Niakuro e Mafferillian ha scritto:Shi e Auryn ha scritto:Possibile che si tratti di un dativo di vantaggio? Da collega classicista so che conosci i possibili molteplici usi del dativo D:
È possibile, alla fin fine il dativo è malefico. Il problema vero e proprio della discrepanza delle due traduzioni è che così si intendono due cose piuttosto differenti.
I miei dubbi non erano tanto sull'uso del dativo (che io intenderei proprio come termine, non ce lo vedo molto come vantaggio) quanto al fatto che nel testo greco manca un pronome che in italiano possa essere tradotto come "mio". Cioè: non c'è niente nel testo che giustifichi la traduzione "per il
mio dio".
E come ha detto Nia, il significato cambia parecchio. Più che altro perché Socrate era accusato di empietà, e lui stesso ha detto che il suo "daimon" non era una nuova divinità, bensì una sorta di coscienza. Sarebbe contraddittorio e svantaggioso per lui per primo affermare che
il suo dio -e quindi presumibilmente un dio diverso da quello degli altri greci- abbia x pensiero riguardo alla morte.
Scusate tutti questi cavilli sofisti -già che siamo in tema- ma quella traduzione mi convince proprio poco (poi ovvio che è un parere personale da semplice studentessa di greco con la media del 7, per questo chiedevo se ci fosse una nota del traduttore-)
In ogni caso comunque approvo la proposta di mettere questo topic in vetrina quando avrà raggiunto una dimensione più "corposa".
Ancora complimenti :3