Dubbi, perplessità, e qualche riflessione a ruota libera..

Meditiamo sugli aspetti filosofici e formuliamo ipotesi ragionevoli sul Daimonismo!
Lux
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Messaggio da Lux » lun 14/gen/2008 18:16:00

Ma l'anima e la coscienza non ci vengono assegnate, eladar... l'anima e la coscienza siamo noi... l'entità 'umano+daimon' è una cosa unica, singola, non c'è una divisione originaria, non c'è una 'assegnazione'...qui sta il punto, qui sta tutta la differenza possibile.

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Eladar
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Messaggio da Eladar » lun 14/gen/2008 18:40:00

lux perdona la mia deficienza ma continuo a non capire..
la base del demianismo non era il fatto di accettare il daimon come parte di te? se poi prima della nascita sei frammentato o no che importanza ha? sono cose che non puoi dire "NO! non è così" o "forse" o "sicuro!"...
ripeto: io stesso trovo difficile credere a queste cose ma perkè dobbiamo sempre precludere cio' che non conosciamo?
il daimon è parte di noi, noi siamo parte di lui.... siamo la stessa persona? ok
mi sta bene e lo trovo giustissimo, sarebbe strano il contrario... ma perkè fuggire da pensieri che non riguardano il piano mortale?
ehi... se volete gli faccio chiudere l'argomento :wink:

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Messaggio da Lux » gio 17/gen/2008 16:01:00

Io non fuggo da pensieri "sovrannaturali" Eladar. Semplicemente evito di basarmi esclusivamente su di essi dato che in questo forum non tutti sono credenti.

Che senso ha credere se prima della nascita sei frammentato o no? Semplice, dalla risposta dipende se sei una persona o una persona "a tempo determinato". Ricorda che i daimon sono parte di noi, noi senza i daimon non esistiamo, o quantomeno non siamo una persona, non siamo nemmeno un'anima: senza shandrin tu non sei tu. Ora, credi che la tua identità sia tale solo ora, e che prima o dopo tu sia poco più che una mezza persona? Soprattutto, credi di essere stato creato come qualcosa di amputato, spezzato, e che sia stato necessario "unirti" a qualcosa per renderti quello che sei, e che comunque dopo la morte tornerai a essere quell'essere a metà che eri? A te la risposta.

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Messaggio da Eladar » gio 17/gen/2008 17:39:00

?_?

ehmm...ma se la chiudiamo qui?
aspetta Shan fammi rispondere.... allora:
per prima cosa se ti ha offeso il verbo "fuggire" allora perdonami ma non ho una grande capacità linguistica e a volte scrivo senza pensarci due volte.
dopodiché voglio rispondere alla tua domanda... devo ammettere che il tuo ragionamento incute abbastanza timore e mi verrebbe da scansare le mie vecchie ipotesi, se non fosse che cio' che ho detto non è cio' che realmente penso, però posso dire che hai "dissipato ogni dubbio" :D
non sono argomenti molto facili e io non ho idee molto chiare... ci sono volte che penso che non esiste niente oltre questa vita...si muore stop.
altre volte sono disposto ad accettare le piu' disparate ipotesi.
prima o poi farò le mie scelte, e intanto continuerò a fare le mie domande 8)

ah lux ti ringrazio per le risposte. se mai un giorno dovesse riuscirsene con altre ipotesi ti chiedo solo di restare paziente .... alla fine ci arriverà anche lui :wink:

Claudio-Olyandra
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Messaggio da Claudio-Olyandra » ven 15/feb/2008 02:03:00

Ho scandagliato questo settore con diligente acutezza e sono pervenuto ad una serie di interessanti conclusioni.
1) Il nostro Amministratore Lux è mentore di rara saggezza e la padronanza della materia che dimostra è prova inconfutabile dell'esperienza pluriennale acquistata mediante un'assidua comunicazione con Daemian anche non italiani.
2) Ci sono numerose spinte centrifughe che definirei eretiche se questa fosse una religione coi suoi dogmi e pilastri.
3) Secondo la mia opinione di profano che non si sottrae agli interrogativi più controversi ed ostici, dobbiamo fissare un ambito di osservazione ben circoscritto onde evitare di assumere premesse malsicure e precarie. Perciò credo che non sia opportuno vagliare l'unità Umano-Daimon ante originem o post mortem, essendo insondabile quel terreno a meno di non volersi aggrappare alla fede. Umano e Daimon sono una cosa sola persona, prego..., ma una qualche autonoma collocazione devono pur averla. Cadendo questo principio diverrebbe impossibile visualizzare il Daimon in una forma animale capace di spostamenti e sensazioni sue proprie. Uniti nella separatezza o separati nell'unione, insomma. Se dividiamo per ragioni di "didattica" l'uomo in corpo, mente e psiche (riconoscendo alla seconda la mera capacità cognitiva-mnemonica-rielaborativa ed alla terza la potestà di dare un "sapore alle cose" tramite le emozioni ed i sentimenti), il Daimon in quale area si può inserire? Nella mente, innanzitutto, quale ponte per l'esplorazione di una regiona buia e preclusaci nella quale sono confinate le esperienze la cui contezza demolirebbe la sanità dell'individuo; ma anche nella psiche può scorgersi presenza del Daimon, perché egli vive le nostre emozioni (e tali sono le reazioni uguali ed opposte della nostra persona agli stimoli esterni che ne turbano il perdurante equilibrio), sebbene sia capace di nutrire affetti, per così dire, suoi esclusivi. Abbracciando questa congettura, resta da chiarire se il Daimon riempia del tutto mente e psiche ovvero se la componga solo in parte, dovendosi dunque risalire ad un'ulteriore componente extrasensibile della nostrà unità. Anche a voler semplificare la tripartizione in dicotomia, distinguendo corpo e Daimon, dovrebbe risolversi l'annosa questione cartesiana: qual è l'elemento unificatore dei due poli (nella sua dottrina, res cogitans e res extensa)? Non la ghiandola pineale, ovviamente, che appartiene pur sempre al corpo. Dovrebbe essere concepita una sostanza che sia insieme corpo e spirito, perché solo dando questo assioma si può assumere che essa funga da ponte fra piani contrapposti. E, salvo voler ricorrere alla figura di Cristo, il nodo non può essere sciolto. Forse, allora, che corpo e spirito sono in perfetta sincronia e lavorano in parallelo pur senza alcuno scambio fra di essi? Bene, ma da chi sono stati "programmati" per agire in sinergia? Anche Leibniz e le sue monadi non ci soccorrono adeguatamente. Dobbiamo dunque concludere che corpo e spirito sono due diramazioni di una sorgente comune, che ci appaiono diversi pur nell'imperscrutabile somiglianza? Ci toccherebbe dubitare dei sensi e distinguere fra fenomeno e noumeno (Kant) o fra volontà di vivere e velo di Maya (Schopenhauer), col rischio di non avere certezze donde prendere le mosse. Dove giace la soluzione? Questo mi chiedo. Io mi chiedo perché sollevare interrogativi destinati a restare aperti... Shhh... Dobbiamo aggrapparci alla fisica ed ammettere, chiosando una branca ancora poco battuta, che il Daimon ed il corpo soggiacciono a leggi meccanicistiche per cui la loro interazione fra loro e con gli enti terzi è già predeterminata da fattori naturali (le forze gravitazionale, elettromagnetica, nucleare forte e debole, trasmesse per mezzo di particelle prive di massa), senza speranza di salvezza per il libero arbitrio e la volizione? Queste soluzioni non persuadono appieno e non offrono risposte esaurienti. Ergo? Paradossalmente mi ritrovo fra le mani una deduzione forzata: i Daimon sono corporei. D'altronde, non potendo avere cognizione di un centro unificatore di spirito e corpo ed essendo nondimeno ineluttabile lo scontro frontale con la realtà per cui Umano e Daimon sono vincolati da un'inconoscibile forza od intermediario o legame (che consente peraltro il libero fluire dei pensieri fra i due soggetti), non può che arguirsi che Umano e Daimon sono entrambi corporei (od entrambi spirituali: venendo meno la contrapposizione logica, la questione si riduce ad una scelta terminologica). Come mai, allora, non siamo capaci di toccarli? Probabilmente perché siamo collocati su due cronotopi (tessuti di spazio-tempo) che differiscono per una sola dimensione, cosicché l'esistenza dei Daimon sia contemporanea alla nostra e la loro collocazione "tridimensionale" corrisponda pressappoco alla nostra, ma la interazione fisica sia esclusa per sfasamento di una coordinata spazio-temporale. Il quesito si ripropone pigro nella mente: quali sarebbero i collegamenti fra i diversi tessuti di spazio-tempo che fittamente s'intrecciano in una trama che la migliore sarta non saprebbe realizzare? Posso azzardare una risposta: i buchi neri. In effetti, in essi si celano possenti incognite: come mai nessun corpo (neppure i fotoni di luce) è capace di sfuggire loro una volta superato l'orizzonte degli eventi? E cosa avviene nella singolarità, ove la densità raggiunge asintoticamente il valore di infinito? Probabilmente si passa in un altro universo intersecato al nostro e difforme per una o più coordinate spazio-temporali. Sarebbe così avvalorata la tesi di Pullman che i "mondi" siano collegati da (quelle che per comodità ed immediatezza evocativa vengono chiamate) finestre. Non solo. Osservando come anche la luce presenti la stessa dualità che affanna le nostre menti (natura corpuscolare ed ondulatoria), dovrebbe dedursi che non c'è discrepanza fra struttura dei viventi e dei non viventi. Al che ci si chiede: perché classifichiamo gli uni separatamente dagli altri? Perché i primi hanno coscienza del loro esistere, di cui i secondi sono irrimediabilmente deficitari. Da queste premesse ricaviamo pertanto che tutti i viventi, non solo gli Umani, hanno un Daimon, un polo tramite il quale acquisire la consapevolezza di se medesimi. E questo significa che i cronotopi s'intersecano tante volte fra loro, quanti sono i viventi esistiti dalla notte dei tempi, cioè che ciascun insieme si sovrappone più volte a tutti gli altri. Alla luce di tutti questi complessi apparati sillogistici, mi tocca concludere che il mistero dei Daimon e quello del Big Bang (dal quale si sarebbero originati gli innumerevoli universi) sono logicamente compenetrati senza possibilità di scampo. Questo confermerebbe il celebre aforisma secondo cui "il tutto è il nulla ed il nulla è il tutto" (la formulazione non è proprio testualmente riprodotta), a sottolineare come gli estremi convenzionalmente ritenuti opposti siano invece il medesimo punto scrutato da prospettive ribaltate. Non deve intendersi che il Daimon è il nulla - per carità! -: egli è preziosissimo, ma è patente che è infinitesimale rispetto all'universo ed ancor più dinanzi alla moltitudine di universi che dal quel grande "squarcio cosmico" si è originata. Prego Lux di esprimersi su questa speculazione, senza pregiudizio - ovviamente! - per chiunque altro volesse ponderare le mie parole e palesare una propria considerazione personale. Prego te, invece, di astenerti in futuro da discettazioni così astratte da farmi venire gravi capogiri. Non posso però nascondere il mio orgoglio al solo pensiero che io ed il Big Bang siamo accomunati dal medesimo segreto...
Daimon uniuscuiusque humanitatis caput et fundamentum est semperque esto!

tasso85

Messaggio da tasso85 » ven 15/feb/2008 09:15:00

considerazioni maledettamente interessanti, devo leggerle per bene appena ho 5 minuti in più...

ma vedo che ti è ricomparsa l'abitudine a scrivere tutto attaccato!!! credimi, e veramente difficile leggere, così...

tasso85

Messaggio da tasso85 » ven 15/feb/2008 16:06:00

Ok, adesso ho finalmente letto tutto :D

bene bene bene... le tue riflessioni, sul piano astratto, mi piacciono molto, ho sempre apprezzato le discussioni astratte e speculative... MA non mi trovo d'accordo e adesso cercherò di spiegare perchè nella maniera più chiara possibile... premettendo che queste sono tutte mie opinioni, non sto facendo valutazioni assolute...

personalmente trovo che le tue considerazioni siano un interessantissimo volo pindarico...
Anche a voler semplificare la tripartizione in dicotomia, distinguendo corpo e Daimon, dovrebbe risolversi l'annosa questione cartesiana: qual è l'elemento unificatore dei due poli
ecco secondo me l'errore di base: noi non dobbiamo cercare una separazione tra corpo e daemon in quanto IRRILEVANTE per i nostri scopi... noi (inteso come essere intelligente) NON siamo un corpo! Il nostro corpo è un mezzo fisico che ci consente di interagire con la realtà fisica, ma noi non siamo il nostro corpo, siamo lo spirito (non in senso religioso, solo inteso come essenza) che lo abita... lo dimostra il fatto che sul piano teorico nulla impedisce che noi passiamo da un corpo ad un altro...

mi sovviene un bell'aforisma trovato sul TDF:
Tu non HAI un'anima. Tu SEI un'anima ed HAI un corpo.
un ribaltamento di prospettiva che è secondo me corretto ed azzeccato... noi siamo uno spirito o, se preferite, una mente, ed il daemon è parte di questo spirito/mente...
Paradossalmente mi ritrovo fra le mani una deduzione forzata: i Daimon sono corporei. D'altronde, non potendo avere cognizione di un centro unificatore di spirito e corpo ed essendo nondimeno ineluttabile lo scontro frontale con la realtà per cui Umano e Daimon sono vincolati da un'inconoscibile forza od intermediario o legame (che consente peraltro il libero fluire dei pensieri fra i due soggetti), non può che arguirsi che Umano e Daimon sono entrambi corporei
A questo punto ti cito la nona regola del mago: nella realtà la contraddizione non esiste, nè interamente nè in parte.

come risolvere, allora, questa apparente contraddizione? non dobbiamo ricercare una connessione tra corpo e spirito e daemon, in quanto noi, che siamo spirito, non necessitiamo di un corpo per continuare ad esistere (anche se al momento non esistono tecnologie o tecniche in generale che lo consentano, ma è possibile), siamo pienamente definiti in quanto spirito, di cui il daemon è una parte...

cosa consente allora a "noi" e al nostro daemon di comunicare, di scambiarci sensazioni, emozioni, parole, concetti? il fatto di condividere la stessa sostanza spirituale che ci compone... questo è il mezzo comune che consente ai pensieri di fluire tra noi ed il daemon, anche se è un'espressione scorretta, sarebbe più corretto dire "tra noi e noi"... come una corrente all'interno di una stessa pozza d'acqua...

ed ecco che la contraddizione si spezza senza ricorrere ad universi paralleli, ribadendo l'inscindibile unione tra noi ed i nostri daemon...
Da queste premesse ricaviamo pertanto che tutti i viventi, non solo gli Umani, hanno un Daimon, un polo tramite il quale acquisire la consapevolezza di se medesimi
questo è teoricamente possibile, ma nel caso di esseri viventi non autocoscienti (cioè in genere si parla di animali), il legame tra essere e daemon esiste solo a livello di istinto, cioè il daemon è la materializzazione dell'istinto dell'animale... ma non aiuta ad acquisire la consapevolezza di sè in quanto, appunto, un animale non è autocosciente...
Questo confermerebbe il celebre aforisma secondo cui "il tutto è il nulla ed il nulla è il tutto" (la formulazione non è proprio testualmente riprodotta), a sottolineare come gli estremi convenzionalmente ritenuti opposti siano invece il medesimo punto scrutato da prospettive ribaltate
Beh, personalmente ho sempre considerato l'unità degli opposti come una indiscutibile verità universale, ma dipende dal punto di vista... come sempre tutto si riduce alla percezione, e non c'è una verità universale che definisca la realtà in modo univoco per tutti...

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Messaggio da Aivan e Calista » ven 15/feb/2008 18:16:00

Mamma che discorsi... non riesco a seguirli del tutto ma il concetto credo di averlo afferrato. :roll:

tasso85

Messaggio da tasso85 » sab 16/feb/2008 10:51:00

quello è l'importante :D i paroloni sono solo un contorno, sono i concetti che importano... purtroppo è spesso impossibile esprimere un concetto compicato con parole semplici

Claudio-Olyandra
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Messaggio da Claudio-Olyandra » dom 17/feb/2008 19:57:00

Prima di rispondere voglio sentire che ne pensa il nostro Amministratore delle nostre discussioni, tasso85. Ammetti che stai scrivendo questo messaggio solo per attirare qui Lux e fargli leggere il tuo maxi-intervento filosofico... Non barare, perché io ti vedo... Se vuoi, posso ribattezzarti "Occhio di Sauron"...
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