Malattie mentali, sdoppiamento di personalità e daimon

Meditiamo sugli aspetti filosofici e formuliamo ipotesi ragionevoli sul Daimonismo!
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Saphiry e Deianira
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Il daimon e la malattia mentale

Messaggio da Saphiry e Deianira » lun 12/mar/2012 17:03:19

Come tutti sicuramente già sanno, la psicologia è diventata, nel giro di un paio di anni, uno dei miei maggiori interessi :mrgreen:
Mi chiedevo: il fatto che qualcuno abbia una qualsivoglia "malattia mentale", sia essa un disturbo d'ansia, di personalità, di depressione, schizofrenia, psicopatia, etc. influenza la forma ed il comportamento del daimon? O magari la sua stabilizzazione? Può impedirla? Che effetto ha sul daimon?
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Re: Il daimon e la malattia mentale

Messaggio da Cassandra e Sibilin » lun 12/mar/2012 19:09:53

E' una domanda che spessso mi pongo anche io, e credo che la risposta sia difficile e varia come la definizione della psiche umana. Io sono convinta che in gravi patologie coinvolgenti la sfera mentale, come autismo o schizofrenia per dirne un paio, sia prettamente inficiata la comunicazione e la condivisione uomo-daimon, un po' come il segnale disturbato della televisione. Quindi viene ad essere continuamente alterato lo scambio informativo con una parte molto importante di noi stessi, di qui una parte dei problemi. Se la genesi sia organica o meno è una domanda da cento milioni di euro, visto che non si sa. E' la struttura mentale stesa che viene totalmente sconvolta, quindi credo proprio che il daimon ne risenta (e penso ai ritardi mentali, in cui il daimon potrebbe anche aver subito un annullamento o arresto di sviluppo, nei casi via via più gravi).
Per i disturbi più "lievi" (quindi andiamo da spettri borderline, sindromi ossessivo-complusive, fino ad arrivare a disturbi d'ansia, fobie) credo che non vada vista esclusivamente la "parte daimon", ma anche tutto il resto, che è vario e complesso. Una fobia può dipendere da qualche assurdo istinto ancestrale o da residui mnemonici di cui il daimon è appena appena cosciente, per esempio. In questi casi, però, credo che non venga alterata la struttura in sè, ma come il daimon si rapporta con te, o anche come giudica il mondo esterno. Naturalmente devi anche valutare le esperienze, le fonti di stress, quello che ci porta ad agire o a comportarci in un certo modo. Se abbiamo avuto figure parentali abbastanza rigide, in un certo senso, può darsi che questa caratteristica sia stata introiettata nel daimon. Brutte esperienze possono formare una certa diffidenza (per la teoria dell'autoconservazione, non facciamo qualcosa che ci fa male). In alcuni casi potrebbe esserci qualche "debolezza", nel senso, qualche piccolo cortocircuito mentale di origine genetica, ma vallo a dimostrare! xD
Questa è, naturalmente, una mia opinione. La psicologia è una branca del sapere che studio e che mi piace, ma non mi ritengo esperta, per niente! xD
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Re: Il daimon e la malattia mentale

Messaggio da Anny♥Shakri » lun 12/mar/2012 19:29:14

La penso esattamente come Imma, il problema in sè non è il daemon, nè tantomeno la sua forma o il suo esserci o meno, quanto l'incomunicabilità che si viene a creare a causa di un disturbo psichico. Ma non solo questo.
Secondo me i disturbi neurali sono ancora più incisivi e creano questa incomunicabilità e scissione.
Questo sulla presenza in sè del daemon non ha nessun effetto, il daemon C'E' in quanto ente esistente a priori,
è l'uomo che ha problemi a percepirlo nella sua interezza.
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Re: Il daimon e la malattia mentale

Messaggio da Cassandra e Sibilin » lun 12/mar/2012 19:33:13

Oddio, se pensi che la psicologia è anche neurologia, in un certo senso, se c'è un danno a livello del cervello c'è anche un danno a livello delle strutture fisiche. Il daimon, benchè con qualche sovrastruttura, è struttura, e se viene a mancare quella anche il daimon sarà alterato, o la percezione del daimon. Dipende dov'è il danno...
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Re: Il daimon e la malattia mentale

Messaggio da LongJohnSilver » lun 12/mar/2012 20:02:30

Non vedo l'ora di saper rispondere come si deve a una domanda simile...
Il daimon, "abitante della mente", credo, possa essere influenzato (occhio, parlo da profonda appassionata, ma non come psicologa o psichiatra. Posso star sparando una sciocchezza colossale).
In che senso, però?
Il daimon, come è stato dimostrato diverse volte, ha un carattere abbastanza diverso dal nostro perché libero da convenzioni o da restrizioni di carattere sociale, per dirne una. Ma, essendo anche un "viaggiatore" della nostra mente, ponte tra Io, Es e Super Io, non ne può che essere, anche minimamente, influenzato.
Esempio: elettrizzazione a induzione (scusate, non trovato esempio più calzante XD)
La fobia può essere l'oggetto carico negativamente che viene avvicinato all'elettroscopio (la mostra mente). Le foglioline (il daimon) si separeranno poco o molto secondo la distanza di questo oggetto elettrizzato (l'intensità della fobia).
Per quanto riguarda la forma: questa dipende, se sostieni la forma in modo classico, dal carattere e dalle propensioni o inibizioni che tendi ad avere. Se intesa come "simbolo", è la maniera con la quali l'uomo vede sé stesso, si rappresenta in quel modo.
Lo stato sarà, di conseguenza, stabile finché lo stato mentale non cambierà. Magari il daimon passerà ad un' altra forma quando questo stato sarà superato o in parte attennuato.
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Re: Il daimon e la malattia mentale

Messaggio da Cassandra e Sibilin » lun 12/mar/2012 20:09:39

Sivlia, credo che tu abbia toccato un punto fondamentale, e non c'è niente di più azzeccato dell'elettromagnetismo per spiegare! xD Credo che c'è sempre bisogno di fare distinzione tra caso e caso, perchè non solo il daimon è forte nella nostra mente...
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Re: Il daimon e la malattia mentale

Messaggio da Anny♥Shakri » mar 13/mar/2012 12:08:34

I campi di psicologia e neurologia sono diversi. Ma se hai un problema a livello neurologico ne avrai sicuramente altri a livello psicologico che scaturiscono da esso, ma non viceversa. Per questo mettevo in risalto la differenza tra le due cose.
Intendevo fare un esempio stupido: ipotizziamo per assurdo che il libro "L'argomento" di Pinco Pallino sia improvvisamente bandito dal sistema, e vengano bruciate tutte le sue copie.
Questo non toglie che il libro sia stato comunque scritto e letto da qualcuno prima che fosse bandito, e che qualcuno se ne ricorda.
Il libro esiste comunque, solo che non c'è più accesso ad esso.
Questo per dire, con o senza problemi mentali, il daemon c'è, ma probabilmente una persona affetta da amnesia retrorograda non lo saprà mai...
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Re: Il daimon e la malattia mentale

Messaggio da Cassandra e Sibilin » mar 13/mar/2012 21:14:54

ma il daimon ci sarà lo stesso xD io parlo delle sindromi gravi, naturalmente, lì dove proprio la struttura è alterata ;)
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Re: Il daimon e la malattia mentale

Messaggio da Saphiry e Deianira » mer 14/mar/2012 22:33:38

Lo stato sarà, di conseguenza, stabile finché lo stato mentale non cambierà. Magari il daimon passerà ad un' altra forma quando questo stato sarà superato o in parte attenuato.
Ok, una domanda sempre sull'argomento:
se, ad esempio, uno è paranoico, deve tenere in conto questo particolare nel cercare la forma del suo daimon? O meglio, il daimon si stabilizzerà anche basandosi sul tratto della paranoia?
In realtà potrebbe non essere veramente una parte del suo carattere, ma solo la malattia. Potrebbe sparire per sempre.
Quindi che accade?
Se la malattia che muta i tratti del carattere sparisce perchè se ne guarisce?
E invece se la malattia si radica con così tanta virulenza da non sparire mai?
Perchè possono accadere entrambe le cose.
Però forse un disagio mentale non abbandona mai completamente,no? Una traccia rimane...
Io non posso portare ad esempio me stessa perchè anche se non sono fobica da sempre, da sempre sono timidissima (quindi si, io lo tengo in conto nel guardare le analisi) e perchè ritengo che la cosa sia abbastanza radicata.
Ma per il resto...? Davvero il daimon, come dice Silvia, se non stravolgo le sue parole, può stabilizzarsi in un modo e poi cambiare una volta che lo stato mentale è mutato? O forse attende semplicemente?
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Re: Il daimon e la malattia mentale

Messaggio da Cassandra e Sibilin » mer 14/mar/2012 22:49:50

Io penso che non esista una forma davvero stabile, animale o meno. Siamo mutevoli, chi più e chi meno, e quindi siamo sempre passibili di un cambiamento.
Io credo che dipenda dai casi. Quando è proprio un tratto caratteriale -acquisito o innato non importa- credo che se ne debba tener conto, come per ogni cosa che ha a che fare con noi. Quando invece si sconfina nella psicopatologia bisogna operare in un modo che faccia le adeguate distinzioni. Il tratto patologico non fa parte di "noi", mentre la causa scatenante sì, ed è quella che influisce sul nostro carattere, non la patologia in sè. Faccio un esempio: io sono una persona tendenzialmente diffidente, ma, benchè aquisito nel tempo, è un tratto del mio carattere come la tua timidezza, e bisogna intenderlo in un certo modo. Se io diventassi paranoica, allora credo che vada tenuto conto nell'introspezione come un limite, qualcosa che impedisce l'espansione e la crescita, e quindi qualcosa di essenzialmente dannoso. Il segreto dell'equilibrio è distinguere quando qualcosa fa parte della nostra indole, e quindi non è dannoso in sè, oppure quando si degenera e quel tratto caratteristico -che in caso di carattere si può anche smorzare con il tempo- diventa un danno e un limite per te stesso. O almeno così la penso!:mrgreen:
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