non credevo di aver fatto una richiesta complessa
semplicemente, invece di scrivere così:
Claudio-Olyandra ha scritto:
Ritengo fermamente che la miglior saggezza sia l'umiltà, perché solo tramite il riconoscimento dei propri limiti si accetta lo scambio relazionale proficuo cogli altri e ci si arricchisce di esperienze che invece, ritenendosi già in possesso di tutto, si sminuiscono con superbia. QUESTO PREAMBOLO A COSA PORTA? Ad una semplice ammissione di mancata comprensione del testo citato. Potresti riformularlo diversamente? Non capisco esattamente cosa desideri, pertanto non posso accontentarti. Mi stai chiedendo di spezzettare i discorsi lunghi in più messaggi distinti o qualcos'altro?
Per quanto concerne il messaggio di Chester mi preme sottolineare che il sapere presenta una fitta rete di connessioni latenti per cui con le categorie della filosofia puoi apprezzare il rigore della scienza e viceversa: del resto io provengo da un liceo scientifico P.N.I. LA TUA BIOGRAFIA NON INTERESSA A NESSUNO... Volevo solo precisare che il mio pensiero non è infarcito di filosofia più di quanto non contenga basi matematiche o fisiche... Ad ogni modo, il mio processo argomentativo è semplice. Conoscente e conosciuto non possono coincidere (esempio di uomo che percepisce Sole ad esso estraneo), ma uomo conosce se stesso (anche a prescindere dal rapporto con altri esseri umani; è un'ipotesi astratta e siamo tutti d'accordo che un neonato solo è destinato a morte certa...), ergo deve avere in sé un elemento altro cosicché esso conosca l'uomo, l'uomo conosca esso (il Daimon) e pertanto conosca quello che lui conosce, cioè se stesso. Su un profilo fisico diciamo che per dichiarare lo stato di quiete o di moto di un corpo occorre stabilire un rapporto di esso con un sistema di riferimento esterno: il Daimon è un sistema esterno per l'uomo e l'uomo lo è per il Daimon, perciò entrambi conoscono entrambi. Quando dico "diverso" intendo "dotato di individualità propria", ma non slegato od autonomo, ok? D'altro canto due cose uguali non esistono, perché se sono eguali non è possibile distinguere l'uno dall'altro e perciò saranno una cosa sola. Tu sai bene che in geometria razionale un segmento non è mai UGUALE ad un altro segmento che non sia esso stesso, semmai può essere CONGRUENTE ad un altro segmento. MA PERCHé NON VAI AD INSEGNARE MATEMATICA AL LICEO? Non ho ancora nessuna laurea, Oly, e nessuno mi regala cattedre sulla base della mia bella faccia...
fai qualcosa del genere:
Claudio-Olyandra ha scritto:
Ritengo fermamente che la miglior saggezza sia l'umiltà, perché solo tramite il riconoscimento dei propri limiti si accetta lo scambio relazionale proficuo cogli altri e ci si arricchisce di esperienze che invece, ritenendosi già in possesso di tutto, si sminuiscono con superbia.
QUESTO PREAMBOLO A COSA PORTA?
Ad una semplice ammissione di mancata comprensione del testo citato. Potresti riformularlo diversamente? Non capisco esattamente cosa desideri, pertanto non posso accontentarti. Mi stai chiedendo di spezzettare i discorsi lunghi in più messaggi distinti o qualcos'altro?
Per quanto concerne il messaggio di Chester mi preme sottolineare che il sapere presenta una fitta rete di connessioni latenti per cui con le categorie della filosofia puoi apprezzare il rigore della scienza e viceversa: del resto io provengo da un liceo scientifico P.N.I.
LA TUA BIOGRAFIA NON INTERESSA A NESSUNO...
Volevo solo precisare che il mio pensiero non è infarcito di filosofia più di quanto non contenga basi matematiche o fisiche... Ad ogni modo, il mio processo argomentativo è semplice. Conoscente e conosciuto non possono coincidere (esempio di uomo che percepisce Sole ad esso estraneo), ma uomo conosce se stesso (anche a prescindere dal rapporto con altri esseri umani; è un'ipotesi astratta e siamo tutti d'accordo che un neonato solo è destinato a morte certa...), ergo deve avere in sé un elemento altro cosicché esso conosca l'uomo, l'uomo conosca esso (il Daimon) e pertanto conosca quello che lui conosce, cioè se stesso.
Su un profilo fisico diciamo che per dichiarare lo stato di quiete o di moto di un corpo occorre stabilire un rapporto di esso con un sistema di riferimento esterno: il Daimon è un sistema esterno per l'uomo e l'uomo lo è per il Daimon, perciò entrambi conoscono entrambi. Quando dico "diverso" intendo "dotato di individualità propria", ma non slegato od autonomo, ok? D'altro canto due cose uguali non esistono, perché se sono eguali non è possibile distinguere l'uno dall'altro e perciò saranno una cosa sola. Tu sai bene che in geometria razionale un segmento non è mai UGUALE ad un altro segmento che non sia esso stesso, semmai può essere CONGRUENTE ad un altro segmento.
MA PERCHé NON VAI AD INSEGNARE MATEMATICA AL LICEO?
Non ho ancora nessuna laurea, Oly, e nessuno mi regala cattedre sulla base della mia bella faccia...
non ti sembra molto più arioso e leggibile?
e già che ci sono rispondo alla tua argomentazione: parlare di daemon come sistema "esterno" per l'uomo non mi pare corretto, il nostro daemon E' noi a tutti gli effetti, e viceversa, quindi non mi pare che definirlo un qualcosa di "esterno" a noi sia corretto...
non credo che un daemons sia dotato di una VERA individualità come noi possiamo averne... esso è la voce della nostra coscienza, ma come tale non dispone di vera individualità, si limita a reagire a degli stimoli esterni, risposte che noi percepiamo sotto forma di emozioni, sensazioni o pensieri... questi stimoli di cui parlo possono essere molteplici, come un'azione da noi compiuta, una musica che ascoltiamo, o una frase che diciamo a noi stessi... questa reazione può però essere molto complessa e portare a pensare ad una vera individualità, ma è soltanto una parvenza...
con questo non voglio assolutamente sminuire l'importanza e l'utilità di un daemon e degli effetti positivi che si possono ricavare dalla sua presenza...