È quello che viene insegnato ai novizi riguardo la forma Per conoscere la forma del tuo daimon devi affidarti alle analisi, poiché il daimon acquista la forma più simile a te caratterialmente Stabilità, instabilità, riconducono tutte a quel principio baseClaudio-Olyandra ha scritto:Bisogna vedere se la lepre esprime il suo Io o semplicemente attira il suo gusto estetico. Posto che la lepre lo rappresenti veramente e sia adatta alla proiezione, be', perché rinunziarvi? L'analisi serve a guidare l'introspezione, a darti una dritta su ciò che sei dentro, perciò ha una valenza "conoscitiva" e non "estetica": quel daemian saprà che il suo carattere è di scoiattolo e si regolerà di conseguenza, e tanto basta, ma nessuno lo obbliga a venerare l'effigie dello scoiattolo o a forzare l'immagine dello scoiattolo nel corso delle sue visualizzazioni!
Premetto che stare dietro ad entrambi in questo topic per me è diventato impossibile post fa, quindi mi limito a cogliere il succo (parlate in modo lungo e astruso! D:) Ma del pensiero di Nemo so qualcosa perché ne parliamo spesso in via privata Diciamo che non mi limito a tralasciarla, ma in quelle righe obiettavo all'importanza dello studio di una cosa che non esiste Che poi è un po' quello che fa Nemo, anche se lui prende in considerazioni forme astratte. E riguardo a questo qualche post fa ho scritto che magari la difficoltà nel proiettare forme astratte può derivare dalla capacità artistica dell'individuo, un po' come Nemo aveva detto riguardo alle vie di comunicazione I nostri pensieri hanno somiglianze e differenze Ricordati che in parte se ha scelto di rendere pubbliche queste teorie il merito è mio (come deciso dall'ante scriptum inconfutabile e inobiettabile posto prima delle tesi (?)) u.uClaudio-Olyandra ha scritto:D'accordo, quindi la tua tesi è diversa da quella di Nemo. Se per te la forma non è importante, coerentemente con questa premessa la tralasci, e non ho nulla da obiettare, avendo specificato fin dall'inizio che la forma non è un parametro insopprimibile del rapporto uomo-daimon. Lui, invece, contesta la forma animale, eppure difende il ruolo della forma, postulandone l'unicità ed irripetibilità, e questo non mi torna. Le vostre strade si dividono...
Avevo la netta sensazione che fosse l'esempio meno calzante della storia del mondo, ma ho detto "Vabbè, dai, proviamo"Claudio-Olyandra ha scritto:Il nome è puramente convenzionale, mentre la forma è un itinerario, sia pure abbozzato, per muovere i primi passi introspettivi.
Però se vogliamo i simboli sono convenzioni. E anche la forma, come avete detto, è un simbolo. Quindi per un procedimento logico tanto caro ad Aristotele, la forma è una convenzione
(Sì, ho di nuovo la stessa sensazione, se ve lo state chiedendo )
Well, diciamo che un po' sto cercando di aiutarlo nelle sue teorie, che condivido, un po' sto cercando di sottolineare il mio pensiero Lui dice che la forma è inutile studiarla perché può anche essere astratta, io che è inutile perché non esiste Alla fine il pensiero è diverso, ma l'intento, ciò che vogliamo dimostrare, è in pratica lo stessoClaudio-Olyandra ha scritto:Confesso, l'ho fatto apposta per costringerti a leggerlo tutto. No, scherzo, ho commesso un errore di eccessiva semplificazione, associando il tuo punto di vista al suo, mentre in verità sono radicalmente distinti.