Daimon: personificazione dei sentimenti?

Meditiamo sugli aspetti filosofici e formuliamo ipotesi ragionevoli sul Daimonismo!
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Pandemonium
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Daimon: personificazione dei sentimenti?

Messaggio da Pandemonium » gio 01/ago/2013 21:41:30

Stavo giusto ragionando, sotto le note dei Pink Floyd, sul Daimonismo. Più precisamente, cos'è un Daimon. Sappiamo tutti quanti che è reale. Io definisco Daimon quello che ci rende umani. Per farla breve, Daimon è emozione, sentimento, tutto ciò che ci distingue da un animale. Quello che mi stavo chiedendo è in realtà molto semplice: è possibile che il Daimon non sia altro che una costruzione mentale che ci creiamo noi in seguito al primo contatto?
Mi spiego meglio. Come qualcuno ha già detto in precedenza, il Daimon non è cosciente di esistere fino a quando noi non ci rendiamo conto che esiste. A quel punto siamo noi ad attribuirgli il nome di Daimon, siamo noi ad assegnargli un nome e a dargli una voce. Perchè all'improvviso la nostra coscienza prende un nome, una forma, una voce ben definita? Perchè all'improvviso diventa così importante seguirla? Perchè arriviamo al punto di scherzarci assieme?
Per esempio, Galatea so che esiste. So che esiste per il semplice fatto che io ho delle emozioni. E' importante perchè mi rende umana, è importante perchè è la parte di me che è nascosta dietro strati di pelle, muscoli, ossa e sangue; quella che non è cambiata nonostante la società, la mia essenza. Ma se in realtà non fosse altro che... qualcosa che mi sono inventata? Se in realtà non esistesse nessuna Galatea, ma solo coscienza? Se abbiamo un Daimon per lo stesso principio per cui i bambini si creano gli amici immaginari? Quello che voglio dire è che stiamo dando un nome, una forma e una voce a un concetto puramente astratto, formato da sentimenti, e che non è realmente con noi nel piano fisico e materiale (quindi perchè abbiamo la proiezione e la visualizzazione?).
Chiedo scusa per la pappardella, ma sono confusa di mio, e non mi ci volevano di certo altri dubbi a riguardo del Daimonismo. Che poi magari esiste già un topic simile. Vabbè, se non è una teoria spostatela pure in curiosità xD
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Re: Daimon: personificazione dei sentimenti?

Messaggio da Bird » gio 01/ago/2013 21:49:17

Sono dubbi che mi frullano in testa da un po'. Anche per me i daimon sono i sentimenti e le emozioni, l'insieme di ciò che ci rende UMANI.
Quanto al fatto della costruzione mentale, beh, io ultimamente ho dei piccoli momenti di crisi, su Auryn. E se davvero stessi facendo tutto da sola? I discorsi, le chiacchierate, le litigate...e se fosse nient'altro ciò con cui avevo iniziato, ossia un semplice amico immaginario? Partendo dalla tua domanda se i daimon sono costrutti mentali o no, cosa distingue i daimon dagli amici immaginari? Sono poi così diversi?
Che bisogno ci sarebbe di, come hai detto tu, dare un nome, una forma e una voce a un concetto astratto? Sono confusa quanto te, Ary, mi dispiace...
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Re: Daimon: personificazione dei sentimenti?

Messaggio da Cassandra e Sibilin » gio 01/ago/2013 21:50:26

I tuoi dubbi hanno ragione di essere, in quanto non si può mai essere troppo sicuri di quello che si maneggia, quando si parla di psiche.

Alle parti psichiche vengono dati un cofano di nomi, e tutto dipende da come vogliamo impostare il discorso.

Secondo me, una cosa che non ha nome non vuol dire che non esista. Chiamando il Daimon, dandogli un nome eccetera semplicemente gli diamo più retta, cominciamo a dare importanza a degli impulsi che magari andrebbero persi o ignorati in condizioni normali.
C'è un sacco di gente che, dopotutto, si rapporta con se stessa. La prova più semplice è proprio la continuità di un elemento filosofico o come vuoi chiamarlo affine al daimon, e non solo nella cultura occidentale, ma in buona parte del mondo.

Il nostro è solo un modo di intendere -sì, da questo punto di vista è una creazione, ma più che altro nominale. Noi non ci stiamo facendo seghe mentali- e di individuare una parte preesistente di noi.
Proiezione e visualizzazione? Perchè, innanzitutto, ci servono? Per cosa le usi tu? Per cosa le uso io?
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Re: Daimon: personificazione dei sentimenti?

Messaggio da Irene e Leandra » dom 11/ago/2013 13:36:31

Quello che mi stavo chiedendo è in realtà molto semplice: è possibile che il Daimon non sia altro che una costruzione mentale che ci creiamo noi in seguito al primo contatto?
Mi spiego meglio. Come qualcuno ha già detto in precedenza, il Daimon non è cosciente di esistere fino a quando noi non ci rendiamo conto che esiste. A quel punto siamo noi ad attribuirgli il nome di Daimon, siamo noi ad assegnargli un nome e a dargli una voce. Perchè all'improvviso la nostra coscienza prende un nome, una forma, una voce ben definita? Perchè all'improvviso diventa così importante seguirla? Perchè arriviamo al punto di scherzarci assieme?
Per esempio, Galatea so che esiste. So che esiste per il semplice fatto che io ho delle emozioni. E' importante perchè mi rende umana, è importante perchè è la parte di me che è nascosta dietro strati di pelle, muscoli, ossa e sangue; quella che non è cambiata nonostante la società, la mia essenza. Ma se in realtà non fosse altro che... qualcosa che mi sono inventata? Se in realtà non esistesse nessuna Galatea, ma solo coscienza? Se abbiamo un Daimon per lo stesso principio per cui i bambini si creano gli amici immaginari? Quello che voglio dire è che stiamo dando un nome, una forma e una voce a un concetto puramente astratto, formato da sentimenti, e che non è realmente con noi nel piano fisico e materiale (quindi perchè abbiamo la proiezione e la visualizzazione?)
Allora, partiamo dal tuo stesso presupposto. Il Daimon, come dici tu, è reale. E' ciò che ci rende umani, è emozione, sentimento, è la nostra essenza, la nostra anima. Siamo noi, senza l'influenza della società, del mondo esterno etc etc.. Bene. Fin qui ci siamo tutti. Io non credo che il Daimon sia un qualcosa che ci costruiamo noi, mentalmente, dopo il primo contatto. Perché si è vero che non è cosciente di esistere finché noi non ci rendiamo conto che esiste, ma c'è. C'è perché quando sai che fai qualcosa di sbagliato, però è quel ''sapere'' inconsciamente, senti qualcosa, senti degli impulsi come se qualcuno da dentro di stesse dicendo che quello che fai, è sbagliato, che può farti male. Non è qualcosa che ti sei inventata, lo hai detto tu stesso poco dopo, facendo questa domanda '' E se non esistesse nessuna Galatea, ma solo coscienza?'' Galatea, è la tua coscienza. Con coscienza si intende uno stato soggettivo di consapevolezza sulle sensazioni psicologiche (pensieri, sentimenti, emozioni), e fisiche (tatto, udito, vista.) proprie di un essere umano e su tutto ciò che accade intorno ad esso. E' il sapere che tu apprendi su te stesso, quando avviene appunto il primo contatto. Impari a conoscerti meglio, a capire in un certo senso, qual'è la tua vera essenza senza l'influenza della società, come già detto. Diamo un nome, una forma, una voce, proiettiamo e visualizziamo perché ci serve a noi per comunicare al meglio con noi stessi, come da sempre si è stato affermato :) Ora non so se quello che ho scritto possa esserti servito a chiarirti le idee o solo a confondertele di più, spero più la prima, sinceramente xD ma questo è quello che penso :)
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Re: Daimon: personificazione dei sentimenti?

Messaggio da Claudio-Olyandra » mar 20/ago/2013 13:35:32

Leibniz lo chiama appercezione, Kant autocoscienza, noi (con Socrate) daimon (o, in certe teorie, "personalità", in contrapposizione al "carattere", che è la sintesi della personalità e del mondo esterno): comunque lo si chiami, parliamo sempre della stessa entità. Il concetto di esistenza è diverso se ci si riferisce ad un ente concreto, empiricamente riscontrabile, oppure ad un'entità astratta, che non è materialmente osservabile: nel primo caso, l'ente esiste sia che abbia sia che non abbia un nome, è un dato di fatto che il nostro approccio epistemologico non muta di una virgola (il sasso, la foglia, l'aria...); nel secondo caso, la consapevolezza dell'ente in qualche misura concorre alla sua esistenza, nel senso che mette ordine in un marasma che altrimenti sarebbe indistinguibile (è ridicolo immaginare la psiche come una cassettiera coi tre cassetti dell'Es, dell'Io e del Super-Io, ciascuno con la propria etichetta, che si possono aprire, riempire e svuotare; però è indubbia l'esistenza di diverse istanze o funzioni psichiche, che assumono una fisionomia più definita e possono essere meglio studiate mediante la concettualizzazione prima esposta). In altre parole, l'ente concreto viene semplicemente descritto e nominato (e ciò non intacca la materiale esistenza dell'oggetto), mentre l'ente astratto viene concettualizzato per rendere ordinato ciò che altrimenti sarebbe caotico (e ciò influisce sulla rappresentazione di esso, che è una modellizzazione non esistente in natura). :)

Fatte queste precisazioni, il daimon esiste eccome e le definizioni che Irene ne ha dato mi trovano perfettamente d'accordo. :D
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Re: Daimon: personificazione dei sentimenti?

Messaggio da Saphiry e Deianira » mar 20/ago/2013 19:30:36

Letto molto rapidamente xD come ho detto altrove, io considero Pho semplicemente ciò che mi distingue dal mio gatto o cane. Non sono una filosofa e non mi interessa diventarlo, la mia idea è molto semplice, e in realtà non saprei neanche spiegarla meglio D:
Pho esiste per il semplice fatto che io non penso come un gatto ma come un essere umano xD non può non esistere! È come dire che il pollice opponibile, che mi distingue dagli altri animali, in realtà non esiste. Cavolo, certo che è reale! Lo utilizzo per qualcosa, sono cosciente della sua presenza.
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