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Inviato: ven 19/dic/2008 01:13:00
da Claudio-Olyandra
Direi allora di partire dalla base. ;) Come prima cosa, è bene specificare che visualizzazione, nell'accezione in cui correntemente si usa, è un termine improprio. Con questo vocabolo, infatti, si designa quell'attività con la quale si ricostruisce mentalmente l'immagine del proprio daimon, però tenendo gli occhi chiusi: l'effigie si staglia perciò contro il buio e non si mescola alle altre figure recepite con la vista. Quando invece quest'attività avviene ad occhi aperti e la forma della propria anima si combina con le sagome percepite dagli occhi, si parla più correttamente di proiezione. Il meccanismo è il medesimo, ma la difficoltà (e, solidalmente con essa, la gratificazione che se ne ricava) è di gran lunga maggiore nella proiezione che nella visualizzazione. 8)

Quali sono le tappe di questo procedimento? Innanzitutto bisogna stamparsi nella testa e nel cuore il grande aforisma del poeta Keats, il quale suona più o meno così: "Non bisogna dar irosamente la caccia a fatti e ragioni". Per ottenere un buon risultato, cioè, è dapprincipio necessario non lavorare troppo di testa, non ricercare affannosamente la spiegazione scientifica della causa che rende possibile il fenomeno, non appigliarsi con rigore alle cervellotiche elucubrazioni sul quando, il come ed il perché. Va da sé che con questo non voglio minimamente suggerire di staccare i neuroni e bere acriticamente qualunque scemenza vi venga propinata, ma nel momento della proiezione urge mettere temporaneamente in quarantena tutti gli interrogativi e le congetture e porre al centro dell'attenzione se stessi, il proprio essere, senza distrazioni di sorta. ;) Per i primi tentativi, è consigliabile un luogo appartato, silenzioso, privo di stimoli sensoriali perturbanti, ove potersi efficamente distaccare per un istante dall'esterno per guardare dentro di sé. Così facendo, ci si avvia con una certa spontaneità verso quella sorta di trance in QOM descritta come requisito fondamentale per la lettura dell'aletiometro e per l'instaurazione di un contatto con la Polvere: benché nella realtà non esistano aletiometri e non sia provata la natura cosciente delle particelle oscure, quasi tutti i daemian testimoniano che lo stato d'animo per la proiezione ricalca quello citato nella trilogia pullmaniana, che consiglio vivamente a tutti di leggere, malgrado si tratti comunque di un'opera fantasy e non di un fantomatico "libro sacro". 8) Questi sono i preliminari. Una volta compiuti con successo, bisogna concentrarsi sulla sagoma del proprio daimon, cercando di richiamare alla coscienza quanti più dettagli fisici è possibile (corpo, pelo, dimensioni, muso, colorazione, movenze tipiche etc.): con un po' di applicazione ed una spintarella della fortuna, specie nei primi approcci, l'aspirante proiettore scorgerà, in sovrimpressione rispetto alle immagini fornite dagli occhi, una sagoma nebulosa, perlacea ed indistinta, che approssimativamente assomiglia alla forma ottimale. Raffinando la tecnica con un adeguato esercizio, si otterranno risultati sempre migliori, fino a raggiungere l'apice dell'esperienza, quella che consente di vedere il daimon in naturale movimento intorno al soggetto ed agli elementi dell'ambiente circostante. Si tenga però presente che quest'effigie è prodotta dalla mente per via della prolungata concentrazione: il daimon NON assume consistenza solida, NON interagisce con il resto della realtà e, naturalmente, NON è visibile da alcuno all'infuori del daemian che lo proietta. :D Questo implica che la collocazione spaziale del daimon può anche divergere rispetto a quella dell'animale corrispondente: un daemian navigato può senza difficoltà proiettare una volpe in aria, nonostante non sia un uccello. ;)