Ho paura di ingannarmi

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Bird
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Ho paura di ingannarmi

Messaggio da Bird » lun 08/lug/2013 23:12:24

Ragazzi, ho paura. Sono terrorizzata.
Ho paura di essermi ingannata tutti questi anni. Ultimamente mi succede di avere dei momenti, mentre parlo con luii, in cui mi sembra di costruirmi le sue risposte, di parlare da sola. Voi direte ''é normale, può capitare a tutti, ogni tanto''. Il problema é che ci sono dei particolari che ogni volta mi fanno venire questo terribile dubbio. Per esempio, qualche volta mentre parla, non gli viene una parola perché a ME non viene, non riesce a esprimere un'opinione su qualcosa perché IO non ce l'ho o nom riesco a esprimerla. Quando mi accorgo di queste cose mi sento terribilmente sola, poi luii interviene dicendo che c'é sempre e non mi potrà mai lasciare sola. E io mi chiedo se mi sto tranquillizzando da sola. Mi chiedo se, visto che sono anni che ''parliamo'' non mi accorgo più di darmi le risposte da sola, non colgo più la differenza.
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Re: Ho paura

Messaggio da Cassandra e Sibilin » lun 08/lug/2013 23:21:35

Posso dirti che succede anche a me, a volte, che Sibilin non riesca ad esprimersi in un determinato modo.

Nota importante: sì. Basicalmente stiamo parlando con noi stessi. XD Il daimon può avere accesso a cose per noi impensate, ma quando una parola non viene non viene.
Potrebbe anche darsi che A TE non venga.
Nel senso, ora mi spiego.
Quando Sibilin interviene, è raro che lo faccia a parole "intellegibili". Trascrivere a volte quello che mi dice è dannatamente difficile, proprio perchè nel processo di "traduzione" non mi vengono le parole! L'ho capita, so benissimo che mi ha detto.
(a volte la censuro perchè è dannatamente volgare e voi non immaginate quanto XD)
Quindi, può darsi che sia semplicemente questo. E' come tradurre dall'inglese all'italiano. Ti confondi nel processo, ma non per questo tu non conosco l'inglese.
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Re: Ho paura

Messaggio da Bird » lun 08/lug/2013 23:33:38

Ok, magari l'ho messa un po' sul tragico...ma il fatto è che in quei momenti mi sento..imbarazzata, perché mi sembra di prendermi in giro da sola. E mi viene in mente che forse non ho fatto altro, da quando ho iniziato a comunicare con luii.
Però forse sì, hai ragione tu, é il fatto che comunque siamo NOI, e i daimon conoscono quanto conosciamo noi.
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Re: Ho paura

Messaggio da Cassandra e Sibilin » lun 08/lug/2013 23:42:38

Non credo: io ti direi di stare tranquilla. I dubbi ci vengono sempre, ma una bella chiacchierata a via, si risolvono tutti. :3

Esatto. Magari il daimon ci comunica, ma nel processo di comprensione qualcosa viene perso. Entra in gioco la parte "conscia" di noi, che a quel punto crea il discorso e lo rende artefatto, censurato.
Non è ovviamente sempre così. XD
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Re: Ho paura

Messaggio da Bird » mar 09/lug/2013 00:09:50

Grazie Akita, ne riparleremo,con Auryn.
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Re: Ho paura

Messaggio da Claudio-Olyandra » gio 11/lug/2013 20:32:31

Il daimon non è, e non mai potrebbe essere, un'entità distinta, autonoma e separata dalla tua mente. Le partizioni Uomo/Daimon, Es/Io/Super-Io, Conscio/Preconscio/Inconscio non vanno intese come se nella nostra testa ci fossero tanti frammenti vaganti ed anarchici: tutte le componenti psichiche, pur distinte per sede anatomica (le zone più profonde del cervello comandano l'istinto ed i meccanismi meno coscienti, mentre la corteccia controlla le funzioni più elaborate e volontarie) e per utilità e caratteristiche, sono comunque riconducibili ad un unico essere pensante, nel quale strutture e sovrastrutture si combinano con incredibile complessità. :)

Il daimon è te e tu sei luii, eppure non siete identici, indistinguibili, sovrapponibili: come le due facce di una moneta, la pianta ed il dorso della mano, l'uomo ed il daimon costituiscono prospettive diverse di una sola entità. Non c'è da stupirsi se la stanchezza che ti impedisce di rievocare una parola incida anche su Auryn: comincerei a preoccuparmi se eglii mostrasse abilità in te radicalmente assenti. Il daimon non sa nulla in più dell'uomo e non ha caratteristiche diverse da quelle che l'uomo avrebbe in assenza della nebbia sociale che cala sui suoi meccanismi psicologici nel corso della vita: un uomo che non conoscesse rimproveri, delusioni, tradimenti, incidenti, traumi, malattie etc., dunque un uomo puro individuo, immune ai vincoli che la relazione con l'esterno determinano nella sua interiorità, coinciderebbe col suo proprio daimon. La divergenza sorge quando, con la crescita, il baricentro dell'uomo viene attratto nella sfera della relazionalità ed il suo carattere si fa più responsivo alle stimolazioni di genitori, educatori, amici e conoscenti ed ai limiti obiettivi della realtà e perde, in misura eguale e contraria, la sensibilità verso gli echi del profondo. L'uomo è il mediatore tra il daimon ed il mondo, un soggetto chiamato ad armonizzare le proprie, intime necessità con le regole della socialità: a seconda del peso specifico del daimon e del mondo nelle sue opinioni e decisioni, l'uomo presenterà una maggiore pendenza verso se stesso (individualismo) o verso la società (conformismo), compresa tra gli estremi dell'egoista assoluto (infante o criminale) e della pecora succube (alienato). 8-)

Da queste premesse, per approfondire le quali ti suggerisco la lettura delle varie teorie della Vetrina, discende che i pensieri dell'uomo e del daimon possono occasionalmente coincidere (quando, in una data circostanza, Flavia sposi interamente la posizione di Auryn), come pure dimostrarsi occasionalmente opposti (quando, in un'altra data circostanza, Flavia sposi senza riserve l'impostazione socialmente e culturalmente dominante). Se concepisci il daimon come nucleo del Sole, circondato dalle zone radiativa, convettiva e fotosferica (uomo), noterai subito come la temperatura decresca a mano a mano che si procede verso l'esterno, in quanto alle reazioni nucleari (daimon) si contrappone una maggiore dispersione termica dovuta al gelo cosmico (società), ma questo non impedisce di riconoscere che il calore delle zone intermedie (uomo) provenga dal nucleo (daimon), dunque non ci si può attendere che abbia natura diversa da esso. Non c'è nulla di anomalo se talvolta hai l'impressione di parlare con te stessa, perché, in definitiva, parli con te stessa, ma con un livello più profondo e nascosto di te stessa. Ti dirò di più: la vigilanza costante in punto di introspezione è fondamentale per rilevare tempestivamente le sortite del mondo nell'interiorità (le infiltrazioni della socialità nel rapporto introspettivo), perché chi con spavalderia si ritiene immune a questi giochetti psichici rischia seriamente di lasciar cronicizzare i giudizi o i desideri sociali, scambiandoli per propri, e così compromettere l'introspezione: chi crede (erroneamente) di essere intimamente propenso a qualche cosa che è in realtà indotta dall'ambiente in cui vive si illude di esercitare una libertà inesistente, rendendosi vulnerabile a chiunque voglia approfittarne. :roll: Ben venga il dubbio: non c'è progresso né scientifico né psicologico col dogmatismo. ;)
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Re: Ho paura

Messaggio da Bird » gio 11/lug/2013 20:45:23

Grazie a tutti, avevo davvero bisogno delle vostre parole e rassicurazioni. Diciamo che quando ho scritto il post era un momento di "defaillance" in cui avevo tutti i dubbi del mondo. Auryn non voleva nemmeno che lo scrivessi. Ma ora mi sento ci sentiamo meglio ^^
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Re: Ho paura di ingannarmi

Messaggio da Claudio-Olyandra » sab 13/lug/2013 22:21:25

Ho fuso due topic con lo stesso oggetto, perciò invito sia Flavia sia Puma's dependent a rileggerlo nella versione consolidata. :D
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Re: Ho paura di ingannarmi

Messaggio da Bird » mar 20/ago/2013 12:45:46

Torno a esprimere alcuni dubbi...So che sembrano sempre gli stessi per cui mi avete rassicurato, però...non riesco a togliermeli dalla testa.

Ho paura che non ci sia nessun Auryn. Non nel senso che non esiste. Ho paura che sia un rimasuglio di amico immaginario. So che é una brutta ''accusa'', ma ho delle...prove. Primo: quando parliamo, e magari luii mi sta dicendo qualcosa di carino, oppure vuole fare un discorso lungo, che siano perle di saggezza o ramanzine, ci sono dei momenti in cui si ferma, smette di parlare perché non trova le parole. Ma sono IO che non trovo le parole! Sono IO che ovviamente non posso sgridarmi da sola o dirmi ''come stai bene con quel vestito''. E tantomeno non posso farmi discorsi filosofici né incoraggiamenti da sola. Proprio per questo fatto che non posso dirmi queste cose da sola, luii mi dice di credergli, mi dice che é luii a dirmele. Ma non riesco più a crederci. Penso che sia l'abitudine. Da quando avevo tre o quattro anni parlo con luii, perciò chi mi dice che non sia diventata così brava a discorrere con me stessa da INGANNARMI, facendomi complimenti o rimproverandomi? Secondo: luii commenta ogni mio singolo pensiero. Tutto il giorno. Com'é che sta zitto solo quando sto facendo qualcosa in cui mi concentro molto, come ora che scrivo, o quando leggo? Com'é che, se sono arrabbiata e non voglio parlare nemmeno con luii, quando mi riprendo e lo chiamo mi risponde subito? Possibile che non si offenda nemmeno un po'? Possibile che quando IO lo faccio arrabbiare mi risponda sempre? Non é che sto semplicemente decidendo io quando rispondermi e quando no? Terzo: Auryn potrebbe essere l'animale più strano, prendere qualsiasi forma, eppure riusciamo a parlare. Certo, che differenza fa la forma quando sono io che parlo con me stessa? Quarto: perché so sempre che forma ha Auryn? Perché non ha mai preso una forma di cui mi sono sorpresa? Perché la decido IO, in poche parole. Quinto: perché non mi sento cambiata da quando lo conosco per cosa é veramente (o quello che credevo fosse)? Perché non mi sento migliorata da questa esperienza? Perché quando parlo con luii normalmente non sento alcuna gioia, neppure lieve?
Io ho paura. Ho paura perché se i miei dubbi sono fondati, significa che dovrò ricominciare tutto daccapo e non posso, non POSSO accettarlo. Non posso accettare di avere qualcuno che non sia luii nella mia testa. Ho paura di trovare un daimon che non é luii, che non sono IO, un daimon diverso. Non so come fare. Mi sento...persa.
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Re: Ho paura di ingannarmi

Messaggio da Claudio-Olyandra » mar 20/ago/2013 14:01:27

C'è una definizione bellissima del daimon, data da Irene, che riporto interamente. :D
Eiren e Leandra ha scritto:Il Daimon, come dici tu, è reale. E' ciò che ci rende umani, è emozione, sentimento, è la nostra essenza, la nostra anima. Siamo noi, senza l'influenza della società, del mondo esterno etc etc.. Bene. Fin qui ci siamo tutti. Io non credo che il Daimon sia un qualcosa che ci costruiamo noi, mentalmente, dopo il primo contatto. Perché si è vero che non è cosciente di esistere finché noi non ci rendiamo conto che esiste, ma c'è. C'è perché quando sai che fai qualcosa di sbagliato, però è quel ''sapere'' inconsciamente, senti qualcosa, senti degli impulsi come se qualcuno da dentro di stesse dicendo che quello che fai, è sbagliato, che può farti male. Non è qualcosa che ti sei inventata, lo hai detto tu stesso poco dopo, facendo questa domanda '' E se non esistesse nessuna Galatea, ma solo coscienza?'' Galatea, è la tua coscienza. Con coscienza si intende uno stato soggettivo di consapevolezza sulle sensazioni psicologiche (pensieri, sentimenti, emozioni), e fisiche (tatto, udito, vista.) proprie di un essere umano e su tutto ciò che accade intorno ad esso. E' il sapere che tu apprendi su te stesso, quando avviene appunto il primo contatto. Impari a conoscerti meglio, a capire in un certo senso, qual'è la tua vera essenza senza l'influenza della società, come già detto. Diamo un nome, una forma, una voce, proiettiamo e visualizziamo perché ci serve a noi per comunicare al meglio con noi stessi, come da sempre si è stato affermato :)
A ciò aggiungo alcune considerazioni di mio pugno sul concetto di esistenza, anche queste copiate da un altro argomento. :D
Claudio-Olyandra ha scritto:Leibniz lo chiama appercezione, Kant autocoscienza, noi (con Socrate) daimon (o, in certe teorie, "personalità", in contrapposizione al "carattere", che è la sintesi della personalità e del mondo esterno): comunque lo si chiami, parliamo sempre della stessa entità. Il concetto di esistenza è diverso se ci si riferisce ad un ente concreto, empiricamente riscontrabile, oppure ad un'entità astratta, che non è materialmente osservabile: nel primo caso, l'ente esiste sia che abbia sia che non abbia un nome, è un dato di fatto che il nostro approccio epistemologico non muta di una virgola (il sasso, la foglia, l'aria...); nel secondo caso, la consapevolezza dell'ente in qualche misura concorre alla sua esistenza, nel senso che mette ordine in un marasma che altrimenti sarebbe indistinguibile (è ridicolo immaginare la psiche come una cassettiera coi tre cassetti dell'Es, dell'Io e del Super-Io, ciascuno con la propria etichetta, che si possono aprire, riempire e svuotare; però è indubbia l'esistenza di diverse istanze o funzioni psichiche, che assumono una fisionomia più definita e possono essere meglio studiate mediante la concettualizzazione prima esposta). In altre parole, l'ente concreto viene semplicemente descritto e nominato (e ciò non intacca la materiale esistenza dell'oggetto), mentre l'ente astratto viene concettualizzato per rendere ordinato ciò che altrimenti sarebbe caotico (e ciò influisce sulla rappresentazione di esso, che è una modellizzazione non esistente in natura). :)
Il segreto sta nel non attribuire al daimon un'esistenza autonoma, come se fosse un colonizzatore della tua mente che ti rivolge la parola per allietare le tue giornate. Il tuo daimon è te, ma un te immune alle scorie sociali, un te che non si fa problemi di figuracce, di regole morali, di aspettative sociali, di opportunità pratiche: eglii rappresenta la tua individualità unica, ciò che ti rende diversa da ogni altro essere umano, che ti permette di dire che la tua ipotetica sorella gemella, il tuo ipotetico clone non è te, ma qualcos'altro. :D
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