Sette Teorie tra Daimon e Sessualità

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Nemo-Cassandra
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Sette Teorie tra Daimon e Sessualità

Messaggio da Nemo-Cassandra » dom 03/giu/2012 21:53:47

SETTE TEORIE TRA DAIMON E SESSUALITA’
Sottotitolo: non importa se i numeri perfetti sono mainstream.

Introduzione Necessaria.
Ho iniziato ad occuparmi delle relazioni che il daimon ha riguardo alcuni aspetti della sessualità umana nel momento in cui mi sono reso conto, leggendo ed informandomi, di quanto essa influenzi in maniera considerevole la personalità; perciò, ho ritenuto lecito ed oltremodo interessante approfondire questo aspetto ancora piuttosto vergine nel territorio degli studi sul daimonismo.
Ho dunque raggruppato ed analizzato alcuni aspetti che io ritengo fondamentali nella relazione uomo-daimon. Lo amplierò qualora trovassi altro di interessante da esporre.
La prima impressione causata dagli argomenti qui trattati potrebbe sembrare strana, in quanto si parla del daimon in un’ottica molto più terrena e concreta di quanto non siamo generalmente abituati in fatto di disquisizioni, ma spero comunque di non confondere le idee a nessuno.
Ci tengo inoltre a precisare che non vengono trattati argomenti che minano la normale sensibilità (come possono essere feticismi, tabù, perversioni portate all’estremo, parafilie ecc.), quindi chiunque con un’educazione sessuale basilare può leggere senza timore di scontrarsi con qualcosa di incomprensibile.
Se si ritiene comunque che questi argomenti possano turbare o infastidire, basta semplicemente ignorarli e passare oltre: mi rendo conto della difficoltà, per taluni, di affrontare certi argomenti con lucida serenità, perciò non mi offenderò qualora decideste di saltare a piè pari una o tutte le argomentazioni. :)
Detto ciò, buona lettura!

1. ORIENTAMENTO SESSUALE
L’orientamento sessuale è generalmente definito come la basilare attrazione romantica, affettiva ed erotica che un individuo ha verso un altro. Sono fin ora classificati sei orientamenti: eterosessuale, omosessuale, bisessuale, pansessuale, polisessuale, asessuale. Non è stata ancora stabilita la/e principale causa/e che portano alla preferenza, si ritiene comunemente che essa sia innata nella persona oppure causata nei primissimi anni d’infanzia. Talvolta accade che un soggetto sia portato verso un orientamento piuttosto che un altro a causa di traumi che ha subito da piccolo/a, tuttavia questi sono generalmente dannosi e nel momento in cui vengono curati portano alla luce la vera preferenza sessuale della persona.
Si pensa che il daimon non abbia un’influenza decisiva o parziale nella determinazione dell’orientamento sessuale. Egli, com’è noto, o è parte della nostra anima (intesa come totalità della psiche) o è l’anima stessa, ma in nessuno dei due casi svolge un ruolo attivo nel determinare il reale orientamento sessuale, il quale è come se fosse insito nella persona indipendentemente dalla volontà e dalle azioni.
Dunque, l’orientamento sessuale è indipendente dal daimon. Egli, ad ogni modo, favorisce il manifestarsi e lo svilupparsi di esso. Inoltre, essendo il daimon l’attuatore della vera volontà umana, tende a combattere quegli agenti negativi e quelle limitazioni che portano l’uomo all’oscuramento o alla repressione del proprio reale orientamento sessuale.

2. PULSIONI (con cenno specifico sulla PULSIONE SESSUALE)
La pulsione (riprendendo la definizione di Freud) è un moto inconscio che condiziona la condotta umana; condotta la quale, per placare le pulsioni, svolge ciò che la pulsione desidera. Facendo esempi semplici, la pulsione alimentare quindi “l’aver fame” ci porta a cibarci, la pulsione del sonno quindi “l’aver sonno” ci porta a dormire, e così via.
E’ possibile sostenere che il daimon sia il fautore delle pulsioni nel momento in cui esse sono collegate al benessere dell’uomo.
Escludendo le pulsioni di carattere strettamente fisiologico che riguardano l’ambito più primitivo della sopravvivenza e dunque funzionali alla vita biologica, il daimon è controllore e talvolta creatore di quelle pulsioni che agevolano l’armonia psicofisica. Esempi banali: il voler ascoltare una canzone che ci fa stare in pace, lo stare con una persona che ci fa sentire bene, l’eseguire azioni che vogliamo fare, recarci dove vogliamo stare, pronunciare parole che vogliamo dire, e così via.
A sua volta, la pulsione sessuale (quella che ci porta all’attrazione erotica e all’unione carnale con un’altra persona) è causata dal daimon nel momento in cui essa porta giovamento e beneficio, morale e/o fisico. Una lievissima distinzione va fatta tra la pulsione verso un altro individuo e quella autoindotta, cioè l’autoerotismo: esso è logicamente sempre controllato e a volte voluto dal daimon (d’altronde è noto che il masturbarsi porta piacere corporeo e psicologico), ma è di natura differente in quanto cambia l’oggetto verso cui la pulsione s’indirizza, sebbene non cambi la sostanza né le modalità.

Bisogna inoltre fare attenzione nello distinguere quelle pulsioni nate genuinamente dalla persona con quelle dannose, che spesso sono causate non da volontà proprie dell’uomo ma da meccanismi di genesi differente. Ad esempio, la pulsione causata dalla paura di qualcosa o qualcuno, la pulsione al ragionamento paranoico, e via discorrendo.
In questi casi il daimon è solo in senso lato il canalizzatore/catalizzatore* della pulsione. Riprendendo gli esempi, il rifuggire l’oggetto della nostra paura o il dar conto alle nostre paranoie in qualche modo ci portano del giovamento, ma la pulsione si alimenta con istinti estranei alla vera volontà umana, e spesso a lungo andare diventano dannosi per l’uomo stesso. Sono dunque connessi al daimon, ma hanno una sostanza basilare differente che trascende l’armonia psicofisica sopra descritta.

3. SESSUALITA' REPRESSA
Definiamo “Sessualità Repressa” la vasta gamma di aspetti della sessualità di una persona, di tipo preferenziale e di tipo innatistico-naturale (ad esempio: “posizione sessuale” per il primo, orientamento sessuale per il secondo), che vengono occultati agli altri e anche a se stessi per evitare di incorrere in problemi di tipo sociale e di relazione con le persone. Gli esempi possono essere moltissimi, e la lista potrebbe protrarsi per parecchie pagine.
E’ chiaro che il daimon non svolge un ruolo nel reprimere la sessualità dell’uomo, è contro la sua stessa natura. Egli al contrario, essendo il sostenitore e il fautore del nostro vero essere, combatte tutti quegli agenti che frenano il suo esprimersi.
Purtroppo, è da notarsi una consistente e tangibile difficoltà del daimon in questo campo. Non sempre, infatti, siamo in grado di ascoltare le sue parole a causa di alcune restrizioni o pregiudizi dovuti alla cultura ed all’educazione. Questa sordità non genera problemi finché non si mostra l’evidente contrasto, che genera in automatico un disagio interiore.
Un esempio chiarirà il concetto: un uomo è sempre stato convinto della propria eterosessualità, fin quando si trova di fronte ad una situazione che mette in dubbio le sue convinzioni e dà sfogo alla sua omosessualità dapprima repressa. In quell’occasione, il daimon cerca di far germogliare la vera natura combattendo il giudizio erroneo presente.
Non è sempre facile, però, discernere le parole del daimon dai nostri imperativi categorici (cioè i ‘comandi’ interiori), spesso radicati nell’animo, che sovrastano la nostra volontà e di conseguenza l’agire del daimon. Il combattersi del desiderio contro il rigore imposto destabilizza la persona, la rende cedevole e insicura, e molti preferiscono evitare di creare un conflitto, realizzando però di mantenere una contraddizione dentro di loro che limita la loro felicità.

4. IL RAPPORTO SESSUALE: FUNZIONE DEL DAIMON SULL’UOMO
Durante le mie ricerche ho raccolto diverse esperienze di daemian che durante momenti di tenerezza, dalla semplice intimità ai rapporti sessuali, sentivano il loro daimon come se li spingesse ed “incitasse” durante l’atto, taluni lo proiettavano o visualizzavano (a volte insieme al daimon del/la partner, in atteggiamenti affettivi).
Questi dati, pensati in un contesto più ampio, mi hanno fatto dedurre il ruolo che ha il daimon nel momento in cui l’uomo compie un atto di tipo sessuale, a qualsiasi livello di intimità. Egli, rispettando il principio di sostentamento e del benessere, guida l’uomo al compimento dell’azione con tutte le preferenze e tendenze caratteristiche della persona (che siano lo scambio tenero di baci e abbracci, le coccole, il “petting”, fino alla vasta gamma di posizioni et similia, alle tendenze cosiddette “perverse”, e via dicendo), in quanto l’uomo trae da ciò giovamento e godimento.
E’ bene sottolineare l’unione tra uomo e daimon, che nel rapporto sessuale raggiunge uno dei suoi massimi apici. Il sesso coinvolge tutti i sensi, e la vera natura dell’uomo viene a galla, si concretizza durante l’unione soprattutto se vi è un sentimento d’amore reciproco tra i due amanti.

5. DAIMON E DISSÌDI COL PARTNER
E’ capitato, durante i miei studi, di rilevare un evento piuttosto curioso in diverse persone (una delle quali ha pure esposto la sua esperienza in questo forum). La situazione è questa: al daimon di Tizio non piace per niente il partner scelto dal suo umano, o addirittura lo odia.
Si tratta di un argomento di un certo interesse per quanto riguarda l’autoanalisi, il rapporto con il proprio partner e la propria vera natura. Infatti, se noi sosteniamo che il daimon è la nostra vera essenza, e se al nostro daimon non piace il partner che noi abbiamo scelto, inutile dire che evidentemente qualcosa non torna.
Bisogna fare innanzitutto attenzione a distinguere dal disagio continuo e da quello temporaneo, che può essere causato da un litigio o da un’incomprensione, e come tale ha una durata piuttosto corta (a volte, il dissidio non è nemmeno del daimon, ma è causato da un banale headmate). Il dànno continuo che invece il daimon avverte durante il rapporto col partner è indice di contrasto interiore dovuto a qualche elemento apparentemente indefinibile.
L’unico modo per individuare il disagio è essere completamente sinceri con se stessi, e valutare attentamente l’aspetto che genera il problema e comprendere se è derivato da noi e dalle nostre vere volontà o da entità esterne (come può essere, ad esempio, una precedente esperienza sentimentale fallita che ci rende titubanti nella nuova esperienza).
Spesso e volentieri, però, non siamo totalmente e puramente sinceri. Abbiamo paura dei nostri veri sentimenti e dei nostri pensieri, e nel caso specifico abbiamo spesso paura di perdere il partner o di causare una ferita irreversibile nel nostro rapporto con lui, e non solo nell’ambiente della relazione intima e sentimentale. Quindi, spesso succede che ci auto-inganniamo: facciamo finta che tutto vada bene, che sia tutto rose e fiori e che le parole del nostro daimon siano fasulle e causate da sbagliate valutazioni.
Non c’è bisogno di dire che un atteggiamento del genere potrebbe portare ad una deriva, se non del rapporto, quantomeno delle volontà della persona stessa, che verranno represse e genereranno un conflitto interiore.

6. IL TRADIMENTO E LA POLIGAMIA: COSA FA IL DAIMON?
Due argomenti piuttosto controversi nell’ambiente del rapporto di coppia sono quelli che, a loro modo, minano la sua esistenza formale: il tradimento e la poligamia. Il primo è il venir meno all’unione morale e fisica col proprio partner; il secondo lo intendiamo come unione di una persona con più persone del sesso di preferenza, unioni continue o alternate, senza dover necessariamente rispettare la fedeltà e/o formare legami sentimentali.
Siamo portati, generalmente, a pensare ad entrambe le situazioni come distruttive, dannose, moralmente inaccettabili, soprattutto per via del fatto della nostra educazione votata alla sola soluzione duale. E’ invece pensabile che, se sono tratti della nostra vera essenza, il daimon ci spinga a compierli per sentirci bene con noi stessi.
Dei due, la poligamia è quello più facilmente analizzabile: non tutte le persone hanno la tendenza a stabilire rapporti unitari con una sola persona, e sentono di dover o alternare più persone nelle relazioni o averne più di una contemporaneamente (quest’ultima più difficile, almeno nell'architettura socio-giuridica di quasi tutto l'occidente). Il daimon in questo caso può avere due modi di comportarsi: il primo è favorire il conseguirsi delle azioni poligamiche per il fatto che essa risulta essere un tratto della personalità dell’uomo; il secondo è verificare che questo comportamento non sia dovuto a qualche turbamento della persona nel suo rapportarsi col suo partner o in generale alla condizione monogama: può capitare infatti che si sia portati a non cercare una stabilità per via di delusioni passate, di insicurezza, di paura delle responsabilità. In questo caso, il daimon lavora in modo tale da ricostruire l’armonia della persona, cercando di limitare questo comportamento estraneo.

Per quanto riguarda il tradimento, la questione è ben più complessa. Alcuni studi (come quelli descritti in questo e questo articolo) sembrerebbero identificare il tradimento come una condizione interna alla biologia umana e nel DNA, seppure con posizioni diverse circa il predominio che la struttura biologica ha sulla persona, ovvero se si tratta di un qualcosa di inevitabile o di una semplice tendenza che può diventare tradimento (qui abbiamo un testo critico in tal senso).
In ogni caso, gli studi scientifici non ci dicono che il “tradimento nel DNA” predomina sulla psiche della persona e gli fa compiere sempre e comunque il tradimento. Non siamo perciò portati a pensare al tradimento come una costante dell'uomo, e perciò abbiamo preferito non considerare l'universalità di questa tesi. Abbiamo quindi preferito discutere i casi senza considerare questa opportunità.
C'è da considerare, di principio, che il tradimento presuppone una coppia già formata (non si può tradire senza un soggetto che subisce il tradimento, dopotutto). Dunque, abbiamo due casi:
1) Il daimon, coerentemente con la eventuale struttura biologica e con la tendenza umana, spinge l'uomo a tradire il suo partner fisso per adempiere alla vera natura che lo considera slegato da situazioni di coppia, indipendentemente dal fatto che si ami o meno la persona in questione (tant’è vero che si può amare pur senza sentirsi obbligato a formare una coppia stabile). In questo caso, bisogna considerare perché l'uomo è stato portato a comportarsi come un partner fedele: società? Tradizione? I fattori possono essere molteplici.
2) Il daimon, nel caso in cui il tradimento è compiuto per fattori esterni che danneggiano l'essenza dell'uomo, lavora per ripristinare l'armonia interiore all'uomo -dunque, come nel secondo caso della poligamia, setacciare i fattori che hanno causato l'evento-.
In entrambi i casi, c'è da considerare la natura stessa del gesto. Il tradimento, a differenza della poligamia, non implica che le parti in causa conoscano l'evento: si può tradire senza che il partner lo sappia. Nel primo caso, perciò, è ruolo del daimon impedire il proseguirsi della relazione con il partner nel momento in cui la vera tendenza dell'uomo esce fuori -cosa che non accade spesso, per via delle resistenze-. Il secondo caso, invece, non ha bisogno di ulteriori spiegazioni.

7. I LIMITI DEL DAIMON SULL'AUTOANALISI SESSUALE
Definiamo “Autoanalisi Sessuale” lo scoprire le proprie preferenze, attrazioni e unici aspetti della propria sessualità tramite l’introspezione e l’indagine interiore.
Il daimon, in virtù della sua ormai ribadita e consolidata posizione di sostenitore/fautore di sé, ha un ruolo di primaria importanza nel guidarci e indicarci le nostre volontà e desideri, in questo caso in ambito sessuale.
Nondimeno, il daimon ha dei limiti. L’uomo, nel suo complesso, non è fatto solo di interiorità o di volontà intime: è un “animale sociale”, e in virtù di questo dentro di lui vi è una forte componente causata dall’ambiente in cui vive, dalle persone con cui si relaziona, dall’educazione che gli viene impartita. Il contrasto “Noi-società” avviene ogniqualvolta vi è una contraddizione tra le due parti.
In argomento sessuale, questo scontro è molto più evidente.
E’ logico dedurre che l’autoanalisi sessuale, in virtù dell’influenza che il nostro Io riceve da parte del mondo esterno, venga fermata dalle sue imposizioni che si dimostrano spesso superiori alla nostra volontà.
Parlando in ottica puramente oggettiva, la cultura e la società occidentale ha una prospettiva del sesso fortemente influenzata dalla visione cristiano-cattolico-protestante, che è presente non solo in campo religioso ma anche in campo etico, culturale, sociale e umano in quasi tutte le nazioni (a mio personale avviso, l’Italia e gli Stati Uniti sono gli esempi più eclatanti). La così definita ‘massa’ ripudia quegli elementi del sesso che non figurano nella sua mentalità cristiana oppure che vengono considerati da essa disonorevoli, ignobili, o un abominio. Interessanti sono i classici versetti del Levitico, principalmente dal 18:19 al 18:30, che seppur nel contesto storico-bibliografico sono indicazioni pensate per non ripetere le usanze dei popoli pagani (in particolare, gli elementi incestuosi descritti dal 18:6 al 18:18) comunemente sono utilizzati da religiosi e non religiosi per identificare la posizione cristiana riguardo la sessualità. Nel corso della loro crescita, le religioni di radice cristiana hanno aggiunto dei nuovi elementi partendo da questi e altri precetti, e tutti quanti sono stati assimilati come dettami comportamentali che spesso funzionano come agenti negativi e ostacolanti l’autoanalisi.
Non mi sento di analizzare la visione della sessualità dei popoli orientali per via della mia non così solida conoscenza della loro architettura sociologica, ma posso desumere che le stratificazioni sociali orientali abbiamo un comportamento non dissimile da quello occidentale, per certi versi anche più radicati, sebbene posseggano influenze di diverso tipo (basti pensare ai precetti islamici, oppure alla società giapponese fortemente pressante).

Sintesi Generale e Conclusione
Abbiamo notato in quasi tutte le teorie come il daimon abbia la caratteristica di sostenere l’uomo, di aiutarlo a scoprire se stesso, a combattere i fattori socio-culturali che lo limitano, tendenza descritta anche nella mia Terza Tesi, il cosiddetto “Principio d’Aiuto”. Ciò fa notare come tale Principio sia una delle caratteristiche principali del daimon, che ne connotano la sua importanza a livello psicologico, umano e filosofico: l’uomo ha la tendenza ad aiutarsi da solo, cerca di guarirsi, di stare bene con se stesso, e se non ci riesce scatena contraddizioni interne a sé che fanno in modo da rendere il problema osservabile esternamente, il più possibile. Le sette teorie sottolineano il Principio dal punto di vista della sessualità, che diventa un esempio piuttosto palese di questa caratteristica del daimon, ma esso vale in quasi tutti gli ambiti della nostra vita e della nostra esistenza.


*Edited
***

A voi i commenti u_u
Ultima modifica di Nemo-Cassandra il lun 11/giu/2012 19:00:57, modificato 1 volta in totale.
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RedSoul&Denzela
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Re: Sette Teorie tra Daimon e Sessualità

Messaggio da RedSoul&Denzela » lun 04/giu/2012 00:49:05

Belle osservazioni Nemo, presentate con affermazioni equilibrate e precise. :)
Posso confermare, per esperienza personale, diversi punti.

Su una cosa però, ti chiedo un chiarimento:
Bisogna inoltre fare attenzione nello distinguere quelle pulsioni nate genuinamente dalla persona con quelle dannose, che spesso sono causate non da volontà proprie dell’uomo ma da meccanismi di genesi differente. Ad esempio, la pulsione causata dalla paura di qualcosa o qualcuno, la pulsione al ragionamento paranoico, e via discorrendo.
In questi casi il daimon è solo in senso lato il controllore della pulsione. Riprendendo gli esempi, il rifuggire l’oggetto della nostra paura o il dar conto alle nostre paranoie in qualche modo ci portano del giovamento, ma la pulsione si alimenta con istinti estranei alla vera volontà umana, e spesso a lungo andare diventano dannosi per l’uomo stesso. Sono dunque connessi al daimon, ma hanno una sostanza basilare differente che trascende l’armonia psicofisica sopra descritta.
Non ho capito molto bene il senso di questa parte.
In che modo il daimon sarebbe collegato a questo genere di pulsioni negative? E cosa intendi con il termine "controllore" in tutto il secondo paragrafo?

Claudio-Olyandra
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Re: Sette Teorie tra Daimon e Sessualità

Messaggio da Claudio-Olyandra » lun 04/giu/2012 02:31:06

Premesso che commenterò solo le parti errate, dubbie o bisognose di approfondimento, si osserva quanto segue. :P
Nemo-Cassandra ha scritto:SETTE TEORIE TRA DAIMON E SESSUALITA’
Sottotitolo: non importa se i numeri perfetti sono mainstream.
A dire il vero, c'è una sola teoria (ruolo del daimon nella sessualità) che si snoda attraverso sette passaggi concettualmente connessi e talvolta consequenziali. :mrgreen:
Nemo-Cassandra ha scritto:1. ORIENTAMENTO SESSUALE
L’orientamento sessuale è generalmente definito come la basilare attrazione romantica, affettiva ed erotica che un individuo ha verso un altro. Sono fin ora classificati sei orientamenti: eterosessuale, omosessuale, bisessuale, pansessuale, polisessuale, asessuale. Non è stata ancora stabilita la/e principale causa/e che portano alla preferenza, si ritiene comunemente che essa sia innata nella persona oppure causata nei primissimi anni d’infanzia. Talvolta accade che un soggetto sia portato verso un orientamento piuttosto che un altro a causa di traumi che ha subito da piccolo/a, tuttavia questi sono generalmente dannosi e nel momento in cui vengono curati portano alla luce la vera preferenza sessuale della persona.
Si pensa che il daimon non abbia un’influenza decisiva o parziale nella determinazione dell’orientamento sessuale. Egli, com’è noto, o è parte della nostra anima (intesa come totalità della psiche) o è l’anima stessa, ma in nessuno dei due casi svolge un ruolo attivo nel determinare il reale orientamento sessuale, il quale è come se fosse insito nella persona indipendentemente dalla volontà e dalle azioni.
Dunque, l’orientamento sessuale è indipendente dal daimon. Egli, ad ogni modo, favorisce il manifestarsi e lo svilupparsi di esso. Inoltre, essendo il daimon l’attuatore della vera volontà umana, tende a combattere quegli agenti negativi e quelle limitazioni che portano l’uomo all’oscuramento o alla repressione del proprio reale orientamento sessuale.
Personalmente preferisco la locuzione "tendenza sessuale", la quale appare più neutra rispetto all'eziologia del fenomeno, potendo la "tendenza" essere tanto naturale (la malattia tende a peggiorare) quanto frutto di una consapevole scelta del soggetto (una squadra di calcio tende a vincere il campionato). L'espressione "orientamento sessuale", invece, lascia trasparire un che di volontaristico, un atteggiamento ponderato di estrazione della bussola e di opzione cosciente sulla meta verso cui dirigersi. Poiché le cause delle preferenze sessuali sono ignote, ed attualmente si propende per l'innatismo, ritengo più appropriata la prima formula, che esprime il fenomeno senza dargli una colorazione qualitativa in un senso o nell'altro, pur sapendo che la prassi corrente mi è avversa. ;)
Dopo sommaria lettura di Wikipedia, non riconosco la dignità scientifica della polisessualità, che mi appare fondata, più che su oggettivi parametri distintivi rispetto alla bisessualità, su gusti arbitrari degli interessati, i quali, senza fornire adeguati riscontri, si limitano a dichiarare che "si vedono" o "si considerano" o "gradiscono essere chiamati" polisessuali. :roll: Embè, io mi dichiaro "immosessuale": è una categoria scientifica? :mrgreen:
Nemo-Cassandra ha scritto:2. PULSIONI (con cenno specifico sulla PULSIONE SESSUALE)
La pulsione (riprendendo la definizione di Freud) è un moto inconscio che condiziona la condotta umana; condotta la quale, per placare le pulsioni, svolge ciò che la pulsione desidera. Facendo esempi semplici, la pulsione alimentare quindi “l’aver fame” ci porta a cibarci, la pulsione del sonno quindi “l’aver sonno” ci porta a dormire, e così via.
E’ possibile sostenere che il daimon sia il fautore delle pulsioni nel momento in cui esse sono collegate al benessere dell’uomo.
Escludendo le pulsioni di carattere strettamente fisiologico che riguardano l’ambito più primitivo della sopravvivenza e dunque funzionali alla vita biologica, il daimon è controllore e talvolta creatore di quelle pulsioni che agevolano l’armonia psicofisica. Esempi banali: il voler ascoltare una canzone che ci fa stare in pace, lo stare con una persona che ci fa sentire bene, l’eseguire azioni che vogliamo fare, recarci dove vogliamo stare, pronunciare parole che vogliamo dire, e così via.
A sua volta, la pulsione sessuale (quella che ci porta all’attrazione erotica e all’unione carnale con un’altra persona) è causata dal daimon nel momento in cui essa porta giovamento e beneficio, morale e/o fisico. Una lievissima distinzione va fatta tra la pulsione verso un altro individuo e quella autoindotta, cioè l’autoerotismo: esso è logicamente sempre controllato e a volte voluto dal daimon (d’altronde è noto che il masturbarsi porta piacere corporeo e psicologico), ma è di natura differente in quanto cambia l’oggetto verso cui la pulsione s’indirizza, sebbene non cambi la sostanza né le modalità.
Credo che tu stia sovrastimando la componente volitiva della pulsione sessuale. L'istinto di sopravvivenza e riproduzione è trasversale a tutti gli animali, anche quelli dotati di autocoscienza modesta, minima o assente. Anche quando l'atto concretamente realizzato esuli dalla riproduzione in senso stretto, esso resta l'effetto di spinte ormonali o di meccanismi inconsci e difficilmente controllabili di sublimazione. Si può fare sesso senza movente, per puro atto di volontà, ma quando sussiste l'appetito sessuale, lo ricollegherei a meccanismi biologici automatici, attivati dall'astinenza, dall'aggressività accumulata richiedente uno sfogo (ho letto uno studio in cui i topi venivano sottoposti a una luce idonea a suscitarne la rabbia, ma quelli che avevano a disposizione una compagna con cui copulare non manifestavano segni di violenza, a riprova che v'è un rapporto di tendenziale alternanza tra rabbia e gratificazione sessuale), dalla vista di una persona attraente o da simili cause. Il daimon, tutt'al più, interviene come moderatore o catalizzatore della libidine, per spronare l'uomo a soddisfarla in misura appropriata e col massimo coinvolgimento, senza però aver contribuito a determinarne l'insorgenza. ;)
Nemo-Cassandra ha scritto:Bisogna inoltre fare attenzione nello distinguere quelle pulsioni nate genuinamente dalla persona con quelle dannose, che spesso sono causate non da volontà proprie dell’uomo ma da meccanismi di genesi differente. Ad esempio, la pulsione causata dalla paura di qualcosa o qualcuno, la pulsione al ragionamento paranoico, e via discorrendo.
In questi casi il daimon è solo in senso lato il controllore della pulsione. Riprendendo gli esempi, il rifuggire l’oggetto della nostra paura o il dar conto alle nostre paranoie in qualche modo ci portano del giovamento, ma la pulsione si alimenta con istinti estranei alla vera volontà umana, e spesso a lungo andare diventano dannosi per l’uomo stesso. Sono dunque connessi al daimon, ma hanno una sostanza basilare differente che trascende l’armonia psicofisica sopra descritta.
Vedi obiezioni di Jessica. :)
Nemo-Cassandra ha scritto:4. IL RAPPORTO SESSUALE: FUNZIONE DEL DAIMON SULL’UOMO
Durante le mie ricerche ho raccolto diverse esperienze di daemian che durante momenti di tenerezza, dalla semplice intimità ai rapporti sessuali, sentivano il loro daimon come se li spingesse ed “incitasse” durante l’atto, taluni lo proiettavano o visualizzavano (a volte insieme al daimon del/la partner, in atteggiamenti affettivi).
In nome della scienza, della revisione paritaria, della trasparenza sui presupposti, della riscontrabilità delle implicazioni e della mia curiosità astrale densa come una singolarità, ti intimo di svelare le tue fonti. :mrgreen:
Nemo-Cassandra ha scritto:6. IL TRADIMENTO E LA POLIGAMIA: COSA FA IL DAIMON?
Due argomenti piuttosto controversi nell’ambiente del rapporto di coppia sono quelli che, a loro modo, minano la sua esistenza formale: il tradimento e la poligamia. Il primo è il venir meno all’unione morale e fisica col proprio partner; il secondo lo intendiamo come unione di una persona con più persone del sesso di preferenza, unioni continue o alternate, senza dover necessariamente rispettare la fedeltà e/o formare legami sentimentali.
Siamo portati, generalmente, a pensare ad entrambe le situazioni come distruttive, dannose, moralmente inaccettabili, soprattutto per via del fatto della nostra educazione votata alla sola soluzione duale. E’ invece pensabile che, se sono tratti della nostra vera essenza, il daimon ci spinga a compierli per sentirci bene con noi stessi.
Ecco, proprio a ridimensionamento dei moralismi sociali fondati sul disprezzo del deviante dal costume largamente accettato, credo s'imponga un chiarimento. L'immoralità di un atto deriva dalla sua attitudine a recare danno a terzi contro la loro volontà, cioè dalla strumentalizzazione della persona, dal deliberato sacrificio della sua sensibilità, per fini egoistici. Non conta se il rapporto è duale o quadrilaterale o icosaedrico, conta la massima latina pacta sunt servanda: se l'accordo, anche tacito, prevede la fedeltà, allora è iniquo ledere l'altrui affidamento che terremo fede all'accordo. La tua era una constatazione sociale obiettiva, non una giustificazione del moralismo, com'è ovvio, però ho colto l'occasione di sfatare pregiudizi inveterati duri a crepare, secondo cui il personale disgusto per o la stravaganza dell'altrui vita sessuale sia di per sé motivo di immoralità. ;)
Nemo-Cassandra ha scritto:Dei due, la poligamia è quello più facilmente analizzabile: non tutte le persone hanno la tendenza a stabilire rapporti unitari con una sola persona, e sentono di dover o alternare più persone nelle relazioni o averne più di una contemporaneamente (quest’ultima più difficile, almeno nell'architettura socio-giuridica di quasi tutto l'occidente).
Mi concedo una breve e fugace licenza giuridica. Il mancato riconoscimento giuridico della poligamia non dipende da fattori culturali, morali o economici: costituisce invero un corollario necessario del principio di eguaglianza. In forza di tale principio, ciascuno ha diritto a sposare lo stesso numero di persone e col medesimo grado di libertà che spetta a tutti gli altri. Poniamo la situazione più semplice: la bigamia. Tizio è sposato con Caio (trascuriamo i sessi) e con Sempronio, quindi sia Caio che Sempronio sono sposati con Tizio. Il sistema accorda loro il diritto ad un secondo coniuge. Prima ipotesi. Caio (o Sempronio) può sposare soltanto l'altro coniuge del proprio coniuge (Tizio), quindi Sempronio (o Caio). Questo violerebbe il principio di eguaglianza, poiché Tizio ha scelto liberamente entrambi i propri partner, mentre Caio e Sempronio, pienamente liberi nel primo matrimonio, quanto al secondo devono o rinunciarvi o impegnarsi con una persona imposta dalla scelta del loro primo coniuge. Seconda ipotesi. Caio (o Sempronio) si sposa con Mevio (o Pallino), ma quest'ultimo, a sua volta, ha facoltà di scegliere un secondo compagno, poniamo Carneade (o Critolao), il quale ultimo, a sua volta, può sposarsi con un'altra persona, diciamo Ermenegildo (o Diogene). Ciò condurrebbe alla possibile ed assurda sussistenza di rapporti familiari a catena potenzialmente infiniti, tali da coinvolgere migliaia, milioni, miliardi di persone. Risulta evidente l'ingestibilità giuridica di questo macello. In conclusione, la poligamia è razionalmente concepibile solo a prezzo di sacrificare l'eguaglianza dei coniugi, il che confligge coi basamenti essenziali di un Paese civile e democratico. :)

Meritati complimenti su tutto il resto! :D
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Re: Sette Teorie tra Daimon e Sessualità

Messaggio da Nemo-Cassandra » lun 04/giu/2012 16:18:23

Risposta a RedSoul&Denzela e Claudio-Olyandra ha scritto:Bisogna inoltre fare attenzione nello distinguere quelle pulsioni nate genuinamente dalla persona con quelle dannose, che spesso sono causate non da volontà proprie dell’uomo ma da meccanismi di genesi differente. Ad esempio, la pulsione causata dalla paura di qualcosa o qualcuno, la pulsione al ragionamento paranoico, e via discorrendo.
In questi casi il daimon è solo in senso lato il controllore della pulsione. Riprendendo gli esempi, il rifuggire l’oggetto della nostra paura o il dar conto alle nostre paranoie in qualche modo ci portano del giovamento, ma la pulsione si alimenta con istinti estranei alla vera volontà umana, e spesso a lungo andare diventano dannosi per l’uomo stesso. Sono dunque connessi al daimon, ma hanno una sostanza basilare differente che trascende l’armonia psicofisica sopra descritta.
Rispondo ad entrambi in questo unico post xD
Non tutte le pulsioni che sentiamo dentro di noi sono causate a qualcosa di maggiormente positivo per noi. Come negli esempi, a volte sentiamo delle pulsioni che sono causate da paure (intese principalmente come fobie) o paranoie, che non derivando da una volontà nostra non sono logicamente controllate dal daimon.
In effetti, il termine “controllore” è un po’ ambiguo. Lo sostituirei con un più cacofonico “canalizzatore”: essendo queste pulsioni derivate da elementi inconsci non assolutamente controllabili dal daimon (sarebbe troppo bello che il daimon controllasse perfettamente le nostre paure xD, sebbene con un po’ di autoterapia gli si può insegnare a veicolarle adeguatamente), è logico desumerne che lui abbia una funzione di indirizzare la risoluzione positiva.
Un esempio concreto: io ho la fobia dei cani. Ogniqualvolta vedo un cane, mi sento portato a deviare direzione. In quest’occasione, la mia daimon ha due comportamenti: il primo è quello di combattere la paura, per quanto esso sia molto difficile, il secondo è invece assecondare l’azione che mi porta a distanziarmi dall’oggetto della paura, e quindi placare la mia instabilità e il dànno emotivo che sto subendo.
Spero ora sia più chiaro xD
Claudio-Olyandra ha scritto: A dire il vero, c'è una sola teoria (ruolo del daimon nella sessualità) che si snoda attraverso sette passaggi concettualmente connessi e talvolta consequenziali. :mrgreen:
Sei troppo pignolo :mrgreen:
Claudio-Olyandra ha scritto:Personalmente preferisco la locuzione "tendenza sessuale", la quale appare più neutra rispetto all'eziologia del fenomeno, potendo la "tendenza" essere tanto naturale (la malattia tende a peggiorare) quanto frutto di una consapevole scelta del soggetto (una squadra di calcio tende a vincere il campionato). L'espressione "orientamento sessuale", invece, lascia trasparire un che di volontaristico, un atteggiamento ponderato di estrazione della bussola e di opzione cosciente sulla meta verso cui dirigersi. Poiché le cause delle preferenze sessuali sono ignote, ed attualmente si propende per l'innatismo, ritengo più appropriata la prima formula, che esprime il fenomeno senza dargli una colorazione qualitativa in un senso o nell'altro, pur sapendo che la prassi corrente mi è avversa. ;)
Dopo sommaria lettura di Wikipedia, non riconosco la dignità scientifica della polisessualità, che mi appare fondata, più che su oggettivi parametri distintivi rispetto alla bisessualità, su gusti arbitrari degli interessati, i quali, senza fornire adeguati riscontri, si limitano a dichiarare che "si vedono" o "si considerano" o "gradiscono essere chiamati" polisessuali. :roll: Embè, io mi dichiaro "immosessuale": è una categoria scientifica? :mrgreen:
Ho usato l’espressione “Orientamento Sessuale” per la sua più generale applicazione, ma sostanzialmente concordo con te quando parli della sua definizione errata. Ai fini dell’esposizione teorica, comunque, era più comodo usare questo termine xD.
Non è importante che i polisessuali così definiti siano effettivamente esistenti o meno: li ho citati in quanto non propriamente considerabili nel campo della bisessualità, né della pansessualità (della quale rappresentano “l’alter-ego sessuale”: se la pansessualità è affettività trascendendo il sesso e perlopiù ignorandolo pure alla stregua degli asessuali, la polisessualità fa del sesso un suo cardine. Definizione tipica dei polisessuali, anche se molto volgare: “Non dico che un buco è un buco, ma quasi.”). Sulla sua effettiva esistenza e scientificità comunque possiamo discorrere quanto vogliamo, ma per fortuna ciò non intacca la sostanza della teoria: si tratterebbe di una in più o una in meno nella lista XD.
Claudio-Olyandra ha scritto:Credo che tu stia sovrastimando la componente volitiva della pulsione sessuale. L'istinto di sopravvivenza e riproduzione è trasversale a tutti gli animali, anche quelli dotati di autocoscienza modesta, minima o assente. Anche quando l'atto concretamente realizzato esuli dalla riproduzione in senso stretto, esso resta l'effetto di spinte ormonali o di meccanismi inconsci e difficilmente controllabili di sublimazione. Si può fare sesso senza movente, per puro atto di volontà, ma quando sussiste l'appetito sessuale, lo ricollegherei a meccanismi biologici automatici, attivati dall'astinenza, dall'aggressività accumulata richiedente uno sfogo (ho letto uno studio in cui i topi venivano sottoposti a una luce idonea a suscitarne la rabbia, ma quelli che avevano a disposizione una compagna con cui copulare non manifestavano segni di violenza, a riprova che v'è un rapporto di tendenziale alternanza tra rabbia e gratificazione sessuale), dalla vista di una persona attraente o da simili cause. Il daimon, tutt'al più, interviene come moderatore o catalizzatore della libidine, per spronare l'uomo a soddisfarla in misura appropriata e col massimo coinvolgimento, senza però aver contribuito a determinarne l'insorgenza.
Attenzione alla definizione del termine “sessualità”: nelle scienze umane, essa comprende una gamma di aspetti enormemente più ampia. Questo stesso topic è denominato con questo termine, eppure di biologia si parla poco e nulla :P.
E’ giusto quel che dici, cioè che è importante considerare l’aspetto più prettamente concreto del sesso, dipendente dall’esistenza dell’animale-uomo, che dunque non viene generato dal daimon. Tuttavia, nella sfera dell’analisi della psiche umana, la sessualità implica tantissimi altri fattori: sessualità è sì sesso nudo e crudo, ma è anche preferenza, è tendenza, è ciò che ci eccita, è ciò che stimola, è ciò che ci ripugna, è le nostre turbe, è le nostre perversioni, e via dicendo. Certo, sono corollari della base biologica dell’uomo, ma sono esterni alla sua mera struttura e dunque, in virtù del fatto di essere unici e irripetibili nelle loro infinite combinazioni, sono dipendenti dal daimon ;)
Claudio-Olyandra ha scritto: In nome della scienza, della revisione paritaria, della trasparenza sui presupposti, della riscontrabilità delle implicazioni e della mia curiosità astrale densa come una singolarità, ti intimo di svelare le tue fonti. :mrgreen:
La scienza risponde: fatti i caz*i tuoi, guardone :mrgreen:.
Comunque, non ho citato le fonti per il semplice fatto che non trovo motivazione per ciò, considerata la portata generale dell’evento. L'ho citato solo come spunto, ma il ragionamento che ne è seguito non si basa su fonti xD
Claudio-Olyandra ha scritto:Ecco, proprio a ridimensionamento dei moralismi sociali fondati sul disprezzo del deviante dal costume largamente accettato, credo s'imponga un chiarimento. L'immoralità di un atto deriva dalla sua attitudine a recare danno a terzi contro la loro volontà, cioè dalla strumentalizzazione della persona, dal deliberato sacrificio della sua sensibilità, per fini egoistici. Non conta se il rapporto è duale o quadrilaterale o icosaedrico, conta la massima latina pacta sunt servanda: se l'accordo, anche tacito, prevede la fedeltà, allora è iniquo ledere l'altrui affidamento che terremo fede all'accordo. La tua era una constatazione sociale obiettiva, non una giustificazione del moralismo, com'è ovvio, però ho colto l'occasione di sfatare pregiudizi inveterati duri a crepare, secondo cui il personale disgusto per o la stravaganza dell'altrui vita sessuale sia di per sé motivo di immoralità. ;)
Hai fatto bene a tenerlo presente: io ho scritto apposta “generalmente” per evitare di cadere nel tranello dell’unilateralità (tipica del pensatore occidentale medio), ma non posso esserne così sicuro xD
Claudio-Olyandra ha scritto: Mi concedo una breve e fugace licenza giuridica. Il mancato riconoscimento giuridico della poligamia non dipende da fattori culturali, morali o economici: costituisce invero un corollario necessario del principio di eguaglianza. In forza di tale principio, ciascuno ha diritto a sposare lo stesso numero di persone e col medesimo grado di libertà che spetta a tutti gli altri. Poniamo la situazione più semplice: la bigamia. Tizio è sposato con Caio (trascuriamo i sessi) e con Sempronio, quindi sia Caio che Sempronio sono sposati con Tizio. Il sistema accorda loro il diritto ad un secondo coniuge. Prima ipotesi. Caio (o Sempronio) può sposare soltanto l'altro coniuge del proprio coniuge (Tizio), quindi Sempronio (o Caio). Questo violerebbe il principio di eguaglianza, poiché Tizio ha scelto liberamente entrambi i propri partner, mentre Caio e Sempronio, pienamente liberi nel primo matrimonio, quanto al secondo devono o rinunciarvi o impegnarsi con una persona imposta dalla scelta del loro primo coniuge. Seconda ipotesi. Caio (o Sempronio) si sposa con Mevio (o Pallino), ma quest'ultimo, a sua volta, ha facoltà di scegliere un secondo compagno, poniamo Carneade (o Critolao), il quale ultimo, a sua volta, può sposarsi con un'altra persona, diciamo Ermenegildo (o Diogene). Ciò condurrebbe alla possibile ed assurda sussistenza di rapporti familiari a catena potenzialmente infiniti, tali da coinvolgere migliaia, milioni, miliardi di persone. Risulta evidente l'ingestibilità giuridica di questo macello. In conclusione, la poligamia è razionalmente concepibile solo a prezzo di sacrificare l'eguaglianza dei coniugi, il che confligge coi basamenti essenziali di un Paese civile e democratico. ;)
Ottima parentesi che mi sento di integrare: avevo letto dell’unico paese occidentale ad aver celebrato un matrimonio poligamo (o meglio trigamo, tre persone), ovvero l’Olanda –che è sempre all’avanguardia su queste cose xD-. Il diritto non è mia competenza, ma posso desumere che in condizione di assenso da parte di tutti i soggetti un'unione civile sia possibile, escludendo la sola legislazione italiana? (Non voglio aprire una discussione giuridica, che non è mia competenza e non è adeguata in questo contesto, però se fa piacere discuterne possiamo parlarne altrove :lol: )
Claudio-Olyandra ha scritto:Meritati complimenti su tutto il resto! :D
Grazie mille! E aspettatemi...altri due papiri sono in preparazione.
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Re: Sette Teorie tra Daimon e Sessualità

Messaggio da RedSoul&Denzela » lun 04/giu/2012 19:33:34

Adesso ho capito, grazie. :)

In merito a questa proprietà del daimon, che ne dici del termine "catalizzatore"? Un catalizzatore -in senso figurato- può aiutare a favorire o a rallentare un determinato processo, ma il risultato finale non è imprescindibile dalla sua influenza.

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Re: Sette Teorie tra Daimon e Sessualità

Messaggio da Cassandra e Sibilin » lun 04/giu/2012 19:50:45

Sono arrivata drammaticamente in ritardo, a quanto vedo.
Comunque, come dicevo a Nemo ieri, tendo ad essere d'accordo con le teorie, confermate anche da alcune esperienze personali e non.

Io credo che RedSoul abbia ragione: "catalizzatore" è un termine meno generico e più evocativo di "canalizzatore". Il daimon, da questo punto di vista, ci porta a guardare le cose in un senso o nell'altro, ma comunque il risultato dipende anche da altre variabili complesse.

Per il fatto della polisesssualità io ho sempre pensato fosse una specie di tratto basico e, come possiamo dire "primitivo" della specie umana. Gli animali, com'è appurato, non si fanno molti scrupoli, e dov'è il buco va bene, nonostante lì comunque l'atto sessuale possa andare ad intendere dominanza e sottomissione. :lol:

per il resto, vorrei solo precisare che il discorso del mio Claudio sulla poligamia ha confuso un bel po' le mie idee confuse dallo studio.
I'll shake the ground with all my might
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Re: Sette Teorie tra Daimon e Sessualità

Messaggio da Nemo-Cassandra » lun 04/giu/2012 19:58:23

RedSoul&Denzela ha scritto:In merito a questa proprietà del daimon, che ne dici del termine "catalizzatore"? Un catalizzatore -in senso figurato- può aiutare a favorire o a rallentare un determinato processo, ma il risultato finale non è imprescindibile dalla sua influenza.
Akita e Sibilin ha scritto:Io credo che RedSoul abbia ragione: "catalizzatore" è un termine meno generico e più evocativo di "canalizzatore". Il daimon, da questo punto di vista, ci porta a guardare le cose in un senso o nell'altro, ma comunque il risultato dipende anche da altre variabili complesse.
E' un buon termine, ma forse accentua troppo un valore che il daimon ha come "germe", che se non viene sviluppato in concomitanza con l'uomo rimane tale. E' vero che il daimon favorisce processi positivi e rallenta quelli negativi, ma non sempre, è una facoltà che si sviluppa nel tempo e per questo non mi sento di dargli una definizione così incisiva in quanto è insita solo a livello basilare.
Manteniamoli entrambi (canalizzatore/catalizzatore): in fondo, dipende dai casi in cui il daimon ha maggiore o minore influenza sulla pulsione che si manifesta, e dalle variabili della solidità del rapporto uomo/daimon.
Akita e Sibilin ha scritto:Per il fatto della polisessualità io ho sempre pensato fosse una specie di tratto basico e, come possiamo dire "primitivo" della specie umana. Gli animali, com'è appurato, non si fanno molti scrupoli, e dov'è il buco va bene, nonostante lì comunque l'atto sessuale possa andare ad intendere dominanza e sottomissione. :lol:
Come scritto sopra: è un argomento molto interessante che merita un approfondimento a parte, ma in sostanza non muta la teoria xD
Akita e Sibilin ha scritto:Iper il resto, vorrei solo precisare che il discorso del mio Claudio sulla poligamia ha confuso un bel po' le mie idee confuse dallo studio.
D'altronde, sappiamo tutti quali siano le sue singolari abilità di confondere le idee alla gente :mrgreen:
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Re: Sette Teorie tra Daimon e Sessualità

Messaggio da Cassandra e Sibilin » lun 04/giu/2012 20:38:29

Quali pulsioni credi che vadano d'accordo con "catalizzatore/canalizzatore", secondo le tue teorie? Parli solo della violenza della pulsione, della sua carica imperativa, o di altro?
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Re: Sette Teorie tra Daimon e Sessualità

Messaggio da Nemo-Cassandra » lun 04/giu/2012 20:50:09

Akita e Sibilin ha scritto:Quali pulsioni credi che vadano d'accordo con "catalizzatore/canalizzatore", secondo le tue teorie? Parli solo della violenza della pulsione, della sua carica imperativa, o di altro?
Parlo di quel tipo di pulsione che in generale non è causata dalla nostra volontà. Essa è generalmente, appunto, molto imperativa (ma non necessariamente violenta), e il risultato finale dipende dalla prominenza del daimon nella nostra interiorità: se esso riesce ad essere abbastanza incisivo, possiamo parlare di catalizzatore (e quindi, come affermato da Jessica, "rallenta il processo" (perché parliamo di pulsioni "estranee", altrimenti sarebbe "favorisce il processo"); nel caso in cui non possiede questa decisa forza si parla di canalizzatore, cioé che incanala e guida la pulsione verso lo sbocco che causa meno danno :)
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Re: Sette Teorie tra Daimon e Sessualità

Messaggio da Saphiry e Deianira » lun 04/giu/2012 20:57:45

Ora non ho tempo, ma si prospetta super-interessante! Leggerò, prometto :)
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