Personalità, carattere e daimon degli animali

Meditiamo sugli aspetti filosofici e formuliamo ipotesi ragionevoli sul Daimonismo!
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Francy&Dime
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Re: Teoria degli animali

Messaggio da Francy&Dime » gio 12/set/2013 14:13:50

Ti sei espresso benissimo e non posso che essere d'accordo con te :)
E si, i delfini possono essere 'cattivelli' xD
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Re: Teoria degli animali

Messaggio da Saphiry e Deianira » gio 12/set/2013 14:35:03

Ora che tasso ha tirato fuori la questione di mamma gatta, mi è venuto in mente che se togli troppo presto un gattino alla mamma, ciò influirà inevitabilmente sul suo carattere! Potrà essere un gattino più insicuro e nervoso, oppure diventerà dipendente dalla persona che lo nutre, sarà incapace di relazionarsi con gli altri gatti oppure troppo aggressivo.
Ma, diciamocelo, esattamente come sugli animali influiscono le esperienze, lo stesso accade a noi! Prendiamo una persona che ha subito bullismo: potrà diventare timidissima o molto aggressiva, esattamente come un animale maltrattato!
Come dice V: "Io sono il frutto di ciò che mi è stato fatto", e vale per noi come per gli animali.
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Re: Teoria degli animali

Messaggio da Ross » gio 12/set/2013 15:58:23

Se un cane fosse messo in una rottweiler fosse messo di fronte ad un ladro, gli staccherebbe di netto la testa. Poi esistono rottweiler più timidi e meno aggressivi, e chi lo mette in dubbio, però sono cani in cui è insita l'aggressività.
tesoro stai confondendo la territorialità e l'istinto predatorio con l'aggressività. Per i cani da guardia si fa leva sulla loro territorialità e mai sull'aggressività (ovviamente parlo di animali allevati da gente competente che ha le palle cubiche u.u )
Gli animali non potranno mai competere con una persona, a mio parere
ci troviamo d'accordo solo che gli animali sono nettamente superiori agli esseri umani. Perfino gli scarafaggi (che a differenza nostra sopravviverebbero nello spazio) sono meglio di certi esseri umani. Noi viviamo di eccessi e sprechi, loro invece hanno un vero equilibrio.
(l'esempio del cancelletto non cambia nulla: semplicemente l'animale ha applicato una parte insita in lui per uscire da un problema. Ha ragionato sì, ma non su ciò che rappresenta un problema per altri)
è un problema per li però. Ha capito che se salta, le vibrazioni fanno aprire il blocco e lei può entrare dentro in casa. Quando abbiamo messo una cordicella ha imparato a scioglierla e ora facciamo in modo che il fiocco sia fuori dalla portata del suo muso. Questo è ingegno u.u e non lo dico perché sono di parte ma perché ci sono documentari di tanti animali che si ingegnano per risolvere un loro problema. Non vedo perché dovrebbero pensare ai problemi degli altri. Quello che per il mio cane rappresenta un problema (il cancelletto) per me è una soluzione per tenerla lontana dai guai che combinerebbe mentre quello che per il mio cane è la soluzione (aprire il cancelletto) per me è un problema perché potrebbe scappare.

Si dice che il comportamento del cane dipende da come è stato trattato da piccolo e dalla razza. Perché dipende dalla razza? Per l'istinto insito in ogni razza. Perché dipende dal trattamento subito? Perché se trattato male sviluppa una sorta di voglia di ritorcersi contro chi lo ha lesionato oppure un timore. In cani di razza docile timore, perlopiù. In cani di razza combattiva, aggressività, perlopiù. Questo dimostra che il carattere che sviluppa dipende fondamentalmente dall'istinto, che quindi c'è a prescindere e guida l'animale nelle varie scelte, ma la ragione manca totalmente e così la personalità, la capacità di distinguersi o di fare di propria testa.
é una diceria per l'appunto. ho visto salvataggi di pittbull che hanno combattuto e che dalla contentezza di vedere degli umani che li coccolavano gli è scappata la pipì; barboncini che dovrebbero essere docili che attaccano cani il doppio di loro. Non metto in dubbio che il modo in cui allevi un cane possa influire profondamente su di lui ma non è solo quello. Prendi i levrieri e gli sptiz oppure i cani da slitta, sono cani che sono stati manipolati pochissimo dall'uomo quindi sono abbastanza lupini eppure non ho mai sentito di levrieri che abbiano attaccato l'uomo o di malamute che abbiano sbranato bambini eppure seguendo quanto dici dovrebbero essere propensi a fare ciò visto che sono simili al lupo. I cani vengono selezionati in base alla scala neotenica per attitudine. I rottweiler fanno parte dei molossoidi e quindi sono al 2° stadio neotenico, sono animali che amano morbosamente il padrone e che necessitano di contatto fisico ma soprattutto di una presenza forte e coerente (come mamma lupo) che li guidi, nel momento in cui questi elementi vengono a mancare si sentono insicuri e instabili e l'insicurezza nel mondo animale spesso sfocia in aggressività.
Per quanto riguarda animale e umano, beh, guardiamo in faccia alla realtà quanto vuoi, ma un gatto/cane che fa parte della mia famiglia è per me mio fratello o mia sorella. Ho conosciuto fin troppi esseri umani imbecilli per mettere Ortica sullo stesso piano di un estraneo.
Perfettamente d'accordo. Non ci sono tante persone che possono affermare di essere state accanto a me costantemente per 14 anni, il mio cane c'è sempre si rende conto di quando mi sento triste e mi aspetta per consolarmi. E' la mia sorellina vecchia, e la figlia vecchietta di mia mamma. Nel momento in cui verrà a mancare soffrirò come ho sofferto per la morte di mio nonno perché lei è parte della mia famiglia allo stesso modo; così come ho sofferto quando è venuta a mancare la mia coniglietta (piccola genietta ).

Quoto anche quanto detto da Tasso U_U e aggiungo che i micini tolti troppo presto alla mamma giocano in maniera più "violenta" rispetto a quelli cresciuti fino a 3 mesi ed oltre con la mamma (vale anche per i cani).
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Re: Teoria degli animali

Messaggio da Shiny & Tamasii » gio 12/set/2013 16:41:34

Ho letto tutto, ma l'ho fatto molto velocemente quindi potrebbe essermi sfuggito qualcosa qua e là. Di conseguenza, se trovate ripetizioni o incomprensioni, perdonatele e fatemelo sapere.

Per prima cosa, sono d'accordo con tutto quello che hanno detto Lory e Saph.
Il genere umano dovrebbe ricordarsi che siamo animali. Non siamo piante, non siamo funghi, non siamo rocce, siamo animali. E come tali, anche se non lo riteniamo, ci comportiamo.
Nascosti sotto le preoccupazioni e i comportamenti costruiti ed imposti dalla società ci sono gli stessi istinti che governano tutti gli animali. Tutti cercano cibo e di avere dei discendenti, di sopravvivere e mandare avanti i loro geni. Solo che noi abbiamo la tendenza di complicare i tutto, giustificando, ragionandoci, lasciandoci governare da eventuali disturbi (e ve lo sta dicendo una con "l'ansia cronica") e convinzioni.
In questo gli animali sono molto più sinceri e per questo spesso li consideriamo meno intelligenti e ci dimentichiamo che noi siamo come loro, in fondo.
Siamo "più evoluti", per carità, non lo metto in dubbio. Come un cane è più evoluto di una pulce.
Gli animali hanno una personalità esattamente come noi e un'anima (per chi ci crede, voi sapete già come la penso dovrei averlo scritto già da qualche altra parte) come noi. Per quanto riguarda il Daimon, che è ciò che ci permette di essere, almeno al livello teorico, persone più complete, equilibrate e più in linea con noi stessi dimenticandoci degli standard imposti dalla società, beh, per quanto ne sappiamo potrebbero avercelo anche loro. Uno più semplice, meno evoluto e articolato, ma con uno scopo simile. Che ne sappiamo noi, in fondo, di tutto quello che passa per la testa degli animali?
Adesso sto guardando la mia gatta che dorme. Per fortuna adesso non ne ha nessuno, ma so che spesso ha degli incubi (si sveglia di soprassalto miagolando spaventata e cerca subito qualcuno che la consoli). Non so cosa abbia passato prima di finire qui a casa con noi, ma ho il sospetto che non sia stato molto piacevole. Nonostante ciò non è mai stata una gatta aggressiva con noi. Fin dal primo giorno che l'abbiamo portata a casa si è rivelata essere appiccicosissima e giocherellona (credo l'abbiamo tolta troppo presto dalla madre perché ci munge ancora ed era pure denutrita quando l'abbiamo presa tanto che sembrava più giovane di quello che era) e lo è ancora adesso, ma solo con noi della famiglia. Ultimamente che l'abbiamo portata dal veterinario si è rivelata essere terrorizzata dagli sconosciuti.
Come posso ritenermi diversa dagli animali se semplicemente girandomi vedo un essere così simile a me? Giocherellone con la famiglia e intimidito dagli estranei, che spesso fa sogni non molto piacevoli?
Come posso non considerare lei e tutti gli altri membri della mia famiglia se fanno parte della mia famiglia?

Ci tengo a precisare che tutte le mie idee le ho sviluppate osservando ciò che mi circondava. Me stessa, la mia famiglia, le persone, i miei animali domestici, gli animali per strada, quelli nei documentari con cui mi sono drogata da piccola. Non ho mai studiato psicologia né umana né animale, non ho mai visto uno psicologo in vita mia (anche se ne avrei bisogno ma questa è un'altra storia) quindi tutti i miei ragionamenti potrebbero essere contorti, sbagliati, dettati da strane convinzioni o perché ero l'unica che ascoltava i deliri del professore di musica alle medie.
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Re: Personalità, carattere e daimon degli animali

Messaggio da Claudio-Olyandra » gio 10/ott/2013 22:18:38

Finalmente sono in condizioni di commentare decentemente! :)

Ho letto di tutto e di più sugli animali, se siano intelligenti, se siano preferibili o no all'uomo, se abbiano daimon o qualcosa di più semplice e così via, e credo che la differenza tra animali e uomini vada posta come premessa dell'intero ragionamento. ;)


Qualcuno dice che preferisce gli animali agli uomini, che i primi siano migliori dei secondi. Ognuno, naturalmente, è libero di preferire la compagnia di chi crede e non deve certo giustificarsi, però in questo giudizio io intravedo tanta emotività e poca razionalità, perché la moralità è un concetto che presuppone la libertà. Puoi rimproverare l'uomo sano di mente che commette un crimine, ma non un ritardato mentale grave, che non ha contezza di ciò che fa ed è trascinato dagli impulsi, né, a maggior ragione, una bestia. E il discorso vale pure al rovescio, per i comportamenti encomiabili. L'animale non è libero, non è capace di affrancarsi dal meccanicismo naturale o di contenerlo nel nome del rispetto dell'alterità: agisce in un dato modo perché deve agire in quel modo, in funzione della genetica, dell'istinto e delle esperienze subite. E un comportamento necessitato non è suscettibile né di riprovazione né di lode, come non ha senso valutare la bontà o malvagità di una supernova o del parassitismo degli insetti o della durezza di un materiale o della struttura di una molecola o di un fenomeno fisico, chimico o biologico. Questi sono fatti, e vanno studiati, non giudicati, men che meno con la categoria dell'etica. Comprendo che l'efferatezza di certi uomini porti l'emotività ad apprezzare gli atteggiamenti animali, però la pancia non prevalga mai sulla testa: l'animale non sceglie, bensì esegue un precetto biologico, mentre l'uomo gode dell'arbitrio volitivo e può essere condannato per un abuso dello stesso. Inoltre, l'uomo gode di altre facoltà che lo rendono superiore all'animale, cioè più progredito nella scala evolutiva. Di seguito un succinto elenco delle capacità esclusive degli uomini:
A) l'uomo sa distinguere il dall'alterità e porsi problemi etici;
B) l'uomo si interroga sull'origine e sul senso di sé, della vita e dell'universo;
C) l'uomo non è membro passivo della natura, ma può modificarla secondo le proprie esigenze;
D) l'uomo può rinunciare ai beni primari, non esclusa la vita, per una battaglia ideale;
E) l'uomo è in grado di apprendere e rielaborare i dati con l'intelligenza, sì da risolvere problemi di estrema complessità e sovente del tutto astratti e concettuali;
F) l'uomo può migliorarsi autonomamente, facendo autocritica;
G) l'uomo ha il gusto del bello e può esercitare la creatività artistica, musicale e letteraria;
H) l'uomo è capace di migliorare l'avvenire delle future generazioni mediante l'insegnamento delle conoscenze apprese;
I) e potrei continuare all'infinito. 8-)

In conclusione, ciascuno preferisca soggettivamente quello che gli pare, ma non venga a raccontarmi che gli animali sono oggettivamente migliori dell'uomo, ché non sono disposto a subire una tale umiliazione della mia dignità di essere pensante solo perché qualcuno trova più comodo fuggire dai drammi di un cattivo uso della libertà, mediante la scelta di chi di quella libertà è privo, anziché interrogarsi su cause e rimedi della devianza e contribuire al progresso civile ed esistenziale dell'umanità. Oltretutto, è facile dire che gli animali sono meglio delle persone, quando si gode di tutti i benefici che una società umana assicura, primi fra tutti un'elevatissima probabilità di sopravvivenza e buone condizioni per il perseguimento del benessere e dell'autorealizzazione: mi perdoneranno i sostenitori di questa tesi, se rifiuterò di darvi credito finché non saranno stati dieci anni consecutivi nella giungla, rinunciando a tutti gli agi, le sicurezze e le relazioni che la cultura, l'artificio e i propri simili offrono. :roll:


A questo punto posso introdurre la seconda parte dell'argomentazione. Posto che la personalità sia il modo di essere ed il carattere il modo di apparire e di interagire di un essere autocosciente, e chiarito che associo la prima al daimon ed il secondo all'uomo propriamente detto, non escludo affatto che gli animali superiori (il peso dei Mammiferi e degli Uccelli è numericamente insignificante nel regno animale, dominato dagli Artropodi, dunque menzionare genericamente gli animali, come se fosse ovvio il riferimento a cani, gatti, cavalli, passerotti etc., denota una visione sentimentale e non razionale della realtà) abbiano dei propri tratti comportamentali peculiari, però adotterei una terminologia diversa: non "personalità" né "carattere", che presuppongono intelletto, autocoscienza e libertà, bensì "indole" o "temperamento" (nella medicina antica, secondo l’insegnamento di Ippocrate ripreso da Galeno, il termine temperamento (gr. κρᾶσις) indicava la mescolanza in proporzioni diverse dei quattro umori fondamentali dell’organismo (sangue, pituita, bile e atrabile); si distingueva il t. normale (o eucrasia), che indicava la mescolanza perfetta degli umori, dai t. anormali (o discrasie), quando prevalga l’uno o l’altro elemento; t. sanguigno, t. flemmatico, t. bilioso, t. melanconico, ciascuno dei quattro temperamenti anormali: cfr. Treccani). :D
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Re: Personalità, carattere e daimon degli animali

Messaggio da Saphiry e Deianira » gio 10/ott/2013 22:51:24

Claudio, io non userei il termine "migliore" che presuppone un giudizio su base etica. Direi piuttosto che l'uomo è un animale più intelligente o con un cervello più complesso. E su questo siamo assolutamente d'accordo. Poi io, da persona poco umanista che sono, resto convinta che preferisco decisamente la compagnia del mio gatto (e tutelerei di più la sua vita) di quella di uno psicopatico, di uno stupratore o di un assassino.
Inoltre, scusami, ma dove sta scritto che avere carattere presuppone intelletto? Può presupporre un minimo di capacità logica (ampiamente dimostrata in molti mammiferi ed uccelli), ma neanche quella è necessaria. Per sviluppare il carattere basta avere memoria o emozioni. Il temperamento è innato, ma il carattere si sviluppa dalle esperienze e dall'ambiente. Persino i serpenti reagiscono a determinati stimoli!
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Re: Personalità, carattere e daimon degli animali

Messaggio da RedSoul&Denzela » ven 11/ott/2013 06:59:43

Credevo che questo topic fosse ormai morto, ma mi fa piacere vedere che è stato ravvivato visto che arrivo sempre in ritardo.


Mi perdonerete la pedante puntigliosità, ma cominciamo con il chiarire bene il significato dei termini in discussione, altrimenti non si può andare avanti:

Cos'è il temperamento è già stato spiegato in maniera ottima da Claudio, e sotto questa definizione rientrano gli aspetti innati della personalità.

Il carattere è la causa del comportamento di un individuo, ovvero è il modo in cui un soggetto esprime alcuni tratti della personalità rapportandosi con l'ambiente esterno.

La personalità infine, è l'insieme delle funzioni psichiche e modalità comportamentali che si sviluppano in maniera unica, rendendendo così un preciso individuo diverso dagli altri e irripetibile.
Il modo in cui si sviluppano le funzioni psichiche va ad influire sulla capacità di adattamento dell'individuo. Elencherò di seguito le principali, riprendendo da questa pagina di Wikipedia:
Vengono qui di seguito elencate e definite in modo breve, le principali funzioni psichiche in ordine di importanza e complessità, così per esempio per poter esplorare l'intelligenza devono essere integre tutte le funzioni precedenti; per poter indagare l'affettività, deve essere prima integra la coscienza. (per la trattazione approfondita delle funzioni psichiche vedere le singole voci):

1. l'attenzione è la capacità di concentrare l'attività psichica su un determinato contenuto
2. le senso-percezioni sono attività mentali di raccolta e di integrazione dei dati di realtà
3. la memoria è l'attività di immagazzinamento e riutilizzo dei dati
4. la comprensione è l'attività di afferrare il significato della realtà
5. il pensiero è l'attività di riconoscimento e manipolazione della realtà (1. l'ideazione è l'attività di flusso delle idee; 2. la critica è l'attività di controllo sulle altre funzioni psichiche e sulla realtà)
6. la coscienza è la consapevolezza di sé e dell'ambiente
7. l'intelligenza è la capacità di riconoscere, impostare e risolvere al meglio i problemi posti dalla realtà
8. l'affettività è l'attività emotiva nel rapporto con la realtà
9. l'istintualità è l'attività che riguarda il comportamento istintuale come la sessualità
10. la volontà è l'attività che riguarda l'avviamento e la continuazione delle funzioni motorie e delle funzioni psichiche
Si può dunque, in base a queste classificazioni parlare di personalità negli animali? Direi di sì, con gli opportuni distinguo, per tutte quelle tipologie di animali in cui tutte queste funzioni sono presenti in forma più o meno sviluppata. E a questi requisiti rispondono con certezza la Classe dei Mammiferi e, credo, gli Uccelli (ma non sono un'esperta di etologia e lascio volentieri chiarire la questione a chi ne sa più di me, anche per le altre Classi).

L'autocoscienza, ovvero la capacità dell'Io di rendersi cosciente di sé e di fare introspezione, è irrilevante, poiché non è altro che il derivato di un maggiore sviluppo della funzione della comprensione, e conseguentemente del pensiero, e quindi della coscienza, nell'animale uomo (per qualche oscura ragione l'uomo tende spesso a volersi escludere dalla definizione di "animale" che esso stesso ha creato).


a Claudio

"Superiore" non è sinonimo di "migliore", come ha detto bene Saphiry. O meglio: stai facendo una constatazione di tipo qualitativo sulle funzioni psichiche umane, ovvero sull'intelligenza e capacità di adattamento? In tal caso è corretto dire che sono oggettivamente e qualitativamente superiori e migliori rispetto a quelle di tutti gli altri animali.

O stai piuttosto cercando di esprimere un soggettivo giudizio morale volto a stabilire un presunto valore oggettivo o importanza in termini universali?
Poiché la natura è amorale, e poiché comunque l'uomo non dispone neppure di una scala di valori oggettiva sulla quale basarsi per poter stabilire l'importanza oggettiva (sempre se c'è) che ricopre in relazione al vasto universo che non sia data dalla sua personale visione antropocentrica - appunto - del tutto, dove si vede come il massimo punto di arrivo, direi che non si può avere la pretesa di esprimere un giudizio obiettivo in tal senso.

E poi, come fai a sentirti umiliato se si fanno paragoni tra uomini e animali, visto che comunque questi ultimi mancano dell'autocoscienza necessaria per potersi modificare e migliorare, e quindi non hanno colpa per ciò che sono? Al contrario dell'uomo che - salvo psicopatologie talmente gravi da compromettere le capacità cognitive, la percezione della realtà e la capacità di autodeterminazione (e anche qui molto spesso il termine "criminale" viene impropriamente usato come sinonimo di "pazzo") - sceglie arbitrariamente di vivere ad un livello non molto superiore a quello animale e di fregarsene altamente di qualsiasi cosa che non sia l'appagamento dei propri egoistici bisogni e desideri. Questi soggetti sono per me un'offesa alla mia dignità di essere umano.


Per quanto riguarda la questione del daimon: credo richieda una complessità psichica e una capacità di astrazione che è propria solo degli esseri umani.

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Re: Personalità, carattere e daimon degli animali

Messaggio da Claudio-Olyandra » ven 11/ott/2013 12:46:41

RedSoul&Denzela ha scritto:Credevo che questo topic fosse ormai morto, ma mi fa piacere vedere che è stato ravvivato visto che arrivo sempre in ritardo.


Mi perdonerete la pedante puntigliosità, ma cominciamo con il chiarire bene il significato dei termini in discussione, altrimenti non si può andare avanti:

Cos'è il temperamento è già stato spiegato in maniera ottima da Claudio, e sotto questa definizione rientrano gli aspetti innati della personalità.

Il carattere è la causa del comportamento di un individuo, ovvero è il modo in cui un soggetto esprime alcuni tratti della personalità rapportandosi con l'ambiente esterno.

La personalità infine, è l'insieme delle funzioni psichiche e modalità comportamentali che si sviluppano in maniera unica, rendendendo così un preciso individuo diverso dagli altri e irripetibile.
Il modo in cui si sviluppano le funzioni psichiche va ad influire sulla capacità di adattamento dell'individuo. Elencherò di seguito le principali, riprendendo da questa pagina di Wikipedia:

[omissis]

Si può dunque, in base a queste classificazioni parlare di personalità negli animali? Direi di sì, con gli opportuni distinguo, per tutte quelle tipologie di animali in cui tutte queste funzioni sono presenti in forma più o meno sviluppata. E a questi requisiti rispondono con certezza la Classe dei Mammiferi e, credo, gli Uccelli (ma non sono un'esperta di etologia e lascio volentieri chiarire la questione a chi ne sa più di me, anche per le altre Classi).

L'autocoscienza, ovvero la capacità dell'Io di rendersi cosciente di sé e di fare introspezione, è irrilevante, poiché non è altro che il derivato di un maggiore sviluppo della funzione della comprensione, e conseguentemente del pensiero, e quindi della coscienza, nell'animale uomo (per qualche oscura ragione l'uomo tende spesso a volersi escludere dalla definizione di "animale" che esso stesso ha creato).
Concordo con le definizioni. Il carattere come espressione della personalità nella relazione con l'esterno è precisamente il termine appropriato per designare la mediazione dell'uomo tra l'interiorità del daimon e la normatività dell'esterno, a mio avviso. 8-)

Riguardo alla personalità degli animali non umani, pur non avendo studiato la materia, sono propenso a pensare che l'unicità ed irripetibilità dell'animale sia molto più sbiadita di quella umana (esistono un'infinità di cani giocherelloni, estroversi ed iperattivi e non sono facilmente distinguibili per un estraneo, il quale, a differenza del padrone, non ha un vissuto emotivo che lo porta a riconoscere come insostituibile quel cane e solo quello; mentre la diversa personalità - o, meglio, la diversa estrinsecazione caratteriale della personalità - di due uomini è facilmente accertabile senza bisogno di averli frequentati a lungo e di aver investito emotivamente su di essi, al di là, naturalmente, dell'impronta artistica, musicale, letteraria o scientifica lasciata dalla persona nel mondo, di per sé sufficiente per dire che la personalità di Hegel non è quella di Enrico Fermi) e, inoltre, che si manifesti quasi esclusivamente negli animali addomesticati o addestrati dall'uomo, cioè esposti a stimoli ed insegnamenti che in natura giammai riceverebbero. 8-) Questo mi induce a parlare di indole, piuttosto che di personalità, con riferimento alle bestie superiori. :)

RedSoul&Denzela ha scritto:a Claudio

"Superiore" non è sinonimo di "migliore", come ha detto bene Saphiry. O meglio: stai facendo una constatazione di tipo qualitativo sulle funzioni psichiche umane, ovvero sull'intelligenza e capacità di adattamento? In tal caso è corretto dire che sono oggettivamente e qualitativamente superiori e migliori rispetto a quelle di tutti gli altri animali.

O stai piuttosto cercando di esprimere un soggettivo giudizio morale volto a stabilire un presunto valore oggettivo o importanza in termini universali?
Poiché la natura è amorale, e poiché comunque l'uomo non dispone neppure di una scala di valori oggettiva sulla quale basarsi per poter stabilire l'importanza oggettiva (sempre se c'è) che ricopre in relazione al vasto universo che non sia data dalla sua personale visione antropocentrica - appunto - del tutto, dove si vede come il massimo punto di arrivo, direi che non si può avere la pretesa di esprimere un giudizio obiettivo in tal senso.

E poi, come fai a sentirti umiliato se si fanno paragoni tra uomini e animali, visto che comunque questi ultimi mancano dell'autocoscienza necessaria per potersi modificare e migliorare, e quindi non hanno colpa per ciò che sono? Al contrario dell'uomo che - salvo psicopatologie talmente gravi da compromettere le capacità cognitive, la percezione della realtà e la capacità di autodeterminazione (e anche qui molto spesso il termine "criminale" viene impropriamente usato come sinonimo di "pazzo") - sceglie arbitrariamente di vivere ad un livello non molto superiore a quello animale e di fregarsene altamente di qualsiasi cosa che non sia l'appagamento dei propri egoistici bisogni e desideri. Questi soggetti sono per me un'offesa alla mia dignità di essere umano.


Per quanto riguarda la questione del daimon: credo richieda una complessità psichica e una capacità di astrazione che è propria solo degli esseri umani.
La prima: è una constatazione obiettiva. Il giudizio morale sulla natura non ha senso, perché i fatti non sono né buoni né malvagi: semmai, esprimo un giudizio di forte perplessità razionale verso quelle persone che, deluse dagli esseri umani, dichiarano la superiorità morale degli animali, perché loro "non ucciderebbero per soldi", "non picchierebbero gratuitamente un innocente" etc., "come fanno quelle bestie umane", cioè sono "più buoni". Sono discorsi di pancia, che oltre ad essere insensati per le ragioni esposte nel messaggio precedente, denotano una fuga dai problemi, una volontà di abbandonare il campo del miglioramento dell'umanità (che ha tuttora tanti difetti da emendare) in favore di un'esaltazione spropositata di un vivente che, non per suo merito, ma per suo limite (non è libero, ma determinato da una serie di fattori biologici ed esperienziali), tiene comportamenti solo apparentemente "buoni", "rispettosi" o "generosi". L'umiliazione sta in questo, nel processo di indebita generalizzazione, per il quale, acclarate le colpe di alcuni uomini o, se vogliamo, la propensione dell'uomo a sbagliare, ad abusare della propria libertà, si estende la riprovazione all'intera umanità e, contemporaneamente, si riconosce un primato morale, degno di lode, a creature che non sbagliano perché non possono sbagliare. Chi ha una vita pullulante di bivi, anzi di incroci multipli e svincoli e sottopassaggi e soprapassaggi, ha il peso della scelta della via, un peso che è obiettivo (responsabilità significa "portare il peso delle proprie azioni") e merita riconoscimento a prescindere dalla qualità della scelta (che può essere, o sovente è, sbagliata). Chi ha una vita consistente in un perpetuo rettifilo senza traverse non può sbagliare, perché non può scegliere e non porta mai alcuna responsabilità. :roll:

Detto questo, l'antropocentrismo è un bias cognitivo dal quale quotidianamente mi guardo e non credo mi appartenga. Per dirla tutta, una delle mille ragioni della mia non-credenza è proprio l'assurdità di concepire l'universo come creato per il bene ed al servizio dell'umanità. ;) Ciò non toglie che, come tutti gli esemplari viventi difendono la propria specie, anch'io preferisco di gran lunga combattere, moralmente, dialetticamente, intellettualmente e professionalmente, per il benessere dell'umanità ed il recupero dei devianti (nelle scienze penalistiche la devianza si riferisce all'agito criminale, non alla pazzia), piuttosto che rifugiarmi in un idillio iperuranico costellato di animali buoni e uomini malvagi. :)

La presente risposta vale anche per Andrea. :D
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Re: Personalità, carattere e daimon degli animali

Messaggio da Saphiry e Deianira » ven 11/ott/2013 17:52:40

Riguardo alla personalità degli animali non umani, pur non avendo studiato la materia, sono propenso a pensare che l'unicità ed irripetibilità dell'animale sia molto più sbiadita di quella umana (esistono un'infinità di cani giocherelloni, estroversi ed iperattivi e non sono facilmente distinguibili per un estraneo, il quale, a differenza del padrone, non ha un vissuto emotivo che lo porta a riconoscere come insostituibile quel cane e solo quello; mentre la diversa personalità - o, meglio, la diversa estrinsecazione caratteriale della personalità - di due uomini è facilmente accertabile senza bisogno di averli frequentati a lungo e di aver investito emotivamente su di essi, al di là, naturalmente, dell'impronta artistica, musicale, letteraria o scientifica lasciata dalla persona nel mondo, di per sé sufficiente per dire che la personalità di Hegel non è quella di Enrico Fermi) e, inoltre, che si manifesti quasi esclusivamente negli animali addomesticati o addestrati dall'uomo, cioè esposti a stimoli ed insegnamenti che in natura giammai riceverebbero. 8-) Questo mi induce a parlare di indole, piuttosto che di personalità, con riferimento alle bestie superiori. :)
Allora, tu fai l'esempio del cane. Il problema qual è? Che è un esempio che vale anche per un essere umano! Esistono un'infinità di esseri umani giocherelloni, estroversi ed iperattivi ecc ecc, ma se tu non vivi con questa persona o almeno non sei a stretto contatto (e vale anche per il cane/gatto, naturalmente) non la conoscerai mai davvero. Il fatto che tu conosca qualcuno superficialmente ti autorizza a dire che è una persona blanda e fatta a stampino? Io non credo. Poi sul fatto che la personalità di un animale (esattamente come i suoi sentimenti) siano diversi da quelli umani, sono d'accordo.
Io sono convinta (beh, anche gli etologi, solitamente XD) che gli animali provino almeno dei sentimenti "di base". Non si tratta di umanizzazione: sono la prima a dire che è sbagliatissimo antropomorfizzare Fido e Fuffi. Semplicemente certe emozioni sono necessarie per la sopravvivenza: la paura (fa fuggire davanti al pericolo), l'affetto (per i cuccioli o per i membri del branco, il che porta alla coordinazione dei "lavori", alla collaborazione e alla prosecuzione della specie. Poi io non credo che un animale sappia cosa sia l'amore romantico, mi sembra troppo complicato, però potrei sbagliare, non so), l'irritazione (scacci l'avversario che potrebbe costituire un pericolo per la tua sopravvivenza) e altre cose semplici del genere.
Per quello che dici sugli animali addestrati, sono in parte d'accordo. Nel senso che un animale che viene sottoposto a stimoli sviluppa intelligenza e personalità (concetto alla base di uno studio su dei topolini, letto in un libro di biologia) che un animale lasciato a sè stesso non riesce e non può sviluppare. Ma non è prerogativa di cane e gatto, tant'è che se tu prendi una tigre e la allevi, avrà un carattere diverso da un'altra o un'altra ancora.
Questo che significa? Semplicemente che il carattere nasce in risposta a degli stimoli! E questo in realtà vale per tutti, uomini o animali.
Poi c'è il temperamento (non sono sicura corrisponda allo stesso concetto di claudio), ovvero la "base" che sembrerebbe essere genetica (insomma, il nostro DNA a quanto pare trasmette un po' della personalità dei genitori) e questo concetto è quello sfruttato nell'allevamento di animali di razza.
Ti faccio l'esempio del cane: chow-chow (un cane indipendentissimo, testardo, riservato come me XD) e lo springer spaniel (socievole, giocherellone e iperattivo come dicevi tu XD). Come li abbiamo ottenuti? Scegliendo, nel corso di migliaia di anni, i lupi con le caratteristiche giuste! Ovvero con un carattere (non temperamento, quello è uguale per tutti i lupi) differente a seconda di ciò che si doveva fare. Prendiamo due lupi giovani, paciocconi e sottomessi, continuiamo disperatamente ad accoppiarli finchè non si arriva allo springer odierno. Prendiamone due più indipendenti, riservati e testoni, selezioniamoli ed ecco il nostro chow.
Notiamo che il lupo standard è un animale di branco molto timido con gli estranei, fugge davanti al pericolo, è socievole e molto dominante. Si sono scelti quindi lupi che avessero una caratteristica più accentuata di un'altra per arrivare a due animali che non si somigliano neanche di striscio!
Oppure anche i miei gatti: hanno temperamento da gatto! Semi-solitari, pigri, golosi e via dicendo. Tuttavia Ortica e Persian sono davvero molto diversi! Anche se di base hanno le stesse abitudini, hanno preferenze diverse (in fatto alimentare, posti dove riposare, ecc) e modi di fare diversi (Persian sta molto sulle sue, Ortica fa un sacco di feste, Persian è aggressivo con cani e gatti, Ortica scappa dai primi ed è socievole con i secondi, Persian ha una vera e propria adorazione per il mio ragazzo, Ortica invece preferisce me, Persian è molto silenzioso e Ortica chiacchierona, ma davvero TROPPO) e non posso dire che dipende dalla razza perchè sono entrambi PRB, ovvero pura razza bastarda XD. Allora da cosa dipende? Sempre dai nostri cari stimoli :) e così è anche per gli umani!

La prima: è una constatazione obiettiva. Il giudizio morale sulla natura non ha senso, perché i fatti non sono né buoni né malvagi: semmai, esprimo un giudizio di forte perplessità razionale verso quelle persone che, deluse dagli esseri umani, dichiarano la superiorità morale degli animali, perché loro "non ucciderebbero per soldi", "non picchierebbero gratuitamente un innocente" etc., "come fanno quelle bestie umane", cioè sono "più buoni". Sono discorsi di pancia, che oltre ad essere insensati per le ragioni esposte nel messaggio precedente, denotano una fuga dai problemi, una volontà di abbandonare il campo del miglioramento dell'umanità (che ha tuttora tanti difetti da emendare) in favore di un'esaltazione spropositata di un vivente che, non per suo merito, ma per suo limite (non è libero, ma determinato da una serie di fattori biologici ed esperienziali), tiene comportamenti solo apparentemente "buoni", "rispettosi" o "generosi". L'umiliazione sta in questo, nel processo di indebita generalizzazione, per il quale, acclarate le colpe di alcuni uomini o, se vogliamo, la propensione dell'uomo a sbagliare, ad abusare della propria libertà, si estende la riprovazione all'intera umanità e, contemporaneamente, si riconosce un primato morale, degno di lode, a creature che non sbagliano perché non possono sbagliare. Chi ha una vita pullulante di bivi, anzi di incroci multipli e svincoli e sottopassaggi e soprapassaggi, ha il peso della scelta della via, un peso che è obiettivo (responsabilità significa "portare il peso delle proprie azioni") e merita riconoscimento a prescindere dalla qualità della scelta (che può essere, o sovente è, sbagliata). Chi ha una vita consistente in un perpetuo rettifilo senza traverse non può sbagliare, perché non può scegliere e non porta mai alcuna responsabilità
Sono d'accordo si e no. Cioè, io sono la prima a sostenere che gli animali non hanno senso morale: per loro giusto e sbagliato non significano nulla (anche se guardando i miei gatti giocare con le loro vittime, vorrei che ne avessero un po' perchè, mannaggia, a volte sono tremendi D: ). Quello che penso io è che un animale resta migliore di un essere umano che ha compiuto soprusi. Non nel senso di esaltare l'animale (che, poarì, non ha fatto nulla per essere tirato in ballo XD) quanto piuttosto per mettere la persona al livello degli archeobatteri. Proprio perchè noi abbiamo senso morale, è nostro dovere utilizzarlo per comportarci sempre al meglio e cercare di non danneggiare il nostro prossimo. Scusa, ma se sfrutti il tuo intelletto superiore per pestare a morte una vecchietta, un bimbo o un animale (innocenti) non meriti la nomea di essere umano ma piuttosto quella di stafilococco, che ne so io degli archeobatteri D: A me, poi, è sempre stato insegnato (famiglia di conservatori) che l'essere umano medio è idiota. Il che significa che, naturalmente, non tutti lo sono, ma una buona parte sì! Non me la sento di essere ottimista.
Ciò non toglie che, come tutti gli esemplari viventi difendono la propria specie, anch'io preferisco di gran lunga combattere, moralmente, dialetticamente, intellettualmente e professionalmente, per il benessere dell'umanità ed il recupero dei devianti (nelle scienze penalistiche la devianza si riferisce all'agito criminale, non alla pazzia), piuttosto che rifugiarmi in un idillio iperuranico costellato di animali buoni e uomini malvagi.
Già, ma l'essere umano ha potezialità incredibili e usandole solo per difendere la propria specie riesce comunque a mettere in ginocchio la Terra. Che poi gli animali siano tutti buoni, parliamone. Gli scimpanzè sono gli unici (a parte gli umani) a conoscere il concetto di guerra e a uccidere per questo. I babbuini sono dei gran bas****i, delfini e galline praticano stupri di gruppo (oddio, galli, non galline XD) ma per la maggior parte di loro il concetto di buono o cattivo mica esiste! Per noialtri si, invece, e tendiamo a fregarcene comunque! Quanto al recupero dei deviati sai già come la penso XD
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Claudio-Olyandra
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Re: Personalità, carattere e daimon degli animali

Messaggio da Claudio-Olyandra » ven 11/ott/2013 19:24:00

Saphiry e Phoenix ha scritto:Allora, tu fai l'esempio del cane. Il problema qual è? Che è un esempio che vale anche per un essere umano! Esistono un'infinità di esseri umani giocherelloni, estroversi ed iperattivi ecc ecc, ma se tu non vivi con questa persona o almeno non sei a stretto contatto (e vale anche per il cane/gatto, naturalmente) non la conoscerai mai davvero. Il fatto che tu conosca qualcuno superficialmente ti autorizza a dire che è una persona blanda e fatta a stampino? Io non credo. Poi sul fatto che la personalità di un animale (esattamente come i suoi sentimenti) siano diversi da quelli umani, sono d'accordo.
Credo tu abbia frainteso il mio ragionamento. Io ho sostenuto che, se metti due cani giocherelloni, estroversi ed iperattivi davanti ad un uomo che non li ha mai visti prima, egli non li distingue facilmente: semplicemente, uno vale l'altro, perché non presentano differenze obiettive che ne assicurino l'unicità agli occhi dell'osservatore (naturalmente, mi riferisco al carattere, non all'aspetto). Il padrone li distingue, ed è affezionato al proprio animale e non lo scambierebbe mai con uno simile, soltanto perché ha investito emotivamente su di lui e lo considera soggettivamente come insostituibile. Ma questo procedimento affettivo non dimostra l'unicità ed irripetibilità obiettiva dell'animale, tant'è vero che può verificarsi anche rispetto alle cose inanimate, che sono prodotte in serie (il vedovo che conserva gli indumenti della defunta moglie non accetterebbe mai la loro sostituzione con altri capi identici, fabbricati dalla stessa industria, nello stesso anno e con lo stesso tessuto e la stessa foggia: vuole quelli, e solo quelli, perché su di essi ha riversato emozioni compensative del lutto o perché gli suscitano ricordi felici sul matrimonio...). Ora, al contrario degli animali e delle cose, che soltanto soggettivamente possono considerarsi insostituibili, gli esseri umani sono obiettivamente unici ed irripetibili, perché al fattore biologico ed a quello ambientale/esperienziale si aggiunge l'incognita libertà, che rende imponderabile e sempre diverso il risultato finale, cioè il modo di essere ed il modo di agire della singola persona. In altre parole, la personalità ed il carattere, che rendono ciascun individuo un mondo a sé, senza eguali, non duplicabile in alcun modo, presuppongono entrambi l'autocoscienza e la libertà di autodeterminazione, che gli animali non umani non possiedono. Partanto, sono propenso a parlare di temperamento (biologico) ed indole (esperienziale) con riferimento alle bestie, per distinguere le peculiarità comportamentali di chi è libero da quelle di chi non è libero, ma trascinato dai meri impulsi naturalistici. :D
Saphiry e Phoenix ha scritto:Io sono convinta (beh, anche gli etologi, solitamente XD) che gli animali provino almeno dei sentimenti "di base". Non si tratta di umanizzazione: sono la prima a dire che è sbagliatissimo antropomorfizzare Fido e Fuffi. Semplicemente certe emozioni sono necessarie per la sopravvivenza: la paura (fa fuggire davanti al pericolo), l'affetto (per i cuccioli o per i membri del branco, il che porta alla coordinazione dei "lavori", alla collaborazione e alla prosecuzione della specie. Poi io non credo che un animale sappia cosa sia l'amore romantico, mi sembra troppo complicato, però potrei sbagliare, non so), l'irritazione (scacci l'avversario che potrebbe costituire un pericolo per la tua sopravvivenza) e altre cose semplici del genere.
Per quello che dici sugli animali addestrati, sono in parte d'accordo. Nel senso che un animale che viene sottoposto a stimoli sviluppa intelligenza e personalità (concetto alla base di uno studio su dei topolini, letto in un libro di biologia) che un animale lasciato a sè stesso non riesce e non può sviluppare. Ma non è prerogativa di cane e gatto, tant'è che se tu prendi una tigre e la allevi, avrà un carattere diverso da un'altra o un'altra ancora.
Questo che significa? Semplicemente che il carattere nasce in risposta a degli stimoli! E questo in realtà vale per tutti, uomini o animali.
Poi c'è il temperamento (non sono sicura corrisponda allo stesso concetto di claudio), ovvero la "base" che sembrerebbe essere genetica (insomma, il nostro DNA a quanto pare trasmette un po' della personalità dei genitori) e questo concetto è quello sfruttato nell'allevamento di animali di razza.
Ti faccio l'esempio del cane: chow-chow (un cane indipendentissimo, testardo, riservato come me XD) e lo springer spaniel (socievole, giocherellone e iperattivo come dicevi tu XD). Come li abbiamo ottenuti? Scegliendo, nel corso di migliaia di anni, i lupi con le caratteristiche giuste! Ovvero con un carattere (non temperamento, quello è uguale per tutti i lupi) differente a seconda di ciò che si doveva fare. Prendiamo due lupi giovani, paciocconi e sottomessi, continuiamo disperatamente ad accoppiarli finchè non si arriva allo springer odierno. Prendiamone due più indipendenti, riservati e testoni, selezioniamoli ed ecco il nostro chow.
Notiamo che il lupo standard è un animale di branco molto timido con gli estranei, fugge davanti al pericolo, è socievole e molto dominante. Si sono scelti quindi lupi che avessero una caratteristica più accentuata di un'altra per arrivare a due animali che non si somigliano neanche di striscio!
Oppure anche i miei gatti: hanno temperamento da gatto! Semi-solitari, pigri, golosi e via dicendo. Tuttavia Ortica e Persian sono davvero molto diversi! Anche se di base hanno le stesse abitudini, hanno preferenze diverse (in fatto alimentare, posti dove riposare, ecc) e modi di fare diversi (Persian sta molto sulle sue, Ortica fa un sacco di feste, Persian è aggressivo con cani e gatti, Ortica scappa dai primi ed è socievole con i secondi, Persian ha una vera e propria adorazione per il mio ragazzo, Ortica invece preferisce me, Persian è molto silenzioso e Ortica chiacchierona, ma davvero TROPPO) e non posso dire che dipende dalla razza perchè sono entrambi PRB, ovvero pura razza bastarda XD. Allora da cosa dipende? Sempre dai nostri cari stimoli :) e così è anche per gli umani!
Non ho mai negato quanto hai testé asserito: mi limito a sostenere che, con riferimento ai viventi privi di libertà e senso morale, di personalità e carattere non si possa compiutamente parlare e che, dunque, occorra trovare dei sinonimi per designare le peculiarità comportamentali dei singoli animali. Io ho proposto temperamento ed indole, però il vocabolario è vasto e si possono reperire soluzioni migliori. :)
Saphiry e Phoenix ha scritto:Sono d'accordo si e no. Cioè, io sono la prima a sostenere che gli animali non hanno senso morale: per loro giusto e sbagliato non significano nulla (anche se guardando i miei gatti giocare con le loro vittime, vorrei che ne avessero un po' perchè, mannaggia, a volte sono tremendi D: ). Quello che penso io è che un animale resta migliore di un essere umano che ha compiuto soprusi. Non nel senso di esaltare l'animale (che, poarì, non ha fatto nulla per essere tirato in ballo XD) quanto piuttosto per mettere la persona al livello degli archeobatteri. Proprio perchè noi abbiamo senso morale, è nostro dovere utilizzarlo per comportarci sempre al meglio e cercare di non danneggiare il nostro prossimo. Scusa, ma se sfrutti il tuo intelletto superiore per pestare a morte una vecchietta, un bimbo o un animale (innocenti) non meriti la nomea di essere umano ma piuttosto quella di stafilococco, che ne so io degli archeobatteri D: A me, poi, è sempre stato insegnato (famiglia di conservatori) che l'essere umano medio è idiota. Il che significa che, naturalmente, non tutti lo sono, ma una buona parte sì! Non me la sento di essere ottimista.
Questo è un discorso rispettabilissimo, ma costituisce essenzialmente un'invettiva disgustata contro le persone turpi, che si macchiano delle peggiori nefandezze. Se, però, vogliamo analizzare la questione sotto una luce razionale, dobbiamo pacificamente riconoscere che le scelte anche atroci non cambiano la natura del criminale, che resta un essere umano in tutto e per tutto: il fare non incide sull'essere. Certo, è una legittima difesa psicologica affermare che certi soggetti siano subumani, porci, vermi e simili, è un espediente per alzare uno steccato rispetto alla barbarie e poter dire: "Io non sono come loro!". Tuttavia, dire che Hitler è stato un porco infame, se può appagare l'animo, non dà alcuna risposta al problema vero, che solo razionalmente e lucidamente e freddamente può essere studiato: com'è possibile che un essere umano diventi così mostruosamente crudele? Negare la natura umana di chi agisce disumanamente non aiuta a capire, a prevenire ed a risolvere gli atti disumani, ho reso l'idea? :)
Saphiry e Phoenix ha scritto:Già, ma l'essere umano ha potezialità incredibili e usandole solo per difendere la propria specie riesce comunque a mettere in ginocchio la Terra. Che poi gli animali siano tutti buoni, parliamone. Gli scimpanzè sono gli unici (a parte gli umani) a conoscere il concetto di guerra e a uccidere per questo. I babbuini sono dei gran bas****i, delfini e galline praticano stupri di gruppo (oddio, galli, non galline XD) ma per la maggior parte di loro il concetto di buono o cattivo mica esiste! Per noialtri si, invece, e tendiamo a fregarcene comunque! Quanto al recupero dei deviati sai già come la penso XD
Lo "stupro" è un concetto umano, legato ai concetti, altrettanto umani, di "dignità dell'individuo", "libertà personale", "tutela della salute" etc.: gli animali non stuprano, si accoppiano, e il modo violento con cui talvolta accade non è frutto di una scelta deviata (e, quindi, reprensibile), ma di un processo istintuale e biologico al quale sono soggiogati. ;) Ripeto, l'etica è prerogativa umana: gli animali non conoscono Kant e non possono capire cosa significhi il precetto "non strumentalizzare l'altro". :)
Daimon uniuscuiusque humanitatis caput et fundamentum est semperque esto!

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