Teoria sulla forma inconscia
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Re: Teoria sulla forma inconscia
L'episodio a cui mi riferivo era quello in "daimon che rifiuta l'instabilità.".
https://38.media.tumblr.com/b12484c4d9f ... o1_500.gif Firewolf & Ariel Esistono!!!
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Re: Teoria sulla forma inconscia
Che tu ti riferisca o meno a determinati episodi poco importa, tu non mi metti in mezzo. Tanto il pensiero è sempre lo stesso, Ariel ti definì in quel post addirittura come una persona che non sei e che forse aspiri ad essere, ma forse eh. Quindi che Ariel stia parlando di te o della tua ossessione malata, la solfa è sempre quella. E comunque luii in quel topic non mi è sembrato proprio ti assecondasse nella forma, dato che tu stesso dicesti che avevi voluto proiettarlo come rondine, ma lui non ne voleva sapere, anzi voleva tornare malamute. Lui ti asseconda nella vita, purtroppo. Ti ci fa proprio sguazzare nel casino in cui vivi =) Ma EHI tu non vuoi rivangare cose passate, per cui finiamola qui dato che è un OT.Firewolf & Ariel ha scritto:L'episodio a cui mi riferivo era quello in "daimon che rifiuta l'instabilità.".
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Re: Teoria sulla forma inconscia
Come premessa metodologica, personalmente evito di astrarre una teoria da un caso personale: il rischio di incappare in una fallacia di generalizzazione indebita (consistente nell'indurre una regola generale erronea da un caso particolare) è alto, perché la situazione concreta, su cui si fonda l'impalcatura argomentativa, potrebbe essere caratterizzata da fattori specifici, persino unici, tipici dell'individuo cui la situazione si riferisce, i quali vengono meno allorché ci si sposti dal singolo alla categoria di appartenenza. Per intenderci, il caso specifico potrebbe essere determinato da fattori eccezionali, che non hanno influito sulle situazioni analoghe, e nulla esclude che la sua stessa interpretazione sia viziata da una chiave di lettura declinata soggettivamente.
Tutto questo, Fra, per dire che ogni caso presenta sfumature di complessità tali da rendere difficile l'identificazione di tratti e cause comuni a vicende in sé molto diverse.
Passando al resto della teoria, credo che si possa sintetizzare così: la forma di ciascun daimon può evocare, per il singolo daemian, un significato diverso da quello risultante dalle analisi. Questo fenomeno è inevitabile, ma, pur nella sua inevitabilità, non si presta ad essere considerato in sede di stesura delle analisi. Mi spiego meglio. Le analisi sono redatte mediante un'operazione di antropizzazione oggettiva dei comportamenti tipici dell'animale considerato: si cerca, cioè, di umanizzare un agire istintuale, per trarvi dei profili caratteriali estremamente più complessi della fonte di partenza, essendo l'uomo dotato di facoltà cognitive e razionali che sovrastano, pur senza annullarla, la dimensione puramente istintiva. Il comportamento umano deriva ampiamente dalle esperienze vissute, nonché dalle emozioni provate e dai ragionamenti elaborati in relazione a quelle esperienze, perciò nel passaggio dall'animale all'uomo vi è uno scarto informativo abissale, che solo la saggezza dell'Analista può colmare, e non senza valutazioni discrezionali e, dunque, opinabili. L'analisi assolve a questo compito: evocare un paradigma, un modello generico di condotta, grosso modo corrispondente alla forma analizzata. Di conseguenza, nel determinare se un'analisi sia o no adeguata per qualcuno, si deve limitare lo studio agli elementi dell'indole animale e del loro significato simbolico per l'uomo, essendo questi gli unici elementi oggettivi e verificabili, cioè suscettibili di essere esaminati e discussi dalla Comunità nel contraddittorio tra le varie tesi.
Questo non toglie che, alla luce del vissuto individuale, una forma possa assumere, per Tizio e soltanto per Tizio, un significato peculiare, anche divergente rispetto a quello determinato dalle analisi: se Tizio è stato morso da un cane in tenera età, una forma canina, per lui, significherà qualcosa che non emerge dalle analisi, rievocando un miscuglio di fobia, angoscia e terrore che nella scrittura dell'analisi non è stato preso in esame. L'inconveniente di questa individualizzazione della forma è che non si possono cercare conferme oggettive nell'analisi: la ragione specifica, per la quale il daimon di Tizio ha assunto una forma canina, dovrà essere da Tizio ricercata oltre l'analisi, sondando i propri ricordi e passando in rassegna le immagini, i suoni, le emozioni ed i ragionamenti associati a quel fatidico morso in tenera età. In definitiva, se taluno ritiene che una forma assuma, per lui, una valenza particolare, non potrà e non dovrà interrogare gli Analisti per svelarne la natura e il senso: in se stesso, e non altrove, potrà e dovrà cogliere la risposta che cerca. Chiedere agli Analisti un significato soggettivo della forma è contraddittorio: in quanto soggettivo, quel significato è accessibile solo al diretto interessato. Le domande rivolte agli Analisti non potranno, invero, che ricevere risposte fondate oggettivamente, il che esclude la rilevanza del fattore singolare che il daemian intende far valere, col prevedibile innesco di un circolo vizioso: il daemian vuole una risposta soggettiva, ancorata al suo vissuto personale, da chi può fornire soltanto pareri oggettivi, che prescindono dal vissuto personale.
Le cose sono un po' diverse da come le hai intese tu, pur senza dubitare della tua buona fede. Io non ho cambiato la forma di Oly: ho scoperto analisi che approssimavano con un grado maggiore di accuratezza il mio carattere, che però è rimasto sostanzialmente identico tra il 2008 ed oggi. Dunque, non un cambio di forma, bensì la scoperta di analisi più calzanti rispetto a quelle precedentemente considerate. Sono persuaso di essere sempre stato, caratterialmente, un albatro urlatore, solo che non lo sapevo, in quanto fuorviato dalla falsa convinzione di aver trovato l'analisi migliore e indotto, così, a interrompere la comparazione con altre analisi (tra l'altro, il gufo reale è stato analizzato nel 2010 e l'albatro urlatore nel 2014, sicché, pur volendo, non avrei potuto trovare smentite alla conclusione raggiunta in base ai dati allora disponibili). Questa falsità della forma non ha, comunque, inciso sulla mia introspezione: sono un tipo astratto e razionalista e non ho l'abitudine di visualizzare/proiettare, giacché preferisco trarre dalla sussunzione dei miei modi di pensare e di fare in categorie concettuali quelle informazioni che altri traggono dall'osservazione delle sembianze del loro daimon.Firewolf & Ariel ha scritto:A questo punto ho pensato alle persone che hanno il daimon stabile...per poi corregermi, notando che molte persone che ritenevano di avere il daimon stabile, dopo un po' l'hanno cambiato (parliamo di Imma, Claudio o anche Emanuele).
Tutto questo, Fra, per dire che ogni caso presenta sfumature di complessità tali da rendere difficile l'identificazione di tratti e cause comuni a vicende in sé molto diverse.
Passando al resto della teoria, credo che si possa sintetizzare così: la forma di ciascun daimon può evocare, per il singolo daemian, un significato diverso da quello risultante dalle analisi. Questo fenomeno è inevitabile, ma, pur nella sua inevitabilità, non si presta ad essere considerato in sede di stesura delle analisi. Mi spiego meglio. Le analisi sono redatte mediante un'operazione di antropizzazione oggettiva dei comportamenti tipici dell'animale considerato: si cerca, cioè, di umanizzare un agire istintuale, per trarvi dei profili caratteriali estremamente più complessi della fonte di partenza, essendo l'uomo dotato di facoltà cognitive e razionali che sovrastano, pur senza annullarla, la dimensione puramente istintiva. Il comportamento umano deriva ampiamente dalle esperienze vissute, nonché dalle emozioni provate e dai ragionamenti elaborati in relazione a quelle esperienze, perciò nel passaggio dall'animale all'uomo vi è uno scarto informativo abissale, che solo la saggezza dell'Analista può colmare, e non senza valutazioni discrezionali e, dunque, opinabili. L'analisi assolve a questo compito: evocare un paradigma, un modello generico di condotta, grosso modo corrispondente alla forma analizzata. Di conseguenza, nel determinare se un'analisi sia o no adeguata per qualcuno, si deve limitare lo studio agli elementi dell'indole animale e del loro significato simbolico per l'uomo, essendo questi gli unici elementi oggettivi e verificabili, cioè suscettibili di essere esaminati e discussi dalla Comunità nel contraddittorio tra le varie tesi.
Questo non toglie che, alla luce del vissuto individuale, una forma possa assumere, per Tizio e soltanto per Tizio, un significato peculiare, anche divergente rispetto a quello determinato dalle analisi: se Tizio è stato morso da un cane in tenera età, una forma canina, per lui, significherà qualcosa che non emerge dalle analisi, rievocando un miscuglio di fobia, angoscia e terrore che nella scrittura dell'analisi non è stato preso in esame. L'inconveniente di questa individualizzazione della forma è che non si possono cercare conferme oggettive nell'analisi: la ragione specifica, per la quale il daimon di Tizio ha assunto una forma canina, dovrà essere da Tizio ricercata oltre l'analisi, sondando i propri ricordi e passando in rassegna le immagini, i suoni, le emozioni ed i ragionamenti associati a quel fatidico morso in tenera età. In definitiva, se taluno ritiene che una forma assuma, per lui, una valenza particolare, non potrà e non dovrà interrogare gli Analisti per svelarne la natura e il senso: in se stesso, e non altrove, potrà e dovrà cogliere la risposta che cerca. Chiedere agli Analisti un significato soggettivo della forma è contraddittorio: in quanto soggettivo, quel significato è accessibile solo al diretto interessato. Le domande rivolte agli Analisti non potranno, invero, che ricevere risposte fondate oggettivamente, il che esclude la rilevanza del fattore singolare che il daemian intende far valere, col prevedibile innesco di un circolo vizioso: il daemian vuole una risposta soggettiva, ancorata al suo vissuto personale, da chi può fornire soltanto pareri oggettivi, che prescindono dal vissuto personale.
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Re: Teoria sulla forma inconscia
Sono grossomodo concorde con Claudio, soprattutto su questo
Anche io, come ben sai avendo tu letto il mio post in minichat di un paio di giorni fa, non sono nè soggettivista perchè utilizzo le analisi e le trovo utili per scoprire sfumature su di me (sia positive che negative) nè strettamente simbolista perchè ritengo che le analisi possano essere consultate fino ad un certo punto e che l'introspezione sia una pratica che vada anche e soprattutto oltre la forma.
Detto questo ti spiego il motivo per cui in minichat scrissi quelle cose.
Mag comunica molto attraverso forme e colori, se vuole trasmettermi qualcosa di particolare o vuole che ragioni su determinate sfumature del mio carattere lui assume, del tutto liberamente, la forma dell'animale che lui reputa più opportuno e spesso, con l'aiuto delle analisi postate, sono stata in grado di apprendere qualcosa su di me.
Così è successo per ogni forma e lo stesso vale per i colori, assume e cambia in continuazione colore della pelliccia in base alle mie necessità, talvolta assumento anche colorazioni non reali (come il panda minore di colore bianco e nero per dirne una) questo solo perchè è il nostro modo di comunicare.
Unico? Personale? Strano? Inusuale? Si! perchè è il nostro modo, ci troviamo bene e sta portando i suoi frutti.
Giusto o sbagliato? Nè uno nè l'altro. Con noi ha funzionato, ad altri può sembrare una stupidata ma il daimonismo è una filosofia introspettiva, personale e unica per ognuno di noi, come unico è il rapporto che abbiamo con il nostro daimon.
Questo non toglie che, alla luce del vissuto individuale, una forma possa assumere, per Tizio e soltanto per Tizio, un significato peculiare, anche divergente rispetto a quello determinato dalle analisi: se Tizio è stato morso da un cane in tenera età, una forma canina, per lui, significherà qualcosa che non emerge dalle analisi, rievocando un miscuglio di fobia, angoscia e terrore che nella scrittura dell'analisi non è stato preso in esame. L'inconveniente di questa individualizzazione della forma è che non si possono cercare conferme oggettive nell'analisi: la ragione specifica, per la quale il daimon di Tizio ha assunto una forma canina, dovrà essere da Tizio ricercata oltre l'analisi, sondando i propri ricordi e passando in rassegna le immagini, i suoni, le emozioni ed i ragionamenti associati a quel fatidico morso in tenera età. In definitiva, se taluno ritiene che una forma assuma, per lui, una valenza particolare, non potrà e non dovrà interrogare gli Analisti per svelarne la natura e il senso: in se stesso, e non altrove, potrà e dovrà cogliere la risposta che cerca.
Anche io, come ben sai avendo tu letto il mio post in minichat di un paio di giorni fa, non sono nè soggettivista perchè utilizzo le analisi e le trovo utili per scoprire sfumature su di me (sia positive che negative) nè strettamente simbolista perchè ritengo che le analisi possano essere consultate fino ad un certo punto e che l'introspezione sia una pratica che vada anche e soprattutto oltre la forma.
Detto questo ti spiego il motivo per cui in minichat scrissi quelle cose.
Mag comunica molto attraverso forme e colori, se vuole trasmettermi qualcosa di particolare o vuole che ragioni su determinate sfumature del mio carattere lui assume, del tutto liberamente, la forma dell'animale che lui reputa più opportuno e spesso, con l'aiuto delle analisi postate, sono stata in grado di apprendere qualcosa su di me.
Così è successo per ogni forma e lo stesso vale per i colori, assume e cambia in continuazione colore della pelliccia in base alle mie necessità, talvolta assumento anche colorazioni non reali (come il panda minore di colore bianco e nero per dirne una) questo solo perchè è il nostro modo di comunicare.
Unico? Personale? Strano? Inusuale? Si! perchè è il nostro modo, ci troviamo bene e sta portando i suoi frutti.
Giusto o sbagliato? Nè uno nè l'altro. Con noi ha funzionato, ad altri può sembrare una stupidata ma il daimonismo è una filosofia introspettiva, personale e unica per ognuno di noi, come unico è il rapporto che abbiamo con il nostro daimon.
Il nome del mio daimon è Magnus Abraxàs
Se vuoi sapere com’è un uomo, guarda bene come tratta i suoi inferiori, non i suoi pari.
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Re: Teoria sulla forma inconscia
Sai che mi trovo d'accordo con te?non sono nè soggettivista perchè utilizzo le analisi e le trovo utili per scoprire sfumature su di me (sia positive che negative) nè strettamente simbolista perchè ritengo che le analisi possano essere consultate fino ad un certo punto e che l'introspezione sia una pratica che vada anche e soprattutto oltre la forma
https://38.media.tumblr.com/b12484c4d9f ... o1_500.gif Firewolf & Ariel Esistono!!!
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Re: Teoria sulla forma inconscia
Io credo semplicemente che la forma non ci dia "indizi" ma che cambi a seconda di ciò che è più affine a noi in quel momento, no? Argo ultimamente è sempre falco pellegrino o volpe grigia, perché ci va bene così e chissene magari questo ha un significato, non lo metto in dubbio, ma prendere l'analisi solo su un punto non la vedo molto logica come cosa. Se credi che le analisi siano valide devi crederlo in toto questo è il mio pensiero
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"Come l'anima nostra, che è aria, ci tiene insieme, così il soffio e l'aria sostengono l'intero cosmo.
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