Dubbi, perplessità, e qualche riflessione a ruota libera..
Inviato: lun 17/dic/2007 14:40:00
Innanzitutto buon pomeriggio a voi, ed un saluto a coloro che ritagliando attimi dalla propria vita quotidiana mantengono ed organizzano questo spazio.
Siete qui a parlare di Daimon. Argomento affascinante, complesso, apparentemente sollevato alle cronache dalla diffusione della trilogia di Pullman ma assai noto - come molti di voi ben sapranno - a filosofi e pensatori da molti, molti secoli.
Da quando poco tempo fa mi scontrai con questo termine, "daimon", ho cercato qua e la sulla rete, in cerca di qualche spunto che motivi questo vago senso di "deja-vu" che la parola istiga nella mia mente. Ad una analisi personale, con uno sguardo limitato ed assorto, il daimon potrebbe rappresentare quel lato di me stesso al quale mi appello in diverse occasioni, per prendere decisioni o ricevere consigli. Alle volte fa le veci del buonsenso, altre della coscienza. Altre volte è quella specie di "amico immaginario" che - a dipendere dalle situazioni - ti dice quel che è giusto o quel che ti farebbe piacere sentirti dire. Ma cos'è il "daimon" in realtà ?
Quella estensione di noi stessi, quel Superego Freudiano che agisce da supervisore sui nostri processi decisionali ? O quell'entità soprannaturale e totemica che le antiche popolazioni tribali adoravano e sceglievano come via, verità e vita ? O forse è quella figura un po' "ambigua" di angelo custode che la fede cristiana ci ha appioppato fin da piccoli ?
O ancora l'animale guida (detta così è brutta e sa di cane per ciechi) che fa da tramite tra noi stessi e noi stessi (e detta così ci sta anche il cane per ciechi in quanto senza noi stessi non troveremmo noi stessi....) ?
Questo dubbio mi assale e tormenta un angolino del mio pensiero cosciente da un po' di tempo ormai. Cosa si cela nel nostro pensiero e quanto di esso ci appartiene ? Quanta della nostra personale unicità è dovuta alla presenza di questo substrato (o meglio superstrato) del nostro essere ?
Se ci pensate, anche voi prima di diventare daemian vi sarete chiesti il perchè di alcune scelte, quando ancora non ne eravate coscienti. La vostra mente - spesso guidata come la mia da processi decisionali speculativi - avrebbe voluto guidare le vostre scelte in una direzione. Ed invece voi avete agito nell'esatto opposto. Siamo padroni delle nostre scelte ? Sono frutto della nostra costruzione morale, del daimon o di entrambe le cose ?
Certo è - per chiosare l'oracolo di Matrix - che se siamo qui ora a discutere di Daimon, non siamo qui per fare una scelta. Siamo qui perchè la scelta l'abbiamo già fatta. Ed in un mondo che soggiace a regole di rumore, di disprezzo e fonda sull'egoismo distruttivo le proprie basi interrelazionali, la scelta da voi compiuta di dare ascolto alla vostra coscienza, al vostro Daimon, al vostro io più profondo qualsiasi forma sesso o colore abbia, non può che darvi lustro e rendervi orgogliosi.
Forse tra le tante strade avete scelto quella piu oscura, quella per conoscere se stessi, per giungere - attraverso un'altra via - a quella realizzazione del sé che i buddhisti chiamano "illuminazione". La scoperta dell'io divino che è parte di noi e che in ogni momento agisce affinchè il nostro cammino sia compiuto lungo quel percorso di ricerca che ogniuno di noi ha già tracciata di fronte a se.
Buone vacanze di natale a tutti voi!
Azrahel
Siete qui a parlare di Daimon. Argomento affascinante, complesso, apparentemente sollevato alle cronache dalla diffusione della trilogia di Pullman ma assai noto - come molti di voi ben sapranno - a filosofi e pensatori da molti, molti secoli.
Da quando poco tempo fa mi scontrai con questo termine, "daimon", ho cercato qua e la sulla rete, in cerca di qualche spunto che motivi questo vago senso di "deja-vu" che la parola istiga nella mia mente. Ad una analisi personale, con uno sguardo limitato ed assorto, il daimon potrebbe rappresentare quel lato di me stesso al quale mi appello in diverse occasioni, per prendere decisioni o ricevere consigli. Alle volte fa le veci del buonsenso, altre della coscienza. Altre volte è quella specie di "amico immaginario" che - a dipendere dalle situazioni - ti dice quel che è giusto o quel che ti farebbe piacere sentirti dire. Ma cos'è il "daimon" in realtà ?
Quella estensione di noi stessi, quel Superego Freudiano che agisce da supervisore sui nostri processi decisionali ? O quell'entità soprannaturale e totemica che le antiche popolazioni tribali adoravano e sceglievano come via, verità e vita ? O forse è quella figura un po' "ambigua" di angelo custode che la fede cristiana ci ha appioppato fin da piccoli ?
O ancora l'animale guida (detta così è brutta e sa di cane per ciechi) che fa da tramite tra noi stessi e noi stessi (e detta così ci sta anche il cane per ciechi in quanto senza noi stessi non troveremmo noi stessi....) ?
Questo dubbio mi assale e tormenta un angolino del mio pensiero cosciente da un po' di tempo ormai. Cosa si cela nel nostro pensiero e quanto di esso ci appartiene ? Quanta della nostra personale unicità è dovuta alla presenza di questo substrato (o meglio superstrato) del nostro essere ?
Se ci pensate, anche voi prima di diventare daemian vi sarete chiesti il perchè di alcune scelte, quando ancora non ne eravate coscienti. La vostra mente - spesso guidata come la mia da processi decisionali speculativi - avrebbe voluto guidare le vostre scelte in una direzione. Ed invece voi avete agito nell'esatto opposto. Siamo padroni delle nostre scelte ? Sono frutto della nostra costruzione morale, del daimon o di entrambe le cose ?
Certo è - per chiosare l'oracolo di Matrix - che se siamo qui ora a discutere di Daimon, non siamo qui per fare una scelta. Siamo qui perchè la scelta l'abbiamo già fatta. Ed in un mondo che soggiace a regole di rumore, di disprezzo e fonda sull'egoismo distruttivo le proprie basi interrelazionali, la scelta da voi compiuta di dare ascolto alla vostra coscienza, al vostro Daimon, al vostro io più profondo qualsiasi forma sesso o colore abbia, non può che darvi lustro e rendervi orgogliosi.
Forse tra le tante strade avete scelto quella piu oscura, quella per conoscere se stessi, per giungere - attraverso un'altra via - a quella realizzazione del sé che i buddhisti chiamano "illuminazione". La scoperta dell'io divino che è parte di noi e che in ogni momento agisce affinchè il nostro cammino sia compiuto lungo quel percorso di ricerca che ogniuno di noi ha già tracciata di fronte a se.
Buone vacanze di natale a tutti voi!
Azrahel