:48:00
da Bec *bory*
Dopo lunghi momenti di confusione sono arrivata alla fine...olèXD
No, dai, scherzo. :mrgreen:

Comunque, secondo me hai pienamente ragione, e la Teoria della Moneta è davvero interessante, oltre che azzeccata. Non avevo mai pensato alla Colonna Traiana di Roma, primo perchè ne ho solo sentito parlare, secondo perchè non ne ho mai visto nè una foto nè una raffigurazione ?-?
Però, stando a quello che dici tu, può andar bene come paragone.
*Soprattutto rigurado al fatto che io sono forte del mio alfabeto.*
Ecco, lo sapevo che avresti detto questo...però ci sentiamo felici, susu :mrgreen:

Come al solito, Claudio, apri sempre dei topic interessantissimi :D

Inviato: mer 18/feb/2009 19:30:00
da Cassandra e Sibilin
una teoria esauriente, esaustiva su tutti i punti di vista, Claudio;)
già. La moneta è il miglior modo per descrivere il rapposrto uomo-daimon, non ci sono vie di mezzo.
Ovviamente, si tratta di una teoria, per questo perfettamente confutabile. oggi ti comporti da Tarantola xD
non è vero!
Insomma: sia come sia, sono d'accordo, almeno fino a quando non elaborerai, o qualcun altro come te, una teoria più convincente sotto il mio punto di vista :D
il turpe fenomeno dell'intercisione
solo ad immaginare di essere separata dalla mia Sibilin... mi vengono i brividi... ci vengono i brividi O.o

Inviato: mar 24/feb/2009 14:17:00
da Fede e Pyrrheus
Molto interessante, e sono pienamente d'accordo :D

Inviato: gio 05/mar/2009 19:15:00
da Nemo-Cassandra
In effetti è veramente semplice quanto efficace, inoltre illumina sul fatto del perché sono "divisi ma uniti" :D . Inutile dire che la condivido pienamente, poiché te l'ho gia detto :wink:

Inviato: sab 18/apr/2009 13:51:00
da Claudio-Olyandra
Ehm... tutto qua? :shock: Domande? Obiezioni? :roll: Forza, è grazie ai commenti che le teorie si raffinano: se uno elabora un modello e nessuno ribatte, la cosa si chiude lì, no? :D

Inviato: dom 19/apr/2009 00:13:00
da Sara - Tomas
mi pare una bellissima cosa....riusciresti a spiegarmi in poche e semplici parole la parte della moneta rappresentata dal daimon?..

Inviato: mar 28/apr/2009 00:40:00
da Claudio-Olyandra
Vuoi sapere che ruolo svolge? Egli ci aiuta ad interpretare i segni del nostro essere mediante un alfabeto tarato su misura per noi, grazie al quale possiamo aggirare gli offuscamenti culturali e sovrastrutturali che accecano i nostri occhi interiori. ;) Il daimon è l'antidoto alle storture ideologiche ed ai preconcetti caratteriali e ci consente di denudarci una volta per tutte del vestito di scena che indossiamo da quando conquistiamo la ragione fino alla morte. 8)

Inviato: mer 29/apr/2009 23:09:00
da Sara - Tomas
ah^^

Inviato: lun 25/mag/2009 18:13:00
da Riccardo
Oddio!!!!! Grazie a questo ed a una maggiore concentrazione mi sono accorto che quello con cui parlavo non era altro che un headmate, il mio daimon ha una voce diversa, quella dell'headmate è meccanica e neutra, come se stessi rispondendo io stesso, invece il daimon parla con una "voce" che non è fatta di italiano ma di un linguaggio universale: il pensiero. Riesco a capire ciò che vuole dirmi senza dover per forza mettere "per iscritto" nel mio pensiero la frase, perchè so già che sta per dirmi. Praticamente so già che sta per dirmi, ma non sono io a dirlo, è una strano! Poi ogni volta che accade provo, oltre a un senso di intimità con quella voce (senza bisogno di finzioni e maschere), una sensazione strana nella mente, come se si fosse attivata una parte del cervello che non uso mai. Ovviamente non nel senso che sono stupido e non accendo mai il cervello :mrgreen: