AREA FILOSOFICA: problemi esistenziali e quesiti irrisolti.

Meditiamo sugli aspetti filosofici e formuliamo ipotesi ragionevoli sul Daimonismo!
Claudio-Olyandra
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Messaggio da Claudio-Olyandra » mar 28/apr/2009 21:30:00

Sì, su questo hai pienamente ragione. La diversità è intesa dai più come motivo di discriminazione. Siamo al ventunesimo secolo per la tecnologia, all'undicesimo per la tolleranza e il rispetto dell'altro da noi. :roll:

Questi tre daemian sono iscritti a questo forum? :D Li conosciamo?

Può essere benissimo! Tanto più si vive in un contesto culturalmente oppressivo (i genitori e la scuola tentano di inculcare una certa mentalità ai figli, invece di guidarli nella costruzione di opinioni loro proprie), maggiore sarà evidentemente il divario fra il portato naturale e l'impalcatura culturale, sociale ed ideologica. :roll:
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Ako e Eri
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Messaggio da Ako e Eri » mer 29/apr/2009 17:29:00

Questi tre daemian sono iscritti a questo forum? Li conosciamo?
Non mi sembra, uno di loro è negato con il computer e non lo usa quasi mai e la mia vicina non si fida dei forum su internet. Contenti loro...
Il terzo non saprei, sapete se per caso un utente si chiama Matteo Alessio e vive nei dintorni di Milano? xD
È in un giorno di pioggia che ti ho conosciuta,
il vento dell'ovest rideva gentile
e in un giorno di pioggia ho imparato ad amarti
mi hai preso per mano portandomi via.

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Riccardo
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Messaggio da Riccardo » lun 25/mag/2009 18:39:00

Secondo me, un essere umano che scopre il suo daemon troppo tardi (ovvero dopo che è gia maturato con tutte le sue "maschere" che utilizza di fronte agli altri) avrà maggiori probabilità di incorrere in un headmate anzichè il vero daemon. :( E se riuscirà a scoprire qual'è il vero daemon: o questo daemon sarà "deviato" da tutti i suoi caratteri volutamente cambiati per far piacere agli altri, oppure lo considererà talmente diverso da se che non oserà mai più tornare a parlarci, sia per paura di questa sua personalità così diversa, sia per paura di perdere le sue "maschere" ed apparire per quello che è veramente di fronte agli altri. :x Il che è uno sbaglio, perchè non bisogna abbandonare il proprio daemon, ne aver paura di apparire per quello che veramente siamo di fornte agli altri. :wink: Considerato tutto questo, mi chiedo, il conformismo può essere un fattore rischioso e/o dannoso per le persone che non conoscono ancora il proprio daemon? :? Scusate se la domanda è stupida! :(
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Claudio-Olyandra
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Messaggio da Claudio-Olyandra » lun 25/mag/2009 21:34:00

Una domanda di enorme valore speculativo. ;) Hai colto nel segno, Riccardo, ponendo un problema di scottante attualità: in che misura il bagaglio culturale che abbiamo accumulato ci preclude il contatto con la nostra anima? :roll: In altri termini, una grave somma di pregiudizi possono impedire ad una persona di media intelligenza di diventare daemian? La risposta è, sventuratamente, affermativa. :( Quando un individuo matura la convinzione che non esista la sfera spirituale ovvero la liquida come un fattore marginale irrilevante della propria esistenza, sarà naturalmente refrattario ai princìpi del Daimonismo. Per di più, se tale soggetto è infarcito di disprezzo per la diversità o la stravaganza (così appare il movimento ai suoi occhi, pur non essendo tale), sarà un potenziale denigratore dei daemian, uno di quelli che motteggiano e biasimano le persone perché fanno qualcosa che loro non afferrano, percependo soltanto che è una scelta minoritaria o addirittura senza eguali, meritevole di essere bersagliata. :x La cultura dell'apparenza, l'ambizione sfrenata verso denaro e potere, la sete di glorie televisive effimere, la cura esclusiva del corpo, il materialismo esistenziale, la superficialità di ragionamento, l'insofferenza per l'atipico e la passione per le mode omologanti sono nemici giurati del Daimonismo, anzi dell'individuo medesimo, che si priva di un'occasione unica per diventare un uomo migliore, che conosce se stesso ed è perciò capace di un'azione verso il mondo più consapevole e dunque libera. :( Cosa possiamo fare per arginare questo fenomeno? Nel nostro piccolo, possiamo spronare al senso critico, quello sì che ti consente di abbandonare i fardelli del conformismo in vista di un'esistenza problematica (cioè che impone scelte attive), un'esistenza nella quale sei veramente artefice di te stesso e non passivo terminale di una volontà egemone dei poteri forti. :roll:
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Messaggio da Riccardo » mar 26/mag/2009 12:07:00

Praticamente andando di questo passo la sfera spirituale di ogni individuo, (compreso il suo daemon), svanisce, muore, e tutti non diverremo altro che "robot" che fanno questo perchè ce lo dice la società, senza sentimenti, senza emozioni, SENZA INDIVIDUALITA' E LIBERTA'.
Manichini a servizio della società, del conformismo e dei poteri forti.
Quindi, I DAEMON SONO IN VIA D'ESTINZIONE!
Stanno morendo uno dopo l'altro in ogni individuo che non ne riconosce il valore, e presto il concetto di Daemon con tutti essii verrà perso e sarà difficile ritrovarlo.
*Brrr mi vengono i brividi a pensare che milioni di Daemon stanno morendo nel mondo*
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Sofy e Manphy
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Messaggio da Sofy e Manphy » mar 26/mag/2009 16:44:00

Quindi, I DAEMON SONO IN VIA D'ESTINZIONE!
Stanno morendo uno dopo l'altro in ogni individuo che non ne riconosce il valore, e presto il concetto di Daemon con tutti essii verrà perso e sarà difficile ritrovarlo.
Beh, Riccardo, non tutte le persone sono false e si nascondono dietro ad una maschera. C'è anche chi pensa con la propria mente, ragiona e non fa caso alle critiche degli altri.
Questo è un bene per il Daimonismo e non credo che i daimon si "estingueranno" così facilmente...perchè il daimon è con la persona e sarà sempre lì, anche se in minima parte. :D
Non dire che i daimon stanno morendo, che Man sta tremando xD

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Messaggio da Riccardo » mar 26/mag/2009 20:51:00

anche io
infatti sono IN VIA d'estinzione, perchè ci sono sempre meno persone che hanno un' individualità propria e tendono a barattere l'individualità con la popolarità. O almeno questo è quello che accade tra i giovani. Per gli adulti invece c'è di mezzo la società e la carriera.
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Claudio-Olyandra
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Messaggio da Claudio-Olyandra » mar 26/mag/2009 21:00:00

? una statistica paurosamente vicina al cento per cento di verità, che un po' tutti i daemian hanno una venatura filosofica dentro. :D Molti giovani barattano la libertà per la popolarità, che a sua volta è un tramite per il benessere e la fuga dai problemi esistenziali che il ragionamento pone. Ci si adegua alla massa perché il gruppo è rassicurante e trasmette un senso di potere e di affermazione, però accanto a questo fattore c'è pure un'insofferenza verso tutti gli approcci riflessivi alla vita, quelli in cui la soluzione del mistero non è a portata di mano, ma deve essere costruita un passo alla volta, spesso vagando nel buio, senza riferimenti validi cui appigliarsi. C'è una grande paura della vita che diverge dalla strada maestra, imponendo scelte ed interrogativi ardui, ecco il perché dell'omologazione verso il basso, piatta, scialba. :roll:

Per fortuna, i daimon non possono estinguersi, non per la deficienza umana, almeno. Ciò sarebbe possibile secondo la Nuova Scuola, quella che considera il daimon una creazione della mente come antidoto alla solitudine e come sprone dell'introspezione (e questi signori devono spiegarmi dove sta la differenza fra il daimon e l'headmate); ma per chi aderisce alla Vecchia - che in ultima analisi mi sembra l'unica lettura seria del Daimonismo - il daimon non è un prodotto di azioni umane, ma un ente coessenziale all'uomo che lo accompagna pedissequamente e lo rende veramente uomo con la sua presenza: tolti i daimon, infatti, saremmo un'informe massa di carne che si muove ed interagisce col mondo, defraudati però dell'autocoscienza, della memoria e di quelle qualità che ci danno la contezza del nostro essere. Mentre molte creature percepiscono l'oggetto estraneo a sé (e se stessi nella misura in cui una parte si estranei dalle altre, ad esempio suscitando un dolore prima inesistente), noi siamo capaci di interrogarci sul nostro ruolo, indagando con la mente noi stessi, il soggetto che si fa oggetto dello studio del soggetto. E per fare questo ci occorre un polo dialettico, il daimon appunto. Senza daimon, non saremmo persone, ma homines, in senso puramente biologico e strutturale. 8) Il peggio che ci può capitare, allora, è di obliare il daimon, di andare avanti dimenticando che non siamo soli e facendo di testa nostra, con cipiglio e stupidità. :?
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Messaggio da Riccardo » mar 26/mag/2009 21:13:00

E' vergognoso pensare che gli animali hanno un approccio più vicino con i loro daemon di quello degli umani
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Claudio-Olyandra
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Messaggio da Claudio-Olyandra » mar 26/mag/2009 21:18:00

Purtroppo per certi versi l'uomo è peggio delle bestie, ma d'altro canto può pure essere incomparabilmente migliore: tutto sta in come sfrutta le capacità che possiede. :) Noi elogiamo - giustamente! - gli animali che non uccidono gratuitamente e tutto il resto, ma è da dire che, se non lo fanno, è perché il loro istinto non glielo suggerisce; noi, invece, se non uccidiamo altre persone, dovrebbe essere perché cogliamo la straordinarietà della vita, con una consapevolezza di noi e del mondo che getta le basi per l'azione morale, moralità che non esiste fra gli animali. ;)
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