Sonno, esteriorità e rigenerazione del daimon

Meditiamo sugli aspetti filosofici e formuliamo ipotesi ragionevoli sul Daimonismo!
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-thias e emma-
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Sonno, esteriorità e rigenerazione del daimon

Messaggio da -thias e emma- » gio 08/mag/2014 21:48:43

Allora amici daemian dopo il mio allontanamento dalla comunita per fare l'eremita di recente ho fatto un po di scoperte alcune delle quali grazie ad arianna e zamira.
La veglia
partiamo dalle cose futili che alcuni gia sanno, i daimon dormono il loro non e dormire e come da titolo uno stato di veglia tutto qui.

Il grande sonno
Vi siete mai chiesti perche piu diventiamo grandi piu fatichiamo ad avere un primo contatto? Non e percHe si fa semplicemente piu fatica, e perche il daimon dorme e come se fosse in coma per forza che piu si va avanti piu si fa fatica si atrofizzano provate voi a dormire per 29 anni.

Cos'e il daimon
ora non prendetemi per la bocca della verita se non volete ma ho scoperto(grazie ad arianna e zamira) cos'e il daimon non v'e segno d'anima di spirito o di coscienza o subcoscienza il daimon e in realta esterno a noi, nasce e muore con noi per questo vi sono affinita e un legame molto forte ma comr a me piace il blu a emma puo piacere il rosa insomma perche i gusti diversi se si tratta di noi stessi?

La rigenerazione,vite passate
credetici o no nella vita dopo la morte v'e la reincarnzione e il daimon che possediamo ci accompagna ad ogni vita.
La forma
per la forma quelche sto per dire se ne parlava tempo fa e c'era chi era
d'accordo chi e via discorrendo il daimon prende la forma che desideriamo, se ii chiedessi ad emma di diventare un coniglio lo farebbe staremmo "scomodi" ma lo farebbe.

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-thias e emma-
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Re: Scoperte

Messaggio da -thias e emma- » gio 08/mag/2014 21:50:18

Non e tutto e giusto per iniziare.

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Cassandra e Sibilin
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Re: Scoperte

Messaggio da Cassandra e Sibilin » ven 09/mag/2014 01:43:33

In che senso il daimon "dorme"? :)
Da questo punto di vista, credo di essere piuttosto in disaccordo con te, anche se come metafora mi piace assai (quella del sonno, intendo, eh).
Il daimon è una parte psichica fondamentale. Cosa vuol dire? Che è difficilissimo non poterci avere a che fare, semplicemente perchè è quello che siamo, è noi, o almeno una parte importantissima.
Tanti e più tanti autori, di varie culture e tempi, hanno descritto questa "vocina" per così dire, che discuteva con loro di cosa fosse giusto o no, e ne troviamo prova nelle arti visive e non.
E poi, perchè dopo i 29 anni?
Se proprio vogliamo parlare da un punto di vista fisico, la crescita neuronale si interrompe prima, verso i 20 anni, dopodichè comincia un lento processo di invecchiamento (dato che i neuroni sono le uniche cellule del nostro corpo che non si possono autoriparare o, come recenti studi dimostrano -e li troverò, nei recessi di PubMed- hanno questa capacità in minima parte). Dunque a 29 anni siamo già perfettamente formati.
La crescita spirituale, o psicologica, invece, non ha mai fine, e chi ha scheletri nell'armadio prima o poi ne pagherà il prezzo, perchè si crea un effetto mostruoso, simile a quello cascata.
Il difficile, piuttosto, è accettare i propri limiti quando si cresce, e saper rinunciare all'orgoglio di essere adulti e saper tutto.
Rimaniamo bambini ignoranti fino al nostro letto di morte.
E' una questione di apertura mentale, e di saper guardare dentro di sè. Diventa più difficile con l'età, ma solo perchè le sovrastrutture si cristallizzano.
Il daimon c'è sempre, che gli diamo un nome o meno.

Avrai dunque capito che non sono affatto d'accordo con la tua seconda tesi, anche perchè andrebbe in parte a cozzare con la tua successiva. Ti spiego: come può il daimon essere sempre lo stesso nelle varie vite, quando è qualcosa di esterno a noi?
Al momento vengo da una giornata tremenda, e non ho la lucidità necessaria per spiegarmi al meglio, quindi spero mi perdonerai per qualche scivolone logico. <3
Perchè pensi che il daimon è qualcosa di esterno a noi?
A me è capitato di trovarmi in disaccordo con Sibilin, ma guarda caso c'erano sempre ragioni ben specifiche...ed aveva sempre ragione lei.
Quale sovrastruttura è alla radice del disaccordo? Il daimon è un mediatore di noi stessi, qualcosa che sta a metà tra quello che si vede di noi e quello che invece siamo sotto, nei meandri oscuri della psiche che forse non esploreremo mai, perchè ci facciamo sotto dalla paura.

A me piace da matti una canzone, ma Sibilin mi prega di farla smettere ogni volta. Perchè?
Andando a ricostruire unn po', questa musica, a parte essere terribilmente inquietante di suo (è Lux Aeterna di Ligeti. Vi sfido ad ascoltarla e capire cosa ne pensano i daimon) tocca parecchie corde profonde del mio animo, chiamatelo come volete, quella cosa che mi rende un umano complessato.

Una faccenda di gusti diversi potrebbe essere uno spunto per approfondire la conoscenza di noi stessi. A volte, semplicemente, non siamo quello che pensiamo di essere, e ne abbiamo paura.
Il daimon ce lo ricorda.

Per la forma sono d'accordo con te, se il daimon volesse una forma di drago, la prenderebbe...ma, almeno secondo il mio giudizio, sconfesserebbe in parte il senso della scoperta di sè. Perchè dobbiamo imbrigliare la nostra testa, costringendola a fare i nostri comodi?
Lasciamoci sorprendere, e spprofondiamo il viaggio senza preconcetti. <3

(Sono stata lunga come un'attesa alla stazione delle FS e caustica come acido solforico, chiedo venia, ma a quest'ora non ho rotelle sufficienti per pensare adeguatamente. Dovevo scrivere, altrimenti mi dimenticavo tutto in blocco!)
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Re: Scoperte

Messaggio da Pandemonium » ven 09/mag/2014 18:14:28

Rispondo io ^^
- Dormire. In realtà io e Zamira non crediamo che il Daimon dorma sul serio. Intendiamo dire che non ha coscienza di sè... Fino a quando non siamo noi a cercarlo! Mi spiego meglio: il daimon, fino a quando non lo "scopriamo" esiste e non esiste in contemporanea. Facciamo finta di tornare per un attimo uomini primitivi. Di sicuro, loro non sapevano di possedere uno stomaco, eppure questo c'era eccome e funzionava comunque. Il daimon esiste in tutti, volenti o nolenti. Semplicemente non ha coscienza di essere. Sul fatto che un adulto può trovare più problematico "risvegliarlo", può essere dovuto a fattori quali... la crescita. Sì, perché immagino che l'apertura mentale di un trentenne sia decisamente più limitata di quella di un adolescente. L'adulto può considerare vari fattori quali l'autosuggestione, e quando verrà seriamente in contatto con il daimon minimizzerà il tutto.
- Esterno a noi. Potrei dire sì... E no. Personalmente, mi è capitato che io e Zamira ci trovassimo in potente disaccordo su cose piuttosto importanti. A volte leii riesce a risvegliarmi emozioni che io sinceramente non provo. Ho avanzato quest'ipotesi, ma adesso effettivamente potrei dire che lo sta facendo per comunicarmi qualcosa. Oppure semplicemente vuole aiutarmi ad eliminare alcune paure che io credo di avere superato ma non è affatto così. In fondo la nostra psiche è qualcosa di così complesso che non riusciremo mai a trovare una definizione...
- Reincarnazione. Anche se credo nella reincarnazione e cose del genere, non mi sento di dare una risposta o una verità assoluta. Questa può cambiare da persona a persona, a seconda della sua credenza (o non credenza ;) ). Se per te si reincarna, per un cristiano il daimon finirà in paradiso con lui, e così via.
- Forma. D'accordissimo. Il daimon non è obbligato. E' come acqua, può prendere la forma del contenitore che più ci piace; anche se tornerà a scegliere la forma più congeniale a noi stessi (e a loro).
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Re: Scoperte

Messaggio da Cassandra e Sibilin » ven 09/mag/2014 19:32:45

Sono più sveglia, e ora posso discutere meglio u.u

Allora, andiamo a blocchi:

Dormire:
Beh, più che altro, io direi che è la coscienza a dover prendere atto dell'esistenza del daimon, di qualcosa di interiore. Insomma, come la voce: anche se cantiamo, dobbiamo essere coscienti dei movimenti che eseguiamo e del corretto utilizzo del meccanismo vocale per essere cantanti lirici.
In sostanza, prendere atto del Daimon ci aiuta a fare un salto in avanti, non è che sia "cosciente" o "non cosciente" di suo. Forse è più cosciente il daimon di noi stessi. XD
Negli adulti conta un fattore di "cristallizzazione", appunto. Vi è una fissazione di valori ed idee, e diventa più difficile mettere se stessi (o come si pensa di essere) in discussione.

Esterno a noi:
Sono perfettamente d'accordo con te, quando parli della complessità della psiche. Insomma, con il daimon prendiamo le scale mobili, non ci facciamo scoppiare il cuore a forza di inerpicarci. °-°

Reincarnazione:
Oddio, un daimon con le alucce e l'aureola. Che visione. XDDD
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Re: Sonno, esteriorità e rigenerazione del daimon

Messaggio da Claudio-Olyandra » gio 19/giu/2014 19:21:36

Più che di sonno del daimon, io parlerei di sonno dell'uomo, di quell'uomo che si ostina a concentrarsi esclusivamente sull'esteriorità, sull'apparire, sull'avere, sul potere, e non dedica energie all'esplorazione di sé. Il daimon non dorme: è l'uomo che rifiuta di aprirgli la porta e di scendere con luii nelle grotte più oscure e spaventose della mente, per fronteggiare gli incubi inconfessabili, gli odi irrisolti, le insicurezze viscerali e tutte le debolezze che l'amor proprio induce a nascondere sotto il tappeto. Il daimon non cercato può agire solo inconsciamente, inviando segnali criptici di tipo emozionale ovvero frammenti di memoria, fermo restando che questi sforzi sono destinati al fallimento, se l'uomo non tollera di mettersi in discussione, di rivedere i pilastri sui quali ha fondato la propria esistenza, di prendere atto delle voragini che lo logorano dall'interno. :roll:

Perché l'introspezione si fa più difficile col progredire degli anni? Perché una cantina chiusa per dieci anni accumula una sporcizia superiore a quella che si può formare in sei mesi. Il progressivo deposito di esperienze sensoriali, di sovrastrutture educative e di elucubrazioni più o meno sofistiche circa le une e le altre - ché l'uomo cerca sempre di razionalizzare ciò che vive, anche forzando la realtà - ispessisce lo "strato" dovuto all'interazione col mondo esterno, con la conseguente necessità di uno sforzo più duro per riportare alla luce il nucleo primigenio di individualità.
Il neonato nasce egoista, non conosce altri che se medesimo, e nella sua psiche immatura tutto l'universo ruota intorno ai suoi bisogni primari, né prova empatia per le vicende degli altri o sente la responsabilità del destino di una società: se le sue esigenze sono appagate, è felice, né le sventure altrui possono turbare il suo stato di grazia.
Allorché sopravviene la socializzazione, il bambino comprende che l'Io sta in mezzo al Noi e che la sorte del Noi influenza anche quella dell'Io. Il processo si rafforza con l'adolescenza e l'età adulta, durante le quali viene preteso, moralmente e giuridicamente, un contributo attivo dell'individuo ai bisogni della società, contributo che spesso si declina nell'interpretazione di un ruolo familiare e professionale culturalmente prestabilito: la persona è metaforicamente chiamata a scegliere una stanza in un albergo, ciascuna delle quali prevede costi e benefici dati a priori, così la carriera medico-chirurgica richiede un forte investimento formativo ed impone ritmi di lavoro spesso alienanti, in cambio di un tenore di vita agiato, mentre l'operaio non qualificato opta per un minore carico di studio, turni fissi e comodi per fondare una famiglia e stipendio modesto, oltreché minore considerazione sociale.
Il vecchio percepisce il decadimento fisico e psicologico e si arrocca nelle proprie convinzioni quasi a voler rallentare il tempo e trattenere i tessuti che si sfaldano ed i ricordi che svaniscono.
Dato questo processo fisiologico, non c'è da stupirsi che l'introspezione sia molto agevole per il giovane ed ostica per l'anziano, senza necessità di evocare un daimon esterno all'uomo, l'indagine sulla cui natura implicherebbe inevitabilmente interrogativi di carattere mistico, esoterico o religioso. :)

Quanto alla reincarnazione, personalmente ritengo che sia un palliativo per la paura della morte e del disfacimento dell'individualità, come del resto tutte le promesse di beatitudine ultraterrena delle varie religioni di ogni epoca e continente, tuttavia questo è un tema che rientra nella libertà di fede di ciascuno e non è dato giungere ad una risposta unica e verificabile. Peraltro, siccome lo scopo del Daimonismo è quello di favorire l'armonia e la stabilità interiori, soffermarsi su cosa accade dopo la morte non mi pare una questione dirimente per vivere al meglio la vita biologica che ci spetta. 8-)
Daimon uniuscuiusque humanitatis caput et fundamentum est semperque esto!

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