Primo incontro e conseguenze: il rapporto con il mio Daimon.

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Eowyn & Faun
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Re: Primo incontro e conseguenze: il rapporto con il mio Daimon.

Messaggio da Eowyn & Faun » sab 28/dic/2013 11:54:40

Vero, alcune tavole di Miura sono così complesse da mettere il capogiro. Con pittori fiamminghi ti riferisci a Hieronymus Bosch, vero? Tutti i mostri di Miura sono pesantemente ispirati ai suoi, sicuramente ti ricorderai del particolare del Giardino delle Delizie. Ho provato di persona l'influenza delle sue opere, a marzo io e altri ragazzi dell'accademia siamo andati ad un convegno di estetica a Ravenna e ne abbiamo approfittato per visitare la mostra al Mar intitolata Borderline... e indovina chi apriva questa mostra dedicata alla follia degli artisti? :D Immagina la scena: una dozzina di persone di età variabile tra i 18 e i 70 anni a bocca aperta davanti al suo quadro, in cerca di interpretazioni sempre diverse. Dopo più di 20 minuti ci siamo ricordati che avevamo ancora un'intera mostra da esplorare e ci siamo allontanati a malincuore! Ho trovato questo bel video dedicato alla mostra.

Hai ragione sulla questione del potere dell'immagine. Se ci pensi, il cristianesimo è diventato la religione più potente dell'Europa proprio perchè si è dissociato dall'iconoclastia ebraica per abbracciare il culto dell'immagine sacra. Se vuoi toccare il cuore dei semplici e degli ignoranti, otterrai maggiori risultati con un'immagine che con un lungo e complesso sermone teologico. Le grandi Rivoluzioni sono scoppiate anche grazie ai manifesti. Se vai in edicola trovi le figurine collezionabili di Papa Francesco e il libri di Schettino. Che altro ti devo dire.

Stai scrivendo la base per un fumetto? Fantastico!! :D Se hai bisogno di riferimenti circa i lupi mannari, ti consiglio di leggerti i manuali dei giochi di ruolo di Mondo di Tenebra ad essi dedicati, Werewolf: the Apocalypse (a breve verrà tradotto in italiano e sono in fibrillazione per questo) e Lupi Mannari: i Rinnegati. Contengono quelli che posso con certezza definire i migliori concept di lupo mannaro mai creati.
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Re: Primo incontro e conseguenze: il rapporto con il mio Daimon.

Messaggio da Nero-cavaliere » sab 28/dic/2013 13:30:07

Più che altro mi serve ispirazione perché nella trama ci saranno tre "fazioni". Da un lato c'è una tribù di uomini-bestia simili a conigli (gli uomini bestia sono un lato peculiare del mondo che abbiam creato) che vivono in maniera simile ai nativi americani; dall'altro degli umani "invasori" in stile vichinghi e, infine, appunto questa particolare razza di uomini-bestia simili a lupi, che molto hanno a che spartire con le idee di certe tribù preistoriche, specie nel rapporto che hanno col cannibalismo. Praticamente la mia idea sarebbe di fare che in principio sti' qui erano conigli, ma finendo per mangiare i propri simili son diventati dei "lupi" ;)

Comunque yessss, Bosch.
Quello sì che è un genio! I suoi disegni, le sue visioni dell'inferno.. son qualcosa di allucinante. E Miura in certi casi ci gioca, si guardi alla tavola in cui riprende pari pari uno dei suoi quadri piazzandoci dentro uno dei quattro della mano di Dio.
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Terrificante, certo... ma è qualcosa il cui fascino non può essere negato.
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Re: Primo incontro e conseguenze: il rapporto con il mio Daimon.

Messaggio da Cassandra e Sibilin » sab 28/dic/2013 16:33:22

Scusate, mi inserisco per dire due cose:

1) la più importante. HIERONYMUS BOSCH. Meraviglioso.

2) Ritorniamo in tema. XD
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Re: Primo incontro e conseguenze: il rapporto con il mio Daimon.

Messaggio da Claudio-Olyandra » lun 30/dic/2013 13:11:12

Le tue posizioni sulla scienza e la magia continuano a vedermi fortemente perplesso. Nelle tue argomentazioni vi è traccia evidente di alcune fallacie logiche, che minano l'intera impalcatura. Dici che le certezze scientifiche cominciano a vacillare, che non vi è nulla dopo l'epistemologia di Karl Popper, e contrapponi a questa conoscenza fallibile la pretesa saldezza dell'alchimia. Vedi, la scienza non ha mai offerto certezze: il suo scopo è costruire modellizzazioni ragionevoli della realtà, formulare leggi predittive dei fenomeni naturali, quindi sottoporre le une e le altre alla rigorosa, incessante e decisiva verifica sperimentale: non certezze, dunque, ma approssimazioni successive, non dogmi, ma graduali generalizzazioni che abbracciano ambiti fenomenici sempre più ampi. La relatività non smentisce la meccanica classica newtoniana: la ricomprende, come caso particolare, entro una trama più complessa, capace di spiegare il comportamento di materia ed energia a velocità radicalmente diverse da quelle consuete, prossime al valore soglia della velocità della luce. Quando la scienza smentisce se stessa, non compromette ma rafforza la propria autorevolezza: l'errore è un fattore umano ineliminabile, per i limiti dei sensi e degli strumenti e per la fallibilità dei ragionamenti, perciò saperlo rilevare e correggere non è indice di debolezza, ma di profonda consapevolezza e di serietà metodologica. Il metodo sperimentale resta la quintessenza del sapere, giacché le proposizioni possono risultare coerenti con le premesse (dunque, valide), ma occorre riscontrare la corrispondenza delle premesse alla realtà per poterne predicare la verità. Il pensiero è fallace: qualunque teoria può apparire persuasiva, convincente, realistica, per effetto di bias cognitivi o di indebite invasioni del campo emozionale nella sfera della conoscenza concettuale. La conoscenza non segue il principio del piacere, la gradevolezza delle percezioni, l'afflato poetico delle sensazioni: questi fattori rilevano per la felicità, per il benessere, per l'autorealizzazione, ma sono indifferenti (o nocivi) quando vengono spesi per la costruzione di credibili apparati epistemologici e gnoseologici. :roll:

Ti faccio alcuni esempi concreti. Un sacco di persone pretendono di desumere l'esistenza di Dio dalla meraviglia del tramonto, dalla perfezione dell'universo, dalla complessità degli equilibri naturali, dal conferimento a posteriori di un senso e di un destino ad una sequenza di eventi casuali. Invero, la meraviglia è un sentimento e non prova nulla: bambini, ragazzi ed adulti si meravigliano, si affascinano, si beano delle storie di gnomi, maghi, draghi, elfi, ma ciò non rende tali creature neppure un briciolo più reali o verosimili. Il trasporto interiore e la forza del coinvolgimento emotivo sono esperienze eminentemente soggettive, razionalmente inconsistenti: sin dalla scuola elementare è noto che l'insieme dei luoghi più belli del pianeta non esiste, perché la bellezza non è un criterio sicuro per distinguere gli appartenenti dai non appartenenti all'insieme. Anzi, a dirla tutta, non è affatto un criterio: è un gusto personale, tanto insindacabile quanto oggettivamente irrilevante.
La perfezione dell'universo? Anche qui l'assunto è viziato. Anziché osservare la realtà con lucido distacco, certuni pongono, come premessa, un dato concetto di perfezione, dopodiché si lasciano travolgere da una gioia immensa quando rilevano la conformità del mondo alla loro idea di perfezione, che peraltro è rispondente a categorie mentali desunte tramite l'astrazione dall'esperienza. In altri termini, guardano il mondo, costruiscono concettualmente il paradigma, l'archetipo dell'ordine e poi, constatato che il mondo effettivamente segue quel paradigma, quell'archetipo di ordine, inferiscono che solo un'entità ancor più perfetta, la divinità, può aver prodotto una tale armonia. La tautologia è evidente, come pure l'arroganza di porre l'ordine come un dato di partenza col quale confrontare i fatti: invece di osservare con neutralità l'universo, per scoprire l'ordine insito nei suoi meccanismi e processi, l'uomo stabilisce arbitrariamente l'ordine e poi giudica se il mondo è o no conforme alla sua ideologia.
Guardiamo alla complessità degli equilibri naturali: siccome gli ecosistemi sono fragilissimi, e soltanto una particolare combinazione di essi avrebbe consentito la presenza dell'uomo, allora è ovvio che ci sia Dio dietro a tirare le fila. Prima obiezione: il bioma terrestre non esiste ad uso e consumo dell'uomo. Può senz'altro riempirci d'orgoglio illuderci che il mondo esista per noi, che noi siamo la chiave di volta e lo scopo e la ragion d'essere dei miliardi di viventi di milioni di specie diverse che popolano la Terra, ma i fatti sono chiari: se l'uomo si estinguesse, alla natura non gliene fregherebbe un cazzo e i miliardi di viventi di milioni di specie diverse che popolano la Terra continuerebbero il proprio ciclo vitale con stolida indifferenza alla nostra sorte. Seconda obiezione. Se in un sistema complesso una combinazione su un miliardo si è realizzata, è probabile che le restanti novecentonovantanovemilioninovecentonovantanovemilanovecentonovantanove avrebbero fatto franare il sistema: se in un grattacielo sposti i pesi e i pilastri anche in misura minima, questo crolla. La fragilità è proporzionale alla complessità. Dunque, se proprio quella combinazione, e non altre, si è realizzata, è ragionevole immaginare che le altre avrebbero fallito, ovvero che la casualità (la quale non è che un termine sintetico per designare la causalità sconosciuta, o per ignoranza di uno o più fattori causali o per la complessità delle interazioni causali) abbia inciso in qualche modo: la mano benevola del divino protettore non c'entra un fico secco.
Ancora, si sente spesso dire: "Dio mi ha protetto: se la sveglia avesse suonato e fossi uscito in orario, quel vaso, trascinato dal vento, mi avrebbe ucciso". Molto più prosaicamente, l'evento morte non si è verificato e, siccome per chi parla morire è spiacevole ed ingiusto, allora egli postula arbitrariamente, e a posteriori, l'intervento di un garante della giustizia come suo paladino. I fatti sono altri. La realtà non è governata dall'etica: le interazioni fisiche, chimiche e biologiche sono rette dalla necessità: una data forza applicata ad un dato corpo e superiore al suo attrito radente col terreno ne determina lo scivolamento non perché sia giusto, bello od opportuno, ma perché la sommatoria delle forze non è nulla ed il corpo perde lo stato di quiete. L'etica e la giustizia, al contrario, sono creazioni umane, fabbricate da esseri autocoscienti che hanno la capacità di autodeterminarsi, di affrancarsi (parzialmente) dal meccanicismo e, dunque, di essere liberi e responsabili delle proprie scelte.

Anche le simbologie cabalistiche, le superstizioni e simili risentono dei medesimi vizi: costituiscono tentativi antichi di spiegare, tramite un ordine magico, mistico ed inconoscibile, i fatti ignoti, specialmente quelli di più grave momento; ma quando sopravvengono modelli più razionali, più aderenti alla realtà, suffragati da prove riscontrabili, vanno archiviati nella corposa biblioteca della storia. Oggi non c'è più alcuno che creda ai fulmini come frutto dell'ira di Zeus: sono fenomeni elettrici determinati dalla rottura del dielettrico (l'aria) a causa di un'elevatissima differenza di potenziale. Le malattie non si curano più con acqua santa, con riti sciamanici o apotropaici, con formule propiziatorie della buona salute: la medicina offre una ricostruzione dell'eziologia del morbo, alla quale la farmacologia risponde con la preparazione di un principio attivo capace di incidere sulla sua genesi ed evoluzione. Parimenti, streghe, malocchi, draghi, non-morti, demoni e compagnia bella appaiono come null'altro che protagonisti appropriati per un romanzo, un pezzo teatrale o un film fantasy. L'errore cruciale nel tuo approccio, a mio avviso, consiste nell'invocare strumentalmente la fallibilità della scienza come prova dell'infallibilità della magia, un po' come quei credenti che impugnano con fervore i punti oscuri dell'evoluzionismo per desumerne la verità del creazionismo. Della serie, io e tu siamo in lotta: se tu hai torto (magari per l'uno per cento), allora io ho ragione (al cento per cento), senza minimamente considerare la possibilità di una terza via, che nessuno dei contendenti ha compiutamente scoperto e spiegato e che, magari, è assai più vicina alla tua via che alla mia. :) Il mistero, il complotto, l'ordine oscuro accessibili a soli iniziati sono temi di grande presa sulla psiche umana, ma francamente trovo assurdo ritenere che libri scritti migliaia o centinaia di anni fa e farciti di superstizione celino una verità sapienziale celata ai più. Naturalmente, siccome il mio non è fideismo ma approccio razionale, sono pronto a ricredermi dinanzi a prove contrarie rispondenti alla logica, riscontrabili ed oggettive. Non dico che le cose non provate non esistano (Democrito aveva grosso modo ragione sugli atomi, benché non potesse esibirne l'osservazione con microscopio elettronico), ma che esse non possano essere spacciate per verità finché non vi siano prove a loro suffragio, altrimenti dovremmo inseguire la teiera di Russell, l'Invisibile Unicorno Rosa e tutte le altre entità poste dall'immaginazione di chi ne parla e ne postula l'esistenza, per il semplice fatto che non vi sono prove della loro inesistenza. ;)

Detto questo, io sono un appassionato difensore dei diritti umani: tu mantieni saldo ed integro il diritto di serbare fede nella magia e nelle sue potenzialità, ma l'efficacia epistemologica di un metodo non è questione di fede, ma di prove obiettive offerte all'esame dell'umano consesso. :D
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Re: Primo incontro e conseguenze: il rapporto con il mio Daimon.

Messaggio da Nero-cavaliere » lun 30/dic/2013 14:47:43

Claudio, anzitutto, non confondiamo la superstizione con la magia, son due cose completamente diverse.
Come da te detto, il sentimento di meraviglia guida la seconda, ma nel caso della prima si ricorre a un netto sperimentalismo.

Tra l'altro, colgo al balzo la tua digressione su Dio per assicurarti che la magia e l'alchimia professano l'assoluto contrario.
Non c'è un Dio che scende dall'alto e ci salva, tutt'altro.

Anzitutto Dio è inteso come il fenomeno primo, da cui derivano tutti gli altri fenomeni. Al fenomeno in sé è accostata una "legge" che lo guida, che lo regola, definita in alchimia e in magia con il termine di intelligenza.
Pertanto, per fare un esempio, la luce è un fenomeno regolata da un intelligenza che, poi, è in parte definita dalle leggi che abbiamo ricavato.
Capisci bene che la magia non esclude la scienza, anzi, la considera fondamentale per comprendere le cose sul piano in cui risiediamo.

Riguardo all'intervento di Dio nella nostra vita esso non ha assolutamente alcun riscontro diretto.
Dio non è l'uomo barbuto cristiano che interviene: Dio è il sistema, il creato stesso.
Va detto che però, nel tempo, le acque si son confuse, in quanto sono state individuate dai maghi due forze opposte che tengono insieme la realtà su un dualismo ben preciso: positivo e negativo.
Queste vengono comunemente definite "bene" e "male" ma sono assolutamente scevre di significati morali.

A livello personale, comunque, in quanto simili a "Dio", v'è l'assunto che siamo capaci di migliorarci, di adattarci.
Questo, secondo un preciso percorso che poi viene definito "grande opera", permette all'uomo di avvicinarsi all'intelligenza prima, ma solo con le proprie forze.
Non c'è qualcuno che arriva dall'alto e ti salva: tutt'altro.
Sei tu che con la tua forza di volontà salvi te stesso.

Ora, continuando su questa scia, la magia non ha mai parlato di "perfettibilità dell'universo", tutt'altro.
Essa si basa su un preciso assunto: ossia che capendo meglio noi stessi possiamo capire meglio ciò che ci circonda e, la medesima cosa, al contrario.
Questo però va inteso in un senso lato, in quanto è una frase che va interpretata.

Un esempio pratico potrebbe essere come, osservando un fuoco scoppiettante, ci sentiamo carichi dentro. Oppure come vedendo persone che soffrono intorno a noi ci sentiamo toccati dalla compassione.
Sostanzialmente vedendo il mondo che ci circonda mutiamo il nostro stato psico-fisico.
Ecco, la magia insegna a "controllare" questi mutamenti con la volontà.

Non ci sono credenze preconcette, tutt'altro.
Tu definiresti un idraulico o un meccanico credenti o atei dalla loro professione?
Per il mago è lo stesso.
Esso è a conoscenza di forze che agiscono sulla mente e sul mondo e impara a leggerle o manovrarle.

E' ovvio che non si possono sempre produrre risultati "sperimentali" nei termini della scienza, perché spesso e volentieri i cambiamenti sono mutamenti incorsi in base al soggetto.
Un esempio pratico è lo stesso Daimon: esso è considerato in qualsiasi testo di alchimia il preludio della magia, il serpente che offre la mela.
Eppure, il Daimon, non è sempre lo stesso: cambia da persona a persona, proprio perché i fattori che ci definiscono sono un'infinità.

Non confondiamo la magia e l'occultismo con la superstizione.

Ad esempio, secondo te, perché esiste l'acqua santa?
L'acqua in magia è l'elemento che più di tutti rappresenta il mutamento, proprio per le sue qualità fisiche.
Essendo il liquido per eccellenza, essa transige e veglia sul cambiamento.
E questo noi uomini lo asseriamo inconsciamente.
Se vedi il mare di sera non ti viene malinconia, non ti viene voglia di meditare su te stesso?

Sostanzialmente, in magia, acqua e mutamento, acqua e malinconia, sono la stessa cosa; proprio perché nella nostra mente abbiamo creato un legame indissolubile fra questi concetti.
Di nuovo: osservando il mondo comprendiamo meglio noi stessi.
Ed ecco che l'acqua santa, diviene un "simbolo", essa permette il mutamento, la presa di coscienza di un mutamento nell'essere.
Da uomo comune quale sei ricevi il battesimo, ossia, da uomo che prima non vedeva la realtà, simbolicamente, vieni iniziato alla comprensione della stessa.
Nell'acqua affoghi e rinasci.

Poi, come lo usa il cristianesimo è un altro paio di maniche: i tonti si son dimenticati le origini di tutto ciò.
I maghi no.

Sulla cabala onestamente non vedo come si possano muovere critiche di carattere razionale: essa è semplicemente una filosofia che, nel tempo, permette tramite sperimentalismi e discipline varie, di arrivare a dei risultati pratici, in particolar modo per quanto concerne la propria coscienza e il proprio modo di agire.

Mi pare che da parte tua vi sia un enorme confusione sull'argomento trattato da queste discipline.
Scienza e magia sempre di più si compenetrano e si rendono necessarie l'un l'altra.
Poi, se si vuole discutere delle "intelligenze" come "angeli" e "demoni" o, come quelle da te citate "elfi" e affini, è necessario esperire il mondo sotto un modo diverso, che poi è quello che oggi viene comunemente definito "viaggio astrale".
Esso ha dato prove tangibili della propria esistenza da un secolo a questa parte, e, effettivamente, nell'esperire il mondo in questa modalità, molte "leggi" che i nostri scienziati esprimono in un modo, in questo contesto, si comportano differentemente.

Ma in fondo non è un assunto scientifico che non possiamo sapere se il sasso è "vivo" o "cosciente"?
In altre realtà potrebbe esserlo.
E il metodo fondante della magia riguarda proprio esperire il mondo in realtà diverse, per poi, imbrigliare quanto appreso e queste "forze" nella nostra attuale realtà che, per i maghi, è solo un riflesso di quella che vanno ad esperire.

Tra l'altro poi, i miti cui ti richiami, sono dei simboli che nascondono proprio il significato primevo.
Vediamo un attimo un esempio pratico: Zeus che lancia fulmini.
Ora, la magia si spiega su tre livelli, uno letterale, uno filosofico e uno occulto.
Vediamo in questo caso cosa si tratta:

primo significato: letterale. Zeus lancia fulmini. Piuttosto ovvio qui che il ruolo è l'impatto. Il popolino si ferma a immaginare un uomo barbuto che lancia fulmini e il tutto pare palesemente una cavolata.

secondo significato: filosofico. Zeus rappresenta il maschio dominante, il re che siede sul trono. I fulmini che lancia sono una compenetrazione di fuoco e vento, che, in magia, sono gli elementi più nobili. Ecco che trasposto diviene: il potere (Zeus) necessita di coraggio (la parte del fulmine formata da fuoco) e immaginazione, inventiva (la parte del fulmine composta da aria).

terzo significato: occulto e pratico. Agendo sugli elementi del fuoco e del vento (il fulmine), ossia sui rispettivi lati della propria personalità, si diverrà capaci di dominare la folla e di ergersi al di sopra di essa.

Poi ovviamente è più complesso di così, ma spero di aver reso l'idea.
La magia altro non è che un apparato di tecniche psico-fisiche.
Tutt'al più si potrebbe discutere di come questi "archetipi" siano radicati nella nostra coscienza, ma la scienza su questo versante conferma: il dna contiene memoria.
Altrimenti come mai le persone "possedute" saprebbero parlare lingue antiche e mai sentite?
Mi pare piuttosto ovvio che, contenute da qualche parte, noi manteniamo delle memorie "razziali".

Riguardo alle prove tangibili con la magia sono riuscito a superare le mie turbe mentali, quando la psicologa, con faccia sconvolta si è chiesta come avessi fatto a "migliorare così in fretta".
Ho superato un problema che avevo con i contatti fisici, sono diventato molto più sicuro di me stesso, riesco a ergermi al di sopra del mio gruppo e, in genere, con le fanciulle tendo ad avere più fascino e dimestichezza.
Non son cose misurabili, certo; però è innegabile che come persona ho migliorato di molto la mia conoscenza di me stesso e la mia comprensione delle cose.
Poi, come già detto precedentemente, grazie al mio Daimon, ho imparato a usare il mio inconscio per avere una sorta di "sesto senso", che mi permette di cogliere molto di una persona da come scrive e da come si muove.
Per come la vedo io, queste son tutte cose abbastanza collegate.

E per l'ennesima volta ribadisco: la magia NON ha fede.
Io non credo in alcun modo: tocco con mano.
Mica dico le cose a vanvera, io questi "elementi" li ho provati su di me, con delle piccole attività anche molto carine che però, il loro porco effetti, l'han fatto.
Se poi si è ulteriormente interessati sono estremamente disposto a condividere la mia bibliografia e le mie fonti.
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Re: Primo incontro e conseguenze: il rapporto con il mio Daimon.

Messaggio da Cassandra e Sibilin » lun 30/dic/2013 15:12:19

Ora, continuando su questa scia, la magia non ha mai parlato di "perfettibilità dell'universo", tutt'altro.
Essa si basa su un preciso assunto: ossia che capendo meglio noi stessi possiamo capire meglio ciò che ci circonda e, la medesima cosa, al contrario.
Questo però va inteso in un senso lato, in quanto è una frase che va interpretata.

Un esempio pratico potrebbe essere come, osservando un fuoco scoppiettante, ci sentiamo carichi dentro. Oppure come vedendo persone che soffrono intorno a noi ci sentiamo toccati dalla compassione.
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Ecco, la magia insegna a "controllare" questi mutamenti con la volontà.
Aspetta, io questo non credo di averlo capito proprio bene.
Vedere un fuoco scoppiettante o soffrire con le altre persone è una funzione neurologica abbastanza semplice, altresì chiamata empatia. Regolata dai mitologici neuroni-specchio, quelli che ci fanno sbadigliare se altri sbadigliano, ed un complesso sistema che parte dal lobo frontale per arrivare fino ai più oscuri recessi del cervello, amigdala, ippocampo e tutti i circuiti mnemonici.

Non lo so, tutta questa "magia" di cui parli mi sembra semplicemente ascrivibile alle normalissime funzioni umane. Noi siamo i maghi di noi stessi, e caricare tutto ciò di significati interpretativi mi sembra tanto come fare l'analisi del testo di Ungaretti. Possibilmente fuorviante.

Tu hai qualche conoscenza di psicologia non freudiana? Questi simboli di cui parli potrebbero essere semplicemente metafore, tramandate da eoni per descrivere la stessa cosa.
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Re: Primo incontro e conseguenze: il rapporto con il mio Daimon.

Messaggio da Nero-cavaliere » lun 30/dic/2013 15:17:04

Akita, appunto.
Sono metafore.
Sostanzialmente quel lato del tuo cervello che compie queste attività tu lo usi quando vuoi, aumentando il controllo che hai su te stessa.
E' magia baby.

;D

E' un po' come scoprire l'acqua calda, ma funziona.
E lo dico per esperienza personale :)
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Re: Primo incontro e conseguenze: il rapporto con il mio Daimon.

Messaggio da Cassandra e Sibilin » lun 30/dic/2013 15:19:30

No, ciccio mio. E' neurologia e controllo volontario, un po' come quando impari a fare pipì. Globus pallidus, putamen, substantia nigra...
Non sono nomi magici, ma di cose che si trovano nel nostro cervello. XD
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Re: Primo incontro e conseguenze: il rapporto con il mio Daimon.

Messaggio da Nero-cavaliere » lun 30/dic/2013 15:52:17

Akita..

1) sì, sono molto bellino, ma non son tuo :P

2) Quando mai ho detto che la magia non si trova nel nostro cervello? Cribbio, lo sto ripetendo da millemila post: la magia E' il controllo volontario del cervello!
Sono tecniche psico-fisiche che danno riscontri estremamente pratici e che non richiedono l'adorazione di Satana, il sacrificio di caprette e cosette affini.

Se poi vogliamo fare a gara di chi è nato prima o di chi ce l'ha più lungo, la magia e l'alchimia avranno minimo minimo una cosetta come duemila anni (forse pure qualcuno in più, visto che siamo in periodo Tolemaico). Ma a che pro? Io traggo il meglio da qualsiasi cosa che mi circondi, che si tratti di magia, medicina, neurologia o la splendida arte di fare il caffé (ultimamente di questo ho preso delle fragranze BUONISSIME dalla catena Torrefazione, tutte artigianali. Non hai idea di che soddisfazione si diventato metter su la mia splendida Moka <3 )
xD
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Re: Primo incontro e conseguenze: il rapporto con il mio Daimon.

Messaggio da Cassandra e Sibilin » lun 30/dic/2013 20:39:20

2) ok, ma allora la chiamiamo in modo diverso u_U Per me non è magia, ma umana potenzialità. Qualcosa che tutti possono avere, ma che pochissimi riescono a concretizzare, vuoi per blocchi mentali, vuoi per pigrizia, vuoi per ignoranza. Però non la chiamo in nessun modo trascendentale, semplicemente siamo nell'ambito delle potenzialità del cervello.

3) Naah, sto semplicemente esponendo il mio punto di vista, mi interessano poco le gare a chi ce l'ha più lungo. E se tu mi scrivessi via mp che miscele usi per il caffè, te ne sarei grata U_U
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And I'll give all I have, I'll give my blood, I'll give my sweat-
An ocean of tears will spill for what is broken
I'm shattered porcelain, glued back together again
Invincible like I've never been

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