Re: Le Teorie di Nemo
Inviato: sab 03/mar/2012 16:31:29
Il punto è proprio questo. Come fa un simbolo ad essere spontaneo, cioè a prescindere dai condizionamenti esterni (e deformanti)? Se il daimon avesse una forma propria, nessun problema, ma il simbolo non gli appartiene come dato intrinseco, bensì deriva dall'ambiente in cui cresciamo e dalle metafore ed allusioni cui siamo abituati. Il mio esempio classico è ancora una volta illuminante: se fossimo nati nel medioevo, penseremmo che il gatto rappresenta il male, l'astuzia tentatrice e simili. I simboli spontanei, innati e naturali non possono esistere.Nemo-Cassandra ha scritto:Premessa semplicemente chiarificatrice del mio concetto, in quanto è ovvio che quella che io chiamo naturalità è ovviamente simbolica, non avendo appunto il daimon una forma, e ciò non fa cadere nel contraddittorio perché è comunque un simbolo che nasce spontaneo dall'uomo stesso
Il fondamento pratico della forma animale è guidare, sia pur grossolanamente, l'introspezione del daemian, umanizzando, sia pur grossolanamente, l'atteggiamento animale, sulla base degli studi etologici. Tu affermi che questo processo è arbitrario, ma converrai con me che un daemian, il quale avverta la necessità di attribuire una forma al daimon, non possa che guardare alle forme animali, essendo le altre impossibili da studiare (piante, batteri, pietre...) o inattendibili (elefanti rosa dalle sei proboscidi e sedici code a torciglione...). Quindi, tirando le somme, l'alternativa è abbastanza netta: o rinunci radicalmente all'idea stessa della forma, optando per il solo dialogo, ovvero ti appoggi alle analisi animali, se della forma senti il bisogno. Ciò che mi lascia perplesso non è l'esclusione del concetto di forma dai propri orizzonti, come tu ed altri fate, bensì il tuo richiamo ad una forma derivante da lavori psichici interni, che francamente non ho colto. In cosa consiste? Come si ricava? Quali sono le garanzie di attendibilità dei risultati?Nemo-Cassandra ha scritto:Per l’appunto, la critica mossa è anche questa: gli studi biologici/etologici/ambientali vengono trasportati nella caratterizzazione umana in maniera a mio avviso arbitrari e senza rilevanza scientifico/psicologica, e per questo mancante della validità di schema di partenza che gli si vuole attribuire per poi facilitare l’approfondimento dell’introspezione.
Le forme paradossali che hai citato tu (il polipo perverso polimorfo mi ha fatto davvero sganasciare dalle risa ) sono esattamente quel che intendevo io per forma influenzata da preconcetti esterni, mentre la forma che intendevo descrivere era qualcosa di più variegato e complesso, che si rifà a lavori psichici interni all’uomo non sempre chiari, e sottolineo lavori psichici proprio per spiegare come non sia qualcosa di così banale e riferibile ad un semplicissimo gioco/cartone/fumetto al quale qualsiasi novizio male indirizzato si potrebbe attaccare. Capisco la volontà di non voler banalizzare il concetto di forma (specie in questi tempi di crisi ), ma proprio per evitare questo equivoco interpretativo che ho fatto l’esempio dell’Arcangelo Gabriele .
Ora, circa la difficoltà dello studiare le eventuali diverse forme; è ovvio che non si possono analizzare queste forme create dalla persona stessa ma soprattutto, a mio parere (parlando di una eventuale forma analizzabile) non vi sarebbe motivo di farne alcuna, in quanto sarebbe una inutile schematizzazione di un concetto totalmente personale e soggettivo, che come tale non può rientrare in nessuna matrice creabile da un altro uomo o collegio di uomini.
Concludo dicendo come a mio parere noi, come gruppo daemian, siamo sempre stati abituati a dare una forma animale al daimon, oltre che per le presunte facilità comunicative, più che altro per dare agli altri daemian un richiamo diretto al nostro daimon (Olyandra-Gufo, Sibilin-Faina, Kyriax-Gatto, Xanto-CaneoquelcheèperdonamiSilvia, ecc.), tuttavia ritengo che sia senza alcun fondamento pratico-speculativo dietro, che serva appunto solo all’uso-consumo della comunità daemian ma non serva affatto al singolo individuo
E chi ha detto questo? I miei richiami erano solo un modo sintetico di esporre il mio pensiero sull'argomento, senza riportarlo per intero, ovvero un collegamento dettato da alcune analogie nelle premesse, nel ragionamento o nei risultati finali. Insomma, era un invito rivolto, più ai novizi che a te personalmente, a leggere un pensiero parallelo in altra sede, per farsi un'idea più ampia e complessa di un fenomeno che riusciamo a cogliere solo per gradi e per piccole sfaccettature. Mi pare ovvio che tu non copi le mie teorie: a cosa servirebbe?Nemo-Cassandra ha scritto:Le mie teorie non sono riformulazioni delle tue, né sono pensate per essere dei loro prosegui o per allacciarsi ad esse. Sicuramente hanno dei punti in comune, ma ne hanno anche di contrastanti (specie la Quarta Tesi e la Teoria della Moneta, hanno delle basi quasi totalmente differenti)
Stai dicendo che alcuni daemian, come tu e Nemo, non avvertono l'esigenza di una forma per coltivare (o, quantomeno, per avviare) l'introspezione, pertanto vi rinunciano in radice, e questo ha una sua logica. Tuttavia il punto che io ho argomentato è un altro. Non ho difeso la necessarietà della forma, ma la necessarietà della forma animale se della forma si ha bisogno, essendo le altre pericolosamente contaminate dalle fantasie individuali o da fattori culturali ed esperienziali pregressi o contemporanei. Quello che mi sfugge è il concetto di forma ricavata psichicamente con un lavoro interno, di cui parla Nemo: a mio avviso, infatti, se non si condivide la forma animale, l'unica alternativa valida è rinunziarvi del tutto, mentre lui conserva la forma, spostandola, però, in un modo alquanto oscuro, nell'ambito delle elaborazioni psichiche.Rani e Katya ha scritto:A mio parere, riguardo la forma, sarebbe inutile scervellarsi tanto alla ricerca di una forma che sia caratterialmente simile all'umano. Il daimon non ha forma, e questo mi pare sia un dato di fatto. Pertanto mi sembra inutile cercare di trovare "quella giusta".
Dire che il daimon è senza forma e allo stesso tempo scervellarsi per analizzare la forma del daimon è una contraddizione così evidente che non sto neanche a parlarne
Ovviamente si resta liberi di proiettare il daimon in forma animale e tutto il resto, anche perché è ovviamente più semplice (e magari questo potrebbe ricondursi alla faccenda delle persone artistiche e pragmatiche) visualizzarlo in una forma reale, terrena, che in una forma astratta o in un sasso Ciò che sia Nemo (a quanto mi è parso di capire, almeno, purtroppo ho letto solo un po' i punti più importanti dei vostri post, ché se no non mi bastavano 90 anni a leggere tutto ) che io è che sforzarsi a cercare delle corrispondenze caratteriali tra una forma che viene attribuita dall'uomo e l'umano stesso è... inutile °3°
E ritengo che se noi siamo così abituati a dare al daimon una forma di animale è perché siamo in qualche modo legati a QOM in cui appunto viene fatto Socrate, psicologi e filosofi non hanno mai accennato a forme animali per il daimon, il Super-Io, il Superman (giusto per sottolineare la mia preparazione in materia (?)) e così via