Temete di dimenticare il vostro daimon col tempo?

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Claudio-Olyandra
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Re: Temete di dimenticare il vostro daimon col tempo?

Messaggio da Claudio-Olyandra » ven 23/ago/2013 00:25:53

Davide, ho sempre ammirato la tua schiettezza e noto che in questi anni non hai abbandonato tale virtù. ;)

Il tuo messaggio mi conferma nella convinzione che, nonostante gli sforzi di chiarificazione, del Daimonismo si continui a dare una lettura riduttiva: gli elementi che subito balzano agli occhi come fondamentali sono la forma animale del daimon, la visualizzazione e la proiezione. A molti pare che lì giaccia la sostanza dell'introspezione, e invece questi tre aspetti sono meri profili accidentali di una dimensione più ampia. Il nocciolo del Daimonismo è imparare a non tradire se stessi per comprarsi il favore della società, è costruire faticosamente un equilibrio tra l'intima personalità e le forze del mondo esterno, è vivere in armonia con se stessi senza trascurare la relazionalità: l'Io-nel-Noi è il vero obiettivo, cioè la strenua difesa della propria unicità e libertà esistenziale nel rispetto degli altri. La sofferenza, le frustrazioni e quanto di spiritualmente negativo affanna la vita umana nascono in gran parte dall'ignoranza dei bisogni più reconditi del proprio essere: la chiave di volta è scoprire quale tesoro si celi sotto le sovrastrutture culturali e morali generate dall'ambiente, disvelare le proprie autentiche inclinazioni, necessità ed aspirazioni, prendere atto di paure e limiti, e dedicare la pienezza delle proprie risorse psicofisiche a realizzare il progetto inscritto nel fondo della propria psiche. Il Daimonismo giova ad affrancarsi da un moralismo colpevolizzatore e sovente dogmatico, che inquina la conoscenza stessa dell'interiorità, giacché la sottopone a giudizio prima ancora che si sia concretizzata in atto volitivo e, dunque, in azione empirica; giova a riconoscere in se stessi una sfera di sovranità che nessun laccio esterno può ghermire; giova a credere in se stessi e a raccogliere la determinazione necessaria per non soccombere dinanzi alle forze omologanti della società. Il daimon non è tanto la vocetta interiore che ti intrattiene durante la giornata, bensì il nucleo volitivo primigenio della tua persona, la scintilla esistenziale che ti rende diverso da qualunque essere umano biologicamente identico a te, l'esploratore psichico che ti aiuta a scavare nell'inconscio e ad affrontare il rimosso, che a tua insaputa muove i fili di comportamenti solo apparentemente liberi e volontari. Per conseguire questi ambiziosi risultati, ciascuno adotta un approccio peculiare che si confaccia al suo modo di essere: le analisi, la forma e gli altri strumenti, cui in passato si è indebitamente attribuito un ruolo cruciale nell'impalcatura filosofica, non sono che guide abbozzate, schemi grossolani, che favoriscono l'introspezione nei primi tempi, quando l'esperienza accumulata in punto di autoinganni non è ancora sufficiente per procedere in totale autonomia e dunque occorrono dei riscontri esterni, simbolici, allusivi, metaforici. Come il bambino delle elementari usa il quaderno coi margini viola, così il novizio si aggrappa ai binari delle analisi e ne trae l'incitamento a verificare se e in che misura i punti indicati dall'analisi corrispondano compiutamente al suo carattere. L'analisi è una sorta di traccia, una consegna che agevola l'alunno nella stesura del tema, senza per questo togliere a ciascun elaborato di ciascun allievo il valore di opera unica ed irripetibile. :D

Questo è il Daimonismo, e sono certo che ne condividi l'ossatura: le tue perplessità nascono dai tuoi ricordi vetusti, che riflettono i tempi in cui la nostra filosofia si trovava ancora ad uno stadio acerbo e dava troppo peso alle simbologie e poco alla sostanza introspettiva. Ti rinvio alla lettura del mio Vademecum (nell'omonima sezione) e all'esplorazione della Vetrina per approfondire quanto ti ho tratteggiato per sommi capi. 8-)
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Re: Temete di dimenticare il vostro daimon col tempo?

Messaggio da Aivan e Calista » ven 23/ago/2013 10:21:43

Si ho capito cosa intendi dire, e condivido in pieno gli obiettivi di questa filosofia. Capisco anche che le analisi e la visualizzazione siano in qualche modo dei mezzi per facilitare e rendere in qualche modo piu visiva e intuitiva la scoperta di se stessi. Tuttavia, personalmentcredo di avere raggiunto un buon livello di autoconsapevolezza, tanto da sentire superfluo il bisogno di ricorrere al daimon per conoscere meglio me stesso. Insomma io considero la filosofia dei daimon un po' come il punto iniziale e sinceramente non la ritengo nemmeno fondamentale per iniziare questo percorso. Esistono tantissime persone che vivono in pace con se stesse e che non hanno mai sentito parlare di daimon. La cosa importante è riuscire ad essere sinceri con se stessi ed è vero che la vostra filosofia può aiutare in questo, ma ci sono altri modi (a mio parere meno ridondanti) che sono altrettanto validi.

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Re: Temete di dimenticare il vostro daimon col tempo?

Messaggio da Claudio-Olyandra » ven 23/ago/2013 11:29:20

Che lo si chiami daimon (Socrate), appercezione (Leibniz), autocoscienza (Kant) o che si ricorra alle comuni partizioni Es, Io e Super-Io (Freud), resta il dato obiettivo che la psiche non è una massa granitica unitaria: esistono istanze più latenti e meno controllabili ed altre che presiedono al raziocinio cosciente, e il carattere dell'uomo è influenzato dalle une come dalle altre. Non è tanto la figura del daimon in sé ad essere cruciale, quanto la consapevolezza dell'esistenza di un nucleo di personalità tendenzialmente immune alle manipolazioni sociali e della necessità di valorizzarlo. Come lo si chiami è, in definitiva, una questione convenzionale. :)

Non sto tentando di riportarti qui ad ogni costo, sia chiaro. :lol: Ci tengo, però, che tu abbia una percezione esatta di cosa il Daimonismo sia diventato, delle direttrici lungo cui si è sviluppato, prima di formulare un giudizio se tale filosofia si confaccia o no al tuo modo di essere. Ti ripeto il suggerimento: passa in rassegna le teorie principali della Vetrina (le mie, se desideri cogliere l'effettiva portata di quanto ti ho scritto succintamente in precedenza; e quelle altrui, per avere un'idea della varietà degli orizzonti speculativi) e non disdegnare i Vademecum (per adesso c'è soltanto il mio, ma confido che presto questa lacuna sarà colmata, vero, ragazzi? :mrgreen:); poi, riprenderemo la conversazione, finalmente ad armi pari, con la medesima consapevolezza del tema che trattiamo. Ci stai? :D
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Re: Temete di dimenticare il vostro daimon col tempo?

Messaggio da Kaisa e Artie » ven 23/ago/2013 12:12:01

Io condivido appieno la visione di Aivan, e per questo motivo mi sono assentata pure io per lungo tempo dal forum.

Come avevo spiegato a Claudio in privato negli ultimi giorni, la mia idea di daimon è cambiata rispetto a quella che avevo qualche anno fa: non ho mai smesso di sentire la voce di Artie, questo no, ma non lo considero più come una parte di me stessa con cui posso dialogare in ogni momento e di qualsiasi argomento. Vedo il daimon semplicemente come "voce interiore", quella coscienza che ti ferma prima di agire in un certo modo, ma sono sempre IO, il termine "daimon" non è necessario. Il daimon è cosiddetta voce della coscienza, insomma. Lo vedo come una sorta di istinto che mi guida in determinati momenti, seguento appunto la propria vera volontà ed essenza.
Inoltre, ho iniziato a considerare decisamente meno il valore dell'analisi e della forma: come ha detto Aivan, "ritengo ridondante e inutile attribuire a una delle tante facce che compongono una persona un aspetto animale e annessi vari".

Però sono contenta che, a differenza di qualche anno fa, la filosofia del daimonismo si sia decisamente evoluto, assumento un significato molto più profondo ;) vi sono idee ed opinioni differenti, per cui dovrò aggiornarmi anche io sugli ultimi post e sulle nuove "teorie".
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Re: Temete di dimenticare il vostro daimon col tempo?

Messaggio da Claudio-Olyandra » ven 23/ago/2013 12:20:51

Bentornata, Alice! :D A te rivolgo le stesse esortazioni destinate ad Aivan: esplora attentamente le teorie più complesse e recenti e scoprirai che la tua posizione si può iscrivere pienamente nella cornice del Daimonismo, all'interno della Scuola Soggettivistica o in altre diramazioni, che sono di là da venire ma delle quali è già possibile scorgere i profili essenziali. Sono certo che sia tu che lui potrete arricchire la filosofia con speculazioni di grande rilievo, che alimenteranno il dibattito ed il pluralismo, dunque lo sviluppo di un pensiero che è fisiologicamente, perennemente ed inevitabilmente in divenire. 8-)
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Re: Temete di dimenticare il vostro daimon col tempo?

Messaggio da Aivan e Calista » ven 23/ago/2013 13:03:23

Prometto che darò una letta alle discussioni che mi hai indicato. ;)

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Re: Temete di dimenticare il vostro daimon col tempo?

Messaggio da Firewolf & Ariel » mar 03/giu/2014 15:32:26

Ammetto che questa è stata la mia prima paura nei confronti di Ariel. Ma, consigliandomi con Imma/akita, lei ha detto che lui è una parte di te. Vista così, è dura dimenticarsi di se stessi, o sbaglio? Perciò so che è tutto nelle mie mani ^-^
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