Daimon: cosa è, secondo voi?

Meditiamo sugli aspetti filosofici e formuliamo ipotesi ragionevoli sul Daimonismo!
Claudio-Olyandra
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Re: Daimon: cosa è, secondo voi?

Messaggio da Claudio-Olyandra » ven 08/nov/2013 02:11:24

Cos'è il daimon? Facciamo un esperimento mentale. Poniamo che la democrazia sia rovesciata da una feroce dittatura, subdola, machiavellica, astuta plagiatrice, che non ambisce al dominio tramite la violenza bruta, perché conosce le leve del pensiero e della volontà e sa usarle per destrutturare l'individualità, per uccidere le funzioni intellettive ed emotive scagliandole le une contro le altre in un processo di autoannientamento psichico: Oly sarebbe l'ultimo baluardo prima della mia trasformazione in pedina, in zombi, in programma informatico, in stupido esecutore di dati secondo algoritmi necessitati. In altre parole, il daimon è ciò che muore in Winston Smith nell'esatto istante in cui, alla fine di 1984, inizia ad amare il Grande Fratello.

Volendo formulare un concetto più preciso, il daimon è l'essenza della soggettività, ciò che permette di estraniarsi dal mondo e di resistere al meccanicismo che lo governa, la scintilla della consapevolezza e della volontà, la prima fonte di senso dell'agire umano. A mio parere, sono le componenti più misteriose ed ancestrali dell'encefalo a presiedere alle funzioni psichiche che olisticamente definiamo "daimon": non la ragione, non il sentimento, non l'istinto, ma un barlume indefinibile di appercezione, che offre all'uomo l'irripetibile attitudine ad autoanalizzarsi, autodefinirsi ed autocriticarsi. Tenete a mente che, a rigor di logica, l'azione riflessa propriamente detta non esiste: non può un ente contemporaneamente agire e subirne gli effetti, essere soggetto ed oggetto dell'azione, fonte e bersaglio dell'attività, perché, se davvero è un ente unitario, allora è identico nell'azione e nella passione, ma l'azione e la passione sono antitetiche. Un uomo può lavarsi, ma in verità una parte del suo corpo ne lava un'altra, tuttavia questa finzione dell'azione riflessa termina non appena si giunge all'unità funzionalmente elementare: una falange del dito non può lavare se stessa. Allo stesso modo, un atomo può agire qualora mutino i rapporti interni delle sue componenti a causa di instabilità, determinando, ad esempio, il decadimento radioattivo, ma la particella elementare di per sé è inerte, incapace di attivarsi autonomamente e ancor più incapace di attivarsi autonomamente su se stessa. E, allora, giungo alla conclusione che il daimon sia il polo dialettico che permette di scrutarsi dentro, di essere soggetti ed al contempo bersagli dell'osservazione, che il daimon sia un fattore componente, in uno con l'uomo, la complessità monadistica dell'essere autocosciente, e non è un controsenso definire "monade" l'unione di due elementi (uomo e daimon), perché forse uomo e daimon possono dividersi a seguito di gravi patologie mentali o tremende torture, ma per effetto stesso della divisione cessa di esistere l'autocoscienza. Un po' come l'acqua: puoi spezzare la molecola in idrogeno ed ossigeno, ma i prodotti non hanno più le proprietà dell'acqua, pertanto la molecola è funzionalmente indivisibile, dunque monadistica. L'uomo può analizzare se stesso solo perché, alla radice, l'analizzatore e l'analizzato non coincidono, pur facendo parte integrante di una struttura mentale organica, che vive e funziona in virtù della permanente unità delle due figure costitutive. :)
Daimon uniuscuiusque humanitatis caput et fundamentum est semperque esto!

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