Autocoscienza del Daimon
- Riccardo
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Autocoscienza del Daimon
Come ho già spiegato in altri post, la psiche umana è così complessa da contenere a sua volta un numero di... uhm, sub-menti: noi, i daimon, quel nostro lato femminile, quello maschile, quello generoso e quello iroso, e così via.
Se qualcuno ha letto "Il visconte dimezzato" di Italo Calvino probabilmente troverà più semplice comprendere questa mia domanda:
Il Daimon è autocosciente della propria esistenza quando noi non lo siamo?
Mi spiego, tutti i nostri "lati" possono essere considerati individui a sé stanti, sebbene non possano esistere privi delle loro controparti (la mente umana è come un prisma con un miliardo di sfaccettature, ognuna di colore diverso - è il prisma nel suo complesso a conferire ad uno dei suoi lati un colore proprio); i principali protagonisti siamo noi e i nostri daimon.
Quindi nelle persone che non sono coscienti dell'esistenza del daimon, sebbene esso continui ad operare inconsciamente, lo stesso è cosciente di esistere? Lotta per venire fuori? Per farsi conoscere? A voi!
Se qualcuno ha letto "Il visconte dimezzato" di Italo Calvino probabilmente troverà più semplice comprendere questa mia domanda:
Il Daimon è autocosciente della propria esistenza quando noi non lo siamo?
Mi spiego, tutti i nostri "lati" possono essere considerati individui a sé stanti, sebbene non possano esistere privi delle loro controparti (la mente umana è come un prisma con un miliardo di sfaccettature, ognuna di colore diverso - è il prisma nel suo complesso a conferire ad uno dei suoi lati un colore proprio); i principali protagonisti siamo noi e i nostri daimon.
Quindi nelle persone che non sono coscienti dell'esistenza del daimon, sebbene esso continui ad operare inconsciamente, lo stesso è cosciente di esistere? Lotta per venire fuori? Per farsi conoscere? A voi!
- Bird
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Re: Autocoscienza del Daimon
Io credo che dipenda da persona a persona. Come ho già detto più volte, parlo con luii da sempre. Solo che credevo di star parlando da sola, perché non conoscevo il concetto di daimon, e credevo di essere pazza perché ero l'unica. Auryn non ha mai ''lottato'' per venire fuori. Semplicemente un giorno abbiamp iniziato a parlare. E tuttora la cosa è molto naturale. Non c'é mai stato alcuno sforzo da parte mia o sua per iniziare una conversazione. Invece, dalle esperienze che leggo qui, mi sembra che trovare il proprio daimon, per chi é alle prime armi, sia molto difficile. E allora mi chiedo: cos'é che rende le mie comunicazioni così naturali? È l'abitudine? Io credo che i daimon non si diano troppo da fare,nel senso che aspettano che l'uomo li vada a cercare. Ma nel contempo, credo siano coscienti, perché mandano indizi all'uomo della loro esistenza, con impulsi, sensazioni e ricordi.
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- Cassandra e Sibilin
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Re: Autocoscienza del Daimon
Anche io sono d'accordo con Shi. Parlavo con Sibilin senza darle un nome, da che ho memoria. Ho un fantastico ricordo della mia infanzia, in cui parlavo con i miei amici di questo, e loro mi confermavano che spesso lo facevano anche loro.
Allora, a questo punto, bisogna pensare che siamo noi che blocchiamo il daimon, così come blocchiamo parecchie situazioni psichiche. Con la fantasia dell'infanzia è facile parlare anche con le pietre, poi cominciamo a mettere barriere...
Citando non mi ricordo cosa, credi che il sole non esista quando non è ancora sorto?
Allora, a questo punto, bisogna pensare che siamo noi che blocchiamo il daimon, così come blocchiamo parecchie situazioni psichiche. Con la fantasia dell'infanzia è facile parlare anche con le pietre, poi cominciamo a mettere barriere...
Citando non mi ricordo cosa, credi che il sole non esista quando non è ancora sorto?
I'll shake the ground with all my might
I will pull my whole heart up to the surface
For the innocent, for the vulnerable
I'll show up on the front lines with a purpose
And I'll give all I have, I'll give my blood, I'll give my sweat-
An ocean of tears will spill for what is broken
I'm shattered porcelain, glued back together again
Invincible like I've never been
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- Riccardo
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Re: Autocoscienza del Daimon
Credo che tutti, parlando sinceramente tra sé e sé, senza cioè costruirsi le risposte, abbiano parlato col proprio daimon.
Quello che mi chiedo è se i daimon, prima che la nostra mente venga a sapere della loro esistenza, siano coscienti di esistere. Nella gente comune, ad esempio, che possiede inconsapevolmente un daimon, questo è cosciente di esistere? Forse no, forse finché non si dà un'identità a questo essere (perché esiste) la sua è una condizione di "dormiveglia" per così dire, dove agisce privo della consapevolezza di esserci e di essere una parte ben distinta di noi.
Ad esempio, io ho avuto grandi difficoltà nell'isolare il mio Daimon perché credo che fino a che non si diviene consapevoli assume la forma di polvere sparsa sul fondo che è il nostro subconscio. Non riusciamo a vedere questo inconscio, e la polvere fusa in esso, immersa è fuori fuoco per così dire.
Una volta che siamo riusciti a identificare la sua esistenza, coscienti o no del concetto di Daimon (per esempio tu hai detto che ci parlavi prima ancora di sapere cosa fosse il Daimon) quella sorta di pulviscolo si raccoglie e assume una forma.
Ovviamente la mia è solo una metafora per poter spiegare come si comporta la nostra psiche, non riuscirei a spiegarla meglio altrimenti.
Quello che mi chiedo è se i daimon, prima che la nostra mente venga a sapere della loro esistenza, siano coscienti di esistere. Nella gente comune, ad esempio, che possiede inconsapevolmente un daimon, questo è cosciente di esistere? Forse no, forse finché non si dà un'identità a questo essere (perché esiste) la sua è una condizione di "dormiveglia" per così dire, dove agisce privo della consapevolezza di esserci e di essere una parte ben distinta di noi.
Ad esempio, io ho avuto grandi difficoltà nell'isolare il mio Daimon perché credo che fino a che non si diviene consapevoli assume la forma di polvere sparsa sul fondo che è il nostro subconscio. Non riusciamo a vedere questo inconscio, e la polvere fusa in esso, immersa è fuori fuoco per così dire.
Una volta che siamo riusciti a identificare la sua esistenza, coscienti o no del concetto di Daimon (per esempio tu hai detto che ci parlavi prima ancora di sapere cosa fosse il Daimon) quella sorta di pulviscolo si raccoglie e assume una forma.
Ovviamente la mia è solo una metafora per poter spiegare come si comporta la nostra psiche, non riuscirei a spiegarla meglio altrimenti.
- Cassandra e Sibilin
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Re: Autocoscienza del Daimon
beh, il nostro sistema psichico agisce che tu gli dia un nome o meno: quello che cambia è l'essere inquadrati in un nome, l'agire con più ordine.
Finchè non ce ne accorgiamo, è difficile "controllare" (lo metto tra virgolette) coscientemente una parte della psiche che agisce, che noi lo vogliamo o no.
Diciamo che, al momento del contatto, la facciamo diventare più forte. Impariamo a guardarci dentro, ad osservare per bene, e lentamente questo ci aiuta a far emergere parti di noi, i nostri punti di forza e debolezza in maniera più chiara.
Questa è la forza del Daimonismo.
Finchè non ce ne accorgiamo, è difficile "controllare" (lo metto tra virgolette) coscientemente una parte della psiche che agisce, che noi lo vogliamo o no.
Diciamo che, al momento del contatto, la facciamo diventare più forte. Impariamo a guardarci dentro, ad osservare per bene, e lentamente questo ci aiuta a far emergere parti di noi, i nostri punti di forza e debolezza in maniera più chiara.
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Re: Autocoscienza del Daimon
Sì ma, credetemi, la domanda è più semplice:
il Daimon di una persona, finché non viene identificato dalla stessa, sa di esistere?
Io propenderei per un no, per le stesse ragioni che hai scritto tu @Akita
Finché non viene riconosciuto, luii/leii opera immerso nell'inconscio, privo della consapevolezza di esistere. Quando invece lo identifichiamo, emerge dall'inconscio e assume l'identità distinta.
il Daimon di una persona, finché non viene identificato dalla stessa, sa di esistere?
Io propenderei per un no, per le stesse ragioni che hai scritto tu @Akita
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Re: Autocoscienza del Daimon
La risposta alla tua domanda dipende da una questione preliminare su come intendere e definire il daimon.
1) Se il daimon è un'istanza psichica semicosciente, capace di spingersi oltre la trama logica asettica dei ragionamenti, cogliendo sensazioni, pulsioni e propensioni altrimenti inavvertite, sono portato a dire questo, che, abbiamo o non abbiamo noi contezza del daimon, eglii avrà comunque sentore degli stimoli psichici parzialmente sommersi sotto il livello della coscienza e cercherà di farli affiorare compiutamente, benché la mancanza di dialogo introspettivo non lo agevoli in quest'opera.
2) Se il daimon è un traghettatore tra gli strati della psiche (ossia, fuor di metafora, non un ente ma un processo di interpretazione psichica), allora non credo che possa avere contezza di sé finché non interagisce col "mittente"/"destinatario" dei "pacchi psichici", cioè con l'uomo che se ne serve per esplorare le profondità del proprio assetto mentale, in cerca del rimosso.
3) Se il daimon è un'anima spirituale, usciamo dal campo della filosofia/psicologia per entrare in quello, dogmatico, arbitrario e non riscontrabile, della religione, ciascuna avente il proprio edificio dottrinale e la propria teologia.
Ancora una volta, scontiamo gli effetti della penuria di specialisti in neurologia e psicologia.
1) Se il daimon è un'istanza psichica semicosciente, capace di spingersi oltre la trama logica asettica dei ragionamenti, cogliendo sensazioni, pulsioni e propensioni altrimenti inavvertite, sono portato a dire questo, che, abbiamo o non abbiamo noi contezza del daimon, eglii avrà comunque sentore degli stimoli psichici parzialmente sommersi sotto il livello della coscienza e cercherà di farli affiorare compiutamente, benché la mancanza di dialogo introspettivo non lo agevoli in quest'opera.
2) Se il daimon è un traghettatore tra gli strati della psiche (ossia, fuor di metafora, non un ente ma un processo di interpretazione psichica), allora non credo che possa avere contezza di sé finché non interagisce col "mittente"/"destinatario" dei "pacchi psichici", cioè con l'uomo che se ne serve per esplorare le profondità del proprio assetto mentale, in cerca del rimosso.
3) Se il daimon è un'anima spirituale, usciamo dal campo della filosofia/psicologia per entrare in quello, dogmatico, arbitrario e non riscontrabile, della religione, ciascuna avente il proprio edificio dottrinale e la propria teologia.
Ancora una volta, scontiamo gli effetti della penuria di specialisti in neurologia e psicologia.
Daimon uniuscuiusque humanitatis caput et fundamentum est semperque esto!
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Re: Autocoscienza del Daimon
Allora probabilmente son portato a considerarlo come "traghettatore" tra gli stati psichici.