Il Daimonismo tra i filosofi

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Darth Nia
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Re: Il Daimonismo tra i filosofi

Messaggio da Darth Nia » ven 13/nov/2015 22:32:52

Shi e Auryn ha scritto:Possibile che si tratti di un dativo di vantaggio? Da collega classicista so che conosci i possibili molteplici usi del dativo D:
È possibile, alla fin fine il dativo è malefico. Il problema vero e proprio della discrepanza delle due traduzioni è che così si intendono due cose piuttosto differenti.

Ad ogni modo, ottimo lavoro! È un progetto molto interessante ed è utilissimo per fare il punto della situazione tra i vari filosofi :D
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Re: Il Daimonismo tra i filosofi

Messaggio da Cassandra e Sibilin » ven 13/nov/2015 23:44:33

Secondo me questo progetto, ampliato, sarebbe molto più grande e complesso dei precedenti. Ascoltate perchè non metterlo in paragoni esterni fino a quando non è completo e poi spostarlo qui? Di solito in Vetrina vanno i topic in cui si è aggiunto un certo grado di "completezza" e accordo.

Trovo quest'idea carina e anche molto, molto molto utile e direi che la tua idea, Sabrina, sia sensata: i topic vanno accorpati, ma alla fine.


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Re: Il Daimonismo tra i filosofi

Messaggio da Hirene » sab 14/nov/2015 13:37:10

Grazie a tutti *^*
Sono felice vi sia piaciuto!

Analizzando la traduzione di Ezio Savino, avevamo collegato il termine Dio al daimon, visto che era da un po' di capitoli che parlava di questa voce consigliera. Considerando anche "l'ateismo" di Socrate (lui diceva di non credere direttamente agli dei), ci sembrava strano che si riferisse ad un Dio onnisciente.

Per quanto riguarda il piano grammaticale, non mi espongo, poiché non ho mai studiato greco.
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Re: Il Daimonismo tra i filosofi

Messaggio da Saiko e Tris » sab 14/nov/2015 17:21:06

Niakuro e Mafferillian ha scritto:
Shi e Auryn ha scritto:Possibile che si tratti di un dativo di vantaggio? Da collega classicista so che conosci i possibili molteplici usi del dativo D:
È possibile, alla fin fine il dativo è malefico. Il problema vero e proprio della discrepanza delle due traduzioni è che così si intendono due cose piuttosto differenti.
I miei dubbi non erano tanto sull'uso del dativo (che io intenderei proprio come termine, non ce lo vedo molto come vantaggio) quanto al fatto che nel testo greco manca un pronome che in italiano possa essere tradotto come "mio". Cioè: non c'è niente nel testo che giustifichi la traduzione "per il mio dio".
E come ha detto Nia, il significato cambia parecchio. Più che altro perché Socrate era accusato di empietà, e lui stesso ha detto che il suo "daimon" non era una nuova divinità, bensì una sorta di coscienza. Sarebbe contraddittorio e svantaggioso per lui per primo affermare che il suo dio -e quindi presumibilmente un dio diverso da quello degli altri greci- abbia x pensiero riguardo alla morte.
Scusate tutti questi cavilli sofisti -già che siamo in tema- ma quella traduzione mi convince proprio poco (poi ovvio che è un parere personale da semplice studentessa di greco con la media del 7, per questo chiedevo se ci fosse una nota del traduttore-)

In ogni caso comunque approvo la proposta di mettere questo topic in vetrina quando avrà raggiunto una dimensione più "corposa".
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Re: Il Daimonismo tra i filosofi

Messaggio da Hirene » sab 14/nov/2015 17:45:05

AkiSaiko e Beatrice ha scritto:E come ha detto Nia, il significato cambia parecchio. Più che altro perché Socrate era accusato di empietà, e lui stesso ha detto che il suo "daimon" non era una nuova divinità, bensì una sorta di coscienza. Sarebbe contraddittorio e svantaggioso per lui per primo affermare che il suo dio -e quindi presumibilmente un dio diverso da quello degli altri greci- abbia x pensiero riguardo alla morte.
Ho capito il problema *È un passo avanti.*
Il fatto è che lui aveva affermato di non credere direttamente agli dei, bensì ai daimon (derivati dagli dei, comunque -> esempio dei muli).
Poteva perciò definirsi empio, per i suoi contemporanei.
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