Teoria del daimon e del seme

Meditiamo sugli aspetti filosofici e formuliamo ipotesi ragionevoli sul Daimonismo!
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Pandemonium
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Re: Teoria del daimon e del seme

Messaggio da Pandemonium » ven 25/ago/2017 17:53:57

Il fatto è questo: l'inconscio fa parte di te eppure non lo conosci. Un esempio? Gli attacchi di panico. Moltissimi ne soffrono eppure nessuno sa dare a loro un senso logico. Non sanno perché si scatenano, né in quali situazioni, rendendo il tutto terribilmente casuale. Questo rende poi l'ansia un'ansia generalizzata.
Perché sto citando questo? Perché spesso prima di risolvere un attacco di panico è necessaria l'introspezione. Anche con Ka al mio fianco ho avuto bisogno di uno psicologo che analizzasse con me tutto. Tutto tutto. Ka lo sapeva, il motivo? Sì. Ha fatto qualcosa? Sì, per esempio mostrandomi la forma del lupo. Ho capito subito? No. Perché è un percorso lungo. Esattamente com'è lungo comprendere le nostre paure più irrazionali e nascoste.
Tu pensi di sapere tutto di te, ma c'è una parte che è l'inconscio che non conosci. E non conosco nemmeno io. Il daimon è messaggero dell'inconscio. Per questo motivo non ha logica e per questo motivo sa cose che tu "non" sai. In un certo senso le sai. Riguardano te. Solo che sono troppo spaventose o difficili da accettare per cui le ricacci. Vedi l'omosessualità.

Spero di essermi spiegata sul punto "il daimon non può sapere cose che noi non sappiamo". Può. Certo non può sapere l'esito di un esame, ma può sapere cosa si agita nel nostro inconscio e portarcelo a galla pezzo per pezzo.
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Re: Teoria del daimon e del seme

Messaggio da Andrea » ven 25/ago/2017 20:08:49

Apsalar ha scritto:
ven 25/ago/2017 16:23:37
Quindi secondo te il daimon percepisce il tempo e lo spazio in modo diverso dal nostro, nella sua totalità e non momento per momento giusto?
Mi riesce difficile crederlo visto che il daimon fa parte di noi e ci completa come esseri umani, noi sentiamo e percepiamo quello che lui sente e viceversa; se lui sentisse cose diverse dalle nostre noi dovremmo saperlo in quanto facenti parte dello stesso corpo e della stessa mente.
Quindi è da qui che nasce il mio pensiero che il daimon non conosce a priori il nostro nucleo, entrambi lo scopriamo ogni giorno della nostra vita passo dopo passo, altrimenti se lui lo sapesse già non credete che ce lo avrebbe già detto da tempo?
Poi magari sono io che sbaglio cercando di trovare a tutte le cose un senso logico quando magari questo non c'è.
Io penso che in un certo senso lo dica, o meglio lo faccia capire: non in modo evidente, parlo più di sensazioni, intuizioni insomma, che ti spingono a fare o non fare una certa cosa, senza che molte volte uno ne sappia il motivo.
Alla tua domanda invece rispondo che dipende da persona a persona: ci sono persone in cui la vocazione è chiara fin da piccole, e altre che invece la scoprono solo più avanti con gli anni, e credo che ciò dipenda dal daimon di ciascuno.
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Re: Teoria del daimon e del seme

Messaggio da Luci e Stoy » mar 09/gen/2018 11:34:49

E io resuscito vecchie discussioni perché sì, ahaha
Btw, ultimamemnte sto passando un periodo un po' così: non sono del tutto convinta delle scelte che ho fatto o meglio, mi chiedo a cosa mi porteranno, non riesco a capire cosa vorrò fare poi; mi sento come se stessi studiando tante belle cose, interessanti certo, ma che non so se mi porteranno a qualcosa. Lo dicevo ieri ad un amico, è come se non ci fosse un posto per me, un qualcosa che vada bene per come sono. E okay, probabilmente è solo il periodo e quello che sto studiando continua a rimanere qualcosa di bellissimo e interessante ma a volte ho dei veri e propri momenti no, periodi bui personali non saprei :lol: , e mi sembra proprio di non conoscermi, di non avere la più pallida idea su cosa mi piacerebbe fare in futuro. E mi sento tanto.. sbagliata? Inadatta non lo so. Eppure leggere quello che hai scritto mi ha fatto stare incredibilmente meglio.
Il daimon non conosce il nostro futuro
E su questo sono pienamente d'accordo,sarebbe impossibile il contrario e noi saremmo esserini maggigi baciati dalla fortuna (?)
Sa, in maniera naturale così come noi sappiamo appena nati che ciò che dobbiamo fare è respirare, per cosa siamo portati. Conosce la nostra vocazione. Conosce il nostro nucleo. Sa cosa siamo dentro, sa a cosa siamo portati. E tutto ciò che può fare, come una potente corsa alla vita, è andare avanti, fino in fondo, spingendoci con forza verso la nostra felicità ed autorealizzazione. Fa piovere sulla ghianda, prepara il terreno, canta al seme perché possa crescere.
E' questo che davvero mi ha fatto pensare "Ehi! Forse tutto quello che sto facendo non è così sbagliato come credo, come immagino traendo conclusioni dal nulla alla fine, solo da preoccupazioni che altri mi mettono in testa, dalla paura di non essere mai abbastanza in nulla. Luii ha sempre cercato di farmi pensare il contrario ma per me era solo una magra consolazione, pensavo che fosse solo un mio modo di "autoconvincermi" della cosa per evitare i problema. M interessa molto questa tua prospettiva, è intrigante.

Ovviamente concordo sulla parte riguardante il come il daimon interagisce con noi, come interviene per spingerci verso la strada e la scelta giusta, è un'ottima spiegazione per tante cose che ho scelto o che ho fatto, razionalmente o meno, ma di cui all'inizio magari non capivo pienamente il motivo. Non credo sia qualcosa di definitivo o imposto, passatemi il termine, non è che decide per noi e il nostro destino è già segnato o una cosa simile. Io lo vedo più come... linee guida? Affinità che luii/leii percepisce e trova il modo per farle emergere, perché sarà qualcosa che in un modo o nell'altro ci aiuterà. Ad essere più felici, a realizzare noi stessi, a conoscerci. Così per me è stato per molte passioni: dalla scelta del liceo artistico, cosa che inizialmente non avrei mai scelto perché non ero assolutamente portata per l'arte, ma che mi ha aiutato molto e ora mi ha fatto scoprire tante cose su di me e varie passioni... inusuali, una curiosità nuova per certi argomenti. Mi ha spinto anche a scegliere di studiare conservazione per i beni culturali, anche se mi capita di chiedermi cosa farò poi, non so cosa succederà in futuro e un po' mi preoccupa,ma ha risvegliato in me un interesse che avevo fin da bambina e il desiderio di salvaguardare qualcosa che per me è meraviglioso ma che la stragrande maggioranza delle persone ignora. Oppure prendete la musica: ho iniziato tardi a suonare, in tanti hanno cercato di dissuadermi, mi dicevano che oramai era tardi e non mi avrebbe portato a nulla,avrei solo perso del tempo e speso soldi per nulla. Ma non è stato così, anzi! Ho scoperto un mondo nuovo, qualcosa che mi piace, che voglio coltivare finché posso. Già alla prima lezione mi era stato detto se non avessi suonato prima, che ero brava come se non fosse la prima volta che prendevo in mano il violino. Era qualcosa di conosciuto e sconosciuto allo stesso tempo, non saprei spiegarvelo diversamente. MI è sempre venuto facile. E boh ho fatto un pappone su di me, pardon, ma credo fossero esempi riconducibili a questa teoria, spero di non aver straparlato.

MI è piaciuta la parte daimon maturo/immaturo, mi ci sono ritrovata per alcune cose :) Credo vada a periodi, a situazioni, ma non penso sia sbagliato pensare che luii/leii possa passare per entrambe le "fasi" (?)

Hillman sostiene che sarà il daimon stesso ad indicarci la strada, a suon di frecciatine quotidiane, normalmente lanciate nell'infanzia perché il bambino è più ricettivo.
La mia idea è tuttavia più complessa di così. Si tratta di sfruttare la comunicazione con il daimon per agevolare dunque il passaggio di informazioni e raggiungere quindi più facilmente la nostra autorealizzazione, il nostro io, e di conseguenza la felicità.
Vocazione è a tutti gli effetti un termine troppo specifico che fa troppo riferimento al mestiere o a una determinata idea politica o a una missione (religiosa o laica), ma non è solo questo. Vocazione non è solo capire di essere nata per fare l'infermiera, ma anche capire di non essere nati per vivere in campagna ma in una città grande e movimentata, vocazione è accettare la propria sessualità, è comprendere il proprio rapporto con il partner e gli amici, è capire quali sono i veleni nelle relazioni, è capire se stessi e trovare un equilibrio nell'occhio del ciclone che è la nostra persona.
Concordo su questa parte (e l'adoro ovviamente) e anche l'idea della forma seme mi ispira un sacco, all'inizio ero troppo concentrata sul cercare un'analisi che mi rispecchiasse al 100%, mi facevo troppi problemi citando qualcuno chissà chi :lol: MI piacerebbe leggere altro sulle analisi archetipe, quella del cane era davvero interessante :3
Credo mi spingerà a tante ricerche e chiacchiere questa settimana, che bello procrastinare sotto esame hahaha
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Re: Teoria del daimon e del seme

Messaggio da Pandemonium » mar 09/gen/2018 14:25:37

Mi rende estremamente felice sapere che questa teoria abbia risvegliato qualcosa in te, o ti abbia anche solo semplicemente dato uno spunto di riflessione in più!
Hillman parla di destino, ma anche io ho dubbi riguardo a chissà quale strada già segnata in precedenza. Linea guida, come hai detto tu, è molto migliore come definizione: il daimon va a pescare dal nostro carattere, dal nostro modo di essere, e cerca di spingerci verso ciò per cui siamo portati, in modo da renderci felici.
Grazie per il feedback, effettivamente la tua esperienza è riconducibile a ciò che io ho tentato di trasporre in maniera più obiettiva possibile - essendo una teoria! :)
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Re: Teoria del daimon e del seme

Messaggio da Andrea » mer 10/gen/2018 00:45:15

Quando Hillman parla di destino, non bisogna vederlo in chiave strettamente deterministica, ma più come un "c'è un senso in tutto quanto": ogni cosa che ti è accaduta, che hai fatto, anche se all'apparenza insignificante, doveva succedere proprio perché ti ha portata al punto in cui sei ora, e ti ha reso chi sei. Anzi, a voler essere precisi il "chi sei", il tuo nucleo, esiste già: gli eventi, le tue scelte servono a farlo saltare fuori, come la statua che è già nel blocco di pietra e attende lo scalpello di quel preciso scultore per vedere la luce.
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Re: Teoria del daimon e del seme

Messaggio da Luci e Stoy » ven 12/gen/2018 20:25:52

Grazie per il chiarimento kooli <3 Così devo ammettere che ha molto più senso ahah.
Comunque, questo conoscere la nostra essenza e spingerci quindi verso la scelta che sarebbe la migliore per realizzarci resta una cosa... inconscia? Passatemi il termine xD Intendo non è qualcosa che decidiamo razionalmente, mi pare di aver capito.
Non penso di essermi spiegata come volevo, pardon xD
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Re: Teoria del daimon e del seme

Messaggio da Andrea » ven 12/gen/2018 23:55:38

Esatto. Il daimon non inizia a parlarti e a dire "fai questo, fai quello, diventerai X ecc": se (utilizzo il "se" poiché dopotutto le nostre sono congetture) ci guida verso la nostra vocazione o il nostro destino, lo fa appunto in modo inconscio, che sia tramite sogni, sensazioni a pelle o altro ancora.
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Re: Teoria del daimon e del seme

Messaggio da Luci e Stoy » dom 14/gen/2018 12:21:14

Chiarissimo! Grazie mille C:
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Re: Teoria del daimon e del seme

Messaggio da Claudio-Olyandra » mar 10/lug/2018 15:09:19

Teoria dannatamente stuzzicante, che sprona tutti a varcare i confini tradizionali, ad esplorare territori mai battuti prima: il destino, la vocazione ed il seme come potenzialità inespressa e talvolta inconsapevole sono concetti grandiosi, e non è facile trovarne i riscontri, cui noi tutti agogniamo per poter transitare dalle congetture alle possibili verità, dalla doxa all'aletheia, e così gettare dei punti fermi dai quali trarre ulteriori deduzioni e speculazioni. Il grande mistero e fascino del Daimonismo risiede proprio nella potenza generativa dell'opinione, la quale, veicolata dal vissuto personale, suggerisce nuove prospettive d'osservazione del medesimo fenomeno, che nessuno è in grado di cogliere da solo nella sua interezza: è, allora, dalla combinazione di più "proiettori", collocati in angoli diversi della stanza, secondo il contenuto ed il metodo delle varie opinioni concorrenti, che può essere ricostruito il fenomeno nella sua tridimensionalità, quasi fosse un "ologramma" che emerge dalla sintesi di più fasci luminosi che s'incontrano e sovrappongono nello spazio centrale della stanza. Questa teoria è un nuovo proiettore e, per la sua attenzione verso i "massimi sistemi" del Daimonismo, cioè la genesi ed il ruolo esistenziale del daimon nella sua relazione con l'uomo, a me pare che sprigioni l'immagine di un reticolato sottile, una sorta di mappa, utile per collegare i puntini e collocare le varie tessere del mosaico nella giusta posizione.

Partiamo dal principio, la dimensione sovrannaturale dell'incontro tra uomo e daimon anteriore alla nascita e dell'accordo da loro stretto circa il destino dell'uomo dopo la sua venuta al mondo: è una metafora senz'altro poetica, ma decisamente trascendente. Un simile approccio presuppone l'accettazione di un piano spirituale oltre al materiale, di una soggettività disincarnata, di una pura volontà che agisce pur senza alcun corpo, e reca con sé ulteriori interrogativi sulle regole fondanti questo piano spirituale, sull'esistenza di una divinità creatrice o demiurgica, insomma, un guazzabuglio che, invocando il buon Rasoio di Occam, terrei volentieri fuori dal dibattito. Nondimeno, il tema della propensione innata, del temperamento umano, è assolutamente reale: esistono delle doti in potenza (che non mi è dato sapere se dipendano dal corredo genetico, dalla distribuzione di neuroni e sinapsi nell'encefalo del neonato, dalle sostanze assorbite o dalle esperienze vissute durante la fase intrauterina o, più verosimilmente, da una combinazione di questi fattori), di cui ciascun individuo è corredato fin dai primi istanti della vita autonoma, capaci di condizionare il modo di elaborare le esperienze, di assimilare i ricordi, di avvertire le emozioni, di incanalare i bisogni in azioni, insomma di influire sulla crescita e la maturazione dell'individuo. Perché i neonati imparano a camminare ed a parlare ognuno al proprio tempo, preferiscono questo o quel colore, questo o quel giocattolo, questo o quella coccola genitoriale? Siamo ancora ben lontani dalla fase dell'apprendimento culturale: c'è una componente di imitazione, certo, ed i neuroni specchio giocano il loro ruolo in questo, e pure una forte matrice istintuale, a partire dalla suzione, tuttavia anche due neonati gemelli, cresciuti analogamente dagli stessi genitori, presentano delle peculiarità, che li rendono distinguibili, al di là dell'aspetto, quindi sono convinto che la ghianda esista, qualunque sia il suo nome: esiste un germoglio della pianta che verrà, esiste una scintilla della personalità che si svilupperà, esiste nel neonato una minuscola mappa dell'adulto che emergerà negli anni.

Questa ghianda può essere intesa come predisposizione, inclinazione naturale, se volete anche come destino (che è concetto radicalmente distante dal fato: questo è oggettivo ed eteronomo, fondandosi su un volere divino o su una necessità naturalisticamente immutabile; quello è soggettivo ed autonomo, fondandosi sul libero arbitrio del singolo, sia pure in armonia coi vincoli esterni), tuttavia trattasi comunque di destino meramente potenziale, che non può compiersi senza il mezzo delle esperienze. Puoi avere la predisposizione per l'arte, per l'associazione intuitiva di forme, colori, idee ed emozioni, ma non c'è speranza che emerga, se i tuoi genitori ti comprano solo merendine e vestitini e mai pastelli: magari un domani sarà la scuola a darti i mezzi per valorizzare la tua ghianda artistica, tuttavia, se i tuoi primi disegni fossero sgorbi, per difetto di esperienza, a causa del regime educativo vissuto, e i tuoi compagni ti deridessero, avendo loro fatto maggior pratica di scarabocchi a casa, pur sorretti da un minor talento potenziale, la sofferenza per i dispetti e le monellerie subiti potrebbe essere dalla tua mente associata all'arte, quale fattore di bullismo, ed il giudizio di inettitudine, espresso da tuoi compagni seienni un po' troppo vispi e poco empatici, potrebbe venire introiettato e portarti alla conclusione che l'arte proprio non faccia al caso tuo. Ogni istante di vita ci riserva conferme o stroncature: le prime gratificano, le seconde mortificano, e tutto questo lascia strascichi emotivi che oscurano la ghianda: l'approvazione dei genitori, in sé gradevole, può infatti generare il bisogno di compiacerne le aspettative e quindi spingere il figlio a lasciarsi influenzare dalle loro pressioni e sollecitazioni (non sempre dettate da saggezza e perciò benefiche per la prole, ma qualche volta derivanti da esperienze loro proprie, ingiustamente proiettate sui figli: è pieno il mondo di genitori frustrati che vogliono vedere realizzati dai figli i sogni che loro non hanno potuto o saputo o voluto coltivare per sé...); l'emarginazione e l'umiliazione, dal canto opposto, possono trattenere l'individuo dal praticare ciò per cui è naturalmente portato, come nell'esempio di prima.

La vocazione può dunque rimanere sopita, nei casi migliori, od essere recisamente negata, allorché il tentativo del bambino di perseguirla esiti in maltrattamenti a suo danno (è il caso dei passatempi stolidamente intesi come sintomo di omosessualità e duramente repressi, per esempio: se il maschietto tocca le bambole, che sia preso a cinghiate, cribbio, perché così vogliono santa romana chiesa e il diritto naturale e dio onnipotente e l'universo mondo, altrimenti l'umanità si estingue, cazzo!) o comunque comporti costi maggiori dei benefici. Come se ne esce? Qual è la via per liberarsi da questi fardelli? L'inconscio represso trova i suoi canali per affiorare: sogni, attacchi di panico, intuizioni fugaci, lampi di pensiero (in forma di parole, immagini, suoni... non importa), senso di vuoto o di essere fuori assetto e così via. Non serve elencare quel che tutti noi abbiamo sperimentato direttamente, e non una sola volta nella vita. A questo punto, i segnali di disagio interiore debbono essere interpretati, e qui entra in gioco il mio personale approccio, che opera per categorie razionali generali ed astratte: secondo il mio umillimo parere, il modo più efficace per tradurre il malessere indistinto in consapevolezza definita è farsi domande e darsi delle risposte, con l'ausilio di un'impalcatura concettuale adeguata alla complessità della questione. Per esempio, la categoria della relatività più aiutare a superare una disapprovazione circoscritta: il fatto che i tuoi disegni non piacciano ai tuoi compagni di classe non significa che tu non sappia disegnare, perché il loro giudizio non è universale, non rappresenta la verità. Ancora, può giovare la categoria del disinteresse: il compagno di banco che, alle medie, reputa schifosi i tuoi esercizi di "Arte ed immagine" parla sinceramente oppure è animato da invidia (denigra i tuoi disegni, che sa essere migliori dei suoi), gelosia (vuole ferirti, perché sei uscito con la ragazza che piace a lui) o da altri secondi fini? Oppure può applicarsi la categoria della falsa dicotomia: se qualcuno ti accusa di essere una schiappa in disegno perché non hai vinto il certame X su DeviantArt, ti basta soffermarti un attimo sul fatto che il mondo non funziona secondo codici binari, o bianco o nero, o Leonardo o merda, e così smontare le insinuazioni subite. In sintesi, la ricetta che io personalmente suggerisco per guidare l'introspezione alla ricerca della ghianda sepolta, della vocazione invisibile, è l'esercizio assennato della logica, a partire dalla consapevolezza dei limiti della logica (per esempio, non si può determinare con esattezza chi sia maggiormente colpevole della fine di una storia d'amore, in quanto le dinamiche dell'amore sono in gran parte irrazionali: a meno di gravi scorrettezze o slealtà, l'idea stessa di poter trovare un colpevole è insensata, perché l'attrazione, la complicità, la fusione, l'intesa e la simbiosi non sono figlie della logica e non rispondono ad aride implicazioni del tipo "se... allora...").

Sulla forma-seme mi pronuncerò se e quando avrò l'occasione di viverne un'esperienza diretta: la sola logica non basta alla conoscenza, esattamente come la ricetta di cucina non si trasforma magicamente in un piatto prelibato senza i necessari ingredienti. :lol:
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