Andrea ha scritto: ↑mar 06/feb/2018 21:55:18
Innanzitutto complimenti per il topic, esaustivo e allo stesso tempo interessante da leggere.
Una mia riflessione: Estés usa come termine di riferimento la donna, e questo mi ha fatto pensare a come effettivamente ci siano più daemian femmine che non maschi, almeno sul forum. Certo, potrebbe essere benissimo una coincidenza priva di significato, ma è una spiegazione che non mi lascia soddisfatto: secondo me invece è più legato a quello scontro tra le aspettative della società e le proprie vocazioni.
La società odierna infatti è ancora (anche se meno che in passato) costruita su un modello di egemonia maschile, con le donne che solo da poco hanno cominciato a ritagliarsi uno spazio al di fuori dei pochi ruoli ad esse assegnati, di gran lunga minori rispetto al ventaglio di possibilità che hanno gli uomini. Scarsità e rigida predeterminazione dei ruoli comportano una maggiore probabilità di conflitto tra il daimon e questi ruoli che la società impone o comunque imponeva fino a poco fa. Ciò non vuol dire che gli uomini non possano anch'essi trovarsi in questo conflitto, semplicemente sarà meno probabile.
Come solitamente ci si accorge di un organo quando esso è malato o comunque ha qualcosa che non funziona, allo stesso modo ci accorgiamo del daimon quando esso è "malato", ignorato, denutrito, cioè quando le sue (e le nostre) aspirazioni non hanno avuto modo di concretizzarsi.
Grazie per la domanda e per averla portata qui, in modo da discuterne pubblicamente tutti insieme!
Come te penso che non sia una vera e propria coincidenza, ma allo stesso non mi piace nemmeno la spiegazione del "le donneh sono diverseh" perché se possibile mi fa ancora più ribrezzo del non darci un significato effettivo. E' vero che le spettative nei confronti della popolazione femminile sono differenti. La società è cambiata ma spesso molti mestieri, molti "campi" sono negati (o comunque sconsigliati per una questione culturale) alle donne. E' il caso ad esempio della meccanica, o del calcio, o di qualsiasi altro lavoro o sport categorizzati principalmente come maschili (e se esiste il calcio femminile, è spesso considerato a priori "inferiore" o "non vero calcio" o "da lesbiche", scusate se sono sboccata).
Quindi sì, può essere probabile che la donna sia più "pressata" interiormente e le vengano negate determinate passioni, ma alla fin fine, questo discorso potrebbe venire esteso anche al maschile: si pensi ad un uomo che ama ballare e viene subito etichettato come "gay" o "effemminato". Esattamente come la cultura segna al femminile, lo fa anche al maschile. Forse può essere più raro che ciò avvenga, perché normalmente all'uomo non viene negata la carriera nè viene particolarmente rimproverato se non si occupa in maniera costante della famiglia o della casa - ma grazie a dio da alcuni dati raccolti, le cose stanno sensibilmente cambiando anche da questo punto di vista. Si pensi soltanto che fino a cinquant'anni fa era piuttosto normale che la moglie passasse il suo tempo da casalinga ed era anzi fuori discussione che lavorasse o, peggio ancora, studiasse. Specie nel popolo di fascia medio-bassa. Quindi i ruoli erano particolarmente marcati e chiari: donna a casa, con bambini e faccende domestiche; uomo che si spaccava la schiena fuori e una volta tornato al nido non alzava un muscolo e si riposava.
Oggi la donna è come l'uomo degli anni 50 ed è perciò ovvio che in una coppia sana i compiti domestici siano ripartiti in equa misura.
Ma sto uscendo fuori dal discorso.
per la questione daimonismo 'al femminile' credo che la maggioranza di donne daemian, o almeno qui sul forum come hai detto, possa anche essere collegata a una sorta di "maggiore sensibilità"... O più che sensibili introspezione, ho notato che è molto più difficile rapportarsi con se stessi o almeno per quanto riguarda molti ragazzi che conosco, forse anche a causa dell'educazione che uno riceve o di cose simili.
Questo può essere interessante, ma penso che la scarsa introspezione sia un problema comune ad entrambi i sessi: la nostra società spinge all'azione, al consumare, all'ottenere il più in fretta possibile - si pensi anche ai mezzi di comunicazione sempre più rapidi -, al divertimento. Non è una cosa cattiva di persè, ma certamente questo non aiuta a soffermarsi a riflettere sui propri sentimenti, per esempio. E' difficile anche qualitiativamente trovare una persona con cui fare un buon discorso profondo. Ma forse questo è solo un problema mio!
Tutto questo per dire: gnigni.
Nel senso, non so trovare un vero nodo su cui basarmi, e reputo invece che quel discorso possa essere tranquillamente universale. E' vero, ci sono più donne sul forum, ma sorpresona, ci sono anche più donne su forum di scrittura, per esempio. Non penso che i maschi non scrivano, anzi, ma forse per motivi culturali (e qui mi collego a Lucy) sono spinti a non fare certe cose, perché "l'uomo deve nascondere i sentimenti". Tuttavia abbiamo la dimostrazione ogni giorno che esistono un sacco di uomini artisti, e anzi, sono molto sensibili.
Quindi non si arriva ad un vero "capo" della questione.
Continuo a sostenere che il libro sia un ottimo spunto per
tutti, che siano donne o uomini. Certamente non bisogna spaventarsi dell'utilizzo in larga scala del femminile, che permea l'intera opera. MA contestualizzando, ha completamente senso. Parla al lato femminile che vive in noi, considerato intuitivo e creatore nellla psicanalisi junghiana (e non solo questo, ma vbb riassumo).
@Tundra ma, ora che ci penso, in paragoni esterni non ci starebbe bene come discussione?
Eccome, se ci sta. Ottima idea <3