Draghi e Nigredo: radici e verità sul fenomeno "Daimon".

Meditiamo sugli aspetti filosofici e formuliamo ipotesi ragionevoli sul Daimonismo!
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Draghi e Nigredo: radici e verità sul fenomeno "Daimon".

Messaggio da Nero-cavaliere » dom 29/dic/2013 23:21:50

Parte I : Presa di coscienza sul fenomeno a un primo livello storico e concettuale

Tanto, ma proprio tanto tempo fa, c'era una città magnifica, estremamente ricca, ove occidente e oriente si incontravano.
Una città famosa per contenere la più vasta biblioteca del mondo e alcuni fra i migliori pensatori, un luogo ove il mistero egizio aveva incontrato il pensiero greco, fondendosi in qualcosa di nuovo e irripetibile.
Immaginatela, se possibile. Lambita dal sole e con un lato affacciato sul mare salato, le acque venivano ogni notte illuminate a un enorme faro. Questa era Alessandria d'Egitto.
E che ci crediate o meno, è il luogo dove comincia questa storia.

Ma la città, dicevamo: la città era magnifica, un luogo di studio, di potere e di desideri.
Presso la corte dei Tolomei emersero nuovi modi di pensare, nuovi concetti e, sopratutto, nuovi modi per affacciarsi alla realtà.
Uno di questi era noto come "Ermetismo".
Ma da dove viene questo termine?

Ermete Trismegisto. Quello che gli antichi egizi chiamavano "Thot", signore della scrittura, di tutto ciò che cresce... e della magia.
Secondo le antiche tradizioni questa divinità avrebbe steso quattordici tomi e, in uno di essi, era contenuto tutto ciò che riguardava l'alchimia e la magia.

Ora, il tempo passò anche per Alessandria. E man mano che le rivolte e le guerre entravano fra le sue mura, la biblioteca più famosa del mondo antico bruciò.
Non il suo popolo però, non coloro che ormai, avevano finito per fondare qualcosa che sarebbe passato alla storia, appunto, come "Ermetismo".

E questa, signori miei, fu la disciplina che, più di tutti, andò a indagare il fenomeno di cui ora stiamo per andare a parlare.
L'Ermetismo ha anche un altro nome, un nome che, chiunque fra voi, sicuramente conoscerà: l'alchimia.

E qui permettetemi di illuminarvi: non era un precursore "rozzo" della scienza.
Tutt'altro.
L'alchimia era prima di tutto una pratica filosofica ed esoterica, atta a una comprensione del mondo invisibile e del mondo visibile.
Gli uomini di Alessandria non avevano né i mezzi né gli strumenti per spiegare la realtà che gli stava intorno in termini razionali.
Così ebbero due idee, l'una riflesso dell'altra:

In primo luogo analizzavano sé stessi per comprendere il tutto.
In secondo luogo analizzavano il tutto per comprendere sé stessi.

Un celebre assunto ermetico recita "il sopra è sotto" proprio per enfatizzare questo lato peculiare della disciplina.

Se pensaste che nell'alchimia esista un'unitarietà di pensiero vi sbagliereste: ogni autore colloca determinate fasi alchemiche in ordini e con simboli, spesso e volentieri, unici.
Alcuni tratti però sono comuni a tutti e vanno a costituire quello che, poi, è un gergo tecnico e il vero fondamento dell'alchimia.

Ed è qui che, lo studioso, il ricercatore, l'iniziato, va a battere.
Da quel principio comune.

Nel caso del nostro argomento, il principio base della conoscenza è il dubbio.
Come asseriva Socrate e come, in modo teatrale, asserirà poi Nietzche, il presupposto fondamentale è mettere in discussione le proprie credenze, il proprio modo di vivere e vedere la vita.
Questo apre una fase fondamentale dell'alchimia, conosciuta come "Nigredo" o "Opera al Nero".

Ed è proprio qui che ci imbattiamo nella prima, vera, definizione del Daimon.
Gli alchimisti, mentre vivevano questa fase, venivano messi a dura prova. In particolar modo, essi dovevano prendere coscienza di sé stessi e vivere una sorta di "morte spirituale".
Questo comportava l'ammettere la propria debolezza, la presa di coscienza sulla propria mortalità, sui propri difetti, sulle proprie turbe.
Nel fare questo, di convesso, si vede anche meglio il mondo e si finisce per divenire cinici e burberi.

Tutti gli alchimisti, senza eccezioni, parlarono in questo frangente di un elemento simbolico ma estremamente potente: "il drago".
Il drago in questo caso è un simbolo; in particolar modo con esso ci si riferisce a quel lato inconscio che sta dentro di noi e che, tutto d'un tratto, diviene "manifesto".
L'uomo, il ricercatore, si ritrova così davanti ai propri desideri più profondi e terribili.
Assiste alla propria animalità, alla propria bestialità, e questa lo tenta, lo inganna, lo consuma.
In certi casi lo spinge alla follia per tramite di illusioni o di costrutti mentali.

Ma, e qui le cose si fanno interessanti, l'uomo può soggiogare il drago.
L'uomo, innanzi alle pressioni del proprio inconscio, innanzi alle proprie pulsioni, "muore" prendendo così coscienza di sé stesso.
Il suo nuovo punto di vista però, gli permette di avere una rinascita e di superare le proprie "turbe mentali", ottenendo così la capacità di volgere il potere del drago in proprio favore.
Questo però è un equilibrio in costante precarietà: il drago è affamato e sempre vuole colpire chi lo possiede.
Soltanto un animo estremamente puro e una titanica forza di volontà possono permettere a colui che cerca la verità di resistere all'assalto e di utilizzare il proprio drago, il proprio inconscio, per passare alla fase successiva dell'evoluzione alchemica: l'albedo.

Nel momento in cui il drago viene compreso e incamerato esso muta e da forza incontrollabile, diviene in certi termini più utilizzabile.
Sostanzialmente l'uomo ha avuto, in questo modo, la possibilità di accedere al proprio inconscio e di usarlo.

Questi sono insegnamenti che hanno radici anche più antiche di Alessandria. La Medusa, l'Idra di Lerna, il Minotauro: tutti non sono altro se non metafore della bestialità che noi uomini ci portiamo dentro.
Una bestialità che, non a caso, è spesso considerata anche saggia.

Il drago non è solo violenza, ma anche saggezza.
Esso chiede le vergini, ossia reclama la vostra attenzione, vuole sopperire ai vostri desideri più sfrenati, ma allo stesso tempo, può svelarvi grandi verità su voi stessi e su ciò che vi circonda.
Ma, proprio per questo, entra in conflitto con la paura che voi nutrite per esso.
Si arriva a un punto, quando si tratta di "draghi", in cui il possessore deve lottare per non essere divorato dal proprio inconscio.
E' qui che avviene realmente la morte alchemica, perché, soltanto resistendo con la propria forza di volontà, si può "morire" e "rinascere", soggiogando il drago.
E questo permette di utilizzarlo, di avere intuizioni che la normale gente non avrebbe, di vedere cose e di aprire il proprio cervello a potenzialità di cui la gente comune non concepisce neppure l'esistenza.

Tanto più il drago è radicato nell'inconscio, tanto più emergerà con violenza un desiderio di controllo, una brama senza fine verso i propri desideri, un istinto che spingerà il suo fruitore a prendere ciò che desidera, qualsiasi ne sia il prezzo.

Il drago, per sua stessa natura, è capace di leggere archetipi che ai più sfuggono, attingendo da un'intelligenza inconscia.
Laddove coloro che son comuni vedono un unico significato, i possessori del drago ne vedono di multipli, in genere, nella lettura ermetica, tre.
Uno primo letterale.
Un secondo filosofico.
E, infine, un terzo occulto che diviene comprensibile solo dopo un attenta analisi di sé stessi ed esperienze dirette con le "intelligenze" che ci circondano.
Si diceva che gli alchimisti "comprendessero tutte le lingue pur parlandone una sola". Questo proprio perché, coloro che hanno il controllo sul proprio inconscio, vedono oltre la patina delle apparenze le simbologie comuni e determinanti del pensiero umano: gli archetipi che guidano la conoscenza intrinseca. Ed ecco che quelli che una volta erano i quattro felici re divennero ora elementi, ora logos, ed ecco che sempre questi ultimi, in chiave cristiana divennero i quattro arcangeli; e così via.

Chi possiede queste caratteristiche secondo l'alchimia e la magia, possiede un reale legame col proprio inconscio ed è al principio di quella che viene definita "la grande opera".
Se siete fra coloro che possiedono un drago allora i miei complimenti: come me, siete sulla scia di un sentiero irto di difficoltà ma anche meraviglioso oltre ogni immaginazione.
L'unico sentiero capace di condurre a quella che, nei termini alchemici, viene definita Rubedo o, Pietra Filosofale.
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Re: Draghi e Nigredo: radici e verità sul fenomeno "Daimon".

Messaggio da Pandemonium » lun 30/dic/2013 00:02:14

Il drago. Chissà se l'ho conosciuto per davvero? Chissà se mi sono imbattuta seriamente, muso a muso, con questo essere tanto terribile. Fonte di distruzione e conoscenza, sembrerebbe.
Beh, sì, forse l'ho incontrato. Se per drago si intende quella parte di sè che si fatica ad accettare, quel mostro che vorresti semplicemente estirpare dal tuo essere, che individui come fonte del tuo male... Ma non lo è. No, lo sai bene. Sai che in realtà se lo soddisfassi, troveresti la tua felicità. Certo, destinata a durare poco perché, come la fame, una volta che ti sei saziato è inevitabile che ti tornerà l'appetito.
Se ho capito le tue parole, il drago è quella parte di me che odio. O meglio, che odiano gli altri. Già, la società me l'ha inculcato. Ti mette un blocco nel cervello, credo. Vogliono addormentare il "drago"? A quale scopo? (sì, forse sto delirando xD)
Il drago è l'insieme dei miei istinti, giusto? Quella parte animale che vogliono addomesticare, in qualche modo. Ci fanno credere di essere serpenti senza veleno, mentre in realtà lo possediamo, ed è letale. Mi sbaglio?
Il drago contiene le mie ambizioni. Vuole vederle tutte quante soddisfatte, disposto a pagare qualsiasi prezzo. Il drago è tremendamente egoista. Non si fida di nessuno, se non di sè stesso. Il drago è insaziabile, è affascinante, e hai una disperata voglia di seguirlo e servirlo... Ma se lo facessi, ti perderesti nelle sue stesse fiamme.
Se questo era il mio "drago", ammetto di esserne rimasta tanto inorridita quanto affascinata. Tanta voglia di sopprimerlo, tanta voglia di tenerlo in vita e vedere fino a dove si sarebbe spinto.
Tante volte ho temuto la mia Daimon. L'ho conosciuta da poco, sinceramente. Insomma, il nostro rapporto si è evoluto rispetto al primo contatto, che ero solo una bambina di 10 anni. Leii lì era solo un'amica immaginaria. Sì, chi vogliamo prendere in giro? L'animaletto che mi divertivo tanto a proiettare, il Daimon dalle dolci parole. Se si fosse approcciata a me in maniera più cruda, forse l'avrei rinchiusa nella sua gabbia e le avrei tagliato le corde vocali prima di tutto ciò. L'avrei rinnegata e non sarei ciò che sono oggi.
Ultimamente Leii è qualcosa di così simile a questo "drago" da farmi impressione. Sì, mi spaventa il fatto che è da circa un anno che cerco di zittirla, e all'improvviso spunta fuori un topic che la descrive, parola per parola. Non è una cosa sbagliata della mia mente.
Ti ringrazio per il topic, spero di leggere ancora altre tue discussioni, e spero vivamente di non avere sparato cavolate. Oh, e mi scuso per gli errori grammaticali, se ne ho fatti. Scrivo di getto e non mi fermo a rileggere.
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Re: Draghi e Nigredo: radici e verità sul fenomeno "Daimon".

Messaggio da Nero-cavaliere » lun 30/dic/2013 00:46:01

Anzitutto Ary, ti rendo omaggio per il coraggio che dimostri.
Ci sono passato e so quanto sia difficile affrontare il proprio "drago", il proprio lato selvaggio.
Perché sì, non dubitarne, tu il drago l'hai incontrato. Si evince da come ne parli, da come ne scrivi e mi rendo conto, in prima persona, dello sforzo titanico necessario per rimanere a galla.
Visto che tu mi hai condiviso il tuo primo incontro farò altrettanto: nel mio caso avevo sei anni e la prima cosa che mi disse fu "prendi il coltello".
Ti lascio immaginare la mia reazione all'epoca.

E' più che normale reagire con terrore e temere da un lato sé stessi, dall'altro la società che ci giudica e ci emargina.
La tua sincerità, il tuo metterti in dubbio... guarda, spero di non risultare sentimentale o mieloso, ma trovo che tu sia veramente una persona realmente degna di ammirazione.
Non è da tutti riconoscere verità così scomode e cercare di prendere in mano le redini.
La tua è la più grande forma di coraggio che possa esistere su questa terra.

Permettimi però di rassicurarti. Anzitutto nel seguente post vedrò di trattare per filo e per segno vari aspetti del "drago" e, questo, forse ti permetterà di comprendere meglio leii, ma ascolta anche il consiglio di qualcuno che ha già percorso questo percorso da un po':
Col tempo realizzerai che quello che hai è un dono.

Certo, potrà sembrarti terrificante e, in effetti, lo è, ma la sua apparizione ti ha permesso di prendere coscienza su te stessa e su quello che vuoi.
E' un percorso irto di difficoltà e dolori quello che attende chi cerca la verità, ma vi sono anche molte cose positive.
Dopotutto, avere una forza primeva alle proprie dipendenze, può sempre avere dei vantaggi.

Ad esempio, se saprai utilizzarla, saprai sempre chi è un bravo ragazzo e chi no, chi ti mente e ti dice la verità.
Imparerai che ci sono tutta una serie di piccoli tic nervosi, di movimenti corporei e modi di formulare delle frasi che caratterizzano una persona e che ti permetteranno al volo di capire con chi hai a che fare.
Queste conoscenze, questa padronanza di te stessa e delle tue capacità di osservazione, ti renderanno capace di avere un effettivo potere sugli altri.
Ti basterà una parola per scagliarli all'inferno o in paradiso da vivi.

E' un potere che si accompagna a grandi responsabilità e che non va usato incautamente, certo.
E sta a te scremare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Nessun altro potrà mai deciderlo per te, e questo vale in senso assoluto e generale.
Però non è sbagliato lottare per ciò che desideri.

Se ciò che desideri è qualcosa di nobile, non mirato soltanto a soddisfare degli "appetiti", ma qualcosa che darà un senso alla tua esistenza... dovresti fare tutto ciò che è in tuo potere per realizzarlo.
E quando dico tutto, intendo tutto.
Di vita se ne vive una sola e se si coltiva un vero sogno lasciarsi andare e vivere di rimpianti non è mai una buona idea.

Ma non devi avere fretta. Il desiderio, il sogno, è qualcosa che puoi definire soltanto dopo esserti capita e aver inteso chi sei veramente.
Mi sono emozionato un po' nel leggere le tue parole perché, non te lo nascondo, ci ho rivisto molto di me stesso.
Una volta desideravo tanto una vita "normale" intesa come una vita con dei normali rapporti relazionali con gli altri, senza essere emarginato.
Oh, se l'ho ottenuta, in buona parte lo devo proprio a Nemesis.
E, proprio grazie a luii, ora nel gruppo son capace di spiccare.
Sono divenuto padrone della mia vita.

Andrà tutto bene. Anche Galatea è una forza della natura, della tua natura, puoi imparare a gestirla.
E, in effetti, credo tu lo stia già facendo.
Il tuo continuo porti delle domande, il tuo continuo cercare di capirti e fronteggiare verità difficili e comprenderle, è il seme della vera forza.
Ed è una forza in grado di piegare qualsiasi cosa.

;)

P.s. Scusami se vado off-topic, ma la citazione tratta da Hellsing è epica! Alucard è uno dei miei personaggi preferiti :)
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Re: Draghi e Nigredo: radici e verità sul fenomeno "Daimon".

Messaggio da Bird » lun 30/dic/2013 09:58:24

Ok, ok lo ammetto: stavolta il tuo racconto mi ha catturato. Dopo aver letto l'ultima frase sono rimasta a bocca aperta.
Invece all'inizio ho pensato "Ermes Trismegistos: oh no, non anche qui!". La nostra prof di filosofia ci ha fatto una capa tanta con lui e l'Ermetismo. Ma ovviamente non ce ne ha mai parlato così. *Figurati*, sta dicendo luii.

Ora, fammi capire: il drago è il daimon, almeno secondo quanto hai scritto. Anche Ary conferma in un certo senso questa cosa.
Io non so se qualcun'altro qui nel forum ha avuto le vostre stesse esperienze con il proprio daimon. Io no di certo: significa forse che allora non l'ho ancora trovato? Che coluii con il quale comunico da che ho memoria è frutto della mia immaginazione perchè non mi ha mai fatto vedere niente di che? O forse è sbagliata la mia interpretazione, nel senso che magari, qualche volta, mi sono capitati episodi simili ai vostri, e non ci ho fatto caso (perchè forse non volevo)?
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Re: Draghi e Nigredo: radici e verità sul fenomeno "Daimon".

Messaggio da Pandemonium » lun 30/dic/2013 14:05:25

Uhm... Ti ringrazio, ma non credo di meritarmi così tanta "ammirazione" o che so io.
Beh, ora che me ne hai dato la conferma, posso dire: è vero, ho incontrato il drago, è terribile. E' il motivo per cui avevo preso a tagliarmi, speravo che il dolore tenesse a bada quell'esplosione che mi nasceva dentro e che non riuscivo, nè in un modo, nè nell'altro, a frenare. All'inizio funzionava, stavo bene fino a quando non calava la notte, e poi ritornava. E' il motivo per cui mi sono affidata agli altri, per cui ho iniziato a pensare con la testa "degli altri" piuttosto che con la mia. Ma non porta da nessuna parte, ho sbagliato e mi rimetto in carreggiata, punto.
Ho incontrato il drago, e ormai non posso farci niente, giusto? Negarlo mi fa male, quindi lo accetto. Non si può ammirare un gabbiano perché vola. E' nato con le ali, non l'ha scelto, ed era inevitabile che avrebbe imparato, prima o poi, a volteggiare libero nell'aria.
Tralasciando ciò. Tu dici che il drago non è una maledizione, bensì... un grande dono. Da come ne parli, sembra quasi un "potere" che non tutti hanno l' "onore" di possedere... O meglio, che non tutti riescono a sviluppare. Sono certa che tutti possiedano un drago, ma non tutti riescono o vogliono trovarlo. Beh, inutile dire che mi lascia parecchio sconcertata. Come posso controllare la mia Daimon? Ripeto, all'inizio era un Daimon semplice da "controllare". Nel senso che mi dava la "spinta" solo in piccole cose. Prendere una decisione azzardata, ma che alla fine si rivelava molto vantaggiosa per me. Legarmi alle persone giuste ed evitarne altre. Solo ultimamente sta sfuggendo al mio "dominio" (dio, che brutte parole da dire xD). Nel senso che incomincia a spingermi a fare cose quasi dannose. A volte le resisto, la metto a tacere, leii si mette a ridere e io capisco che comunque non l'avrò vinta. Sì, magari mi lascia in pace per un giorno, e poi ritorna, più potente di prima, e io non posso disobbedirle. Perché tanto, in una maniera o nell'altra, mi convincerà a farlo.
Uh, forse ci sono arrivata. Essendo il drago-daimon in realtà solo una parte di me, e di conseguenza con una grandissima influenza su di me... Posso rifletterla sulle persone che mi stanno attorno? Insomma, se io sono Leii e Leii è me, anche io ho il suo potere, e posso usarlo a mio piacimento (ok, ammetto che questa discussione mi sa di apprendista stregone, se ho sparato cavolate perdonatemi D:).

Shi, io non credo che Auryn sia la tua immaginazione. Non lo è, e non farti venire i dubbi. Scommetto che anche tu sei stata persuasa da Auryn a compiere determinate azioni. Scommetto che Auryn a volte ti fa venire delle senzazioni su delle persone, ti fa capire se puoi fidarti o meno di qualcuno. O ancora più semplicemente, scommetto che almeno una volta ti ha invitato a fare qualcosa che a te magari non piace molto, ma che a lui fa impazzire (esempio molto stupido, mettere sull'mp3 una canzone che piace a luii, ma che a te non dice niente. Nel caso, immagino che riascoltando la canzone tu ti sentissi intimamente soddisfatta). Ecco, anche la mia Daimon in passato faceva così. Era molto semplice. Una persona mi salutava, e Leii mi diceva se essere aggressiva o, al contrario, cordiale. E non si sbagliava mai.
Auryn non è il frutto della tua immaginazione, ne sono sicura. Piuttosto, mi chiedo io se tutto ciò che sto vivendo ha senso, o meno. Ok, è vero, ho la prova che un'altra persona ha vissuto all'incirca ciò che sto vivendo io, ma al tempo stesso tu Shi hai la conferma dal forum che altre persone stanno vivendo ciò che stai vivendo tu. Insomma, non c'è nulla di sbagliato. Forse ci sono diverse forme di Daimon, chi lo sa. Magari alcuni Daimon sono più aggressivi, come questi Draghi, altri sono più amichevoli, come l'idea di Daimon che avevamo fino ad oggi.
Oppure ancora ti è capitato, ma non te ne sei resa conto, o hai sorvolato. Boh, non sono un'esperta e sono molto confusa a riguardo.
Poi non sono nessuno per parlare, forse ho detto solo baggianate, fatto sta che la penso così.

Ah, Galatea non è proprio il suo nome, dice di non volerne uno perché "sono riduttivi nei suoi confronti". Se provo a darle dei nomi, Leii o non risponde, oppure mi corregge dicendo "Omnia". Credo che voglia essere chiamata così, forse mi devo informare sul nome.
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Re: Draghi e Nigredo: radici e verità sul fenomeno "Daimon".

Messaggio da Bird » lun 30/dic/2013 14:16:40

Ary & Galatea ha scritto:Scommetto che Auryn a volte ti fa venire delle senzazioni su delle persone, ti fa capire se puoi fidarti o meno di qualcuno. O ancora più semplicemente, scommetto che almeno una volta ti ha invitato a fare qualcosa che a te magari non piace molto, ma che a lui fa impazzire.
Ary & Galatea ha scritto:Ecco, anche la mia Daimon in passato faceva così. Era molto semplice. Una persona mi salutava, e Leii mi diceva se essere aggressiva o, al contrario, cordiale. E non si sbagliava mai.
E' vero, sono successe cose simili anche a me. Auryn è comunque la parte più profonda di me, quella più "percettiva" e intuitiva, se così si può mettere. E' di sicuro quello che ci capisce qualcosa, fra noi due.
Ary & Galatea ha scritto:Magari alcuni Daimon sono più aggressivi, come questi Draghi, altri sono più amichevoli, come l'idea di Daimon che avevamo fino ad oggi.
Quello che non ho capito (non ti preoccupare, non devi rispondere, mi sto rivolgendo a Simone) è: se il Drago per natura è così aggressivo e feroce, mentre per esempio il mio Daimon no (comunque non la maggior parte del tempo), allora essi sono due cose separate? Oppure nè io nè luii ci siamo ancora resi conto della sua vera natura (ovvero quella di essere il Drago)?
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Re: Draghi e Nigredo: radici e verità sul fenomeno "Daimon".

Messaggio da Cassandra e Sibilin » lun 30/dic/2013 15:18:02

Prometto che risponderò più approfonditamente, quando arriverà il nuovo anno e finalmente mi concederanno una breve pausa al lavoro.

Tutto ciò che hai detto sul drago è interessante, ma io, come al solito perchè rompo le scatole a chiunque, ti rintuzzo con una domanda molto semplice: e l'inconscio?

Di nuovo, abbelliamo quello che non ha bisogno di essere abbellito, cioè un argomento difficilissimo, talvolta inquietante e misterioso: la psicologia umana.
Io leggo tutte le tue parole in chiave metaforica. Prima di vedere se le nostre versioni collimano, però, ci terrei a precisare che il daimon non può essere ridotto ad una dimensione così "semplice", ad un solo elemento e basta. Daimon è molte cose, colui che ha accesso a cose che non sappiamo.

Dunque, passiamo all'interpretazione, col turbo perchè già devo scappare: l'uomo, nel percorso verso la conoscenza di sè, incontra una parte della propria psiche che io identifico con l'Ombra di Jung. Un po' ne ha paura, in quanto è espressione brutale di forza pure, ammaliante e possibilmente distruttrice.
Cerca di dominarla, ed in un certo senso ci riesce anche. A questo punto, l'uomo può proseguire verso una maggiore conoscenza del magnifico essere dentro di sè.

Ora entra in gioco l'Akita prosaica: non è questo che facciamo tutti i giorni, al di là di ogni esoterismo e magia ed alchimia? XD
I'll shake the ground with all my might
I will pull my whole heart up to the surface
For the innocent, for the vulnerable
I'll show up on the front lines with a purpose
And I'll give all I have, I'll give my blood, I'll give my sweat-
An ocean of tears will spill for what is broken
I'm shattered porcelain, glued back together again
Invincible like I've never been

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Re: Draghi e Nigredo: radici e verità sul fenomeno "Daimon".

Messaggio da Nero-cavaliere » lun 30/dic/2013 15:44:36

Dunque, splendide risposte da parte di entrambi!
Partite da un presupposto: questo topic verrà costantemente aggiornato con nuove "parti" che andranno a definire ulteriormente questo fenomeno nei suoi vari aspetti e forme.
Qui mi son limitato a fornire soltanto una primissima definizione concettuale e storica; insomma ho giusto sfiorato la punta dell'iceberg.

Comunque, per rispondervi... dunque Shi, non sempre l'inconscio è così aggressivo nei propri confronti.
Ho conosciuto personalmente casi di "draghi" che agivano contro loro stessi in modi tremendi, e altri, in cui, al contrario, agivano nei confronti degli altri.
Senza contare che in certi casi i "draghi" agiscono in modo negativo nei propri confronti perché si mostra di temerli. E' un po' come con certi animali: se li guardi negli occhi si sentono sfidati.
Sono parte di noi, entità radicate nel nostro inconscio e, pertanto, sono molto "animalesche".

Ogni caso qui fa un po' storia a sé, perché, se siamo diversi noi, non vedo perché anche questo lato di noi non possa esserlo.
Ma, e non lasciatevi ingannare, tutti quanti dispongono di capacità e intuizioni peculiari.

Entrambe l'avete confermato e questo, più di qualsiasi altra cosa, dice che avete a che fare con qualcosa di reale e di tangibile e non un qualcosa nato dalla vostra immaginazione.
Il discorso sta proprio nell'approfondire questo aspetto.
Pertanto, non è sempre detto che i "draghi" siano feroci, ma man mano che li si comprende il sentimento di fascino o di terrore, sono inevitabili.
Il tizio che si guardava nell'acqua, Narciso, è una metafora proprio di ciò di cui stiamo parlando.
Di nuovo chiamo in causa magia e significati nascosti:

primo significato: letterale. Narciso, un bel giovinetto, se guarda nell'acqua e dice "oh, quanto so' fico!" e pum, s'affoga come uno scemo.

secondo significato: filosofico. L'acqua è simbolo di mutamento. Nel momento in cui il giovane si rende conto di cos'è veramente si innamora del proprio lato nascosto e riflesso (per l'appunto, il "drago"). Però il tizio che fa? Cade nell'acqua, si confonde col suo drago. Inconscio e conscio si mescolano, ne esce un macello e questo affoga.

Il terzo significato, invece, per ora non ci interessa, a meno che non vogliate praticare un po' di magia (che in questo caso avrebbe pure tante attività caruccie, ma se volete saperle meglio contattarmi in privato, visto che saremmo off-topic).

Ora, capite bene che essendo il vostro inconscio mega-profondo, dovete prendere delle precauzioni. E' quindi mia idea e opinione che più ci si addentri nell'inconscio, più il "drago" divenga primordiale e "puro" per così dire.
Chiaramente, di convesso, pure le vostre capacità di analisi e introspezione miglioreranno di brutto, con dei riscontri pratici molto fichi.

Ora, secondo me, ci sono persone che sono in gamba quando si tratta di montare cose, altri che sono dei veri talenti al piano, perché non ci potrebbero essere persone estremamente portate nell'analizzare sé stesse?
Et voilà: evidentemente, sia io che Ary, senza rendercene conto, ci siamo gettati a capofitto in qualcosa di bello profondo e potente.
Ma ehy, chi non risica non rosica e, per rispondere ad Ary... no, non si torna indietro.
Ho visto gente provarci, ma, fidati sulla parola, non è MAI finita bene.
D'altro canto, se invece decidi di padroneggiare questa parte di te e riesci a controllarla, saresti nettamente al di sopra di chi ti circonda.

Detta così sembra molto arrogante però... sono profondamente convinto che chi possieda un "drago" sia una persona privilegiata.
Forse non si può parlare di una vera e propria "predestinazione" però.. beh, si finisce per essere, per forza di cose, persone esterne dalla massa, capaci di pensare con la propria testa.
Con una marcia in più.
Poi quanto valga questa marcia o meno dipende da voi, dalla vostra forza di volontà.
Slash, chitarrista rock, non ha mai studiato una cippa di musica, ma strimpellava la chitarra tutto il giorno.
Il risultato è che ha superato molta gente con più talento di lui e che aveva studiato, ma che, magari, non aveva la medesima forza di volontà da suonare persino quando sanguinavano le dita.

Akita sì, ma qui lo facciamo:
1) in maniera consapevole
2) a un livello molto più profondo
3) intanto usiamo capacità che le persone comuni, salvo particolari addestramenti, non hanno.

Dici poco! xD

Spero di essere stato chiaro ;)
"Sacrificio? Offerta? Destino? Risparmiami le teorie noiose! Questa non è altro che una guerra! Non c'è nulla di diverso dal solito, e in guerra vince chi rimane in piedi per ultimo!"

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Re: Draghi e Nigredo: radici e verità sul fenomeno "Daimon".

Messaggio da Kasei » lun 30/dic/2013 16:16:16

Tutto molto interessante; io continuo comunque a perdermi, tra riferimenti all'alchimia ed altri alle vostre vite.
O sono stupida, o sono incredibilmente semplice (?).
Sono qui a leggere la discussione perché probabilmente voglio delle risposte, delle risposte che sicuramente voi che siete più esperti di me potrete darmi.

Allora, parto in quarta dicendo che sì, il mio daimon sa come influenzarmi sia in maniera positiva che negativa.
"Mar compra quel libro" "Mar, perché non guardiamo questo film?" "Forse dovremmo comprare quel videogioco". Altre volte, arriva a dirmi "Sei proprio sicura di voler andare a scuola domani? Io rimarrei in casa, quasi quasi"... e ci tengo a dire che molte volte non riesco a non assecondare queste richieste.

E... qui parte il discorso (noioso, probabilmente xD) su quello che sia io che luii definiamo il "Lato Jack the Ripper", o semplicemente.."Lato Oscuro".
E' stato un anno catastrofico, pieno di delusioni amorose e scolastiche, di amicizie finite, di litigi, ecc... Ho sempre cercato di sopportare, di andare avanti, di rimanere calma ed essere gentile con tutti, ma sapevo che prima o poi sarei scoppiata.
Scoppiata di rabbia, di insoddisfazione, ed avrei cominciato a comportarmi male con i miei cari... ed in un certo senso qualcosa è accaduto.
Dato che sono un tipo tranquillo, sono disgustata da questa parte di me. Proprio quando pensavo di conoscermi come la "ragazza che vuole il bene del prossimo e vuole aiutare", comincio a conoscermi come uno di quei tipi che dicono "o con me, o contro di me", e coloro che dovrebbero in teoria essere "contro di me" non riceverebbero il mio aiuto, ma solo il mio odio.
Dulcis in fundo, la mia domanda sarebbe...E' questo il "drago" di cui parlate? Questo insieme di schifezze che mi capitano fuori e dentro?


Non voglio fare la ganza che arriva dicendo "anche io ho un drago, guardate", volevo soltanto raccontare di me e di quello che provo.
Anche perché non sono così speciale da aver conosciuto il drago, probabilmente
[Passo e chiudo (?)]

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Re: Draghi e Nigredo: radici e verità sul fenomeno "Daimon".

Messaggio da Bird » lun 30/dic/2013 17:20:41

Quindi, da quel che ho capito dal tuo ultimo messaggio, il drago-daimon ha più "strati" e più si va a fondo più si trova il lato aggressivo e feroce? Perché allora, se voglio conoscere questo mio drago non mi resta che "scavare" ancora in Auryn (e quindi ovviamente in me). Giusto?


Mar, cos'è, hai vissuto la mia vita quest'anno? O_o
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estj | 1w9 | slytherpuff | lawful neutral | house stark | the carer

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