Cronache degli Shanti - I Doni dei Draghi

Avatar utente
Bec *bory*
Daemian
Messaggi: 1154
Iscritto il: sab 26/gen/2008 14:57:00
Età: 27
Contatta:

Messaggio da Bec *bory* » mer 19/mar/2008 15:07:00

Sì, certo...

Avatar utente
Saphiry e Deianira
Daemian
Messaggi: 5082
Iscritto il: lun 13/nov/2006 18:42:00
GPC: 15 nov 2006
Forma: Duck toller
Località: Un po' qui, un po' là
Età: 30

Messaggio da Saphiry e Deianira » mer 19/mar/2008 19:04:00

Augh,sei andto avantissimo in soli 2 giorni!! >.< Magari fossi anche io così coerente XD....
Comunque,bellissima storia,mi piace molto questo stile fantasy!! Forse perchè oggi una mia compagna m'ha pettinata alla Legolas... -.-"...
7w6, ESTP, Gryffindor, Chaotic Good, Outsider

We're just a step from fearless,
reach out for me, my dearest.
Don't you cry,
you don't know, you're almost near it


1w9, INTJ, Raverin, Neutral Good, A Good Dog
Mostra

tasso85

Messaggio da tasso85 » gio 10/apr/2008 12:17:00

Finalmente, finiti gli esami del passato trimestre, ho la possibilità di continuare il mio racconto... eccovi quindi il nuovo capitolo

-----------------------------------------------------------------------------------------------------

I soli stavano ormai tramontando quando Elyran terminò di narrare la storia della sua vita al giovane Arthur. Questi lo guardava confuso, non sapeva cosa pensare, dentro di sè era dilaniato dall'orrore per ciò che gli aveva sentito narrare, e dal rispetto per ciò che quello Shanti aveva fatto per lui negli ultimi giorni. Facendosi coraggio, gli chiese:
"Poi, cosa accadde?"
"Ho continuato a viaggiare." rispose Elyran, "Con un nuovo scopo nella mia vita: mettere il mio potere al servizio di coloro che ne avessero bisogno, per difendere i deboli, gli oppressi, le persone in difficoltà. Ma anche così, la morte mi segue da vicino, mia fedele compagna, come hai potuto vedere oggi stesso: spesso, per salvare una persona, un'altra deve morire. Ed io sono stanco di tutta questa morte che porto con me, stanco di dover decidere chi vive e chi muore... Ma che persona sarei, se lasciassi le cose come sono, senza fare niente per migliorarle? Io ho il potere di cambiare le cose, ed ho quindi il dovere di usarlo."
"Ma come hai fatto ad andare avanti? Io credo che al posto tuo mi sarei semplicemente arreso, invocando la morte."
"All'inizio l'ho cercata, l'ho attesa, ma non è arrivata. Allora ho capito che era inutile continuare a versare lacrime amare su qualcosa cui non potevo porre rimedio, mentre tanti torti attendevano di essere in qualche modo raddrizzati. E nel corso del mio viaggio, ho trovato degli amici. Amici, capisci! Persone che, pur conoscendo la mia storia, perchè io stesso l'ho raccontata loro, hanno deciso di accettarmi per quello che sono, non per ciò che sono stato. E grazie a loro, ho ritrovato la gioia di vivere, che credevo perduta per sempre; insieme, ci siamo imbarcati in molte avventure, a volte anche molto rischiose, ma noi agivamo per il bene di tutti, o così credevamo. Purtroppo..."
"Cosa? Cosa accadde?"
"Il tempo sembra scorrere per tutti meno che per noi Shanti. Molti di loro ormai sono morti, alcuni di vecchiaia, altri in maniera meno pacifica. Ed io li ricordo tutti, conservo i loro ricordi che sono ciò di più prezioso che possiedo, senza i quali, cederei. Ma capii il mio destino quando conobbi un guerriero elfo di nome Larin: quando ci incontrammo la prima volta, lui era molto giovane, aveva meno di un secolo di vita; abbiamo vissuto molte avventure insieme, vagabondando per il mondo, finchè lui divenne troppo vecchio per continuare a viaggiare con me. E' morto circa trenta anni fa, all'età di settecento quarantacinque anni. Ed in tutto questo tempo, io praticamente non ero invecchiato, se non l'equivalente di pochi anni. E' la mia maledizione: sono destinato a vedere morire tutti coloro che amo, e qualora divenissi mai padre, persino i miei figli potrei dover veder invecchiare e morire, senza che io possa fare niente..." rispose mestamente Elyran
"Mi dispiace." disse Arthur, rimasto senza parole, sentendo dentro di sè una minima parte del dolore provato dallo stregone, poichè anche lui aveva perduto persone care, "Cosa farai ora?" aggiunse
"Continuerò il mio viaggio. Ma prima, se lo vorrai, ti riaccompagnerò al tuo villaggio, e forse potrei aiutarti a ritrovare tua sorella."
"Davvero faresti questo per me? Dopo tutti i guai che ti ho causato?" chiese Arthur, stupito dalla proposta dello stregone
"Lo farei, sì, e volentieri." rispose semplicemente Elyran
"Io... ti ringrazio, Elyran. Come potrò mai sdebitarmi? Per quanto le mie parole possano valere poco, ci tengo a dirti, ora che so la tua storia, che sono felice, ed onorato, di averti conosciuto, Elyran Syan! E ti considero un amico." disse Arthur, enfatizzando il nome dello stregone, di colui che gli aveva salvato la vita, e che nulla aveva chiesto in cambio
"Le tue parole valgono per me più di ogni altra cosa!" esclamò Elyran, sorpreso dalle parole del giovane, e felice, così felice da non poter evitare che un sorriso si mostrasse sulle sue labbra normalmente piegate dal dolore, "Non c'è nulla che tu debba fare per sdebitarti con me, poichè non ti ritengo affatto in debito. Ma ho una proposta per te, che ti farò a tempo debito, dopo che saremo ritornati al tuo villaggio, e saremo riusciti a rintracciare tua sorella. Ormai è tardi, scende la notte, è meglio se ci fermiamo qui." aggiunse, iniziando a preparare il campo per la notte, accendendo un piccolo fuoco, e tirando fuori dallo zaino del pane morbido e delle sottili strisce di carne secca.
"Non sarà molto, ma questo è tutto ciò che posso offrirti per cena. Purtroppo, è tardi per andare a caccia ora, quindi dovremo accontentarci." disse Elyran, terminati i preparativi. Arthur accettò la carne con un cenno del capo, anche se non andava pazzo per la carne secca, si costrinse a mangiarla, in quanto ne aveva bisogno se la mattina seguente doveva affrontare la lunga camminata fino a casa.
Dopo aver mangiato pane e carne, e bevuto un po' d'acqua dalla loro borraccia, si sdraiarono insieme sull'erba, vicino al fuoco, che li proteggeva dal calore della notte. Nessuno dei due rimase di guardia, in quanto sapevano di essere al sicuro, lì, nella foresta degli elfi.

Il mattino dopo, si svegliarono entrambi al sorgere del primo sole. Dopo aver raccolto le loro cose, si avviarono verso il villaggio di Arthur, senza parlare, risparmiando il fiato per la lunga camminata che li attendeva.
A mezzogiorno si fermarono all'ombra di alcuni alberi per fare un rapido pasto mentre riposavano le gambe stanche, ed Arthur ne approfittò per porre una domanda che gli bruciava sulla lingua dall'inizio di quella giornata
"Senti, Elyran, ma non potresti usare la tua magia per riportarci al villaggio?"
"No, Arthur, la mia magia non mi consente di fare ciò: è necessario il potere congiunto di molti maghi per aprire una via veloce tra due luoghi, ed è anche una pratica pericolosa. Per quanto io possa essere più forte di un mago comune, non ho la forza necessaria a comandare il tempo e lo spazio, ed aprire un portale che ci conduca immediatamente al tuo villaggio." rispose Elyran
Ripresero quindi il viaggio, camminando in silenzio per altre quattro ore, ed infine, giunsero al villaggio di Arthur, che si trovava alle pendici del monte Ardur, nelle viscere del quale si nasconde l'omonima roccaforte dei nani, a poca distanza dal fiume Rahorn. Il villaggio era composto da una ventina di casupole in legno con il tetto di paglia, semplici ma accoglienti, circondate da campi coltivati ove si trovavano frutteti e grano, ed era pieno di vita: era giorno di mercato, i bambini giocavano tra le bancarelle dei mercanti, mentre le madri ed i padri erano intenti a contrattare i prezzi delle merci, che si trattasse di carne, abiti e tessuti, o articoli di bigiotteria.
Vedendo tutta quella attività, Arthur lanciò un'occhiata al cielo, dove un singolo sole brillava ancora alto sull'orizzonte occidentale, e disse
"Ero convinto che sarebbe stato domani il Giorno dei Soli, e quindi il mercato."
"Forse, tutta quell'eccitazione nella foresta ti ha fatto perdere un giorno." rispose sorridendo Elyran
Dopo la scissione dei soli causata dall'incantesimo di Lothasar, i due soli che si erano venuti a creare seguivano un moto particolare nel cielo, tale per cui ogni dieci giorni normali vi era un giorno senza notte, in quanto al calare del primo sole subito sorgeva il secondo, in maniera tale da avere quasi trentasei ore di luce consecutive, e normalmente, nelle città e nei villaggi, questo era un giorno di festa e di riposo, di sospensione del lavoro, e, appunto, di mercato.
Mentre entravano nel villaggio, Arthur udì la voce di suo padre che lo chiamava
"Arthur, figli mio, sei tornato! Cominciavo a temere che non ti avrei più rivisto." disse il padre, avvicinandosi ad abbracciare il figlio, il volto luminoso di gioia
"Sono tornato padre, ma solo grazie all'aiuto di un amico." disse Arthur, "Permettimi di presentarti Elyran Syan, lo Shanti cui devo la vita." aggiunse, indicando lo stregone dalle rosse vesti
Il padre di Arthur si volse verso Elyran, osservandolo come se lo vedesse in quel momento per la prima volta, e dopo averne visto gli occhi a specchio, si profuse in un inchino, dicendo
"Ti ringrazio, mio signore, per avermi riportato mio figlio sano e salvo. Benvenuto nel nostro piccolo villaggio di Dragonbane, che prende il nome dal mio antenato che lo fondò duecento anni fa. La mia casa è la tua casa, ed io sono Jonathan, il capo di questo piccolo villaggio."
"E' un piacere per me conoscere il padre di questo valoroso ragazzo. Ed è un piacere conoscere i discendenti di Arthur Dragonbane, che ebbi l'onore di incontrare tempo fa, quando ancora non si era ritirato dalla carriera di avventuriero; mai nome fu più meritato. Ma non chiamarmi 'signore', poichè io non sono il signore di nessuno, chiamami semplicemente Elyran." rispose lo Shanti, restituendo l'inchino
"Tu hai conosciuto Arthur Dragonbane? Non me lo avevi detto!" interloquì Arthur, sorpreso dalla rivelazione dello stregone
"Non me lo avevi chiesto, e non sapevo fosse un tuo parente, a dirla tutta. Ma sì, l'ho conosciuto di sfuggita, poco più di duecento anni fa. Un giovane guerriero, forte ed abile, mi ha molto impressionato. E questo spiega come tu possa avere quella spada che porti con te. Mi pareve infatti di ricordare di aver già visto quella lama in azione. Ma non è importante, ora." rispose Elyran, chiudendo momentaneamente la questione
"Cosa possiamo fare per te, Elyran?" chiese Jonathan
"Tuo figlio mi ha raccontato di ciò che è accaduto ai vostri compaesani che si sono avventurati nella foresta degli elfi, e mi dispiace molto dovervi riferire che non faranno ritorno." disse con aria triste, "Ma almeno ciò non si ripeterà, poichè lo Shanti che dominava sugli elfi è morto, e mi hanno incaricato di assicurarvi che fatti del genere non si ripeteranno mai più. Abbiamo inoltre scoperto che la sorella di Arthur, invece, è ancora viva, anche se non sappiamo dove si trovi. Per questo motivo, ti chiedo se mi puoi procurare un oggetto suo personale, qualcosa che usasse solo lei." aggiunse
"Vado subito a prenderti ciò di cui hai bisogno." rispose Jonathan, la speranza che gli illuminava il volto
Poco dopo che il padre di Arthur se ne fu andato verso la sua abitazione a prendere quanto richiesto dallo Shanti, alcuni bambini cominciarono ad avvicinarsi timidamente a lui, stupiti da quell'uomo con gli occhi a specchio che indossava una tunica così bella ed elegante. Il più grande di loro, che doveva avere non più di nove o dieci anni, si fece coraggio e si avvicinò chiedendo
"Scusi, signore, lei è uno stregone, vero? Ci mostrerebbe qualche magia?"
"Roger, ti sembrano cose da chiedere ad un ospite?" domandò Arthur al bambino, ma prima che potesse aggiungere altro, Elyran lo interruppe dicendo
"Nessun problema, Arthur. Allora, Roger cosa ti piacerebbe vedere?" chiese al bambino che, non aspettandosi di vedere esaudita la sua richiesta, rispose
"Umh... Non saprei..."
"D'accordo, facciamo così. Chi vuole vedere un po' di magia, venga con me!" disse Elyran, e subito tutti i bambini che si erano precendentemente avvicinati lo seguirono, insieme a quelli che erano rimasti lontani ad osservare. Elyran andò a sedersi su una roccia piatta che si trovava come un seggio nel centro del villaggio, e quando i bambini si furono avvicinati per vedere, lo spettacolo ebbe inizio.

Avatar utente
Fede e Pyrrheus
Daemian
Messaggi: 1107
Iscritto il: gio 24/gen/2008 21:14:00
Località: Milano.
Età: 29

Messaggio da Fede e Pyrrheus » gio 10/apr/2008 12:59:00

TASSO SCUSAMI!!! NON AVEVO MAI CONTINUATO A LEGGERE LA TUA STORIA MA MI RENDO CONTO ORA KE è BELLIXIMA :cry: :cry: :cry: !!!
For a long time I was afraid to be who I am, because I was taught by my parents there’s something wrong with someone like me.
Something offensive, something you would avoid - maybe even pity. Something that you would never love.
[...] I was afraid of this parade because I wanted so badly to be a part of it.
So today I’m marching for that part of me that was much too afraid to march. And for all the people who can’t march. The people living lives like I did. Today I march to remember that I’m not just a me. I’m also a we.
And we march with pride.

-- Nomi Marks [about Gay Pride], Sense8

tasso85

Messaggio da tasso85 » gio 10/apr/2008 13:04:00

le scuse non sono affatto dovute :D dai, può succedere di perdere una puntata di un racconto, fortunatamente qui sono tutte registrate, così uno in realtà non si perde niente...

e poi, non è che perchè io scrivo voi dovete PER FORZA leggerla... mica vi costringo :D

tasso85

Messaggio da tasso85 » ven 18/apr/2008 12:04:00

Seduto sulla roccia al centro del villaggio, Elyran osservò con piacere i bambini che si avvicinavano a lui senza timore, e notò che anche alcuni tra gli adulti avevano smesso di contrattare con i mercanti per voltarsi ad osservare. Quando i bambini si furono seduti attorno a lui, egli diede il via suo spettacolo.
Tenendo il braccio teso dinnanzi a sè, la mano chiusa a pugno, cominciò lentamente ad aprire la mano, il palmo rivolto verso l'alto, e sulla sua mano fluttuava una scintilla di pura luce bianca, che danzava lieve avanti e indietro, in alto ed in basso, pulsante come di vita, ed i bambini la osservarono con gli occhi spalancati, e quelli in prima fila allungarono le mani per toccarla, ma essa attraversava le loro mani come se non fosse altro che pura illusione.
La piccola scintilla di luce cominciò a danzare tutt'attorno al suo braccio, per poi lasciarlo volando in mezzo ai bambini, che ridendo tentavano di acchiapparla, senza successo, poi tornò da Elyran, che la prese tra le mani, nascondendola alla vista, e quando riaprì le mani, su di esse danzava un piccolo esserino, fatto di pure fiamme, alto non più di dieci centimetri. I bambini spalancarono meravigliati le bocche, nel vederlo, soprattutto perchè, pur essendo un essere di fuoco, non sembrava bruciare la mano dello stregone. Questi lo posò a terra, e la creatura iniziò un'intricata danza, fatta di passi ampi e lenti, quasi ipnotica, e mentre danzava, mutava la sua forma ed anche si moltiplicava, e ad ogni piroetta una nuova creatura spuntava dal nulla. I bambini si allontanarono lievemente, per paura di scottarsi, ma in effetti le fiamme di cui quegli esseri erano composti bruciavano senza scottare, e senza nemmeno produrre calore. Quando ve ne furono cinque sul terreno, inziarono a girare in tondo, per poi con un balzo fondersi in un'unica creatura, che mutò forma e divenne una fenice, che si alzò alta in volo, seguita dagli sguardi di tutti.
Quando fu ormai lontana, i bambini tornarono a focalizzare la loro attenzione su Elyran, che già aveva iniziato ad intessere un nuovo incantesimo, e saette brillavano tra le sue mani, e come rapidissimi serpenti si muovevano lungo le sue braccia ed il suo corpo per poi lanciarsi verso il cielo e, colpita una nuvola che si trovava praticamente sopra il villaggio, cadere giù sotto forma di una pioggia di luce, come neve che colga i bagliori del sole morente. E tutto ciò che da quella pioggia veniva toccato iniziava a risplendere, ed i bambini guardarono meravigliati le loro mani ed i loro vestiti, così luminosi in quella magica pioggia. Poi, Elyran si alzò e disse
"Ora, vi mostrerò una magia che solamente pochi tra i maghi di questo mondo sono in grado di compiere." e, detto questo, si alzò in piedi, mormorò una parola, e subito il suo corpo prese ad farsi indistinto, come un miraggio dovuto al troppo sole, e prese a mutare: le vesti sparirono, sostituite da candido pelo bianco e morbido, e quando la trasformazione fu completata, Elyran era divenuto una tigre bianca stupenda, anche più grande di quanto sia una tigre normale. I bambini si avvicinarono a lui, un po' intimoriti, ma irresistibilmente attratti dallo splendido animale che vedevano dinnanzi agli occhi, ed i più vicini ebbero persino il coraggio di toccarne la morbida pelliccia. Mentre Elyran passava in mezzo ai bambini, prese a cambiare forma continuamente, cane, lupo, gatto, ermellino, ed infine, orso bruno. E ad ogni trasformazione i bambini reagivano con un "Oooh!" di meraviglia.
Infine, Elyran riprese la sua forma, e tornò a sedersi. Sembrava affaticato, e disse ai bambini
"Per oggi basta così.", ed i bambini reagirono protestando vivacemente, ma alla fine si calmarono e tornarono dai rispettivi genitori.
Arthur si avvicinò, preoccupato, e chiese
"Tutto bene? Cosa è successo?"
"La metamorfosi richiede molta energia al mago che la pratica, e a quanto pare ho esagerato con le mutazioni." rispose Elyran, sorridendo nonostante la stanchezza, "Non mi ricordavo fosse così faticosa, però." concluse.
"Capisco. Bellissimo spettacolo, davvero. Hai portato una novità nel nostro piccolo villaggio, ed una volta tanto si tratta di una novità piacevole."
Non aveva ancora finito di pronunciare quelle parole, quando un uomo entro correndo nel villaggio gridando
"ALLARME! STANNO ARRIVANDO I CAVALIERI DEL TRAMONTO!" e detto questo, corse a rifugiarsi a casa propria
"I Cavalieri del Tramonto? Qui?" domandò Elyran, rivolto ad Arthur
"Purtroppo recentemente hanno iniziato a spingersi fino anche al nostro villaggio, e ad altri più lontani ancora. Sono insaziabili." rispose Arthur, con espressione preoccupata ma anche arrabbiata
"Beh, faremo in modo di fargli andare il boccone di traverso." disse Elyran, deciso, "Sei pronto a combattere per il tuo villaggio, se fosse necessario?" aggiunse
"Certamente! Andiamo." rispose il giovane, dirigendosi verso lo stregone ai margini del villaggio, nella direzione da cui era giunto l'uomo che aveva gridato l'allarme.

Avatar utente
ice95
Daemian
Messaggi: 502
Iscritto il: sab 05/apr/2008 21:12:00
Località: Forks (Magari xD)
Età: 29
Contatta:

Messaggio da ice95 » sab 19/apr/2008 17:57:00

xkè nn la fai diventare un libro?!
Magari diventa un best- seller! :D :P

tasso85

Messaggio da tasso85 » sab 19/apr/2008 21:43:00

eheh, grazie del complimento, ma no, non credo: primo, non ho la costanza di trasformare questa breve storiella (inventata sul momento) in un vero libro, secondo, non saprei davvero come fare, per approfondire una trama che nemmeno nella mia mente è chiara

sinceramente, io penso che se qui qualcuno ha delle chance, quella è saphiry.

Avatar utente
Saphiry e Deianira
Daemian
Messaggi: 5082
Iscritto il: lun 13/nov/2006 18:42:00
GPC: 15 nov 2006
Forma: Duck toller
Località: Un po' qui, un po' là
Età: 30

Messaggio da Saphiry e Deianira » sab 19/apr/2008 21:52:00

Gaaaaah! Questa storia mi lascia la suspence!! E' davvero fantastica!!! CLAP CLAP!

Uik! Grazie,Tasso,ma guarda che anche tu sei davvero molto,molto bravo!
7w6, ESTP, Gryffindor, Chaotic Good, Outsider

We're just a step from fearless,
reach out for me, my dearest.
Don't you cry,
you don't know, you're almost near it


1w9, INTJ, Raverin, Neutral Good, A Good Dog
Mostra

Claudio-Olyandra
Daemian
Messaggi: 4885
Iscritto il: dom 03/feb/2008 13:57:00
GPC: 02 gen 2008
Forma: Albatro urlatore
Località: Catania
Età: 35

Messaggio da Claudio-Olyandra » dom 20/apr/2008 02:08:00

Ma è mai possibile che un essere umano non abbia il tempo di leggere una storia? Sì, se egli ha nome Claudio e divora libri di diritto per ore intere.
Daimon uniuscuiusque humanitatis caput et fundamentum est semperque esto!

Rispondi