Cronache degli Shanti - I Doni dei Draghi

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Saphiry e Deianira
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Messaggio da Saphiry e Deianira » mar 06/mag/2008 20:06:00

:oops: :oops: :oops: :oops: :oops:
Graaaazie!!! A tutt'e due! ^_^
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Bec *bory*
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Messaggio da Bec *bory* » mar 06/mag/2008 20:06:00

Anche io! :D

tasso85

Messaggio da tasso85 » sab 24/mag/2008 13:59:00

Al tramonto erano pronti a partire.
Avevano passato il resto della giornata a riposarsi, ed ora che il Giorno dei Soli volgeva al termine, si dovevano preparare per la partenza. Elyran si svegliò, alzandosi dal letto che Jonathan aveva gentilmente messo a sua disposizione, ed entrando nella sala comune, vide che anche Arthur si era alzato, ed era pronto a partire.
Arthur salutò Elyran con un cenno del capo. Era teso, preoccupato, e non se la sentiva molto di parlare. Elyran gli chiese
"Sei pronto?"
ed Arthur gli rispose con un altro cenno del capo, le labbra serrate, e gli occhi lucidi.
Raccolsero i loro zaini, Arthur prese la spada, ed uscirono dalla casupola. Videro che i mercanti stavano iniziando a smontare i loro banchetti e a riporre le merci non vendute nel contenitori, pronti per proseguire il viaggio verso una nuova città. Nel regno viaggiavano molte carovane di mercanti come quella, nomadi che facevano tappa di volta in volta in una città od un villaggio diversi, portandovi le merci che avevano acquistato altrove da vendere, ed acquistando a loro volta nuove merci. Anche per loro era tempo di partire.
Jonathan era con i mercanti, stava chiacchierando con uno di loro, e si voltò quando loro si avvicinarono. Padre e figlio si abbracciarono nuovamente, e quando l'abbraccio si sciolse, Elyran tese la mano a Jonathan
"Ti ringrazio, Jonathan, per la tua ospitalità. Ora, dobbiamo andare. Ti prometto che faremo tutto il possibile per riportarti tua figlia sana e salva."
Jonathan strinse la mano che gli veniva offerta, e rispose dicendo
"No, Elyran, sono io che devo ringraziare te. Hai salvato il nostro villaggio. Comunque vada, siamo tutti in debito con te. Ma pregherò ogni giorno che voi abbiate successo. Buona fortuna."
Anche Jonathan aveva gli occhi lucidi, segno che stava cercando a tutti i costi di trattenere le lacrime. Un ultimo saluto, poi si avviarono verso ovest, verso il sole morente.

Camminarono per un paio d'ore, senza fretta e senza parlare, quando infine Arthur ruppe il silenzio e chiese
"Perchè andiamo ad Ardur, Elyran? Non dovremmo puntare direttamente a sud?"
"Andiamo là per due motivi. Il primo, è che là vive un mio amico che ha avuto la sfortuna di essere lui stesso prigioniero nei sotterranei di Everdusk, ed io spero che conservi abbastanza ricordi di quel posto per poterci aiutare. Il secondo, è che per quanto tu possa essere un valido guerriero, non puoi combattere protetto dai tuoi soli vestiti." rispose Elyran, lanciando un'occhiata eloquente ai semplici abiti indossati da Arthur, per poi aggiungere
"Hai mai usato un'armatura, prima d'ora?"
"Beh, mio padre possiede una vecchia cotta di maglia, che io usavo quando mi allenavo con la spada, ma non l'ho mai usata in combattimento. Effettivamente, prima di oggi non avevo mai combattuto."
Arthur annuì, poi proseguì con la sua spiegazione
"Come forse saprai, Ardur è la più grande delle città-stato naniche. E lì troveremo quello che è considerato il miglior fabbro di tutti i reami, mastro Regar Steelforge. I suoi lavori sono ritenuti i migliori in assoluto, da quasi duecento anni a questa parte."
"Ma io non possiedo certo denaro sufficiente per potermi permettere un tale acquisto!" disse Arthur, pensando alle poche monete d'argento che portava con sè. Elyran si lasciò sfuggire una risatina, prima di rispondere
"Non temere, Arthur. L'oro è l'ultimo dei nostri problemi."
"Non posso accettarlo, Elyran. Il mio debito con te è già troppo grande, senza che tu debba anche pagare un'armatura per me."
Ma Elyran lasciò cadere l'argomento, dicendo
"A questo penseremo quando saremo giunti là, d'accordo?", ed Arthur non potè far altro che annuire.
Il sole era ormai completamente calato, e le stelle scintillavano nel manto nero del cielo. Era una notte illune, e non v'era abbastanza luce a guidare i loro passi. Elyran fece un gesto con la mano, e due scintillanti globi luminosi apparvero ad illuminare il loro cammino. Uno seguiva lui, l'altro Arthur. Ancora qualche ora di cammino, e sarebbero giunti alla città di Ardur.

Ci volle più tempo del previsto, ed il sole stava oramai sorgendo quando infine videro, in distanza, i cancelli della città. Avevano camminato per tutta la durata della breve notte del Giorno dei Soli, ma non erano stanchi, avendo loro mantenuto un passo non troppo veloce.
Arrivati dinnanzi ai cancelli, furono fermati da due guardie, due nani dalla barba rossa, sulle cui armature splendenti era inciso il simbolo della città, il martello ed il fulmine. Una delle guardie disse loro
"Salute, viandanti. Prima di lasciarvi entrare in città, devo sapere i vostri nomi, e cosa vi porta qui tra noi."
Elyran, che conosceva la prassi, rispose sinceramente
"Il mio nome è Elyran Syan, e questi è il mio compagno di viaggio, Arthur Dragonbane. Siamo qui per affari con mastro Steelforge, e per far visita ad un vecchio amico."
la guardia annuì, prendendo mentalmente nota della loro risposta, prima di autorizzarli a passare dicendo
"Potete entrare."
Quando ebbero superato il cancello, Arthur gli chiese
"Sei sicuro sia stata una buona idea quella di dar loro i nostri veri nomi?"
ed Elyran gli rispose
"Non potevamo fare altrimenti. La città non è protetta solo dalle pareti della montagna che la contiene, ma anche da una potente magia. Se avessimo mentito, non saremmo potuti entrare."
"Eppure tu non gli hai detto il tuo vero nome." insistette Arthur, in tono di sfida. Elyran rise, e gli rispose
"Oh, invece sì, giovane amico mio. Il nome di Lothasar oramai non mi appartiene più. Me lo sono lasciato alle spalle, o almeno, ci provo. Quindi, a tutti gli effetti, io non ho mentito. Ecco perchè ci hanno lasciato passare."
Procedettero per le ampie vie della città sotterranea, illuminate da quelle che parevano sfere di pura luce appese alle pareti, piene di nani ed altre persone affaccendate, fino a giungere alla piazza centrale, in cui si trovava la statua di Ardur, il nano che oltre settecento anni prima aveva fondato la città, rappresentato in un atteggiamento di esultanza, la mano destra che stringeva un martello da guerra. Era un'immagine che suscitava timore, per la sua forza e potenza.
In quella piazza, inoltre, si trovavano tutte le più importanti botteghe della città, le più famose e costose, tra cui, ovviamente, quella di Regar Steelforge. Sembrava una bottega di fabbro come tante altre, con solo un'insegna a forma di incudine con un martello. Ma Elyran sapeva che lì lavorava il fabbro più famoso di tutto il regno.
Si avviarono verso la bottega, e vi entrarono. Dalla piazza, si accedeva ad un'ampia sala arredata con gusto, dove Regar accoglieva i clienti, per tenerli lontani dal frastuono delle fucine, dove lui ed i suoi apprendisti lavoravano incessantemente. Nella sala erano inoltre esposti moltissimi oggetti, armi od armature, pronte ad essere vendute, ovviamente al giusto prezzo.
Arthur si guardava attorno meravigliato. Non aveva mai visto delle armi così belle. Non sembravano nemmeno strumenti di morte, tanto erano aggraziate nelle linee e nelle forme. Anche Elyran era impressionato, ma non sembrava stesse vedendo qualcosa che soddisfacesse i suoi desideri.
Regar Steelforge entrò poco dopo da una porticina dietro il bancone. Era un vecchio nano, la fluente barba bianca gli arrivava fino alla vita, ma i suoi occhi brillavano ancora di vita e d'intelligenza; era anche alto rispetto agli standard nanici, ed il volto rugoso portava i segni di molte battaglie combattute, e vinte. Era inoltre molto sorpreso: nessuno Shanti aveva mai messo piede nella sua bottega, ma salutò cordialmente i nuovi clienti
"Salute a voi, mastro Shanti e giovane signore. Come posso servirvi?"
"Salute, mastro Steelforge." rispose Elyran, accennando un inchino, imitato da Arthur, per poi proseguire, "Sono qui per acquistare un'armatura per il ragazzo."
"Capisco..." disse il nano, per poi rivolgersi ad Arthur, "Avete già qualche idea di come questa armatura dovrebbe essere? Preferite qualcosa di leggero, che vi consenta di muovervi senza impaccio, o siete disposto a sacrificare un po' di mobilità in cambio di una protezione più efficace?"
Arthur non ebbe bisogno di riflettere molto sulla risposta
"Ecco... Io preferirei qualcosa di leggero. Non sono abituato a muovermi con un grande peso addosso."
"Allora, permettetemi di consigliarvi quella cotta di maglia che potete vedere alla vostra sinistra." disse il nano, indicando una scintillante cotta di maglia d'acciaio, in bella vista su un bancone laterale, per poi aggiungere, non senza una punta d'orgoglio, "E' stata realizzata dal mio migliore apprendista."
Elyran osservò l'armatura indicata dal nano. Era senza dubbio di ottima fattura, superiore anche a qualsiasi armatura un normale fabbro nano potrebbe offrire, ma per Arthur, voleva il meglio. Per cui, disse
"E' senza dubbio un ottimo pezzo. Ma noi vorremmo vedere qualcuna delle sue creazioni, mastro Steelforge, se possibile."
A queste parole, Arthur gli chiese sottovoce
"Ma perchè? E' un'ottima armatura quella che ci ha consigliato!"
"Lo è senza dubbio, migliore di molte armature io stesso abbia visto. Ma c'è anche di meglio." rispose a bassa voce Elyran.
Il vecchio nano stette un attimo a pensare, come a valutare se quello Shanti potesse effettivamente permettersi una delle sue opere. Poi, si decise a dire
"Ma certo, mastro Shanti. Prego, seguitemi, vi mostrerò la mia collezione privata.", ed indicò loro una porta laterale.
Varcata la porta, si trovarono in una nuova sala, simile alla precedente ma più piccola, e ciò che qui vi era esposto era di gran lunga migliore di quanto si trovasse nell'altra sala. Arthur era semplicemente sbalordito. Se gli oggetti che aveva appena visto gli erano sembrati magnifici, non trovava parole per descrivere ciò che aveva davanti ora. Il nano sorrise nel vedere lo sguardo di Arthur che vagava per gli oggetti esposti; di solito era proprio quello l'effetto che faceva alla gente vedere le sue opere migliori.
Anche Elyran osservava meravigliato tante stupende armi ed armature, finchè non notò qualcosa che lo lasciò senza fiato. In un angolo, quasi fosse dimenticata da tutti, stava una stupenda corazza a scaglie. Si trattava di un tipo di armatura normalmente più pesante di una semplice cotta di maglia, anche se offriva un grado di protezione notevolmente più elevato. Ma Elyran era sicuro che quell'armatura fosse leggerissima, era infatti costituita quasi interamente di Valyrian.
Si tratta di un metallo molto particolare, nonchè estremamente raro, dalle incredibili caratteristiche: pur essendo infatti molto più leggero del comune acciaio, era incredibilmente più resistente, e a parità di quantità, pesava meno della metà. Aveva inoltre una notevole affinità con la magia, che lo rendeva facilmente incantabile.
Infine, l'armatura che Elyran stava osservando aveva un'altra particolarità: le rifiniture erano tutte fatte in cristallo elfico, segno che quell'armatura era il prodotto della fatica congiunta di membri di due razze differenti, e non era pensata per un nano, sarebbe stata troppo grande da indossare. Insomma, un pezzo unico.
Il nano aveva notato che l'attenzione dello Shanti era stata catturata dalla magnificenza di quella corazza, e gli disse
"Vedo che qualcosa ha attirato la vostra attenzione, mastro Shanti. A onor del vero, devo dire che quella non è una mia opera, fu infatti realizzata da mio nonno quando ancora io non avevo la barba."
"Trovo incredibile che nessuno l'abbia ancora acquistata." disse Elyran, incredulo davanti ad un'opera di tale maestria.
"Il suo prezzo non è certo alla portata di tutti." rispose semplicemente il vecchio nano.
Elyran lanciò un'occhiata interrogativa ad Arthur, il quale capì e rispose
"Oh no, Elyran. Non potrei accettare un tale dono da parte tua!"
"Va bene. Allora consideriamolo un prestito: non ho intenzione di lasciarmi sfuggire l'occasione di acquistare una tale corazza. Diciamo che potrai usarla finchè ne avrai bisogno, poi quando torneremo infine al tuo villaggio, me la restituirai, d'accordo?"
Arthur non era molto convinto dalla proposta, ma annuì. Elyran chiese quindi al nano
"E' possibile farla provare al ragazzo?"
"Ma certamente. Avvicinati, giovane signore.", rispose il nano, ed intanto prelevò la corazza dal suo supporto. Con l'aiuto di Elyran, e le spiegazioni del nano, Arthur fu facilmente in grado di indossare quella magnifica armatura. Con sua somma meraviglia, sembrava fatta su misura per lui, la sentiva comoda come una seconda pelle, ed era leggerissima. Provò a muovere le braccia, a titolo di prova, e non avvertì alcun ostacolo al movimento.
"E' incantata." disse Elyran, spiegando che vi era stato posto sopra un incantesimo che la rendeva perfetta per colui che la indossava, e che probabilmente vi erano in essa altri incantamenti, di cui lui non era a conoscenza. Infine chiese al nano
"Molto bene, la prendiamo. Quanto chiedete per questa corazza?"
"Il suo prezzo è di centomila monete d'oro." rispose il nano, tranquillamente, aspettandosi una reazione incredula da entrambi.
In effetti, ad Arthur mancò il fiato a sentire un tale prezzo. In tutta la sua vita, non aveva mai visto più di dieci monete d'oro, che suo padre conservava per eventuali emergenze, che per fortuna non si erano mai verificate. Immaginare una simile quantità d'oro gli risultava impossibile.
Anche Elyran era rimasto molto colpito dalla richiesta del nano, ma non dubitava che l'armatura valesse il denaro richiesto. Posò a terra il suo zaino, e cominciò a rovistarvi dentro, cercando qualcosa. Alla fine, tirò fuori un sacchetto di cuoio, da cui però non proveniva il tintinnante suono di monete (sarebbe stato comunque troppo piccolo per contenere centomila monete d'oro), e lo diede al nano, dicendo
"Questo dovrebbe coprire il costo."
Il nano, incuriosito, aprì il sacchetto, lasciando scivolare una piccola parte del suo contenuto nel palmo della mano. Diamanti. Stupendi diamanti, dal colore bianco puro, ognuno all'incirca della stessa dimensione dell'unghia del suo pollice. Non aveva dubbi che fossero veri, li sapeva riconoscere, e nemmeno che bastassero a coprire il prezzo dell'armatura.
Anche Arthur non credeva ai suoi occhi. Sapeva che Elyran era un potente stregone, questo l'aveva visto, ma mai avrebbe pensato che fosse anche così ricco.
Il nano accettò il pagamento, porgendo la mano e dicendo semplicemente
"Affare fatto."
ed Elyran la strinse con vigore. Poi, aiutò Arthur a togliersi la corazza, che venne riposta nello zaino di Elyran, avvolta in un panno nero. Infine, salutò il nano dicendogli
"Arrivederci, mastro Steelforge. E' stato un piacere fare affari con voi."
"Arrivederci, mastro Shanti e giovane signore. Possa la stella della fortuna risplendere sul vostro cammino." rispose cordialmente il nano.
Si scambiarono un inchino, poi uscirono dalla bottega.

Arthur non trovava le parole per esprimere ciò che gli passava per la testa, ma trovò ugualmente il modo di domandargli
"Accidenti, Elyran... Non trovi sia stato un acquisto un po' avventato? Voglio dire, centomila monete d'oro... Persino un re farebbe fatica a permettersi un simile tesoro."
"Probabilmente è vero, Arthur, mi sono lasciato prendere un poco dall'entusiasmo. Ma questa armatura vale ogni singolo diamante che gli ho dato. Vieni ora, dobbiamo far visita al vecchio amico di cui ti parlavo."
E con queste parole, si incamminarono nuovamente per le vie della città sotterranea.

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Fede e Pyrrheus
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Messaggio da Fede e Pyrrheus » dom 25/mag/2008 01:35:00

Bellixima!
Vedi di continuarla in fretta, ti prego!!!! :D:D
For a long time I was afraid to be who I am, because I was taught by my parents there’s something wrong with someone like me.
Something offensive, something you would avoid - maybe even pity. Something that you would never love.
[...] I was afraid of this parade because I wanted so badly to be a part of it.
So today I’m marching for that part of me that was much too afraid to march. And for all the people who can’t march. The people living lives like I did. Today I march to remember that I’m not just a me. I’m also a we.
And we march with pride.

-- Nomi Marks [about Gay Pride], Sense8

tasso85

Messaggio da tasso85 » dom 25/mag/2008 11:14:00

farò il possibile :D chissà che non riesca a continuarla oggi stesso

EDIT: incredibile ma vero, ce l'ho fatta

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Elyran ed Arthur stavano nuovamente camminando per le ampie vie della città. Mentre si facevano strada tra la folla di nani ed altra gente che insieme a loro percorreva quella via, Arthur chiese ad Elyran
"Chi è il tuo amico che stiamo andando ad incontrare? Dimmi qualcosa di lui."
"Il suo nome è Durokan Redhammer. E' un mago, cosa molto rara tra i nani, ed un mio vecchio amico. Abbiamo fatto molti viaggi insieme, e vissuto molte avventure, quando lui era giovane. Adesso è il proprietario di una delle più importanti botteghe di oggetti magici nella città."
"Accidenti! Conosci proprio le persone più importanti, eh?" domando sorpreso Arthur
"Diciamo solo che vivere una vita lunga come la mia ti porta a fare molte conoscenze." rispose Elyran, aggiungendo poi sottovoce, "Anche se poi, spesso, ti vengono strappate via dagli artigli del Tempo impietoso..."
"Come dici?"
"No, niente, niente... Guarda, siamo arrivati, ecco la sua bottega." tagliò corto Elyran, indicando una bottega che si trovava alla loro destra, al margine della strada trafficata. Si diressero lì, ed entrarono.
Elyran conosceva bene quella bottega, ci era già stato pochi giorni prima, ma Arthur era la prima volta che metteva piede nel negozio di un mago. Non aveva mai visto tanti anelli, amuleti, ed altri oggetti arcani, di cui non comprendeva lo scopo ed il funzionamento.
"Sono tutti oggetti magici?" domandò ad Elyran
"La maggior parte sì, mentre alcuni sono oggetti che devono ancora essere infusi di potere." rispose semplicemente Elyran.
Udendone la voce, Durokan emerse da dietro la tenda che separava il negozio dal suo laboratorio personale, e vedendo il suo amico, lo salutò con più calore rispetto all'ultima volta
"Elyran, sei tornato! Hai mantenuto la tua promessa. Anche se non mi sarei mai aspettato di rivederti così presto..."
Elyran rise di gusto all'osservazione del nano, poi gli rispose
"Sì, sono tornato. Ma, permettimi di presentarti il mio amico e compagno di viaggio, Arthur Dragonbane.", e così dicendo, indicò il giovane Arthur, invitandolo a farsi avanti. Lui si avvicinò timidamente, porgendo la mano al vecchio nano
"Salute, mastro Redhammer." disse, non sapendo cosa aggiungere
Il nano gli strinse la mano con vigore, nonostante la sua veneranda età, e rispose con calore
"Piacere di conoscerti, mastro Dragonbane. E' un onore conoscere un discendente del primo Dragonbane. All'epoca, il tuo bis-bis-nonno era molto famoso."
"Era sicuramente un uomo valoroso. Spero, con il tempo, di diventare degno del suo nome." rispose Arthur, arrossendo un poco
"Beh, figliolo, stai viaggiando insieme ad uno dei più potenti stregoni di questo mondo. Questo significa che vali sicuramente qualcosa, ragazzo mio." disse Durokan, e subito continuò, "Ma veniamo a noi. Cosa vi porta nella mia piccola bottega?"
"Abbiamo bisogno del tuo aiuto, Durokan." disse Elyran, senza aggiungere altro
"Il mio aiuto, eh? Lo vedi allora, che ti posso ancora essere utile?" rispose il nano, strizzando l'occhio all'amico Shanti, e continuando, "Come posso aiutarvi?"
"La sorella di Arthur è stata rapita dai Cavalieri del Tramonto, ed ora, in base alle mie divinazioni, si trova nei sotterranei della fortezza di Everdusk. Io so che anche tu vi sei stato prigioniero, per un certo periodo."
A queste parole, il volto del nano si incupì, e l'allegria lo abbandonò mentre oscuri ricordi tornavano alla sua mente. Sì, lui era stato ad Everdusk, molto tempo prima, e non erano ricordi che rispolverasse volentieri. Era stato un periodo molto duro, di maltrattamenti e crudeltà, durato quasi un mese, finchè non venne infine liberato dalle stesse persone che lo avevano imprigionato, senza ricevere alcuna spiegazione, sapeva solo che lo accusavano di un qualche crimine, per il quale non aveva ricevuto alcun processo.
"Sì, Elyran, vi sono stato. E mi dispiace sinceramente per tua sorella, Arthur, poichè i carcerieri di Everdusk non sono noti per la loro gentilezza." sospirò profondamente, riordinando i suoi pensieri, prima di continuare, "Cosa volete sapere?"
"Ci sarebbe di notevole aiuto conoscere la conformazione della fortezza, se ancora la ricordi." gli disse Elyran, speranzoso
"La ricordo ancora, sì. Non credo che la dimenticherò mai. Quello che vi serve a voi è un ingresso per i sotterranei. Beh, mi dispiace, ma l'unico modo per accedervi è entrare nella fortezza, non vi sono passaggi secondari che conducano direttamente dentro e fuori dai sotterranei, se era questo che speravi. Everdusk, come tutte le fortezze, ha i suoi passaggi segreti, ma io non li conosco, anche se so per certo che nei sotterranei non ve n'è alcuno." una pausa, prima di aggiungere, "Ma c'è un modo in cui posso aiutarvi."
"Davvero? Come?" chiese Arthur, il cuore in gola
"Posso venire con voi. Tre sono sempre più forti di due." propose il vecchio nano
"No, Durokan. Non posso accettarlo, non posso mettere in pericolo anche la tua vita." rispose subito Elyran
"Non ti sto chiedendo di accettarlo, Elyran. Io voglio venire con voi. Sono stato fin troppo tempo ad ammuffire in questo negozio. Certo, mi ha portato un po' di ricchezze, ma mi ha tolto quanto più di caro avevo al mondo, il piacere per l'avventura. E poi, dici di non voler mettere in pericolo la mia vita... E quella del ragazzo, invece? Non è in pericolo la sua?"
Elyran non seppe cosa replicare. Durokan aveva ragione, Arthur non sarebbe certo stato al sicuro in quel viaggio, ed il pericolo sarebbe andato crescendo man mano che si avvicinavano ad Everdusk. Eppure, scosse la testa dicendo
"Forse hai ragione, Durokan. Sì, la mia vita e quella di Arthur saranno sicuramente in pericolo. E' per questo che non mi sento di rischiarne un'altra."
"Ma io non sarei certo un peso morto da portarsi appresso!" ribattè orgogliosamente il nano, "Sono ancora in grado di combattere, ed in tre, le chance di sopravvivenza sarebbero sicuramente di più che non se foste voi due soli. E ti dirò di più: conosco un'altra persona che sarebbe disposta ad aiutarci."
"Un altro? Di chi parli?" chiese Elyran, curioso.
"Qualche anno fa, conobbi uno gnomo, un ranger, che per un certo periodo venne a stabilirsi qui, ad Ardur. Diventammo amici, dopo esserci conosciuti per caso una sera in taverna. Passavamo molto tempo insieme, tra parole, un sorso di birra, ed una partita a scacchi. E durante quel periodo, mi raccontò dei suoi viaggi, e di come pure lui sia finito ad Everdusk per un certo periodo, e non certo come ospite. So che lui ha un conto in sospeso, per questo dico potrebbe aiutarci."
"Uno gnomo? E dove lo possiamo trovare?"
"Se n'è andato qualche anno fa, ma ci siamo tenuti in contatto. Ora, continua la sua professione di ranger facendo la guardia di confine nella cittadina di Riverside, circa cento miglia a sud ovest."
Elyran stette un attimo a riflettere su queste nuove informazioni, poi disse
"Non sarebbe nemmeno una gran deviazione... E potrebbe valerne decisamente la pena. Speriamo solo che si trovi ancora là... Allora, vuoi davvero venire con noi, Durokan? Come farai con il negozio?"
"Sì, voglio venire con voi, Elyran. Ed il negozio non è un problema, posso usare la magia per sigillarlo contro le intrusioni. Quando si parte?"
"Prepara le tue cosa, partiamo subito. Prendi con te solo cose utili, lascia perdere cibo e bevande, a quelle ci penso io, come al solito."
"Oh, no!" esclamò il nano, "Cibo e bevande evocate per magia... La cosa più insapore io abbia mai provato. Ah, d'accordo dovevo aspettarmelo." disse, e subito andò nella sua stanza a preparare lo zaino per il viaggio, riempiendolo di molti oggetti, soprattutto pozioni e bacchette magiche, che si sarebbero certamente rivelati utili durante il viaggio.
Nel frattempo, Arthur si domandava
"Accidenti! Un altro si unisce al viaggio per liberare mia sorella... Come potrò mai ringraziarlo abbastanza?"
Ma non ebbe il tempo di trovare una risposta alla domanda che Durokan uscì dalla sua stanza: si era cambiato d'abito, ed ora indossava delle pratiche vesti da viaggiatore, e portava il suo piccolo zaino sulle spalle.
"Sono pronto. Andiamo?"
Elyran annuì. Insieme, i tre viandanti uscirono dalla bottega. Durokan chiuse la porta a chiave, poi poggiò le mani sulla porta, borbottando alcune parole. Sulla porta apparve una runa rossa brillante, che lentamente svanì, e la porta tornò com'era prima.
"Ecco fatto." disse, "Ora nessuno dovrebbe essere in grado di entrare. Comunque, gli oggetti migliori li ho presi con me."
E si avviarono fuori dalla città nanica, verso la loro prossima tappa.

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Bec *bory*
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Messaggio da Bec *bory* » dom 25/mag/2008 13:42:00

Bellissimo come sempre!!!!! :D :D :D :D :D

Claudio-Olyandra
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Messaggio da Claudio-Olyandra » dom 25/mag/2008 17:19:00

Mannaggia! Voi vi dilettate ed io mi do ai fatti illeciti ed alla responsabilità aquiliana. Riuscirò mai a leggere qualcosa?
Daimon uniuscuiusque humanitatis caput et fundamentum est semperque esto!

tasso85

Messaggio da tasso85 » dom 25/mag/2008 21:22:00

se ti prendessi un po' di tempo per te stesso ogni tanto, sì :mrgreen:

Claudio-Olyandra
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Messaggio da Claudio-Olyandra » dom 25/mag/2008 21:32:00

Purtroppo ho ritmi serrati fino a luglio.
Daimon uniuscuiusque humanitatis caput et fundamentum est semperque esto!

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Fede e Pyrrheus
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Messaggio da Fede e Pyrrheus » mar 27/mag/2008 16:33:00

Complimenti! Continua così! :D oddio fino a luglio, Claudio? Noooo io a luglio nn sarò piu tra voi! Cmq vi dico meglio il mio "periodo di assenza causa vacanze" nel topic apposta sulle vacanze se no qui facciamo un OT pazzesco :D
For a long time I was afraid to be who I am, because I was taught by my parents there’s something wrong with someone like me.
Something offensive, something you would avoid - maybe even pity. Something that you would never love.
[...] I was afraid of this parade because I wanted so badly to be a part of it.
So today I’m marching for that part of me that was much too afraid to march. And for all the people who can’t march. The people living lives like I did. Today I march to remember that I’m not just a me. I’m also a we.
And we march with pride.

-- Nomi Marks [about Gay Pride], Sense8

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