I daimon sono coscienti di essere tali?

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Claudio-Olyandra
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Re: I daimon sono coscienti di essere tali?

Messaggio da Claudio-Olyandra » sab 04/ott/2014 22:40:52

Il "grillo parlante", la voce del rimorso, il rimpianto, il dubbio, la frustrazione etc. li sperimenta ogni essere umano: il daimon esiste, comunque lo si chiami e lo si tratti, quale componente psichica fondante l'unicità e la libertà di ciascuno, e la divergenza tra luii ed il modo di pensare e di fare concretamente seguito dall'uomo determina taluna delle esperienze prima citate. Immaginate di voler collocare un cubo all'interno di un cilindro di dimensioni analoghe: le pareti di questo si graffieranno, a riprova dell'inconciliabilità tra forma del contenitore e forma del contenuto. Similmente, quando tradisci te stesso e ti imponi una forma mentis che non è adeguata alla forma entis che intimamente ed univocamente ti caratterizza, avverti un malessere psicologico che ti ammonisce sulla strada sbagliata intrapresa. Non è il daimon ad essere autocosciente: piuttosto, noi acquisiamo l'autocoscienza confrontando continuamente quel che facciamo con ciò che vogliamo fare, quel che decidiamo di desiderare con ciò che inconfessabilmente desideriamo, quello che diciamo con ciò che pensiamo. La pienezza dell'autocoscienza presuppone il riconoscimento di questa polarità dialettica tra l'Io assoluto e l'Io temperato dal mondo esterno, al fine di valutare costi e benefici di ogni adattamento deciso, o subito, per andare incontro alle richieste della società. 8-)
Daimon uniuscuiusque humanitatis caput et fundamentum est semperque esto!

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