È possibile conoscere davvero se stessi?

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Chaky & Alexis
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È possibile conoscere davvero se stessi?

Messaggio da Chaky & Alexis » mer 28/nov/2018 23:04:07

Ciaoo a tutti
Questa sera mi si è posta questa domanda: è possibile conoscere davvero se stessi? Conoscere al cento per cento ogni singola sfaccettatura della propria essenza più intima ed interiore?
Beh io ho provato a dare una mia risposta, però sono pure andata a cercare se qualcun'altro l'aveva già trovata e mi sono imbattuta in questo articolo molto interessante (e anche molto lungo) che vi cito qua sotto e se avete voglia di leggerlo mi farebbe piacere sentire le vostre opinioni
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Invece la risposta che avevo provato a dare io era molto più semplicistica e cercherò di asporvela cercando di non fare troppa confusione.
Allora, io sono partita dal presupposto che le persone cambiano, cambiano continuamente, magari anche di così poco che potrebbero anche non accorgersene minimamente, ma questo avviene.
Per esempio noi non siamo più le persone che eravamo dieci anni fa, potremmo essere molto simili ma mai completamente identiche. E credo si possa dire lo stesso per chi eravamo un anno fa, una settimana fa, e pure ieri.
Certo, il cambiamento tra ieri e oggi non lo vedremmo neanche se andassimo a guardare con un microscopio, però c'è.
E cos'è che ci fa cambiare? L'esperienza, ogni evento o situazzione che noi viviamo dall'inizio della nostra vita è unica ed irripetibile, anche se provassimo a rivivere esattamente un momento della nostra vita com'è stato prima non sarà mai esattamente uguale, ci sarà sicuramente qualcosa di diverso.
Per questo, dato che ogni esperienza è nuova ci fa cambiare, cambiano le nostre conoscenze, il nostro modo di vedere le cose e di reagire alle situazioni.
Quindi, dove voglio arrivare con tutto questo, se noi per assurdo alla fine di questa giornata riuscissimo ad ottenere la piena conoscenza di noi stessi, delle nostre emozioni, paure, punti di forza, debolezza ecc... Alla fine di domani non potremmo più dire di possedere questa conoscenza perché domani noi saremmo come una persona nuova, qualcosa dentro di noi sarà cambiato di nuovo e dovremmo ricominciare a cercala, e ogni giorno sarebbe lo stesso.
Concludendo il ragionamento la vera conoscenza di se stessi è impossibile, sarebbe una ricerca infinita che ricomincia quasi da zero tutti i giorni e visto che le esperienze possibili che possiamo vivere sono infinite e noi non abbiamo il dono dell'immortalitá questa conoscenza ci è negata.
Anche se comunque non potremo avere la conoscenza di noi al 100% però credo che ad un buon 60/70% forse anche qualcosa in più ci si possa arrivare ovviamente non è per nulla una cosa facile, infatti io credo di essere circa ad un 10%, che è ancora una valutazione molto ottimistica a parer mio.

Boh non so se il mio ragionamento possa essere valido o meno, io ho cercato di seguire un filo logico, ora lascio la parola a voi perché voglio sentire pure le vostre opinioni in merito 😝
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Re: È possibile conoscere davvero se stessi?

Messaggio da Pandemonium » lun 03/dic/2018 16:57:20

Sto scrivendo dal telefono, per cui perdonami se non sarà un post molto accurato o ben presentato.

Questa domanda, a dirtela tutta, non me l'ero mai posta. Ho sempre cercato di non farmi troppi castelli mentali a riguardo, reputando il mio personale modo di vivere sufficiente per leggermi dentro, in un modo o nell'altro.
Ora che però mi trovo davanti la questione, il dubbio è vivo... Ma nemmeno troppo.
È chiaro che siamo in perpetuo mutamento. Sono abbastanza sicura che tra cinque anni non sarò la stessa (ma che dico, anche tra qualche mese!) e se è vero che è l'esperienza a rappresentare il fulcro, il punto di svolta, è anche vero che l'esperienza alle lunghe "termina". Per esempio, se una persona vive in città e fa un lavoro di ufficio, è probabile che l'ingresso nella vita adulta (vivere da soli) e l'inizio di un nuovo mestiere ti influenzi. Dal canto mio è stato così: iniziare un nuovo lavoro è stato un punto di svolta. Mi sono ritrovata molto più sicura di me (perché la sicurezza in se stessi è qualcosa che si allena, che si alimenta quando riesci in qualcosa), più socievole, ho quasi ammazzato la mia timidezza e sono senz'altro cresciuta. Se il nostro individuo X inizia il suo lavoro di ufficio più o meno incontrerà anche lui una crescita, positiva o negativa che sia. Se il lavoro e la vita resta la stessa, a meno di interventi particolarmente differenti dal consueto si presume che non avverrà più chissà quale stravolgimento. Mancano le esperienze, manca il cambiamento. Eppure è irrealistica questa visione, perché finisce per cristallizzare l'individuo che smette di sperimentare nella vita. Direi piuttosto che anche lo scambio (dialogo, tv, libri, giornale,...) ci cambia. Guardare un video su YouTube può farmi fare delle domande. Intendiamo anche questo come esperienza? La chiamiamo esperienza indiretta? Boh mi sto incartando in cose prive di senso.

Io personalmente credo di conoscermi, e anche bene. Ultimamente sento di sapere cosa voglio fare nella vita, come devo muovermi, cosa devo realizzare. Ciò significa che non esistono insicurezze? Assolutamente, ci sono e ho paura. Ma avere un obiettivo è già qualcosa!
Penso anche che il focus (alias conoscersi) non sia inteso in maniera tanto globale: credo che noi possiamo vederci come una piramide. Una base, e poi diversi pezzi fino al vertice. Ecco, credo che la base non cambi mai. Così come io da bambina ero decisa, testarda, riservata e curiosa, lo resto ancora oggi. Ciò che cambia da me di tre anni a me di venti è ciò che ho maturato, la sicurezza e le esperienze (come giustamente dici tu), la cultura e la consapevolezza. Per me, conoscere me stessa sta nell'essere consapevole della base della mia piramide. Il resto cambia. Ciò che trovavo impossibile per me due anni fa può diventare fattibile, perché cambiano le condizioni, diventano favorevoli o sfavorevoli. Due anni fa, per esempio, l'idea di diventare vegetariana era assurda, quasi ridicola e mi spaventava. Oggi lo sono. Un domani potrei rimanere incinta e decidere di tornare a consumare in maniera moderata carne. O ancora, potrei avere una grossa anemia che mi costringerà a rivalutare la mia posizione. Il futuro è incerto. Ieri non mi sarei mai mossa dal divano. Oggi trovo difficile stare ferma e non farmi almeno un'ora di movimento. Domani magari mi romperò una gamba o farò un lavoro che mi impedirà di fare sport e ne perderò di nuovo l'interesse. Ma questi sono fronzoli, non dicono nulla della mia personalità profonda, che resta una ed immutabile. Così io penso di essere formata. Da caratteristiche fisse, più o meno fosse, labili ecc. Il vento può cambiare la forma del monte, ma la terra resta quella.
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Re: È possibile conoscere davvero se stessi?

Messaggio da Luci e Stoy » mar 04/dic/2018 17:21:07

Questa discussione mi piace un sacco e per assurdo mi trovo d'accordo con entrambe su punti diversi😂 prima o poi ti rispondo in modo decente, troppo da studiare ultimamente c.c
Grazie per lo spunto però! È davvero interessante:3
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Re: È possibile conoscere davvero se stessi?

Messaggio da Chaky & Alexis » dom 09/dic/2018 11:16:57

Capisco, quindi per te conoscere se stessi significa essere consapevole di quello che c'è alla base della tua piramide, quegli elementi che più o meno rimangono gli stessi per tutta la vita. E tutto il resto che ci sta sopra, le cose mutevoli, contribuiscono in minima parte a formare quello che siamo giusto?

Non è male come pensiero, e magari hai proprio ragione, magari non serve conoscere proprio tutto tutto.
Perché se provassimo a paragonare noi stessi a una casa, quello che tu dicevi essere la base della piramide sarebbero le fondamenta o i pilastri portanti, quello che sorregge tutto il resto. Infatti per costruire una casa la cosa più importante per non far crollare tutto è costruire bene quelli, poi la disposizione delle stanze o il colore dei mobili viene dopo, e sono quei tratti possono cambiare in qualunque momento grazie alle esperienze che viviamo durante il corso della vita.
Però rimane il fatto che quei pilastri bisogna identificarli in mezzo a tutto il resto, senza confonderli con altre cose. Ma allora a questo punto come si fa a capire che quell'aspetto di me è uno dei pilastri e non il colore delle tende ad esempio? Che cosa li distungue da tutto il resto?
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Re: È possibile conoscere davvero se stessi?

Messaggio da Pandemonium » mar 11/dic/2018 16:21:48

Questa è una buona domanda!
Proverò a rispondere "di getto", cercando di dare un senso al mio pensiero. Io penso che certe caratteristiche, bene o male, salvo traumi, non cambino mai. Per esempio io fin da bambina sono stata testarda, selettiva, un po' ribelle, e sono tratti che dopo anni e anni mi porto dietro ancora oggi. A questo punto dubito siano un costrutto e tengo per buona l'idea che mi appartengano profondamente, così come il mio bisogno di scrivere e la passione per la natura: indissolubilmente sono segnate dentro di me.
Ho sviluppato molta più socievolezza in questi anni e non so dire ancora se è il riscoprire un lato tenuto nascosto o se, invece, è un dettaglio che è spuntato per necessità. Penso che è il tempo a darci ragione.
Credo inoltre che molti tratti siano assolutamente scomodi da scoprire. Per esempio, per me è doloroso ammettere di essere una persona manipolativa, ma anche questo fa parte di me e forse è lo stesso fastidio che provo verso questo aspetto a confermare la sua esistenza. Se prendiamo l'esempio delle fondamenta della casa, questo non è semplicemente un brutto colore, ma una muffa che è cresciuta per la cattiva esposizione al sole. Secondaria, ma che per tutti i trattamenti che farai, uscirà sempre capabria in quel punto.

Spero di essermi spiegata. Credo in ogni caso che non sia semplice, ma io tendo a concentrarmi sull'essenziale: guardare troppi aspetti può confondere e portare a conclusioni errate. Dentro di noi, ci conosciamo. E anche fuori, le persone ci conoscono. È qualcosa di irrazionale, ma è come se avessimo un focus, un' "energia" (se mi posso permettere di usare termini così astratti) che non cambia per quanti strati, decorazioni e mobili aggiungiamo alla casa. Se il luogo è caloroso, non sarà una temporanea tinta blu notte a uccidere quell'anima.
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Re: È possibile conoscere davvero se stessi?

Messaggio da Caelum » mar 11/dic/2018 19:42:33

Ho appena finito di esercitarmi per l'esame KET e ho la testa che mi gira per lo sforzo di capire il senso completo della domanda fondamentale e (nonostante io ovviamente non abbia mai approfondito la maggior parte dei personaggi citati nell'articolo da te riportato) credo di esserci più o meno arrivato! 😄
Sono d'accordo sul fatto che non ci si possa conoscere veramente, sarebbe ovviamente impossibile... e forse anche terrificante. Anch'io, come Ari, penso di conoscermi alquanto bene, anche se sono (relativamente) giovane ho anch'io degli obbiettivi che voglio portare a termine in un futuro più o meno prossimo (promozione con un certo voto, scelta del liceo, facoltà di università e lavoro dei sogni...), tutte certezze che in questo momento fanno parte di me, che condizionano il mio modo di vivere e di pensare (per esempio in questo ultimo periodo sto cercando più maniere possibili per aiutare il mio prossimo e questo condiziona le mie decisioni e i miei pensieri), ma che domani potrebbero mutare o addirittura sparire completamente.
Non molto d'accordo sul fatto che sia importante solo la base della nostra piramide: fondamentalmente è ciò che siamo, ciò che ci rappresenta di più... il nostro colore primario. Ma gli altri tasselli ci caratterizzano allo stesso modo, ci rendono più completi nonostante possano mutare di forma o essere sostituiti perchè non più coerenti.
La casa per esempio non può definirsi tale solo se possiede le fondamenta... è semplicemente un buco con del catrame attorno! E così saremmo noi se considerassimo solo la base della nostra piramide.
Propongo quindi un altro esempio: paragoniamoci ad una sfumatura di colore diversa per ciascuno. Il colore primario, quello fondamentale sono le fondamenta della nostra casa, o la base della nostra maestosa piramide, ma il viola non si può definire nè dal blu, nè dal rosso... è viola!
Quindi nonostante sarebbe mooolto scomodo conoscere ogni piccolo mattone della nostra casa/piramide, ognuno di essi ci caratterizza, secondo me, molto di più.
Inoltre se volessimo arrivare ad una ancora più maggiore conoscenza di noi stessi, a parere mio, non dovremmo "vergognarci" o avere timore di quello che siamo, ma anzi accettarlo a braccia aperte, perchè sarebbe come rinnegare una (seppure piccola) parte di noi stessi. Anch'io a volte mi accorgo di essere manipolativo per arrivare a determinati scopi(non pensate a robe come copiare o farmi fare i compiti, ma piccole cose tipo regalini o favori), ma anche se alcune volte penso che sia una parte di me che andrebbe eliminata, mi ricordo che eliminarla significherebbe cambiare me stesso... non essere più Giancarlo... in qualche contorto modo.
Quindi i punti focali del poemetto epico sono: 1) i tasselli che compongono la nostra piramide, ci completano, senza di essi non potremmo essere VERAMENTE chi siamo; 2) Avere timore di una parte di noi stessi equivale, in qualche assurdo modo, a rinnegare noi stessi nel nostro più completo Io.

Io spero di essermi spiegato e di non aver scritto cose sensate, così non fosse non fatevi problemi a correggermi! In fondo, sono comunque più piccolo di voi e certe cose posso anche non capirle.
Vabbe' fatemi sapere cosa ne pensate! 😃
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Re: È possibile conoscere davvero se stessi?

Messaggio da Chaky & Alexis » dom 30/dic/2018 00:21:11

Anche te hai detto delle cose interessanti @Caelum, però credo che a questo punto la verità stia nel mezzo tra i due opposti.
@Pandemonium aveva detto che la cosa importante era conoscere i punti fondamentali della nostra persona, quelli che rimangono immutati per tutta la vita; tu invece dici, come avevo pensato anche io all'inizio, che solo quelli non sono abbastanza e bisognerebbe imparare a conoscere ed accettare anche tutto il resto.
Però a questo punto direi che conoscere solo la base è si troppo poco per capire la persona che si è in un certo momento, ma conoscere proprio tutto probabilmente sarebbe troppo.
Forse è per questo che non è possibile conoscersi completamente, perché sarrebbe troppo e non riusciremmo a sopportarlo o ad accettarlo, magari è giusto che certe parti rimangano nascoste perché se venissero scoperte arrecherebbero del danno alla nostra salute mentale magari.
Vorrei fare un esempio ma al momento non mi viene niente in mente, se mi verrà poi lo aggiungero.
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Re: È possibile conoscere davvero se stessi?

Messaggio da Pandemonium » dom 30/dic/2018 11:27:16

Attenzione, non ho mai detto che il resto è banale o non importante, ma non utile alla fin fine in quanto perennemente mutabile. Meglio concentrarsi su ciò che non cambia e considerare il resto basandosi su di essi :)
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