Confronti fra Daimon e l'antica cultura magica occidentale

Riflettiamo sulle somiglianze e le differenze tra il Daimonismo ed altri sistemi filosofici, psicologici o religiosi!
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Nero-cavaliere
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Confronti fra Daimon e l'antica cultura magica occidentale

Messaggio da Nero-cavaliere » gio 13/feb/2014 01:08:45

Un saluto a tutti!
Mentre scrivo è mezzanotte e mezza e, se fossi una persona sana e coscienziosa, ora mi concederei del sonno ristoratore.
Peccato per me che io non sono né sano (ultimamente le influenze mi han preso di mira) né coscienzioso (carpe diem, baby!) e quindi farò quello che mi riesce meglio: asseconderò un mio capriccio. Nella fattispecie questo nuovo topic nasce con l'intento ambizioso di incrociare la base di quella che è la cultura magica occidentale con il fenomeno del Daimon, alla ricerca di elementi comuni, possibili spunti e riflessioni interessanti.

Ho detto le basi non per caso, che ci crediate o no la magia è un lato preponderante della cultura occidentale che a tutt'oggi ha un enorme impatto sulle nostre vite, anche se non ce ne rendiamo conto. Detto questo però, ricalcare tutto questo ben di Dio è un lavoro da specialisti dotati di risorse e capacità di materia grigia notevoli, quindi ho deciso di limitarmi agli "esordi", alle fondamenta e alla prima vera nascita di quella che poi è la nostra cultura magica.
Poi non fraintendetemi eh, io sono un tipo che se la cava, però ho i miei limiti e su tanti di questi argomenti non posso certo asserire di essere un esperto; sicché se sull'argomento ne sapete più di me non solo vi suggerisco, ma vi invito caldamente a lasciare un bel commento cazzuto, con tanto di bibliografia e che esplichi i vari punti nello specifico.

Ora, intendo affrontare tre grandi "settori" in questo post.
I primi due saranno rispettivamente la Grecia e l'Egitto, che poi, sono le due fondamenta della nostra cultura magica (ma anche cultura in senso generale a ben vedere).
Il terzo, invece, verterà dall'incontro di queste due realtà e culminerà con i movimenti che poi daranno origine all'alchimia nei regni ellenistici.

Purtroppo questo significa che lascerò fuori discorsi potenzialmente MOLTO interessanti, come possono essere i paragoni con il misticismo giapponese, quello cinese, quello vudù o quello africano. Nulla mi vieterà però, previa documentazione, di affrontare siffatti temi in un futuro futuribile se sarete interessati.

Un ulteriore premessa va fatta: cercherò sempre di darvi un contesto storico e culturale abbastanza preciso e sintetico. Questo sia perché sono uno storico, sia perché credo, è l'approccio più onesto e intellettualmente corretto che può venire adottato.

I vari post che seguiranno saranno vergati di mio pugno e verranno aggiornati tramite modifiche che aggiungeranno ulteriori "paragrafi".
I post si suddivideranno in base ai vari argomenti, quindi, ad esempio potreste trovare una cosa di questo genere:

- Cultura Greca
- Origini ed evoluzioni
- Religione e polis
- I Misteri e il loro rapporto con il Daimon
- Socrate e il demone

Quindi, ad esempio, in unico post potreste trovarvi quattro paragrafini interni.
Cercherò di usare una scrittura scorrevole e di essere il più semplice possibile.
Per quanto riguarda le mie fonti in buona parte attingerò da esami dati presso la facoltà di scienze storiche e fonti su studi recenti, più, nel caso della magia, tradizioni instauratesi nel tempo (che comunque vi segnalerò sempre come TRADIZIONI e, pertanto, come anche cose che magari non hanno propriamente plausibilità storica).
In caso comunque di riferimenti o citazioni se possibile vi riferirò tutta la bibliografia da cui ho attinto a termine del post interessato.

Che altro dire? Spero che parteciperete a questa conversazione numerosi e che ne trarrete numerosi spunti!
Ah, tanto per essere chiari, intendo approcciarmi a questo post da un punto di vista prettamente storico, quindi informazioni a parte io non esprimerò giudizi su quanto riferirò. Starà a voi vedere cosa secondo voi ha un senso o no, io, in ogni caso, vi lancerò qualche "frecciatina", rintracciando possibili elementi comuni fra Daimon e punti degli argomenti.

Buona lettura!!!
"Sacrificio? Offerta? Destino? Risparmiami le teorie noiose! Questa non è altro che una guerra! Non c'è nulla di diverso dal solito, e in guerra vince chi rimane in piedi per ultimo!"

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Nero-cavaliere
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Cultura Greca

Messaggio da Nero-cavaliere » gio 13/feb/2014 01:27:45

- Origini ed evoluzioni: civiltà minoica, micenea e "dark age"

Ordunque fanciulli e fanciulle, spostiamo le lancette del calendario al 2000 a.C.
Siamo a Creta, una splendida isoletta che si affaccia sul mar Egeo. E' qui, proprio qui, che avrà origine la civiltà che farà da "precursore" a quella dei greci.
In particolar modo, questa civiltà, detta "Minoica" durerà dal 2000 a.C. fino, all'incirca, la metà del sedicesimo secolo a.C.
La suddetta civiltà era caratterizzata da dei grandi palazzi che svolgevano numerosi ruoli. Ci stava il re, e quindi erano il centro amministrativo, ci stavano i magazzini e le botteghe e quindi c'era un ruolo economico, ci stavano i templi, e, quindi, svolgevano anche un ruolo religioso.
Però, e qui sta l'inghippo, non c'erano fortificazioni e le armi ritrovate nelle tombe erano davvero poche. Ci troviamo quindi davanti a una civiltà che amava barattare (mercanteggiavano lungo tutto l'Egeo e persino con gli Egizi!) e che usava ben poco la guerra per imporsi. Purtroppo delle loro attitudini sappiamo ben poco, perché la loro scrittura è tutt'ora indecifrata.
Sappiamo però che i loro riti chiamavano in causa degli animali e, proprio in questo contesto, inizierà la famosa leggenda del Minotauro che era visto come la forza animalesca e indomabile dell'essere umano.
Suona familiare? Beh, di sicuro Daimon a parte, avrebbe avuto un impatto bello potente in futuro, ma andiamo con ordine.
Intorno al sedicesimo secolo la Grecia continentale conosce una svolta: pure lì nascono dei palazzi che danno inizio a dei piccoli domini territoriali in competizioni fra loro, dominati da sovrani locali. Questi sovrani avevano tutto un insieme di burocrati e i palazzi erano simili a quelli minoici. Però, perché un però c'è, questi erano arroccati su posizioni difendibili, fortificate, e l'esercito aveva un ruolo molto più preponderante.
Vediamo, sostanzialmente, che con questa nuova civiltà, definita Micenea, le cose iniziano a prendere una piega molto più "militaresca" che arriverà a influenzare non soltanto l'Egeo, ma l'intero Mediterraneo. In tutto questo la scrittura cambia, grazie al cielo aggiungerei, visto che finalmente possiamo tradurla.
Ciò che ne viene fuori, per quello che interessa a noi, è che il pantheon inizia a mischiare divinità sconosciute ad altre che in futuro diventeranno preponderanti, come Crono, Zeus e Poseidone.
Questa civiltà tira pure per un bel periodo, ma intorno alla metà del tredicesimo secolo a.C. la società crolla e gli staterelli si frammentano ulteriormente, portando al così detto "periodo buio". La scrittura cessa di esistere, l'agricoltura decade in favore dell'allevamento, dalla sepoltura si passa al bruciare i propri morti e ci sarà uno spopolamento di massa.
Tuttavia, proprio in questo periodo, verso il nono secolo, i greci iniziano a manifestare un'identità comune e a popolare nuove zone. E' la nascita della Grecia arcaica come la conosciamo noi, il preludio della Grecia di cui tutti abbiamo sentito parlare.

-Religione e Polis

Okay gente, la parte precedente era molto didascalica, ma necessaria.
Ora, ora passiamo alle parti interessanti quindi tenetevi forte.
Per i popoli della Grecia era un periodo oscuro come dicevamo, ma iniziavano a entrare in gioco delle cose che avrebbero cambiato la storia.
Tre sono le cose importanti per quello che ci interessa: tanto per cominciare i Greci svilupparono la coscienza di un'identità comunque che portò alla nascita da un lato delle anfizionie (sostanzialmente delle leghe "sacre" legate a un tempio che promuovevano culti comuni a tutta la grecità). Questa è una cosa potente perché i greci prendono coscienza di sé e conformano i loro culti.
Nello stesso tempo le Polis diventano delle vere e proprie città stato che, a loro volta, si appellano a culti specifici con divinità rappresentanti (Atene = Atena, ad esempio).
La terza cosa veramente rilevante è che i Greci in questo periodo colonizzano mezzo mondo, facendo nuove città in Spagna, nel sud della Francia, in Sicilia, in sud Italia e, udite udite, anche nelle coste che si affacciano sullo Ionio, quindi ai confini di quella che sarebbe diventata la Persia.

Quest'ultimo aspetto è ESTREMAMENTE rilevante, visto che la religione greca viene a contatto con quella di altri popoli e finisce per inglobare tutta una serie di figure che, a differenza degli dei greci, presentano caratteristiche animali. Centauri, Arpie, Satiri, insomma, chi più ne ha, più ne metta! Queste figure sicuramente erano già presenti in passato, ma è solo in questo periodo che si "standardizzano" come le conosciamo noi. Perché è rilevante vi domandate?
Facciamo un leggero passo indietro.
Queste figure "animali" erano già presenti in altre culture, quindi che diavolo avrebbero fatto di tanto originale i greci?
Beh gente, i Greci sono stati i primi a creare su di esse il binomio "razionalità" e "istinto", ove l'uomo era razionale, mentre la bestia istintiva.
Non è una cosa da sottovalutare visto che, ancora oggi, all'alba del terzo millennio dopo Cristo, ci ritroviamo con la stessa problematica per quanto concerne i Daimon. E' opinione comune infatti che essi siano la manifestazione del nostro inconscio e che, in virtù di questo, possiedano attitudini "animalesche" e, quindi, istintive.
Ma è intelligente dargli corda? Nella fattispecie, voi vi rapportate con quel lato di voi senza alcun problema?

Ora, io sarò conciso e chiaro su quanto ho osservato su questo forum.
Molti degli utenti vedono i loro Daimon in una maniera tutto sommato molto razionale e, addirittura, li deviano in una chiave "ironica".
E l'ironia, per definizione, richiede un certo discernimento, una certa volontà di appiattire i toni.
Ma se questo vale per molti di voi, è anche vero che il fenomeno Daimon ha anche altri corrispettivi, infatti alcuni, come anche me, hanno a che fare con Daimon molto più radicati nel nostro istinto. Parliamo, letteralmente, di un certo sesto senso animale. Il lato profondo di noi, appunto. Un lato che non è facile controllare e che molti filosofi hanno ricondotto alla radice della pazzia.
Beh, indovinate un po', i primi a parlarne in questi termini sono stati proprio i greci.

I greci temevano il lato "animale", il lato profondo che spingeva l'uomo alla violenza e all'avidità invece che alla dialettica, l'uomo che cercava di ergersi sugli altri dimentico dei propri limiti. In questo senso i miti greci, come quello di Prometeo, sono rivelatori. Prometeo era un titano che, ad un certo punto, ebbe la simpatica idea di insegnare agli uomini ad usare il fuoco. Zeus però, cogliendolo sul fatto, decise di punirlo incatenandolo a una rupe destinandolo a un supplizio eterno.
La morale? Gli uomini prima erano simili ad animali, ma il fuoco, con tutto quello che questo rappresenta, li ha resi più simili agli dei.
Ergo, la bestialità insita nell'esser umano è qualcosa di ancestrale che impedirebbe, stando all'opinione dei greci, di migliorarci e di essere uomini "civili", di più anzi, è proprio tale bestialità a distinguere i barbari dai greci, coloro che non hanno civiltà da coloro che la hanno.
Questo da un punto di vista greco, chiaramente.

L'evoluzione della religione greca fu progressiva. Attualmente molti studiosi ritengono che prima dell'età arcaica i greci compivano anche sacrifici umani ma che, col tempo, questi sacrifici divennero soltanto animali. L'animale quindi veniva sacrificato al dio, forse, proprio per segnare inconsciamente la vittoria dell'uomo sulla bestia, della razionalità sull'istinto, anche se, questa, è solo una delle possibili letture.

Quello che conta è che però questo non fu il solo punto di vista della faccenda. Infatti, mentre la religione "ufficiale" relegava tale bestialità come segno d'inciviltà è anche vero che, dal nord della Grecia (Epiro e Macedonia) presero piede tutta una serie di culti detti misterici.
Era l'inizio di quella che noi oggi definiremmo "magia". E, pensate un po', era anche il principio di quella linea di pensiero che invece di "eliminare" il lato istintivo di noi, puntava invece a celebrarlo e a utilizzarlo.

-I Culti Misterici

Dite la verità chi fra voi, sentendo parlare degli antichi greci, non si immaginava che questi si sparassero orgione tremende?
O quantomeno, viste le affermazioni e le azioni di certi filosofi, vi sarà venuto il sospetto che questi si siano fumati qualcosa.
Beh, complimenti... in parte ci avete preso!
Infatti è lecito dire che culti misterici e nascita della filosofia siano intimamente connessi e per quanto i filosofi successivi facessero gli snob sminuendo il tutto come "superstizione" i culti misterici sono stati una vera manna per molti movimenti filosofici. Per dirne una le idee metafisiche del neoplatonismo... beh, son nate da qui (lo dice wikipedia, se volete prendervela con qualcuno prendetevela con lei, yo!).

Ora, se siete lettori attenti, noterete che io son già giunto a un controsenso apparente.
Infatti, se avete occhi acuti avrete notato che io nell'introduzione ho asserito che la magia in senso vero nasce con tutta probabilità nei regni ellenistici; eppure, nel paragrafino precedente, vi tiro fuori che con i culti misterici, 500 e passa anni prima di Alessandro Magno già avevamo una forma di magia.
Tranquilli, tranquilli vi dico! Non sono come Pino Scotto che finiva di suonare alle 9 e alle 8 era già in fabbrica (altro che Padre Pio, Scotto sì che conosce l'ubiquità!).
Fondamentalmente la magia, o meglio, i concetti che andranno poi a definire quella che sarà la "magia" occidentale, nascono dall'intreccio di due culture: quella egizia (ma anche persiana) con quella greca.

E i culti misterici, pur essendo "greci" avevano molte cose che propriamente greche non erano.
Calma però miei tesori di lettori (se siete arrivati fin qui siete tessssori, sì sì!) vediamo di chiarire tanto per cominciare cosa diavolo è un culto misterico.
Dicasi culto misterico quel culto di natura fortemente esoterica che imponeva il "mistero" sulle proprie pratiche ai non iniziati.
Quindi se non facevate parte del culto in questione gli iniziati non vi dicevano un ciufolo di quello che ci succedeva.

La cosa è abbastanza bastardella per noi storici, visto che ci siamo dovuti affidare spesso e volentieri a fonti esterne o a testimonianze di seconda mano, ma siamo in ogni caso riusciti a evincere delle cose fondamentali.

I culti misterici avevano un enorme considerazione delle stagioni. La cosa è bella potente eh, perché ci porta a tante, ma proprio tante considerazioni. Partite dal presupposto che i miti di Persefone (se preferite Proserpina) e quello di Dioniso molto avevano a che spartire con religioni orientali (e da qui l'incontro fra culture di cui accennavo sopra) ma è interessante notare come in tutti i culti misterici si parlasse sostanzialmente di una rinascita degli iniziati.
I culti misterici furono forse i primissimi a usare quelle che erano delle tecniche rituali che sarebbero diventate tipiche per le nostre società segrete, con saluti, simboli e riti atti ad avere un forte impatto emotivo. Spesso infatti le cerimonie avvenivano in posti bui, gli iniziati venivano bendati e, dopo tutta una serie di canti e situazioni suggestive, si toglievano le bende per vedere in rapida successione i simboli e i saluti tipici del culto.
Questo perché la nostra mente in queste condizioni memorizza più facilmente (è una cosa comprovata).

Ora, rinascita, dicevamo. Sarebbe interessante notare le mille mila analogie che si possono fare con Gesù o altre religioni, ma eviterò di cadere nella tentazione, sappiate solo che in antropologia culturale sono stati fatti tomi sull'argomento. Roba seria, mica le cagate che tira fuori quel geniaccio di Dan Brown (che, a sua volta, si è limitato a rubare le cavolate sparate da un certo signor Plantard).

La rinascita è un tema pregnante in magia e nei culti misterici aveva l'esatto ruolo che ricopre in tale disciplina ancora oggi: tramite tali riti si "rinasceva" come uomini nuovi, più consapevoli e sicuri, capaci, dunque, non solo di assistere passivamente alla natura, ma anche di dominarla.
Come?
Ma liberando la bestia che è in noi sciuocchini!
La gente liberava la propria parte animalesca e sperimentando nuovi modi di viverla (eh, mica c'erano solo le orgie eh, c'erano riti misterici per tutti i gusti e... ciliegina sulla torta, pure gli antenati del battesimo. In particolare si stava a mollo in acqua in quei riti misterici che cercavano di ingraziarsi il mare e di evitare i naufragi).

Un'altra cosa interessante è che è proprio durante i culti misterici, in particolare quelli dionisiaci, che venivano fuori testimonianze di "mezzi uomini". Centauri, satiri, serpenti enormi... queste creature secondo i contemporanei uscivano fuori per celebrare i riti e partecipare. Manifestazioni del Daimon? Allucinazioni indotte?
Ehy, io la mia parte l'ho fatta!

In ogni caso sicuramente qui, proprio qui, troviamo i primi veri tentativi di rapportarsi alla parte istintiva di sé stessi. Forse con atti eccessivi, ma sempre di grande richiamo. Per dirne una, libro affidabile della Mondadori alla mano, trent'anni fa la magia sessuale andava molto di moda... ;)

-Filosofia e Daimon

Sponde della costa ionica. Piccole città greche incapaci di tutelarsi contro giganti come la Persia, decidono di sfuggire al giogo dei dominatori liberando la propria speculazione sul mondo. E così, parlando del logos, della ragione prima del mondo, filosofi come Talete fanno il grande passo e iniziano a domandarsi da cosa abbia avuto origine il mondo.

La cosa interessante? Dopo i primi filosofi e i primi tentativi, questo tipo di scuola filosofica si convince che sono quattro gli elementi che reggono il mondo: aria, fuoco, terra e acqua.
Ognuno di questi elementi poi, non era stato analizzato solo per le sue caratteristiche fisiche, ma per quelle che l'uomo era solito attribuirgli.

Perché è rilevante vi domanderete? Beh signore e signori, un lato fondamentale della magia inizia proprio qui: con la filosofia.
Il mago, tra l'altro, era un nome di origine persiana che veniva attribuita ai grandi saggi e ai grandi pensatori.
E sarà un termine che verrà attribuito dai persiani anche ai filosofi che, però, appunto, avevano proteso per la definizione di "amanti del sapere".
Con il primo tentativo di imbrigliare la nostra conoscenza del mondo era stato tentato, inconsapevolmente, di imbrigliare la nostra stessa volontà.
Usando gli elementi, ad esempio, era possibile influenzarsi e cambiare la propria visione del mondo, cogliendo nuove verità, nuove forze, nuove idee.

Pitagora anni più avanti tenterà la stessa cosa con i numeri e per quello che siamo riusciti a vedere dei suoi insegnamenti beh... si trattava già senza ombra di dubbio di una magia consapevole.
Si potrebbe tranquillamente asserire che Pitagora, unendo filosofia a caratteristiche del mondo misterico (anche Pitagora aveva i "misteri" che venivano impartiti solo a chi decideva di aderire completamente alla setta) nasce la prima vera setta magica intesa nel termine moderno.
Questo però avviene sulle sponde della nostra Sicilia, un posto che l'occultista Aleister Crowley arriverà a definire come una "seconda casa" proprio ricordando l'eredità pitagorica nel periodo del fascismo.

Ma torniamo un attimo nella Grecia continentale. Anche qui la filosofia ha proliferato e, di sicuro, tutti conoscerete personalità come Socrate, Platone e Aristotele.
Il punto focale in questo senso è Socrate che non ha lasciato nulla di scritto, ma che ha fatto scuola per i suoi successori.
Beh, Socrate parlava di Maieutica (letteralmente far nascere). Notato niente?
Anche qui, torna il tema di una seconda nascita, di un emergere a fronte di determinate condizioni di una "piccola morte" che, a sua volta, conduce a una più grande conoscenza.
Questo è il tema fondamentale della magia, quello di cui trattavano sciamani, filosofi e antichi sacerdoti. E, ultimamente, è quello che è andato professando anche un certo signor Gesù Cristo.
E, che ci crediate o meno, il Daimon trova qui le prime definizioni di causa che lo inglobano in questo percorso di vita.
Socrate era convinto che l'uomo fosse pieno di preconcetti datigli dalle autorità e che, per questi motivi, non si ponesse domande.
Così questo vecchio pacifico prese a fare domande come un bimbo ai suoi interlocutori e, di perché in perché, questi rimanevano senza parole. Senza ragioni.
E, in un qualche modo, dovevano riconoscere di non sapere.
Il non sapere Socratico si estendeva da un punto di vista non solo strettamente legato all'argomento, ma si estendeva a un tutto che coinvolgeva ogni aspetto dell'individuo.
Significava, letteralmente, riconoscere che la società non dava le risposte che si desideravano e che ci si poteva affidare soltanto a sé stessi per delle risposte, usando la propria testa.
Non v'erano tradizioni sacre, perché erano parole di altri, appunto, e se valevano per una persona magari non valevano per altre.
Ora, Socrate asseriva anche che le persone che avevano subito questa "maieutica" cambiavano, diventano non solo migliori, ma miglioravano ogni campo della propria vita e, alla lunga, anche la polis prosperava. Questo perché scoprivano la propria anima, il proprio vero io.
E' la prima volta che si accosta l'idea di essere umano a un'idea di anima, in questi ambiti, usando spiegazioni di tipo etico e logico.

Socrate sarà anche colui che forgerà il termine di Daimon, riferendosi ad esso come a un'entità che dialogava con lui e che, nel suo caso, piuttosto che spingerlo a fare una determinata cosa, tendeva a dissuaderlo. Egli asseriva che era stato il contatto con questa "divinità" (lui chiaramente la localizzava in termini tipici della propria epoca e nella propria tradizione) a spingerlo all'imperativo di praticare la maieutica sugli altri e, in generale, a fargli porre delle domande.
Non mancherà poi di definire ironicamente tale Daimon come un ospite molto seccante in talune situazioni. Suona familiare? Molti di voi, dopotutto, con il proprio Daimon ci discutono.

Socrate, com'è noto, morì sotto processo. La sua arte maieutica abituava la gente a pensare con la propria testa e visto che la polis aveva appena subito una tremenda disfatta contro Sparta nella guerra del Pelopponeso, si sentiva il bisogno di zittirlo, perché era visto come "pericoloso" e così, vista la sua amicizia con uno dei tiranni che avevano tentato un colpo di stato, venne accusato di aver partecipato al complotto.
E con Socrate morto saranno poi altri a raccoglierne l'eredità.
Un'eredità che, ad onor del vero, nasconde molti chiari scuri.
Chi era realmente Socrate? Nel solco del tempo si è persa la verità su quest'uomo che conosciamo solo da fonti esterne, come la celebre Apologia di Socrate del suo allievo Platone o dalle commedie dispregiative di Aristofane.
Ma chi era realmente? Possibile che il suo riferimento a una "seconda nascita" e al "daimon" non coinvolgesse soltanto argomenti di carattere logico ma anche verità di ambito metafisico?
Purtroppo di risposte in questo versante non ce ne sono, si potrebbero fare solo delle congetture e, anche lì, niente ci dà dei veri risultati. Parlarne, ora come ora, sarebbe aria fritta.

Ciò che è certo però è che senza la filosofia di Socrate e dei suoi successori probabilmente il nostro sarebbe un mondo molto diverso.
A partire dalla parola Daimon.

E con questo concludo la parte sui greci.
"Sacrificio? Offerta? Destino? Risparmiami le teorie noiose! Questa non è altro che una guerra! Non c'è nulla di diverso dal solito, e in guerra vince chi rimane in piedi per ultimo!"

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