Manco riletto, siate clementi xD
"Salta" disse tendendogli la mano.
Daniel la guardò con occhi sgranati: "ma sei fuori? Saranno 100 metri almeno! Ci ammazziamo!"
Il latrato dei cani si faceva più vicino. Poteva sentire distintamente le urla concitate dei loro padroni. Li avrebbero scovati, e poi li avrebbero uccisi. Di questo era sicura.
"Daniel fidati di me, salta!" Lo supplicò. "Alex ma..."
"DANIEL!"
Il ragazzo la guardò negli occhi, poi di volto in direzione dei loro inseguitori. Borbottò un'imprecazione, la baciò con impeto e poi le afferrò la mano deciso.
Guardarono oltre il baratro: cento metri sotto di loro scorreva un fiumiciattolo, troppo piccolo per garantire loro qualche possibilità di sopravvivenza.
"Al diavolo" disse Alex.
Corsero insieme, mano nella mano, verso lo strapiombo.
Ogni passo li portava più vicini al ciglio del baratro.
Poi un'ultima spinta, forte, e si lanciarono nel vuoto.
Daniel prese a urlare e a stringere la mano di Alex fino a farle male, ma lei non lo sentì. Aprì gli occhi e vide Argo scendere in picchiata accanto a lei, le grandi ali nere spiegate e gli occhi color miele fissi verso il fiume.
"Moriremo, vero?" Chiese Alex al suo compagno di mente
"Si bimba, moriremo. Moriremo da eroi"
"Ho sempre sperato di morire da eroe"
"Allora perfetto, no?"
"Già. Argo?"
"Si?"
"Io..." No, inutile. Non sapeva come esprimere quello che provava. Era inutile persino provarci.
"Lo so, anche io scema"
Daniel continuava a urlare. Quel baratro era lungo un'eternità.
"Hey bimba, stai volando" le fece notare Argo.
Alex sorrise. Era vero. Il suo più grande sogno alla fine si era realizzato. Stava volando, con Argo accanto. Ora rimaneva un'ultimo desiderio da realizzare.
"Pronta?"
"Pronta."
"Adesso"
Alex obbedì all'ordine del suo daimon: strinse forte la mano di Daniel e lo tirò a se, poi lo abbracciò girando su se stessa e frapponendosi tra lui e il fiume. Lo strinse forte. "Ti amo" gli disse a mezza voce, giusto quello che serviva per farsi sentire. Daniel era immobile tra le sue braccia, non urlava più.
La sensazione di bagnato sulla schiena, un dolore lancinante in tutto il corpo, un grido disperato che somigliava molto al suo nome, Argo che spariva lentamente dalla sua vista. Poi più nulla.
