Primo incontro e conseguenze: il rapporto con il mio Daimon.

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Nero-cavaliere
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Re: Primo incontro e conseguenze: il rapporto con il mio Daimon.

Messaggio da Nero-cavaliere » mar 31/dic/2013 01:14:53

Il fatto è che partendo da questi presupposti, e usando queste tecniche psicofisiche, poi si diventa in grado di esperire la realtà in modo diverso.
Quindi no, non è semplice neurologia o umana potenzialità, c'è qualcosa di più.
Perché due son gli aspetti: il primo è capire sé stessi per capire anche ciò ci circonda, ma vale anche il contrario.
E quando si iniziano a incontrare "forze" o "entità" che in questa realtà son cose diverse... beh, il gioco si fa bello tosto.

Però per comodità, invito a rimandare questo discorso da me già in parte accennato con i "viaggi astrali" a un bel post in seguito.
Sennò l'emicrania è assicurata.

Se torna più comodo vedrò di fare un bel post sintetico e chiarificatore su cosa sia realmente la magia (però datemi tempo, mo' mi tocca pure tornare a studiare e ho già in ballo l'altro topic sui draghi che mi piacerebbe aggiornare come si deve xD ).
;)
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Re: Primo incontro e conseguenze: il rapporto con il mio Daimon.

Messaggio da Claudio-Olyandra » mar 31/dic/2013 02:24:54

Nero-cavaliere ha scritto:Claudio, anzitutto, non confondiamo la superstizione con la magia, son due cose completamente diverse.
Come da te detto, il sentimento di meraviglia guida la seconda, ma nel caso della prima si ricorre a un netto sperimentalismo.

Tra l'altro, colgo al balzo la tua digressione su Dio per assicurarti che la magia e l'alchimia professano l'assoluto contrario.
Non c'è un Dio che scende dall'alto e ci salva, tutt'altro.

Anzitutto Dio è inteso come il fenomeno primo, da cui derivano tutti gli altri fenomeni. Al fenomeno in sé è accostata una "legge" che lo guida, che lo regola, definita in alchimia e in magia con il termine di intelligenza.
Pertanto, per fare un esempio, la luce è un fenomeno regolata da un intelligenza che, poi, è in parte definita dalle leggi che abbiamo ricavato.
Capisci bene che la magia non esclude la scienza, anzi, la considera fondamentale per comprendere le cose sul piano in cui risiediamo.

Riguardo all'intervento di Dio nella nostra vita esso non ha assolutamente alcun riscontro diretto.
Dio non è l'uomo barbuto cristiano che interviene: Dio è il sistema, il creato stesso.
La convinzione che esista la magia e che abbia un ruolo nel mondo è superstizione. Il collegamento tra le due nozioni è fortissimo: la magia non si manifesterebbe con forze scientificamente spiegabili, ma con energie misteriose, sovrannaturali, paranormali, estranee all'indagine per prove ed errori, dunque è una superstizione, una credenza esoterica. Il vocabolario è abbastanza chiaro al riguardo, ed è bene intendersi fin da subito sul significato delle parole, per non costruire intere dissertazioni sull'equivoco.

Riguardo a Dio ed alle intelligenze magiche, quali sono le prove della loro esistenza e della loro effettiva natura? Tutto il discorso che edifichi su queste premesse è claudicante, se prima non si dimostra irrefutabilmente che queste entità esistono e sono realmente come vengono descritte. Oltretutto, la luce è un fenomeno naturale: non è regolata da alcuna intelligenza, per il fatto stesso che l'intelligenza presuppone la coscienza e la materia bruta non è viva, non è senziente e non è capace di interrogarsi su se stessa.
Nero-cavaliere ha scritto:Va detto che però, nel tempo, le acque si son confuse, in quanto sono state individuate dai maghi due forze opposte che tengono insieme la realtà su un dualismo ben preciso: positivo e negativo.
Queste vengono comunemente definite "bene" e "male" ma sono assolutamente scevre di significati morali.
E cosa possiedono questi maghi che consente loro di fare scoperte precluse al resto dell'umanità? E dove risiedono queste forze? Come sono state rilevate? La scienza pubblica le proprie scoperte e le sottopone all'esame di tutti, mentre qui difetta ogni trasparenza, ogni controllo, ogni esame critico e ragionato delle acquisizioni conoscitive, nonché la loro stessa falsificabilità, pertanto come si può tenerle in debita considerazione? Le due forze in eterno contrasto nell'universo sono un tema comune nella filosofia, però bisogna far attenzione a non scambiare il piano ontologico con quello logico: un conto è dire che esistono realmente, concretamente e tangibilmente due energie reciprocamente ostili, in perenne conflitto, un altro conto è spiegare la realtà tramite un modello semplificato di tipo dicotomico. Insomma, questa coppia di opposti esiste in natura o è uno strumento conoscitivo? L'uso stesso di "bene" e "male" (che, a dispetto di quanto affermi, non possono prescindere da un valore morale, essendo parole create appositamente per designare ciò che è moralmente approvato o disapprovato) lascia chiaramente intendere che questa bipartizione è puramente concettuale, descrittiva, categoriale. Peraltro, i fatti necessitati non si prestano ad alcuna classificazione in termini di "bene" o "male" (o di "positivo" e "negativo"), applicabili soltanto a scelte libere in funzione di parametri valoriali (se si riconosce che la vita è un valore, allora uccidere è - generalmente - un disvalore).
Nero-cavaliere ha scritto:A livello personale, comunque, in quanto simili a "Dio", v'è l'assunto che siamo capaci di migliorarci, di adattarci.
Questo, secondo un preciso percorso che poi viene definito "grande opera", permette all'uomo di avvicinarsi all'intelligenza prima, ma solo con le proprie forze.
Non c'è qualcuno che arriva dall'alto e ti salva: tutt'altro.
Sei tu che con la tua forza di volontà salvi te stesso.

Ora, continuando su questa scia, la magia non ha mai parlato di "perfettibilità dell'universo", tutt'altro.
Essa si basa su un preciso assunto: ossia che capendo meglio noi stessi possiamo capire meglio ciò che ci circonda e, la medesima cosa, al contrario.
Questo però va inteso in un senso lato, in quanto è una frase che va interpretata.

Un esempio pratico potrebbe essere come, osservando un fuoco scoppiettante, ci sentiamo carichi dentro. Oppure come vedendo persone che soffrono intorno a noi ci sentiamo toccati dalla compassione.
Sostanzialmente vedendo il mondo che ci circonda mutiamo il nostro stato psico-fisico.
Ecco, la magia insegna a "controllare" questi mutamenti con la volontà.
Continui a menzionare divinità ed intelligenze, ma non fornisci alcuna prova al riguardo: le ipotizzi, le poni come fondamento del tuo discorso e come obiettivo di un percorso di crescita spirituale, però restano parole vuote, caselle prive di contenuto, meri termini altisonanti ed emotivamente efficaci. Dove sta la sostanza? Insisti nel voler trarre argomenti sull'esistenza di un ente dalle emozioni che genera nell'osservatore: l'emozione è una reazione psichica ad uno stimolo sensoriale di cui si ha consapevolezza e non consente di inferire alcunché circa l'energia, la potenza, la forza, l'intelligenza o altri presunti parametri magici dell'oggetto. L'emozione è tutta interna al soggetto, dipende dal suo carattere, dalla sua visione del mondo, dall'attenzione rivolta al fenomeno, dalle passate esperienze: il fuoco potrà anche caricarmi ed eccitarmi quanto vuoi, ma resta un fenomeno chimico di combustione tra un combustibile ed un comburente che sprigiona energia termica. Che sia un elemento, che sia nobile, che sia alto e così via, è una costruzione mitologica.
Nero-cavaliere ha scritto:Non ci sono credenze preconcette, tutt'altro.
Tu definiresti un idraulico o un meccanico credenti o atei dalla loro professione?
Per il mago è lo stesso.
Esso è a conoscenza di forze che agiscono sulla mente e sul mondo e impara a leggerle o manovrarle.

E' ovvio che non si possono sempre produrre risultati "sperimentali" nei termini della scienza, perché spesso e volentieri i cambiamenti sono mutamenti incorsi in base al soggetto.
Un esempio pratico è lo stesso Daimon: esso è considerato in qualsiasi testo di alchimia il preludio della magia, il serpente che offre la mela.
Eppure, il Daimon, non è sempre lo stesso: cambia da persona a persona, proprio perché i fattori che ci definiscono sono un'infinità.

Non confondiamo la magia e l'occultismo con la superstizione.

Ad esempio, secondo te, perché esiste l'acqua santa?
L'acqua in magia è l'elemento che più di tutti rappresenta il mutamento, proprio per le sue qualità fisiche.
Essendo il liquido per eccellenza, essa transige e veglia sul cambiamento.
E questo noi uomini lo asseriamo inconsciamente.
Se vedi il mare di sera non ti viene malinconia, non ti viene voglia di meditare su te stesso?

Sostanzialmente, in magia, acqua e mutamento, acqua e malinconia, sono la stessa cosa; proprio perché nella nostra mente abbiamo creato un legame indissolubile fra questi concetti.
Di nuovo: osservando il mondo comprendiamo meglio noi stessi.
Ed ecco che l'acqua santa, diviene un "simbolo", essa permette il mutamento, la presa di coscienza di un mutamento nell'essere.
Da uomo comune quale sei ricevi il battesimo, ossia, da uomo che prima non vedeva la realtà, simbolicamente, vieni iniziato alla comprensione della stessa.
Nell'acqua affoghi e rinasci.
Il serpente che offre la mela è una banale metafora funzionale ad un sistema religioso dogmatico, che da certe premesse sulla divinità ed i suoi voleri vuole trarre precise conseguenze in punto di peccato umano, a loro volta strumentali all'esercizio di un pervasivo potere di dominazione delle masse: il senso di colpa, la mortificazione dei bisogni umani, l'inflessibilità morale, la cultura dello scandalo e della vergogna sono subdoli strumenti di controllo sociale, per mantenere l'ordine costituito e perpetuare i vantaggi delle classi privilegiate al suo interno. La storia e l'attualità parlano chiaro: laddove abbondano gli spauracchi ultraterreni ed il bigottismo religioso, la libertà è soffocata, la cultura è ostracizzata e la diversità è forzatamente omologata o violentemente distrutta. Quando la religione è imposta come Verità infallibile non c'è spazio per il dissenso, per l'originalità, per l'autorealizzazione, se non al prezzo di rivoluzioni sanguinarie e dall'esito incerto: la cieca obbedienza e la servile sottomissione all'autorità sono gli unici valori riconosciuti, perché l'individuo è strumento della società e non la società al servizio degli uomini dalla cui comune volontà è sorta e trae legittimazione.
L'acqua, santa o non santa, non veglia su una mazza fritta: è una molecola polare con due atomi di idrogeno ed una di ossigeno, avente determinate proprietà fisico-chimiche ed una cruciale rilevanza per la biologia. Il resto è una sovrastruttura, un di più appioppatole dalla mente umana nell'esercizio delle sue capacità creative ed immaginifiche.
L'acqua non fa rinascere proprio nessuno, a meno di voler trasmodare in licenze poetiche impregnate di afflati epici: l'acqua giova alle funzioni dell'organismo, permette l'esistenza della vita organica su base carbonica, è imprescindibile negli equilibri dell'ecosistema e del clima. Poi, se qualcuno vuole considerarla il rinnovamento, la purezza, l'infinità, la quintessenza, l'archè o il piffero suo, è legittimato a farlo, ma nessuna delle suddette proprietà appartiene all'acqua: sono costrutti umani, simboli creati ad uso e consumo di una certa cultura e visione del mondo, e non hanno valore di realtà. Sentimenti e passioni sono soggettivi, non mai oggettivi.
Nero-cavaliere ha scritto:Poi, come lo usa il cristianesimo è un altro paio di maniche: i tonti si son dimenticati le origini di tutto ciò.
I maghi no.

Sulla cabala onestamente non vedo come si possano muovere critiche di carattere razionale: essa è semplicemente una filosofia che, nel tempo, permette tramite sperimentalismi e discipline varie, di arrivare a dei risultati pratici, in particolar modo per quanto concerne la propria coscienza e il proprio modo di agire.

Mi pare che da parte tua vi sia un enorme confusione sull'argomento trattato da queste discipline.
Scienza e magia sempre di più si compenetrano e si rendono necessarie l'un l'altra.
Poi, se si vuole discutere delle "intelligenze" come "angeli" e "demoni" o, come quelle da te citate "elfi" e affini, è necessario esperire il mondo sotto un modo diverso, che poi è quello che oggi viene comunemente definito "viaggio astrale".
Esso ha dato prove tangibili della propria esistenza da un secolo a questa parte, e, effettivamente, nell'esperire il mondo in questa modalità, molte "leggi" che i nostri scienziati esprimono in un modo, in questo contesto, si comportano differentemente.
La testimonianza degli individui, anche in ottima fede, che assumono di aver vissuto una certa esperienza, non è sempre una prova affidabile: esistono bias cognitivi e mnemonici, allucinazioni, deliri, autosuggestioni, psicosi e millemila altre distorsioni psichiche delle percezioni sensoriali. Perciò, se un uomo mi riferisce di aver visto un elefante in città, posso credergli nonostante la scarsa plausibilità, senza per questo rinunciare alla ricerca di ulteriori riscontri; ma, se affermasse che gli asini volano, i morti risorgono, gli spiriti degli antenati gli rivolgono comandi, gli alieni gli hanno fatto un clistere e lo hanno lobotomizzato con una spirotromba e simili idiozie, non potrei scampare alla ferrea convinzione che sia pazzo, visionario o mentitore spudorato. Non serve aggiungere che, se poi queste assurdità si provassero vere, sarei il primo a riabilitarlo con tutti gli onori del caso, però, ecco, "esiste perché io l'ho visto" lascia il tempo che trova: permetti anche agli altri, a tutti gli altri, di vedere, di capire, di verificare, e poi ne riparliamo. ;)
Nero-cavaliere ha scritto:Ma in fondo non è un assunto scientifico che non possiamo sapere se il sasso è "vivo" o "cosciente"?
In altre realtà potrebbe esserlo.
E il metodo fondante della magia riguarda proprio esperire il mondo in realtà diverse, per poi, imbrigliare quanto appreso e queste "forze" nella nostra attuale realtà che, per i maghi, è solo un riflesso di quella che vanno ad esperire.
In altre realtà io sono Eru Iluvatar, direttore d'orchestra di una banda di svitati chiamati Ainur (ahinoi!), tra i quali c'è un cretino che ha sempre marinato la scuola e non sa suonare un cazzo, che chiamo Melkor, perché "me casca el cor" a sentirlo strimpellare. :mrgreen: Vogliamo cortesemente distinguere tra realtà e fantasia o qualunque cosa ci garbi fingiamo che esista e la propiniamo al mondo intero? Porta prove, verifiche, dimostrazioni convincenti, e allora avrà senso. Fino ad allora non ci sarà alcuna differenza apprezzabile tra le "altre realtà" da te evocate e quelle tratteggiate da Tolkien. :roll:
Nero-cavaliere ha scritto:Tra l'altro poi, i miti cui ti richiami, sono dei simboli che nascondono proprio il significato primevo.
Vediamo un attimo un esempio pratico: Zeus che lancia fulmini.
Ora, la magia si spiega su tre livelli, uno letterale, uno filosofico e uno occulto.
Vediamo in questo caso cosa si tratta:

primo significato: letterale. Zeus lancia fulmini. Piuttosto ovvio qui che il ruolo è l'impatto. Il popolino si ferma a immaginare un uomo barbuto che lancia fulmini e il tutto pare palesemente una cavolata.

secondo significato: filosofico. Zeus rappresenta il maschio dominante, il re che siede sul trono. I fulmini che lancia sono una compenetrazione di fuoco e vento, che, in magia, sono gli elementi più nobili. Ecco che trasposto diviene: il potere (Zeus) necessita di coraggio (la parte del fulmine formata da fuoco) e immaginazione, inventiva (la parte del fulmine composta da aria).

terzo significato: occulto e pratico. Agendo sugli elementi del fuoco e del vento (il fulmine), ossia sui rispettivi lati della propria personalità, si diverrà capaci di dominare la folla e di ergersi al di sopra di essa.
Considerazioni interessanti, ma resta il punto che Zeus non esiste. E fuoco e vento sono elementi nobili tanto quanto per Tizio i Beatles sono la quintessenza: emozioni, simboli, gusti, passioni, cultura e quant'altro, dunque sovrastrutture umane, che non conferiscono all'aria ed al fuoco alcun potere, alcuna intelligenza ed alcuna capacità arcana.
Nero-cavaliere ha scritto:Poi ovviamente è più complesso di così, ma spero di aver reso l'idea.
La magia altro non è che un apparato di tecniche psico-fisiche.
Tutt'al più si potrebbe discutere di come questi "archetipi" siano radicati nella nostra coscienza, ma la scienza su questo versante conferma: il dna contiene memoria.
Altrimenti come mai le persone "possedute" saprebbero parlare lingue antiche e mai sentite?
Mi pare piuttosto ovvio che, contenute da qualche parte, noi manteniamo delle memorie "razziali".

Riguardo alle prove tangibili con la magia sono riuscito a superare le mie turbe mentali, quando la psicologa, con faccia sconvolta si è chiesta come avessi fatto a "migliorare così in fretta".
Ho superato un problema che avevo con i contatti fisici, sono diventato molto più sicuro di me stesso, riesco a ergermi al di sopra del mio gruppo e, in genere, con le fanciulle tendo ad avere più fascino e dimestichezza.
Non son cose misurabili, certo; però è innegabile che come persona ho migliorato di molto la mia conoscenza di me stesso e la mia comprensione delle cose.
Poi, come già detto precedentemente, grazie al mio Daimon, ho imparato a usare il mio inconscio per avere una sorta di "sesto senso", che mi permette di cogliere molto di una persona da come scrive e da come si muove.
Per come la vedo io, queste son tutte cose abbastanza collegate.

E per l'ennesima volta ribadisco: la magia NON ha fede.
Io non credo in alcun modo: tocco con mano.
Mica dico le cose a vanvera, io questi "elementi" li ho provati su di me, con delle piccole attività anche molto carine che però, il loro porco effetti, l'han fatto.
Se poi si è ulteriormente interessati sono estremamente disposto a condividere la mia bibliografia e le mie fonti.
Persone possedute? Ah, quando vedrò un posseduto in laboratorio, controllato da una squadra di medici delle varie discipline, collegato a strumenti di rilevazione delle sue funzioni vitali, che esercita quei poteri paranormali che la propaganda religiosa vuole attribuirgli per avvalorare l'esistenza del diavolo, ne riparleremo. Di tecniche psicofisiche per migliorare se stessi ne esistono a bizzeffe e sono il primo a riconoscerne l'utilità: il punto dolente consiste nel tuo associare a questo lavoro introspettivo una dimensione magico-esoterica (composta di "forze" ed "entità" misteriose), che pretendi retta da esseri sovrannaturali indimostrati (divinità, intelligenze, angeli, demoni, elfi...) e capace di produrre cambiamenti nella realtà senza l'ausilio di forze fisiche o di processi chimici, come per magia, appunto. :roll:
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Re: Primo incontro e conseguenze: il rapporto con il mio Daimon.

Messaggio da Nero-cavaliere » gio 02/gen/2014 15:21:52

Dunque Claudio, partiamo dalla premesse base e vediamo di non fraintendere, se per la definizione di "magia" parti dal vocabolario parti male.
Ribadisco mille e millemila volte: non stiamo parlando di cieca superstizione.

In primo luogo trattiamo il discorso di quanto concerne le tecniche psico-fisiche, perché sono il vero cuore pulsante della magia.
Se non comprendi il valore delle stesse tecniche psico-fisiche di cui stiamo parlando, è chiaro che non potrai mai esperire il mondo nel modo richiesto dalla magia e che tutto ti sembrerà assurdo.

Colgo al balzo il discorso che hai fatto sul fuoco: sicuramente è un elemento chimico con precise proprietà ecc ecc. Ma il punto non è tanto il fuoco in sé, quanto il significato che noi gli diamo. C'è un archetipo nella nostra testa che quando parla di fuoco fa determinati legami mentali, idem con acqua ecc ecc. Perché? Mi pare ovvio: l'uomo a furia di vedere i cambiamenti fra le onde, le increspature dell'acqua, l'acqua che muta in ghiaccio, ha associato inconsciamente l'acqua al cambiamento.
Idem per il fuoco con certi tratti del carattere e via dicendo.

Una volta a conoscenza di questi legami, chi pratica magia, può fare dei riti che sono "azioni simboliche" e che, come risultato, "legandosi simbolicamente" a certi elementi piuttosto che altri, riesce a variare la concezione che ha di sé stesso, il proprio modo di pensare e il proprio modo di agire.

Ecco spiegato il perché si faceva il battesimo, ad esempio.

Questo "primo livello" di tecniche permette una maggiore padronanza di sé stessi.

Ora, andiamo al secondo livello che tu, giustamente eh, mi hai attaccato.
Qui il punto della questione è quello che viene definito "viaggio astrale".
Vediamo un attimo di fornire qualche esempio pratico dell'esistenza di questo fenomeno.
La gente che ha sviluppato questa tecnica è stata capace di "visualizzarsi" fuori dal corpo. Sempre in questo modo, è stata capace di "viaggiare" e di vedere luoghi in cui prima non era mai stata. Quando poi quella medesima persona si "svegliava" da quello che è un grandissimo stato di trance, è stato dimostrato che, effettivamente, questi luoghi in cui non era mai stata riusciva a descriverli precisamente per quello che erano.
Su queste documentazioni puoi tranquillamente rintracciare dei dati su google, e, sicuramente, essendo tu una persona in gamba, approfondirai questo aspetto anche più di me.
Ora, e qui parlo per esperienza personale, quando si risveglia questo stato di "trance" il cosiddetto viaggio astrale, si "vedono" delle cose.
Per esempio, quando si è in questo stato psicofisico si può notare come nelle fiamme vi siano quelle che sembrano essere piccole lucertole, che poi sono definite in alchimia "salamandre".
Idem per gli altri elementi.
Sostanzialmente, quando uno se ne va bello tranquillo in questi viaggi astrali, diventa capace di percepire colori, stati, entità molto particolari, che hanno determinate caratteristiche.
Fra queste cose vi sono, niente popo' di meno, che vere e proprie manifestazioni delle nostre emozioni, come quelli che vengono definiti "parassiti".
Ora, giustamente, tu ti chiedi e dove sta la prova che queste entità effettivamente sussistano?

Anzitutto le citazioni.
Non solo in questi anni eh, ma da secoli gli uomini che esperiscono questo particolare stato di trance vedono tutti le stesse medesime cose.
E' possibile tracciare, in questo senso, numerose corrispondenze fra civiltà che manco si son mai toccate, ma che hanno questo tipo di "manifestazioni" in comune.
Ora, per come la vedo io, se capitasse solo a Peppino del bar, povero lui, ma visto che le stesse medesime cose vengono viste e percepite da gente diversa in epoche differenti, una qualche ragione ci sarà.

Si potrebbe supporre che queste entità siano solo "fantasie" (intanto però, i posti in cui non si è mai stati, son stati effettivamente prove oggettive) ma di sicuro è un degno oggetto di interesse viste le loro specificità.

Ora, portiamo questo discorso avanti.
A un certo punto, a furia di esperire questo stato di "trance", si iniziano a vedere queste cose anche nella realtà di tutti i giorni.
E' ciò che succede nel caso dei "sensitivi", con la piccola differenza che essi non hanno fatto queste trance, quantomeno, a un livello "consapevole".

Ora, sei liberissimo di credermi o non credermi, ma io son stato nei casini proprio perché per un certo periodo della mia vita ho visto senza aver mai fatto un che di strano, alcune di quelle che oggi vengono definite "ombre" o "parassiti".
Sostanzialmente se andavo nel bosco vicino a casa mia, ogni tanto, all'ombra del mio campo periferico, mi capitava di vedere con la coda dell'occhio delle figure nere.
Chiaramente io, che mica son deficiente me la facevo pure addosso.
Però, uscito dal bosco, queste figure guarda caso, non le vedevo più.

Ora, questa è solo una mia supposizione, quindi prendimi con le pinze, ma penso che certi luoghi portano l'uomo a esperire questa "trance" senza rendersene conto.
La mia ipotesi è stata suffragata da quando ho avuto modo di indagare sulle cosiddette "linee ley".
Cosa sono le linee Ley?
Un bel giorno, in Inghilterra, un uomo con Ley nel nome iniziò a visitare antichi siti preistorici e naturali, con l'intento di farsi delle belle scampagnate.
Iniziò a notare però che c'erano dei sentieri estremamente antichi, che univano tutti questi monumenti e iniziò a interessarsi alla loro origine.
Curiosamente pareva che quei sentieri fossero antichissimi.

Ben presto furono ritrovati in tutto il resto d'Europa, in America, e persino in Giappone.
Addirittura, c'erano dei miti comuni a tutte le culture, che parlavano, guarda caso, di "sentieri magici".
In Italia, in particolare al nord, v'era il mito dei "sentieri delle fate" un mito tutto celtico, mentre, in zona Romana e Greca, si credeva che vi fossero dei sentieri che conducessero negli inferi che, se percorsi, portavano da altre parti del mondo.

Ovviamente però, questi non sono dati numerici, sono semplici curiosità, nulla che provi effettivamente qualcosa.

Però, la cosa iniziò a incuriosirmi quando notai che, proprio nel bosco di cui parlavo passava una linea Ley. Misi mano ai libri che riportavano la storia del paese in Biblioteca e scoprii che, effettivamente, il bosco qui vicino aveva fama di essere "infestato", nel senso che comunque molta gente ci aveva visto cose strane.

A quel punto iniziai a paragonare tutte le mappe che trovavo delle linee Ley con degli avvistamenti di stampo "paranormale".
Oh, tantissimo tornavano.

Di nuovo: può essere una casualità, una coincidenza.
Però francamente mi sembra tutto tranne che una cosa impossibile.

Ora, tornando un attimo al discorso sulle intelligenze; è chiaro che la scienza attuale non le può comprendere.
Tanto più che ancora non si sa se si tratta effettivamente di cose che sussistono nella nostra mente e che durante le trance "proiettiamo" o se si tratti, effettivamente, di entità "vere".
Esistono una marea di personaggi che asserivano di poter controllare queste entità con riscontri pratici, fra cui anche il noto torinese Gustavo Roll.
Personalmente pur avendo incontrato personalmente alcune di queste "entità" non mi sento di proferire qualcosa di chiaro in merito: ho pochi dati e, sinceramente, preferisco andarci molto, ma molto cauto.

Certo è che, nel mio caso, sono avvenute "coincidenze" mica male.
Comunque, tornando al discorso, io avevo riferito che, forse, queste "entità" non erano altro che una manifestazione su livelli di realtà differenti di fenomeni naturali.
Si guardi, ad esempio, al caso delle Salamandre da me già citato.
Come cavolaccio è possibile che su millemila e passa milioni che siamo, tutti quanti quelli che hanno esperito questo stato le hanno viste?

Poi, Claudio, ti chiedo per favore di non distorcere le mie parole.
Quando parlo di "posseduti" è ovvio che mi sto richiamando sì a superstizione, ma ci sono prove tangibili che persone che non hanno mai parlato una parola di greco antico, nel sonno sussurravano parole in quella lingua o sperimentavano particolari patologie mentali e finivano per disquisire con frasi che non avevano mai sentito prima.
Gli horror ci vanno a nozze, ma gli scienziati grazie anche a delle prove tangibili, hanno iniziato a ipotizzare che nel dna fossero contenute delle "memorie".

Cosa che, penso, in un certo livello non può essere negata, visto che le tecniche psico-fisiche della magia ci sono e funzionano.

Su queste cose però, a mio avviso, si può disquisire quanto si vuole, ma finché non ci si prova è fuffa.
Io non ho scelto di praticare magia, mi sono trovato dentro questo tipo di situazioni fin dall'infanzia.
Risposte non ne ho e TUTTO quello che ho riferito non è la mia visione definitiva delle cose. Semplicemente ho portato avanti quella che mi sembrava la visione che maggiormente si adattava a spiegare quello che era successo.

Voi stessi, non disponete di prove ontologiche e scientifiche sull'esistenza del Daimon, eppure avete esperito comunque questo fenomeno, questo lato di voi.
Per me è lo stesso.
La mia è una ricerca continua che mai avrà fine.
Per il semplice motivo, che per quanto i nostri strumenti saranno avanzati, mai potranno veramente cogliere "l'essenza" delle cose.
Però avere una mente aperta, cercare di esplorare il mistero, ciò che sono e ciò che mi circonda, penso che mi aiuti, se non altro, a "dargli un senso".

Poi, se vi fossero delle spiegazioni scientifiche razionali in grado di spiegare quanto mi è capitato... oh, ok.
Ma francamente, visti i miei trascorsi, non mi ritengo né "pazzo" né "visionario", sono solo un povero pirla che ama fare scampagnate in mezzo alla natura e si è ritrovato a dover fare i conti con delle cose che mi mettono i brividi.

Ah, per inciso, non solo il solo ad aver visto quelle "ombre" in quel posto. Da quello che ho potuto vedere, è direttamente proporzionale al tempo che ci si passa dentro.
Ho avuto degli amici che, proprio come me, avevano iniziato a cercare di capire, ma che avevano iniziato a vedere cose assurde e si son praticamente chiusi in casa.
Ovviamente non voglio convincere nessuno e, anzi, se siete in disaccordo con quanto dico o non ci credete, oh, meglio per voi, tanto di guadagnato.

Io però indietro non ci torno. Non farò finta di nulla dopo tutto quello che ho visto ed esperito. Non sono un vigliacco o un pazzo, semplicemente, sono un dannatissimo testardo.
Intanto, quelle tecniche psico-fisiche, mi hanno reso più padrone della mia vita, consapevole di me stesso e capace di ottenere ciò che voglio.
Il che non è affatto male, per qualcuno che veniva minacciato con il taglierino a scuola ogni mattina.

Mi scuso se mi son fatto prendere dal discorso, ma quelle che per voi son cose difficili da credere, per me sono cose drammaticamente reali e tangibili.
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Re: Primo incontro e conseguenze: il rapporto con il mio Daimon.

Messaggio da Eowyn & Faun » gio 09/gen/2014 15:56:31

Santo cielo, vorrei rispondere ma non ho tempo per mettermi a leggere con calma tutte le risposte dopo le mie! >_< scusate gente.
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Re: Primo incontro e conseguenze: il rapporto con il mio Daimon.

Messaggio da Claudio-Olyandra » dom 12/gen/2014 13:58:52

Simone, ho letto attentamente la tua replica. Affinché la discussione non si riduca ad un confronto serrato tra noi due soltanto, rinvio la mia risposta a dopo l'intervento di qualcun altro. Detesto i duopoli dialettici: nuocciono alla vita della Comunità ed al pluralismo delle opinioni, inducendo di fatto ad uno schieramento granitico dell'utenza con l'uno o l'altro dei contendenti. ;)
Daimon uniuscuiusque humanitatis caput et fundamentum est semperque esto!

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