Teoria del daimon e del seme

Meditiamo sugli aspetti filosofici e formuliamo ipotesi ragionevoli sul Daimonismo!
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Teoria del daimon e del seme

Messaggio da Pandemonium » dom 20/ago/2017 22:40:52

Questa teoria è fortemente influenzata dalle mie letture di Hillman e al mio interesse per la psicologia. Tuttavia, ritengo di avere trovato una via, uno spiraglio per potere finalmente allontanarsi dalla mentalità "fantasy-QOMeggiante" a cui il forum e di conseguenza il movimento stesso è legato.
Probabilmente è arrogante dire che è una teoria giusta, perché siamo nel campo delle ipotesi e non è certamente scienza, tuttavia ritengo che questa è per me un'ottima strada, e spero che possa dare uno spunto di riflessione a tutti voi.

Mi scuso con tutti ma l'ho scritta ora in maniera veloce e grossolana. Inoltre sono molto stanca. Spero di essere stata chiara. Fate domande e criticatemi in maniera costruttiva (non "fa schifo"/"a me non piace come idea"/"non mi piace perché sono più affezionata al vecchio" - argomentate).


Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana...


... c'era un Platone che ci raccontava del mito di Er, e di come l'uomo possedesse al suo interno la ghianda. Questa storia narra di come il daimon e l'uomo si scelgano, in un presunto aldilà, concordando assieme ciò che l'umano farà in vita (*n.b. non parla solo di questo, ma taglio alle parti che ci interessano). A questo punto, l'anima umana si deve incarnare. Nel farlo, dimenticherà la sua memoria (e di conseguenza tutti i suoi piani per la nuova vita) ma il daimon manterrà questo ricordo e avrà dunque un ruolo fondamentale: far crescere la ghianda. Egli deve dunque nutrire i sogni del suo uomo per aiutarlo a realizzarlo. L'essere umano non sa, ma il daimon sì, quindi può agire.
Certamente può suonare una storia dalla dubbia credibilità, e ritengo che sarebbe alquanto triste se noi ci affidassimo in toto ad essa. Significherebbe che il daimon conosce il nostro destino? No.
Il daimon non conosce il nostro futuro, ma certamente conosce la nostra ghianda. Sa, in maniera naturale così come noi sappiamo appena nati che ciò che dobbiamo fare è respirare, per cosa siamo portati. Conosce la nostra vocazione. Conosce il nostro nucleo. Sa cosa siamo dentro, sa a cosa siamo portati. E tutto ciò che può fare, come una potente corsa alla vita, è andare avanti, fino in fondo, spingendoci con forza verso la nostra felicità ed autorealizzazione. Fa piovere sulla ghianda, prepara il terreno, canta al seme perché possa crescere.


Un essere immateriale non conosce mani


Come può agire dunque questo daimon? Molto semplicemente, interviene smuovendo il nostro inconscio. All'interno de "Il codice dell'anima" di Hillman possiamo trovare un sacco di esempi calzanti della rappresentazione daemoniaca. Ad esempio, daimon di futuri artisti spingevano gli umani a dipingere, o a giocare con i colori, o ad essere attratti senza alcun motivo dai pennelli. Altri ancora invece ne erano disinteressati, se non addirittura schifati, ma dopo una certa età si è scoperto che erano letteralmente nati per quel mestiere in particolare. Questo dipende dalla "maturità" del daimon, ma è un discorso che affronterò più avanti.
Detta terra a terra, il daimon conosce la nostra vocazione e per questo motivo lotta per liberarla, renderla concreta. Può farlo in diversi modi. Persone non daemian in ogni caso hanno il loro daimon che sta svolgendo egregiamente il suo lavoro. Sono segnali sottili, dolci come una carezza materna, che ci conducono sulla strada giusta. Può essere quel bisogno irrefrenabile di prendere tra le mani proprio quel libro che poi ci stravolgerà la vita, può essere la curiosità nei confronti del teatro che diviene infine una passione redditizia (se non economicamente, almeno interiormente), la curiosità nei confronti dei numeri o della storia, ecc. Il daimon è molto molto forte nei bambini, motivo per cui gli hobby dei piccini sono normalmente dettati dal daimon: non è assurdo che futuri veterinari in passato fossero terribilmente attratti da fattorie e animali (e gli animali terribilmente attratti da loro), o che grandi artisti già nutrissero potente interesse nei confronti di pennelli, tempere, figure.



Daimon immaturo e daimon maturo




Non sempre il daimon conosce i tempi giusti per fare emergere la vocazione, però. Un daimon immaturo può essere quello di un futuro scrittore che invita il proprio umano a leggere prematuramente saggi di Nietzsche. In quel caso non è colpa dell'umano: egli ha semplicemente seguito il potente richiamo della ghianda che risiede in lui, ed è stato attratto dai libri che, in futuro, apprezzerà e amerà. Tuttavia, non era ancora tempo. Una quercia impiega molto tempo a crescere.
Un daimon maturo è invece colui che azzecca i tempi. Che possono essere quelli dell'infanzia (una bambina dotata nella recitazione, per esempio, che la coltiva fin dalla più tenera età), dell'adolescenza (solitamente tipica a causa dei grandi cambiamenti e dei nuovi ambienti con cui il ragazzo viene in contatto), o dell'età adulta. Non mette fretta alla ghianda, lascia che esprima il suo potenziale con calma, quando è momento.
Nessuno dei due tipi di daimon è migliore o peggiore, in nessun modo. Distaccandoci da Hillman e collegandoci invece alla nostra esperienza, scopriremo invece che il daimon ha effettivamente una sorta di personalità che lo può portare di conseguenza ad essere più paziente e meticoloso, o al contrario impaziente e evitante. Alcuni daimon interagiscono sempre, quando ne hanno la possibilità, altri intervengono di rado, ma quando lo fanno sono normalmente fermi e chiari. Così avviene anche con i daimon non espressi (termine che ho inventato sul momento per indicare i daimon di daemian non consapevoli).


Come scopro la vocazione?


Hillman sostiene che sarà il daimon stesso ad indicarci la strada, a suon di frecciatine quotidiane, normalmente lanciate nell'infanzia perché il bambino è più ricettivo.
La mia idea è tuttavia più complessa di così. Si tratta di sfruttare la comunicazione con il daimon per agevolare dunque il passaggio di informazioni e raggiungere quindi più facilmente la nostra autorealizzazione, il nostro io, e di conseguenza la felicità.
Vocazione è a tutti gli effetti un termine troppo specifico che fa troppo riferimento al mestiere o a una determinata idea politica o a una missione (religiosa o laica), ma non è solo questo. Vocazione non è solo capire di essere nata per fare l'infermiera, ma anche capire di non essere nati per vivere in campagna ma in una città grande e movimentata, vocazione è accettare la propria sessualità, è comprendere il proprio rapporto con il partner e gli amici, è capire quali sono i veleni nelle relazioni, è capire se stessi e trovare un equilibrio nell'occhio del ciclone che è la nostra persona.
Vocazione è tutto ciò, è il lungo e tortuoso percorso che conduce alla nostra quercia. Alla nostra realizzazione.
Per farlo è evidentemente necessaria la comunicazione con il proprio daimon. Dei metodi e della comunicazione ne abbiamo parlato ampiamente in altri topici inerenti e nei vademecum (https://daimonismo.altervista.org/forum ... m.php?f=70).
Certamente chi non ha un contatto con il proprio daimon può essere perfettamente equilibrato, felice, realizzato. Ma questo perché il proprio daimon ha trovato il modo di farsi udire, in qualche modo, dall'inconsapevole umano.



Forma-seme




Fortemente collegata ai precedenti discorsi, vorrei parlarvi della forma-seme di cui teorizzavo tempo fa.
Cos'é? Innanzitutto si discosta dalle analisi tradizionali: non è detto che una forma-seme rappresenti noi stessi nel presente, o nel passato, nè tantomeno nel futuro. Apparentemente non ha alcun senso di esistere ed è normalmente evitata dai daemian. Essi non la accettano in quanto spesso non li rappresenta a livello di analisi. Nonostante ciò, il daimon riprende spontaneamente e fluidamente quella forma. La suddetta può apparire nei sogni, venire proiettata/visualizzata quando il daemian è distratto.
La forma-seme nasconde in sè un significato ben più profondo: un senso archetipo, il nucleo e il punto della persona in questione.
Probabilmente può sembrare una teoria strana, in quanto il forum è ben radicato sull'analisi tradizionale. Ciò che vi sto dicendo si discosta dal simbolismo e dal soggettivismo, ma al tempo stesso li racchiude.
La forma-seme del daimon ti rappresenta, ma non per come sei tu ora, nel presente, ma per come sei nella tua interiorità, per come saresti realmente, senza alcuna influenza dell'ambiente, della società o della cultura.
Il percorso per individuare la forma-seme può essere lungo o breve. Presumo non ci sia un limite di tempo, esattamente come non esiste per la vocazione, anche se sono più incline a credere che si manifesti in maniera seppur vaga nei bambini, per poi confermarsi nella giovinezza, allo stesso modo della vocazione. Non esiste tuttavia nulla di scritto. Semplicemente può rivelarsi quando la persona si sente pronta.
La forma-seme ti rappresenta pur senza un'analisi che ti dica per iscritto come sei. La forma-seme attinge dall'inconscio e può contenere un sacco di cose. L'analisi della forma-seme deve essere vista come un lungo percorso introspettivo in cui giorno dopo giorno si scoprono nuovi dettagli interessanti. Una persona con forma-seme cervo che vede in questo animale un simbolo di pace, purezza e innocenza può essere ben diverso da chi invece (pur possedendo la stessa forma-seme) lo vede come un animale dannoso, debole, fragile. L'analisi cambia, anche la conformazione del seme.
Esistono gli archetipi collettivi, che possono essere una ottima base per lo studio della forma in questione. E a riguardo prometto che farò delle analisi serie (dato che su queste cose il fattore individuale conta meno).
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Re: Teoria del daimon e del seme

Messaggio da Darth Nia » lun 21/ago/2017 13:25:50

Mi sono sempre concentrata sull'idea del daimon come un'estensione del mio essere me stessa, allontanando comunque una prospettiva "finalistica" di questo tipo, cioè che inquadrasse il daimon in un senso più ampio volto al raggiungimento della mia vocazione. Su questo punto credo di doverci ancora molto riflettere dal momento che fino a ora mi sono focalizzata sull'idea di una guida pragmatica piuttosto che spirituale (spero di essermi spiegata bene): però l'idea mi affascina non poco, d'altronde ci sarà un motivo per il quale il daimon rappresenta il nostro inconscio e spesso riesce a darci in maniera immediata e spontanea risposte/commenti che poi appaiono come il faro in mezzo alla tempesta.

A tal proposito guarda caso mi è venuto all'improvviso in mente, come un'illuminazione, quando ho ripreso a parlare con luii dopo anni di distacco. La forma che ci è risultata più semplice e naturale è stata la scrittura, ed è così che poi abbiamo ripreso a comunicare in maniera soddisfacente: prima non aveva alcun significato questo dettaglio, ma forse ora riesco a inserirlo in un quadro più generale e molto importante che mi dà parecchio da riflettere. Probabilmente il fatto che Mafferillian abbia trovato più adatta la scrittura guidata come mezzo per ritrovare luii e me stessa mi dice davvero tanto. E ovviamente mi fornisce tanto altro materiale su cui pormi domande.

La parte che comunque mi intriga di più è quella finale, legata alla forma-seme: quando qualche giorno fa hai accennato alla cosa ho sentito come una campanella, un richiamo che mi ha portato a pensare che questa fosse la vera risposta che stavo cercando. Mi sono ostinata a cercare analisi che combaciassero al 100% con la mia personalità e ho trovato la perfezione nello svasso maggiore e un'altrettanto buona compatibilità nell'ornitorinco, eppure ho sempre sentito che mancava qualcosa; ciò si rifletteva anche nel disinteresse di Maf verso la mia morbosa ricerca e nel suo assumere sempre le solite 4/5 forme a seconda del mio umore e del momento.

Sento che siamo vicini a una risposta e ti ringrazio tanto per aver formulato questa teoria!
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Re: Teoria del daimon e del seme

Messaggio da Pandemonium » lun 21/ago/2017 20:01:46

La parte che comunque mi intriga di più è quella finale, legata alla forma-seme: quando qualche giorno fa hai accennato alla cosa ho sentito come una campanella, un richiamo che mi ha portato a pensare che questa fosse la vera risposta che stavo cercando. Mi sono ostinata a cercare analisi che combaciassero al 100% con la mia personalità e ho trovato la perfezione nello svasso maggiore e un'altrettanto buona compatibilità nell'ornitorinco, eppure ho sempre sentito che mancava qualcosa; ciò si rifletteva anche nel disinteresse di Maf verso la mia morbosa ricerca e nel suo assumere sempre le solite 4/5 forme a seconda del mio umore e del momento.
E' esattamente qui che volevo andare a parare: infatti le forme che ho seguito - tramite le analisi - erano sempre accolte con un primo interesse iniziale, per poi scemare a distanza di qualche mese, se non giorno. Era adatta a me, non a Ka. Non a noi.
Per questo motivo ho avuto la necessità quasi morbosa di pubblicare questa teoria. Sento di essere vicina a una risposta mia, anche io. E sono molto, molto felice di averti aiutato in un certo senso!
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Re: Teoria del daimon e del seme

Messaggio da Bird » lun 21/ago/2017 22:41:31

Pelle di Lupo ha scritto:
dom 20/ago/2017 22:40:52
Hillman sostiene che sarà il daimon stesso ad indicarci la strada, a suon di frecciatine quotidiane, normalmente lanciate nell'infanzia perché il bambino è più ricettivo.
La mia idea è tuttavia più complessa di così. Si tratta di sfruttare la comunicazione con il daimon per agevolare dunque il passaggio di informazioni e raggiungere quindi più facilmente la nostra autorealizzazione, il nostro io, e di conseguenza la felicità.
Vocazione è a tutti gli effetti un termine troppo specifico che fa troppo riferimento al mestiere o a una determinata idea politica o a una missione (religiosa o laica), ma non è solo questo. Vocazione non è solo capire di essere nata per fare l'infermiera, ma anche capire di non essere nati per vivere in campagna ma in una città grande e movimentata, vocazione è accettare la propria sessualità, è comprendere il proprio rapporto con il partner e gli amici, è capire quali sono i veleni nelle relazioni, è capire se stessi e trovare un equilibrio nell'occhio del ciclone che è la nostra persona.
Vocazione è tutto ciò, è il lungo e tortuoso percorso che conduce alla nostra quercia. Alla nostra realizzazione.
Mi ha colpito tutto il post, ma questa parte più di tutto il resto, perché mi sono resa conto che è effettivamente quello che ho realizzato in questi quattro anni di daimonismo legato al forum (mentre prima...beh, diciamo che le cose andavano diversamente). Auryn mi ha aiutato e mi aiuta ogni giorno a capire moltissime cose su me stessa, principalmente con i pensieri, e a volte, nei periodi più "particolari", anche con la forma.
Anche io come voi (e come un po' tutti direi) sono stata per i primi mesi a ricercare la forma perfetta, trovandola poi appunto nel serval. Ma già dopo qualche mese, forse un anno, la cosa ha cominciato ad andare oltre l'analisi, a cui comunque continuavo a rifarmi di tanto in tanto.
Sono colpita dal fatto che tutto quello che ho pensato sul daimon, specialmente negli ultimi due-tre anni, fosse stato già pensato da qualcuno, e così similmente. Mi fa piacere che tu abbia portato queste teorie qui, Ary.
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Re: Teoria del daimon e del seme

Messaggio da Pandemonium » mar 22/ago/2017 19:22:26

Ti ringrazio per la risposta e non sai quanto piacere mi fa leggere che comunque vi ritroviate in ciò che ho scritto.
Vi consiglio la lettura del Codice dell'anima di J. Hillman per un approfondimento, anche se tuttavia ciò che ho scritto è stato filtrato dalla mia conoscenza del daimonismo - senza stravolgere in ogni caso il messaggio originario (ovviamente Hillman non parlava di primo contatto e comunicazione :P)
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Re: Teoria del daimon e del seme

Messaggio da Bird » mar 22/ago/2017 20:39:37

Lo progettavo da anni in realtà, ma ora che ho scoperto tanti punti in comune lo farò il prima possibile c:
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Re: Teoria del daimon e del seme

Messaggio da Chaky & Alexis » gio 24/ago/2017 22:30:19

È una teoria molto interessante anche se pensandoci più attentamente mi sono sorti alcuni dubbi.
Tu hai detto che durante la nostra vita il daimon inconsciamente ci spinge a fare quelle cose che ci porteranno al raggiungimento della felicità, però noi scopriamo quello che ci piace o non ci piace fare attraverso l'esperienza e solo dopo possiamo capire qual'è la nostra vocazione.
Per esempio a me da piccola è sempre piaciuto il nuoto tant'è che l'ho praticato per parecchi anni, e non mi piaceva per niente il tennis anche se non l'avevo mai provato, poi qualche anno fa ho duvuto lasciare il nuoto e mi hanno costretto a provare il tennis; inizialemente non mi è piaciuto ma poi andando avanti è diventato una delle mie più grandi passioni.
Il mio daimon non avrebbe mai potuto saperlo che il tennis sarebbe diventata un mia passione perché essendo nato insieme a me e non prima si deve basare anche lui sull'esperienza, anzi probabilmente era luii il primo a dirmi di non fare tennis perché sapeva che non mi piaceva.
Quello che voglio dire è che secondo me il daimon non conosce la nostra ghianda, la nostra vocazione, entrambi la scopriamo durante la nostra vita attraverso l'esperienza. Quando siamo piccoli luii può spingerci a provare tante cose diverse per creare un bagaglio di esperienze per poi capire che cosa è adatto a noi e cosa no, non può dirci di andare andare a giocare con i colori perché sa che la nostra vocazione sarà fare il pittore.
Spero di essermi spiegata in maniera decente mah... shhh non interrompere.

Riguardo alla forma seme incece sono daccordo con te, deve esserci una forma che racchiude tutto il nostro essere, non solo quello che noi sappiamo di noi stessi ma anche ciò che ancora non conosciamo. Credo che la ricerca di questa forma seme sarà un lungo percorso perché per quanto possa suonare strano non ci si conosce mai fino in fondo, c'è sempre qualcosa da scoprire e da quando ho conosciuto Alexis ne ho capite tante di cose su di me che prima non sapevo o alle quali non facevo caso. Fin ora non mi è mai capitato che luii assumesse delle forme "strane" per lungo tempo, molte volte ci basiamo sulle analisi anche se stanno diventando sempre meno essenziali.
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Re: Teoria del daimon e del seme

Messaggio da Andrea » gio 24/ago/2017 23:59:30

Apsalar ha scritto:
gio 24/ago/2017 22:30:19
È una teoria molto interessante anche se pensandoci più attentamente mi sono sorti alcuni dubbi.
Tu hai detto che durante la nostra vita il daimon inconsciamente ci spinge a fare quelle cose che ci porteranno al raggiungimento della felicità, però noi scopriamo quello che ci piace o non ci piace fare attraverso l'esperienza e solo dopo possiamo capire qual'è la nostra vocazione.
Per esempio a me da piccola è sempre piaciuto il nuoto tant'è che l'ho praticato per parecchi anni, e non mi piaceva per niente il tennis anche se non l'avevo mai provato, poi qualche anno fa ho duvuto lasciare il nuoto e mi hanno costretto a provare il tennis; inizialemente non mi è piaciuto ma poi andando avanti è diventato una delle mie più grandi passioni.
Il mio daimon non avrebbe mai potuto saperlo che il tennis sarebbe diventata un mia passione perché essendo nato insieme a me e non prima si deve basare anche lui sull'esperienza, anzi probabilmente era luii il primo a dirmi di non fare tennis perché sapeva che non mi piaceva.
Quello che voglio dire è che secondo me il daimon non conosce la nostra ghianda, la nostra vocazione, entrambi la scopriamo durante la nostra vita attraverso l'esperienza. Quando siamo piccoli luii può spingerci a provare tante cose diverse per creare un bagaglio di esperienze per poi capire che cosa è adatto a noi e cosa no, non può dirci di andare andare a giocare con i colori perché sa che la nostra vocazione sarà fare il pittore.
Spero di essermi spiegata in maniera decente mah... shhh non interrompere.

Allora, la tua obiezione ha senso, ma solo se si dà per scontato che il daimon percepisca il tempo come lo percepiamo noi, con un prima che precede un dopo, una freccia che segue necessariamente la direzione passato>presente>futuro, come un libro che si legge parola per parola, pagina per pagina. Ora però, ipotizziamo che il daimon non abbia la nostra stessa percezione del tempo, ma una diversa, dove passato, presente e futuro convivono, nello stesso istante, e non vi è un prima e un dopo, solo la totalità nel suo insieme: insomma, non più come un libro, ma come un quadro. Capirai come sia allora possibile come il daimon "sappia" già della nostra vocazione, in un certo senso.
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Re: Teoria del daimon e del seme

Messaggio da Pandemonium » ven 25/ago/2017 08:42:14

La questione della vocazione è assolutamente controversa esattamente come il mito (insomma, se si pensa alla predestinazione dell'anima, cosa spingerebbe l'uomo a scegliere di vivere in un paese del terzo mondo?). È assolutamente soggettivo credere in una cosa simile, ma più che a questo credo nella vocazione come... linee guida. Non devi pensare che ogni cosa che può piacerti lui lo sappia già. Non tutto, le cose fondamentali. Come se conoscesse il tuo nucleo. Ciò che ti rende felice a livello più alto di un semplice "mi piace mangiare il gelato quando sono giù" o "vado a correre per scaricare le tensioni"
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Re: Teoria del daimon e del seme

Messaggio da Chaky & Alexis » ven 25/ago/2017 16:23:37

Andrea ha scritto:
gio 24/ago/2017 23:59:30
Allora, la tua obiezione ha senso, ma solo se si dà per scontato che il daimon percepisca il tempo come lo percepiamo noi, con un prima che precede un dopo, una freccia che segue necessariamente la direzione passato>presente>futuro, come un libro che si legge parola per parola, pagina per pagina. Ora però, ipotizziamo che il daimon non abbia la nostra stessa percezione del tempo, ma una diversa, dove passato, presente e futuro convivono, nello stesso istante, e non vi è un prima e un dopo, solo la totalità nel suo insieme: insomma, non più come un libro, ma come un quadro. Capirai come sia allora possibile come il daimon "sappia" già della nostra vocazione, in un certo senso.
Quindi secondo te il daimon percepisce il tempo e lo spazio in modo diverso dal nostro, nella sua totalità e non momento per momento giusto?
Mi riesce difficile crederlo visto che il daimon fa parte di noi e ci completa come esseri umani, noi sentiamo e percepiamo quello che lui sente e viceversa; se lui sentisse cose diverse dalle nostre noi dovremmo saperlo in quanto facenti parte dello stesso corpo e della stessa mente.
Quindi è da qui che nasce il mio pensiero che il daimon non conosce a priori il nostro nucleo, entrambi lo scopriamo ogni giorno della nostra vita passo dopo passo, altrimenti se lui lo sapesse già non credete che ce lo avrebbe già detto da tempo?
Poi magari sono io che sbaglio cercando di trovare a tutte le cose un senso logico quando magari questo non c'è.
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