Lì, dove batte il cuore [FF]

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Mizu

Lì, dove batte il cuore [FF]

Messaggio da Mizu » sab 15/dic/2007 19:10:00

Leggere qui prima della fanfiction: è una fic che tratta di amore omosessuale. Non vi sono scene spinte perchè non sono psicologicamente in grado di scriverle ò_o ma se questo tipo di racconto vi turba o offende non leggete. Detto questo, ecco la fic. Spero che vi piaccia. Ah, commenti e critiche costruttive sono graditi XD. Se qualcuno è interessato ad altre mie storie, QUESTO è il mio profilo su EFP.

Lì, dove batte il cuore [Kingdom Hearts Fanfic]


La testa appoggiata al petto di Xemnas, Saix spalancò gli occhi nel cuore della notte. Sul suo volto, quasi sempre impassibile, era dipinta una bizzarra espressione, misto tra lo stupito e lo spaventato. Cos'era quel rumore? Gli era stranamente familiare... ritmico, ovattato, ma forte, forte tanto da far male alla testa. Saix si sistemò più vicino a Xemnas, accoccolandosi contro di egli e strizzando gli occhi, come se in tal modo potesse attutire quel suono martellante.

Basta! Basta! Basta! Doveva smettere!

Xemnas... quel ritmo. Il membro Numero VII capì. Il battito del cuore di Xemnas. Cuore? Xemnas? La connessione fra i due termini non poteva funzionare. Cuore - Xemnas. Xemnas - cuore. No, decisamente no.

Doveva andarsene. Non sapeva perchè Xemnas in quel momento avesse un cuore nel petto ma era certo di una cosa: se fosse rimasto lì ad ascoltare il pulsare di quel muscolo lo avrebbe strappato dal cuore del suo amante, pur di farlo tacere. E ne era capace, oh se ne era capace.

Silenziosamente uscì dalla camera del Superiore e con passo altrattanto felpato entrò in quella del Numero II, Xigbar. Si vergognava di quello che stava per fare, ma avvicinò comunque il volto al petto del Tiratore Libero, appoggiando l'orecchio su un punto ben preciso.
Dovette piantarsi le unghie nelle mani con tanta forza da sanguinare, per reprimere l'istinto di affondarle invece nel... cuore del Numero II.

Per altre nove volte la scena si ripetè, pressochè identica.

'Persino Marluxia... persino quel bastardo ha un cuore...'

Mancava solo il piccoletto, Roxas. Saix fece il suo ingresso nella stanza con passo felino e si avvicinò al letto, ma era vuoto. Faticò a reprimere un urlo di frustrazione.

'Ma si,' pensava, 'non importa. Tanto... servirebbe solo ad infierire nuovamente e a farmi innervosire ancora di più. Solo non capisco perchè...'

"Cosa ci fai qui?" era Roxas.
"Perchè non eri nel tuo letto?"
"Non è mica illegale."
"Torna a dormire."
"Non mi hai risposto."
"Non sono affari tuoi."
"E' camera mia."
"Basta! Torna a dormire!"

Stupido ragazzino irritante. Odiava ammetterlo a sè stesso, ma doveva, VOLEVA, ascoltare alnche il suo cuore, questione di principio. E di qualcos'altro. Allora aspettò, aspettò e aspettò ancora, in piedi nel corridoio, finchè non fu sicuro che il Numero XIII non si fosse addormentato, quindi aprì piano la porta e tornò nella stanza. Il respiro di Roxas era regolare.
Piano, Saix si avvicinò a quell'ultimo petto, così piccolo in confronto agli altri, così delicato.

Maledizione. Maledizione. Anche il ragazzetto. Basta.

Saix si distese sul pavimento freddo, lo sguardo al soffitto e si mise una mano sul petto, nel punto che ormai conosceva. Nulla. Silenzio. Tutto perfettamente immobile. Erano lacrime quelle che gli stavano scendendo sulle guance? Si addormentò.

Si svegliò di nuovo, poco dopo. Roxas aveva la testa appoggiata al suo petto, nello stesso modo in cui lui era appoggiato a Xemnas prima, forse stava ascoltando il suo cuore. 'Magari nemmeno dormiva, prima' pensò il Numero VII 'faceva solo finta.'. Senza pensarci abbracciò il castano che, stranamente, non tentò di divincolarsi. Non si erano quasi mai parlati prima.

"Perchè io no... ?"
"Non lo so."

Saix strinse ancora a sè Roxas, sistemandolo in modo da poterlo guardare negli occhi. Il più giovane liberò una mano dalla salda stretta e, col sottile indice, iniziò a percorrere la cicatrice a X che solcava il volto del Nessuno a fianco a lui; prima da una parte, poi dall'altra, dall'alto in basso, avanti e indietro, per più e più volte. In condizioni normali Saix avrebbe staccato la testa a morsi a chi avesse anche solo ardito avvicinarsi al suo volto, ma quella non era una situazione normale. Per nulla.
Roxas smise, era il momento di scambiarsi i ruoli. L'azzurro gli seguì con le dita il profilo del volto infantile, la curva del naso, gli occhi, il contorno delle labbra, poi scese, solleticandolo, lungo la gola fino al cuore. Sentire il battito attraverso la pelle del ragazzino gli procurò un'ondata di rabbia e trasalì al gemito di dolore di questo: senza accorgersene gli aveva piantato le unghie nella carne.

"Scusa... non l'ho fatto apposta..."
"Lo so." rispose il castano sorridendo. "Lo so" ripetè, dandogli poi tranquillamente un bacetto sul naso.
"Cosa fai, Numero XIII?" Saix era stupito e anche un po' irritato, cercò pertanto di darsi un tono autoritario.
"Io... io..." non capiva dove potesse aver sbagliato. Deluso, cercò di divincolarsi dalla presa.
"Perchè l'hai fatto, Numero XIII?"
"Io... scusa."
"Non ti ho chiesto di scusarti, ti ho chiesto perchè l'hai fatto."
"Io volevo... volevo che... che anche tu avessi... avessi un... un cuore. Forse... forse se ti senti amato... amato... avrebbe cominciato a battere anche... anche per te."
"Per pietà? L'hai fatto per pietà... Roxas?" era la prima volta che lo chiamava per nome "Non lo sai che io e Xemnas...?"
"Si, si lo so! Lo so! Ma... giuro che non l'ho fatto per pietà! Lo so che odi la compassione!"
"Ah, e come lo sai?"
"Ah... ehm... io... io so... so tutto, o quasi, di te..."
"E come fai a sapere tutte queste cose?"
"Io... io... io ti conosco. Ma... insomma, b-basta parlare di me! E' che..."

Non fece in tempo a finire la frase, perchè le labbra di Saix erano posate sulle sue in un casto bacio. Poi, dopo quel breve contatto, l'azzurro si staccò.

"Potresti avere ragione..."

Lo baciò di nuovo.


Non era come il primo, così innocente, così puro, era passionale ed esperto. Saix non si aspettava questo cambiamento, dopotutto Roxas era solo un ragazzino, che genere di esperienze poteva aver avuto? Due forti braccia lo stringevano... un momento! Non era lui ad abbracciare Roxas? E comunque quegli arti erano troppo grossi e muscolosi per appartenere a un adolescente. Un mugolio soddisfatto fin troppo familiare gli fece spalancare lo sguardo, per un attimo il bianco lo accecò.

Non era su un pavimento ghiacciato, era in un letto. Non era nella stanza numero XIII, era nella I. Non stava abbracciando, era abbracciato. La persona accanto a lui non era Roxas, era Xemnas.

'E' stato solo un sogno... uno stupido sogno.'

Per trovare un inutile conferma posò la testa sul petto di Xemnas per sentire il solito, rassicurante, silenzio.

"Io devo andare Saix... tieni d'occhio gli altri membri, sopratutto Marluxia. E fai attenzione al ragazzino, è di vitale importanza per noi. Ti amo."

Il Numero VII non rispose, ma Xemnas ci era ormai abituato, così sparì, lasciandolo solo.

Chissà se Roxas dormiva ancora? Corse nella stanza del Numero XIII quasi senza pensarci. Si, stava ancora dormendo. Saix avvicinò il viso al petto del ragazzo e ci si premette contro, felice di non udire alcun suono. Quando staccò l'orecchio vide due piccoli segni sul pigiama e sulla pelle sottostante, simili ad unghiate, proprio lì dove batte il cuore.


All'inizio ne ero soddisfatta, ma ora comincia a piacermi sempre meno @_@

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