Inviato: mar 04/mar/2008 18:17:00
Ho spezzato questo capitolo (non terminato XD)..sono sincera,questo è stato un belcaos con me,e non garantisco che sia scritto troppo bene,mi dispiace...per cui consigli e critiche particolarmente graditi!!
La luce del giorno,calda e brillante,filtrò attraverso le palpebre chiuse di Saphiry. Aprì gli occhi color ghiaccio poi sollevò lentamente la testa. Sbadigliò e si alzò sulle zampe snelle,uscendo dalla tana. Si stiracchiò,lasciandosi abbracciare dal vento fresco e baciare dai raggi del sole:la natura le voleva bene.
-Ehi,sorellina...vieni a caccia con me? Da soli i cerbiatti non si prendono!- Cantilenò un'allegra voce maschile,giovane. Kilim stava nuotando tranquillamente nel mare,scuotendo ridicolmente le zampe per stare a galla tra le onde lievi e odorose di sale. Balzò fuori dall'acqua con un movimento agile e si scosse. Il suo mantello grigio chiarissimo si arruffò,bagnato fradicio. Saphiry lasciò scivolare fuori la lingua.
-Vengo,si! Stamane ho taaaaanta fame!- Stava seduta sulla spiaggia,annusando felice il dolce profumo del mare e si rallegrò,sentendo la sabbia soffice e umida sotto i cuscinetti scuri delle sue zampe. Il vento le scompigliava la pelliccia e la rada criniera che aveva sul dorso e sul collo. Kilim la raggiunse,caracollando a testa bassa,con la bocca aperta in un sorriso e la lingua a penzoloni.
-Vieni,sorellina...-Mormorò,dirigendosi a passo lento nella foresta odorosa di resina e pini. La zaffira schizzò in piedi e lo seguì,trottando sulle zampe snelle.
-Davvero vuoi prendere un cerbiatto? In due?-Chiese lei,annusando il terreno soffice in cerca di prede.
-Perchè no? Insomma,tu sei veloce, lo fai venire incontro a me e io lo prendo,no?-
-Mmmh...e se ti carica?-
-Ne cerchiamo uno giovane,con corna piccole...-
Saphiry sospirò a quelle parole. Non le piaceva granché quell'idea,ma tacque e assecondò il fratellastro. I due trottarono fianco a fianco con la lingua a penzoloni,scuotendo le code folte e respirando la fresca aria mattutina di fine estate. In alto svettavano le cime dei pini dai tronchi gocciolanti di resina e dalle chiome verdi smeraldo. Il cielo era di un meraviglioso azzurro intenso,illuminato dal caldo sole,ad est. Saphiry e Kilim,soli nella foresta silenziosa,attraversarono il grande fiume dei lupi,camminando sul massiccio tronco rossastro che ne univa le rive. La zaffira,trottando,guardò l'acqua scorrere con violenza sotto il ponte naturale:era troppo forte per potervi nuotare dentro. Avrebbe senza dubbio trascinato fino alla cascata persino un grande orso del nord. Con un brivido tra pelle e pelo,Saphiry arrivò sull'altra sponda,sollevando la coda e arricciandone la punta,preceduta dal fratellastro. I due ripresero a trottare,i mantelli scossi leggermente dal fresco vento profumato di libertà. Il paesaggio mutava leggermente man mano che il lupo e la zaffira procedevano verso ovest: il terreno s'inclinava dolcemente in un pendio brullo per poi tornare pianeggiante e ricoprirsi di grandi pini. Ogni volta che Saphiry rivedeva quello spettacolo,ne rimaneva piacevolmente sorpresa. Quando i due si ritrovarono ai piedi della collina,di nuovo protetti dagli alberi,la giovane zaffira si fermò,alzò il muso sottile e annusò l'aria. Kilim se ne accorse e provò a fare altrettanto. Per lui non c'era nulla.
-Cosa senti,sorellina?-
Lei socchiuse gli occhi:sentiva un forte odore di selvatico mescolato a quello di sudore,probabilmente appartenenti entrambi alla stessa bestia,e a quello di resina.
-Dev'esserci un cervo...ha corso ed è stanco...sudato...-
Kilim annuì con aria grave,gli occhi bicolori puntati su Saphiry.
-Ricordi cosa devi fare? Io mi nascondo davanti a lui e...-
-Si,e io lo faccio correre verso di te quando è il momento...tu lo attacchi e io cerco di aiutare...-Sospirò. Quante volte si era sentita ripetere quel piano,nonostante l'avessero messo in pratica ben poche volte. I due si separarono. Saphiry si mosse in linea retta,mentre Kilim fece un lungo giro attorno alla preda,fermandosi tra dei cespugli in modo da sbarrarle la strada. La zaffira,ben nascosta,piegò le zampe anteriori e le posteriori per prepararsi allo scatto. Era ferma immobile,i muscoli tesi,le orecchie ritte in avanti per udire anche solo un fruscio,la coda che dondolava lentamente,gli occhi chiari fissi sul cervo. Il vento fresco agitava leggermente il mantello ispido di Saphiry e le fronde degli alberi. La preda,tranquilla,brucava pacificamente. Il suo splendido mantello marrone acceso era lucente di sudore. Probabilmente il cervo era fuggito ad un precedente attacco. Le zampe sottilissime ma poderose erano l'unica cosa su cui potesse contare,viste le ridotte dimensioni delle sue corna. Era giovane,ma sano,veloce e forte. Strappò un ciuffo d'erba con i grandi denti giallastri,alzò il capo masticano e scosse appena le orecchie,guardandosi intorno con gli occhi neri. Non era nervoso. Avanzò lentamente di un paio di passi. Saphiry sentì il rumore tenue degli zoccoli sul terreno. La zaffira si mosse appena,tendendo ancora di più i muscoli,pronti a scattare. Prima,però,il cerbiatto doveva avvicinarsi ancora di qualche passo...il cuore di Saphiry batteva furiosamente contro le costole...era più vicino,adesso,ma non abbastanza...ancora tre passi...ancora due...uno...prima che la zaffira potesse attaccare,un forte ululato,decisamente vicino,spezzò il silenzio,facendola sobbalzare. Il cervo rizzò il capo e si guardò intorno,spaventato. Saphiry saltò,cercando di azzannarlo al collo,ma l'altro,già allerta,era arretrato di diversi passi,e lei cadde goffamente con il muso nel terriccio. Il cervo schizzò via,Kilim balzò,ma ancora una volta la preda scartò a sinistra,lanciando un bramito spaventato. Si voltò di nuovo,terrorizzato,i grandi occhi scuri sgranati,poi,con un guizzo sinuoso,corse via zigzagando sugli alberi. Saphiry sentì il rumore degli zoccoli perdersi in lontananza,e si alzò,seccata,scuotendosi via dal dorso alcune foglie secche. Kilim la raggiunse,amareggiato.
-Come va?-
-Male...scommettiamo che so chi...-
-Bene,complimenti zaffira,ti sei fatta scappare sotto il muso un cerbiattino...-Ringhiò una voce carica di disprezzo e derisione. Saphiry alzò gli occhi,anche se sapeva già cosa aspettarsi:Fenrir,e,ovviamente,il fratello,Xantia. Davanti a lei c'erano due lupi. Il primo era robusto,muscoloso,con zampe poderose,muso affilato e grandi orecchie. Il suo mantello era grigiastro,e gli occhi color nocciola sbiadito. L'altro era di costituzione pressochè identica,se non per il muso lievemente più corto e il pelo più folto,biondo sporco. I suoi occhi erano identici a quelli di Fenrir. Saphiry sbuffò,rizzando il pelo sul collo e sul dorso:
-Se magari qualcuno non avesse deciso di ululare a meno di due balzi dalla preda,Fenrir,in questo momento ti avrei già mostrato quanto valiamo io e Kilim,come cacciatori...- Il fratellastro era al suo fianco, ma non in atteggiamento minaccioso. Aveva la testa bassa,e,nonostante le orecchie appiattite sul cranio,la sua coda penzolava a terra. Solo la punta era volta verso l'alto. Fenrir ringhiò di nuovo,poi,beffardo,le si avvicinò,scuotendo la coda e lasciando ciondolare il collo. Xantia gli era sempre accanto,copiando ogni suo atteggiamento. Saphiry li trovava entrambi disgustosi e stupidi. Il lupo grigio si fermò a pochi centimetri dal muso della zaffira:
-Non è affar tuo dove noi andiamo a ululare...-Xantia ridacchiò,poi si leccò le fauci. Saphiry scoprì le zanne affilate. La rabbia che provava stava per esplodere. Il suo cuore batteva più ferocemente di prima. Non c'era nulla al mondo che lei detestasse più di quei due stupidissimi lupi. Kilim intuì che presto la zona sarebbe diventata un campo di battaglia,e si mise tra i due,allontanando con una testata Fenrir.
-Lascialo perdere,sorellina,andiamocene...-Mugolò,trascinando la zaffira di nuovo su per la collina spoglia. Lei lanciò uno sguardo carico d'odio a Fenrir,che si limitò a sbuffare,scuotendo le orecchie.
-Complimenti anche a te,lupastro...guarda qua,girovaghi con una zaffira,cosa che non si deve fare,e diventi anche codardo? Cosa c'è,hai paura ad affrontarmi?- Rizzò il mantello e fece schioccare la fauci,come per invitarlo a lottare.
-Non hai proprio niente di meglio da fare,oggi,se non venire ad importunare noi?-Rispose Kilim,accelerando il passo. Saphiry iniziava a dare segni d'irrequietezza. Lei voleva combattere con quelle bestie,ma non era certo la cosa migliore da fare,visto che un lupo la superava in forza fisica. La zaffira poteva contare solo sulla sua velocità incredibile. Sbuffò,e seguì il fratello.
-Niente cerbiatto,eh?- Tese l'orecchio sinistro. Xantia e Fenrir non s'udivano più. Non c'era nessun rumore se non quello del Grande Fiume,lontano davanti a loro, i cinguettii estivi degli uccelli di passaggio e il picchio che batteva insistentemente sulla corteccia di un tronco lì vicino. Saphiry guardò la livrea rossa e nera,lucente dell'uccello e il suo lungo,robusto becco. Poi sentì il sospiro di Kilim:
-A quanto pare no...se quei due continuano a intralciare le operazioni di caccia,un cerbiatto lo prenderemo solo quando saranno morti...-
-Quindi?- Saphiry lasciò scivolare la lingua rosea fuori dalla bocca. I cuscinetti scuri delle sue zampe pestavano silenziosamente il terreno erboso.
-Quindi ora,nella foresta,cercheremo qualcos'altro...io poi ho sete...-Scosse le orecchie:
-Forza sorellina,non essere giù! Ce la stiamo cavando bene,no?-
La zaffira mugolò appena in risposta. A parer suo non se la stavano ?cavando bene?:i lupi la detestavano,la lasciavano sola (e,come ricordava costantemente Kilim, da soli i cerbiatti non si prendono) o la maltrattavano. Il fratellastro faceva il possibile per difenderla,ma non ne era in grado:non essendo mai stato abituato o addestrato a lottare,non ne era capace,e in battaglia valeva poco più di Saphiry. Kilim si accorse che la sorellastra era triste:teneva la testa e le orecchie basse,la bocca serrata e trottava in silenzio.
-Ehi? Saphi? Facciamo una corsa?-
Lei alzò il capo,scrutando il fratellastro con occhi curiosi e la fronte corrugata.
-Si,dai,sorella,corriamo! Vediamo chi arriva primo al fiume? Poi bisogna attraversarlo,e fermarsi alla Montagna Piatta,ve bene?-
-Ci sto!- Mugolò Saphiry,più allegramente. Adorava correre. Immaginò mentalmente il percorso da fare:correre tra gli alberi per parecchi balzi (un balzo equivaleva più o meno a un metro),poi passare sul Tronco Rosso e procedere dritta fino alla Montagna Piatta,una curiosa altura completamente di roccia rossastra con una superficie piana. Lì sopra s'innalzava una seconda parete di pietra in cui erano scavate tre caverne,le Grotte dei Capoclan,che davano sul piazzale. Era tutto volto verso sud,in modo da vedere anche il lontanissimo confine settentrionale. Saphiry scosse superbamente la rada criniera vagamente somigliante a quella di un giovane puledro. Kilim rise:
-Va bene,va bene,allora si corre,poi cerchiamo da mangiare,va bene Saphi?-
-Si,te l'ho detto anche prima che ho fame!-I due si fermarono allineati,spalla a spalla. Saphiry scosse la coda,tendendo di nuovo i muscoli per partire velocemente. A Kilim non importava. Semplicemente chinò la testa per acquisire aerodinamicità.
-Quando dico di correre,partiamo,va bene?-
-Certo!- Il cuore le batteva velocemente. Respirò profondamente,preparandosi.
-CORRI!-Gridò con una risata il lupo,e saettò in avanti. Lui era abbastanza veloce,ma non era nulla in confronto a Saphiry,rapida come un fulmine che si schianta a terra con violenza e svanisce nell'oscurità. Così scattò,distendendo le zampe fino a farsi dolere le spalle,abbassando la testa e scuotendo la coda. Ogni sua falcata copriva quasi un balzo e mezzo. Era velocissima,tanto che quasi non riusciva a distinguere gli alberi,se non come chiazze sfocate ai suoi fianchi o davanti a lei e se non quando era a una decina di centimetri da uno di quelli. Allora,con un violento e rapido scarto,li evitava,e tornava a galoppare agilmente,balzando sulle rocce e saettando nella foresta. Rideva,la lingua a penzoloni,sentendo il vento che le scuoteva selvaggiamente il mantello folto. Saltò verso l'alto,senza nemmeno saper bene cosa stesse facendo,poi inarcò il dorso e il collo,tornando a terra sulle quattro zampe. Riprese a correre,con il cuore che le premeva con forza contro le costole. Saphiry non riusciva più a udire la voce di Kilim,ne il canto degli uccelli,solo il fragore della cascata vicina. Sapeva cosa significava: era troppo a sud rispetto al Tronco Rosso. Sterzò bruscamente,rischiando di travolgere una lupa dal mantello fulvo,che si voltò verso di lei imprecando,ma ormai la zaffira non la sentiva più. Era già sul ponte. Le sue zampe risuonarono rumorosamente quando percossero il legno duro. Sotto di lei ancora l'acqua continuava a scorrere scrosciando. Saphiry si ritrovò in una piccola pianura,lunga dalla riva est del fiume alla parete rocciosa della Montagna Piatta,ovvero circa una ventina di balzi. Il pianoro era privo d'alberi,e sul lato ovest scorreva il fiume,che si gettava in un burrone,trasformandosi prima in una rumorosa cascata,poi in un lago. La zaffira percorse la distanza che la separava dalla vittoria. Trottò fino alla Montagna Piatta e vi si sedette davanti,ansante,la lingua a penzoloni e i muscolo doloranti per lo sforzo,inspirando profondamente l'aria fresca. Appoggiò la schiena alla roccia,le zampe abbandonate sul terreno erboso e soffice,socchiudendo gli occhi color ghiaccio e guardando il fiume,a circa cinquanta-sessanta balzi dritto davanti a lei. Due lupi si abbeveravano:una femmina sulla riva più lontana,più a ovest,piuttosto tozza con un folto mantello ramato e lucente. Scuoteva la coda,cercando di non cadere nell'acqua. L'altro era un maschio snello,sdraiato sulla riva est,la pelliccia nera,pulita. Dava la schiena a Saphiry,e rimaneva immobile,il pelo illuminato dal sole,tenendo,per quanto la zaffira riusciva a vedere,le zampe anteriori abbandonate pigramente a sfiorare l'acqua. Saphiry si alzò,la lingua a penzoloni,e si avvicinò al fiume,assetata,proprio mentre la Ramata si voltava per tornare a ripararsi tra gli alberi scuri della foresta. Ma dov'era Kilim? La zaffira non sentiva il suo odore,doveva essere ancora lontano. Giunse caracollando fino alla riva,poi immerse il muso nell'acqua gelida e tumultuosa,bevendo ingordamente. Era assetata. Il suo sguardo si spostò sul Nero,sdraiato al suo fianco,gli occhi chiusi,la grossa testa appoggiata al terreno,il costato sottile ricoperto di pelo folto,lucente,pulito. Era evidentemente in ottima salute,robusto e sano. Saphiry lappò altra acqua,poi si sedette tranquillamente sulla riva,leccandosi le labbra nere e guardando gli alberi fitti della foresta.
-Ehi,salve!-
La zaffira sobbalzò con tanta violenza che cadde all'indietro,incespicando malamente nelle sue stesse zampe snelle. Rotolò velocemente sul fianco,e,nel giro di un secondo,era già in piedi,zanne snudate e pelo ritto sul dorso. Il Nero scosse le grandi orecchie,guardandola incuriosito,ancora sdraiato. Si alzò a sedere e le sorrise:
-Fai sempre così quando qualcuno ti saluta?-
Lei,senza rinunciare alla sua espressione ostile,sbuffò:
-Si,se si tratta di lupi...-
Quello la osservò con aria vagamente persa:
-Mmmh...i lupi non ti piacciono?-
-No...che vuoi da me?-
-Non posso salutarti?-
-No!-
-Perchè?-
-Perchè vi conosco,voi lupi...volete solo farmi fuori...-Ringhiò con più convinzione.
-Io no...-Scuoteva la coda con aria affabile,affatto preoccupato dalle zanne affilate pronte a morderlo. Lei rimase stupita. Smise di ringhiare,ma mantenne il pelo ritto sul dorso,come se fosse stato pervaso da energia elettrica.
-Menti...-
-Perchè dovrei..guarda che discussione,e io che volevo salutarti...-
Lei lo guardò. Stavolta era Saphiry ad essere incuriosita. Lo osservò meglio:il muso lungo e leggermente tozzo le ricordava qualcuno...
-Chi sei?-Chiese,cercando di sembrare più amichevole,ma non le riuscì troppo bene. La diffidenza la spingeva a restare lontana dal Nero di almeno un balzo e mezzo. Lui scosse la coda:
-Mi piacerebbe di più parlare con qualcuno che si fida...o che almeno non scappa via...-
Saphiry fece una smorfia,arricciando il naso scuro,ma si avvicinò. Si sedette,tenendo i muscoli tesi,pronti a scattare. Le era già capitato che un lupo cercasse di avvicinarla con qualche scusa per poi attaccarla,morderla per divertirsi. Lei,in quanto zaffira,non era protetta dal capoclan dei lupi e dalle sue leggi,quindi se veniva maltrattata,i suoi persecutori non erano punibili.
-Ricominciamo,va bene?Salve,giovane zaffira,come ti chiami?-Chiese allegramente il nero. Sembrava un cucciolo,ma certamente aveva l'età di Saphiry,forse un anno in più. Lei gli lanciò uno sguardo carico di diffidenza:
-Saphiry..sai,credo tu sia uno dei pochi che non mi conosce...-
-Ti conosco,mio padre mi ha detto che qui ci viveva una zaffiretta...- Il Nero aveva grandi occhi blu scuri con riflessi argentei e turchesi,lucenti e profondi. Meravigliosi.
-E tu? Tu come ti chiami?-
-Io sono Fengari,figlio di...-
-Ehi,io lo so di chi sei figlio! Di Saviron! Gli somigli...-
Fengari le sorrise con dolcezza:
-Esatto,è mio padre...-
-Il capoclan...-Nel cuore di Saphiry era svanita ogni traccia di diffidenza,dissipata come la nebbia invernale quando arriva l'estate con il caldo sole dorato.
-E' per questo che non ce l'hai con me,dunque?-
Quello si alzò e si stiracchiò,mostrando una possente muscolatura sotto il mantello folto,nero e lucente come le piume del corvo.
-Penso di si,Saviron m'ha sempre insegnato che gli zaffiri non hanno fatto nulla di strano..sono fuggiti dalla battaglia contro Sicariel perchè la lotta non rientra nelle loro abilità...-
-In effetti..io non sono tanto forte...però corro veloce,si!-
-Anf...anf...troppo veloce...-Mugolò una voce dietro di lei:Kilim avanzava a passo strascicato,la testa bassa,la lingua a penzoloni che per poco non sfiorava il terreno erboso. Si accostò a Saphiry e immerse il muso nell'acqua,lappando freneticamente. Poi rialzò il capo grigio scuro e gocciolante. Il suo sguardo stanco passò in rassegna la sorellastra e Fengari. Si leccò le labbra,con aria persa e confusa. Poi gli occhi bicolore s'illuminarono all'improvviso:
-Fengari?Il figlio di Saviron?-Guardò Saphiry:-Ma che hai combinato?-
Il Nero rise:
-Non ha fatto nulla di male!-
Saphiry sbuffò,sentendo lo stomaco borbottare:fame.
La luce del giorno,calda e brillante,filtrò attraverso le palpebre chiuse di Saphiry. Aprì gli occhi color ghiaccio poi sollevò lentamente la testa. Sbadigliò e si alzò sulle zampe snelle,uscendo dalla tana. Si stiracchiò,lasciandosi abbracciare dal vento fresco e baciare dai raggi del sole:la natura le voleva bene.
-Ehi,sorellina...vieni a caccia con me? Da soli i cerbiatti non si prendono!- Cantilenò un'allegra voce maschile,giovane. Kilim stava nuotando tranquillamente nel mare,scuotendo ridicolmente le zampe per stare a galla tra le onde lievi e odorose di sale. Balzò fuori dall'acqua con un movimento agile e si scosse. Il suo mantello grigio chiarissimo si arruffò,bagnato fradicio. Saphiry lasciò scivolare fuori la lingua.
-Vengo,si! Stamane ho taaaaanta fame!- Stava seduta sulla spiaggia,annusando felice il dolce profumo del mare e si rallegrò,sentendo la sabbia soffice e umida sotto i cuscinetti scuri delle sue zampe. Il vento le scompigliava la pelliccia e la rada criniera che aveva sul dorso e sul collo. Kilim la raggiunse,caracollando a testa bassa,con la bocca aperta in un sorriso e la lingua a penzoloni.
-Vieni,sorellina...-Mormorò,dirigendosi a passo lento nella foresta odorosa di resina e pini. La zaffira schizzò in piedi e lo seguì,trottando sulle zampe snelle.
-Davvero vuoi prendere un cerbiatto? In due?-Chiese lei,annusando il terreno soffice in cerca di prede.
-Perchè no? Insomma,tu sei veloce, lo fai venire incontro a me e io lo prendo,no?-
-Mmmh...e se ti carica?-
-Ne cerchiamo uno giovane,con corna piccole...-
Saphiry sospirò a quelle parole. Non le piaceva granché quell'idea,ma tacque e assecondò il fratellastro. I due trottarono fianco a fianco con la lingua a penzoloni,scuotendo le code folte e respirando la fresca aria mattutina di fine estate. In alto svettavano le cime dei pini dai tronchi gocciolanti di resina e dalle chiome verdi smeraldo. Il cielo era di un meraviglioso azzurro intenso,illuminato dal caldo sole,ad est. Saphiry e Kilim,soli nella foresta silenziosa,attraversarono il grande fiume dei lupi,camminando sul massiccio tronco rossastro che ne univa le rive. La zaffira,trottando,guardò l'acqua scorrere con violenza sotto il ponte naturale:era troppo forte per potervi nuotare dentro. Avrebbe senza dubbio trascinato fino alla cascata persino un grande orso del nord. Con un brivido tra pelle e pelo,Saphiry arrivò sull'altra sponda,sollevando la coda e arricciandone la punta,preceduta dal fratellastro. I due ripresero a trottare,i mantelli scossi leggermente dal fresco vento profumato di libertà. Il paesaggio mutava leggermente man mano che il lupo e la zaffira procedevano verso ovest: il terreno s'inclinava dolcemente in un pendio brullo per poi tornare pianeggiante e ricoprirsi di grandi pini. Ogni volta che Saphiry rivedeva quello spettacolo,ne rimaneva piacevolmente sorpresa. Quando i due si ritrovarono ai piedi della collina,di nuovo protetti dagli alberi,la giovane zaffira si fermò,alzò il muso sottile e annusò l'aria. Kilim se ne accorse e provò a fare altrettanto. Per lui non c'era nulla.
-Cosa senti,sorellina?-
Lei socchiuse gli occhi:sentiva un forte odore di selvatico mescolato a quello di sudore,probabilmente appartenenti entrambi alla stessa bestia,e a quello di resina.
-Dev'esserci un cervo...ha corso ed è stanco...sudato...-
Kilim annuì con aria grave,gli occhi bicolori puntati su Saphiry.
-Ricordi cosa devi fare? Io mi nascondo davanti a lui e...-
-Si,e io lo faccio correre verso di te quando è il momento...tu lo attacchi e io cerco di aiutare...-Sospirò. Quante volte si era sentita ripetere quel piano,nonostante l'avessero messo in pratica ben poche volte. I due si separarono. Saphiry si mosse in linea retta,mentre Kilim fece un lungo giro attorno alla preda,fermandosi tra dei cespugli in modo da sbarrarle la strada. La zaffira,ben nascosta,piegò le zampe anteriori e le posteriori per prepararsi allo scatto. Era ferma immobile,i muscoli tesi,le orecchie ritte in avanti per udire anche solo un fruscio,la coda che dondolava lentamente,gli occhi chiari fissi sul cervo. Il vento fresco agitava leggermente il mantello ispido di Saphiry e le fronde degli alberi. La preda,tranquilla,brucava pacificamente. Il suo splendido mantello marrone acceso era lucente di sudore. Probabilmente il cervo era fuggito ad un precedente attacco. Le zampe sottilissime ma poderose erano l'unica cosa su cui potesse contare,viste le ridotte dimensioni delle sue corna. Era giovane,ma sano,veloce e forte. Strappò un ciuffo d'erba con i grandi denti giallastri,alzò il capo masticano e scosse appena le orecchie,guardandosi intorno con gli occhi neri. Non era nervoso. Avanzò lentamente di un paio di passi. Saphiry sentì il rumore tenue degli zoccoli sul terreno. La zaffira si mosse appena,tendendo ancora di più i muscoli,pronti a scattare. Prima,però,il cerbiatto doveva avvicinarsi ancora di qualche passo...il cuore di Saphiry batteva furiosamente contro le costole...era più vicino,adesso,ma non abbastanza...ancora tre passi...ancora due...uno...prima che la zaffira potesse attaccare,un forte ululato,decisamente vicino,spezzò il silenzio,facendola sobbalzare. Il cervo rizzò il capo e si guardò intorno,spaventato. Saphiry saltò,cercando di azzannarlo al collo,ma l'altro,già allerta,era arretrato di diversi passi,e lei cadde goffamente con il muso nel terriccio. Il cervo schizzò via,Kilim balzò,ma ancora una volta la preda scartò a sinistra,lanciando un bramito spaventato. Si voltò di nuovo,terrorizzato,i grandi occhi scuri sgranati,poi,con un guizzo sinuoso,corse via zigzagando sugli alberi. Saphiry sentì il rumore degli zoccoli perdersi in lontananza,e si alzò,seccata,scuotendosi via dal dorso alcune foglie secche. Kilim la raggiunse,amareggiato.
-Come va?-
-Male...scommettiamo che so chi...-
-Bene,complimenti zaffira,ti sei fatta scappare sotto il muso un cerbiattino...-Ringhiò una voce carica di disprezzo e derisione. Saphiry alzò gli occhi,anche se sapeva già cosa aspettarsi:Fenrir,e,ovviamente,il fratello,Xantia. Davanti a lei c'erano due lupi. Il primo era robusto,muscoloso,con zampe poderose,muso affilato e grandi orecchie. Il suo mantello era grigiastro,e gli occhi color nocciola sbiadito. L'altro era di costituzione pressochè identica,se non per il muso lievemente più corto e il pelo più folto,biondo sporco. I suoi occhi erano identici a quelli di Fenrir. Saphiry sbuffò,rizzando il pelo sul collo e sul dorso:
-Se magari qualcuno non avesse deciso di ululare a meno di due balzi dalla preda,Fenrir,in questo momento ti avrei già mostrato quanto valiamo io e Kilim,come cacciatori...- Il fratellastro era al suo fianco, ma non in atteggiamento minaccioso. Aveva la testa bassa,e,nonostante le orecchie appiattite sul cranio,la sua coda penzolava a terra. Solo la punta era volta verso l'alto. Fenrir ringhiò di nuovo,poi,beffardo,le si avvicinò,scuotendo la coda e lasciando ciondolare il collo. Xantia gli era sempre accanto,copiando ogni suo atteggiamento. Saphiry li trovava entrambi disgustosi e stupidi. Il lupo grigio si fermò a pochi centimetri dal muso della zaffira:
-Non è affar tuo dove noi andiamo a ululare...-Xantia ridacchiò,poi si leccò le fauci. Saphiry scoprì le zanne affilate. La rabbia che provava stava per esplodere. Il suo cuore batteva più ferocemente di prima. Non c'era nulla al mondo che lei detestasse più di quei due stupidissimi lupi. Kilim intuì che presto la zona sarebbe diventata un campo di battaglia,e si mise tra i due,allontanando con una testata Fenrir.
-Lascialo perdere,sorellina,andiamocene...-Mugolò,trascinando la zaffira di nuovo su per la collina spoglia. Lei lanciò uno sguardo carico d'odio a Fenrir,che si limitò a sbuffare,scuotendo le orecchie.
-Complimenti anche a te,lupastro...guarda qua,girovaghi con una zaffira,cosa che non si deve fare,e diventi anche codardo? Cosa c'è,hai paura ad affrontarmi?- Rizzò il mantello e fece schioccare la fauci,come per invitarlo a lottare.
-Non hai proprio niente di meglio da fare,oggi,se non venire ad importunare noi?-Rispose Kilim,accelerando il passo. Saphiry iniziava a dare segni d'irrequietezza. Lei voleva combattere con quelle bestie,ma non era certo la cosa migliore da fare,visto che un lupo la superava in forza fisica. La zaffira poteva contare solo sulla sua velocità incredibile. Sbuffò,e seguì il fratello.
-Niente cerbiatto,eh?- Tese l'orecchio sinistro. Xantia e Fenrir non s'udivano più. Non c'era nessun rumore se non quello del Grande Fiume,lontano davanti a loro, i cinguettii estivi degli uccelli di passaggio e il picchio che batteva insistentemente sulla corteccia di un tronco lì vicino. Saphiry guardò la livrea rossa e nera,lucente dell'uccello e il suo lungo,robusto becco. Poi sentì il sospiro di Kilim:
-A quanto pare no...se quei due continuano a intralciare le operazioni di caccia,un cerbiatto lo prenderemo solo quando saranno morti...-
-Quindi?- Saphiry lasciò scivolare la lingua rosea fuori dalla bocca. I cuscinetti scuri delle sue zampe pestavano silenziosamente il terreno erboso.
-Quindi ora,nella foresta,cercheremo qualcos'altro...io poi ho sete...-Scosse le orecchie:
-Forza sorellina,non essere giù! Ce la stiamo cavando bene,no?-
La zaffira mugolò appena in risposta. A parer suo non se la stavano ?cavando bene?:i lupi la detestavano,la lasciavano sola (e,come ricordava costantemente Kilim, da soli i cerbiatti non si prendono) o la maltrattavano. Il fratellastro faceva il possibile per difenderla,ma non ne era in grado:non essendo mai stato abituato o addestrato a lottare,non ne era capace,e in battaglia valeva poco più di Saphiry. Kilim si accorse che la sorellastra era triste:teneva la testa e le orecchie basse,la bocca serrata e trottava in silenzio.
-Ehi? Saphi? Facciamo una corsa?-
Lei alzò il capo,scrutando il fratellastro con occhi curiosi e la fronte corrugata.
-Si,dai,sorella,corriamo! Vediamo chi arriva primo al fiume? Poi bisogna attraversarlo,e fermarsi alla Montagna Piatta,ve bene?-
-Ci sto!- Mugolò Saphiry,più allegramente. Adorava correre. Immaginò mentalmente il percorso da fare:correre tra gli alberi per parecchi balzi (un balzo equivaleva più o meno a un metro),poi passare sul Tronco Rosso e procedere dritta fino alla Montagna Piatta,una curiosa altura completamente di roccia rossastra con una superficie piana. Lì sopra s'innalzava una seconda parete di pietra in cui erano scavate tre caverne,le Grotte dei Capoclan,che davano sul piazzale. Era tutto volto verso sud,in modo da vedere anche il lontanissimo confine settentrionale. Saphiry scosse superbamente la rada criniera vagamente somigliante a quella di un giovane puledro. Kilim rise:
-Va bene,va bene,allora si corre,poi cerchiamo da mangiare,va bene Saphi?-
-Si,te l'ho detto anche prima che ho fame!-I due si fermarono allineati,spalla a spalla. Saphiry scosse la coda,tendendo di nuovo i muscoli per partire velocemente. A Kilim non importava. Semplicemente chinò la testa per acquisire aerodinamicità.
-Quando dico di correre,partiamo,va bene?-
-Certo!- Il cuore le batteva velocemente. Respirò profondamente,preparandosi.
-CORRI!-Gridò con una risata il lupo,e saettò in avanti. Lui era abbastanza veloce,ma non era nulla in confronto a Saphiry,rapida come un fulmine che si schianta a terra con violenza e svanisce nell'oscurità. Così scattò,distendendo le zampe fino a farsi dolere le spalle,abbassando la testa e scuotendo la coda. Ogni sua falcata copriva quasi un balzo e mezzo. Era velocissima,tanto che quasi non riusciva a distinguere gli alberi,se non come chiazze sfocate ai suoi fianchi o davanti a lei e se non quando era a una decina di centimetri da uno di quelli. Allora,con un violento e rapido scarto,li evitava,e tornava a galoppare agilmente,balzando sulle rocce e saettando nella foresta. Rideva,la lingua a penzoloni,sentendo il vento che le scuoteva selvaggiamente il mantello folto. Saltò verso l'alto,senza nemmeno saper bene cosa stesse facendo,poi inarcò il dorso e il collo,tornando a terra sulle quattro zampe. Riprese a correre,con il cuore che le premeva con forza contro le costole. Saphiry non riusciva più a udire la voce di Kilim,ne il canto degli uccelli,solo il fragore della cascata vicina. Sapeva cosa significava: era troppo a sud rispetto al Tronco Rosso. Sterzò bruscamente,rischiando di travolgere una lupa dal mantello fulvo,che si voltò verso di lei imprecando,ma ormai la zaffira non la sentiva più. Era già sul ponte. Le sue zampe risuonarono rumorosamente quando percossero il legno duro. Sotto di lei ancora l'acqua continuava a scorrere scrosciando. Saphiry si ritrovò in una piccola pianura,lunga dalla riva est del fiume alla parete rocciosa della Montagna Piatta,ovvero circa una ventina di balzi. Il pianoro era privo d'alberi,e sul lato ovest scorreva il fiume,che si gettava in un burrone,trasformandosi prima in una rumorosa cascata,poi in un lago. La zaffira percorse la distanza che la separava dalla vittoria. Trottò fino alla Montagna Piatta e vi si sedette davanti,ansante,la lingua a penzoloni e i muscolo doloranti per lo sforzo,inspirando profondamente l'aria fresca. Appoggiò la schiena alla roccia,le zampe abbandonate sul terreno erboso e soffice,socchiudendo gli occhi color ghiaccio e guardando il fiume,a circa cinquanta-sessanta balzi dritto davanti a lei. Due lupi si abbeveravano:una femmina sulla riva più lontana,più a ovest,piuttosto tozza con un folto mantello ramato e lucente. Scuoteva la coda,cercando di non cadere nell'acqua. L'altro era un maschio snello,sdraiato sulla riva est,la pelliccia nera,pulita. Dava la schiena a Saphiry,e rimaneva immobile,il pelo illuminato dal sole,tenendo,per quanto la zaffira riusciva a vedere,le zampe anteriori abbandonate pigramente a sfiorare l'acqua. Saphiry si alzò,la lingua a penzoloni,e si avvicinò al fiume,assetata,proprio mentre la Ramata si voltava per tornare a ripararsi tra gli alberi scuri della foresta. Ma dov'era Kilim? La zaffira non sentiva il suo odore,doveva essere ancora lontano. Giunse caracollando fino alla riva,poi immerse il muso nell'acqua gelida e tumultuosa,bevendo ingordamente. Era assetata. Il suo sguardo si spostò sul Nero,sdraiato al suo fianco,gli occhi chiusi,la grossa testa appoggiata al terreno,il costato sottile ricoperto di pelo folto,lucente,pulito. Era evidentemente in ottima salute,robusto e sano. Saphiry lappò altra acqua,poi si sedette tranquillamente sulla riva,leccandosi le labbra nere e guardando gli alberi fitti della foresta.
-Ehi,salve!-
La zaffira sobbalzò con tanta violenza che cadde all'indietro,incespicando malamente nelle sue stesse zampe snelle. Rotolò velocemente sul fianco,e,nel giro di un secondo,era già in piedi,zanne snudate e pelo ritto sul dorso. Il Nero scosse le grandi orecchie,guardandola incuriosito,ancora sdraiato. Si alzò a sedere e le sorrise:
-Fai sempre così quando qualcuno ti saluta?-
Lei,senza rinunciare alla sua espressione ostile,sbuffò:
-Si,se si tratta di lupi...-
Quello la osservò con aria vagamente persa:
-Mmmh...i lupi non ti piacciono?-
-No...che vuoi da me?-
-Non posso salutarti?-
-No!-
-Perchè?-
-Perchè vi conosco,voi lupi...volete solo farmi fuori...-Ringhiò con più convinzione.
-Io no...-Scuoteva la coda con aria affabile,affatto preoccupato dalle zanne affilate pronte a morderlo. Lei rimase stupita. Smise di ringhiare,ma mantenne il pelo ritto sul dorso,come se fosse stato pervaso da energia elettrica.
-Menti...-
-Perchè dovrei..guarda che discussione,e io che volevo salutarti...-
Lei lo guardò. Stavolta era Saphiry ad essere incuriosita. Lo osservò meglio:il muso lungo e leggermente tozzo le ricordava qualcuno...
-Chi sei?-Chiese,cercando di sembrare più amichevole,ma non le riuscì troppo bene. La diffidenza la spingeva a restare lontana dal Nero di almeno un balzo e mezzo. Lui scosse la coda:
-Mi piacerebbe di più parlare con qualcuno che si fida...o che almeno non scappa via...-
Saphiry fece una smorfia,arricciando il naso scuro,ma si avvicinò. Si sedette,tenendo i muscoli tesi,pronti a scattare. Le era già capitato che un lupo cercasse di avvicinarla con qualche scusa per poi attaccarla,morderla per divertirsi. Lei,in quanto zaffira,non era protetta dal capoclan dei lupi e dalle sue leggi,quindi se veniva maltrattata,i suoi persecutori non erano punibili.
-Ricominciamo,va bene?Salve,giovane zaffira,come ti chiami?-Chiese allegramente il nero. Sembrava un cucciolo,ma certamente aveva l'età di Saphiry,forse un anno in più. Lei gli lanciò uno sguardo carico di diffidenza:
-Saphiry..sai,credo tu sia uno dei pochi che non mi conosce...-
-Ti conosco,mio padre mi ha detto che qui ci viveva una zaffiretta...- Il Nero aveva grandi occhi blu scuri con riflessi argentei e turchesi,lucenti e profondi. Meravigliosi.
-E tu? Tu come ti chiami?-
-Io sono Fengari,figlio di...-
-Ehi,io lo so di chi sei figlio! Di Saviron! Gli somigli...-
Fengari le sorrise con dolcezza:
-Esatto,è mio padre...-
-Il capoclan...-Nel cuore di Saphiry era svanita ogni traccia di diffidenza,dissipata come la nebbia invernale quando arriva l'estate con il caldo sole dorato.
-E' per questo che non ce l'hai con me,dunque?-
Quello si alzò e si stiracchiò,mostrando una possente muscolatura sotto il mantello folto,nero e lucente come le piume del corvo.
-Penso di si,Saviron m'ha sempre insegnato che gli zaffiri non hanno fatto nulla di strano..sono fuggiti dalla battaglia contro Sicariel perchè la lotta non rientra nelle loro abilità...-
-In effetti..io non sono tanto forte...però corro veloce,si!-
-Anf...anf...troppo veloce...-Mugolò una voce dietro di lei:Kilim avanzava a passo strascicato,la testa bassa,la lingua a penzoloni che per poco non sfiorava il terreno erboso. Si accostò a Saphiry e immerse il muso nell'acqua,lappando freneticamente. Poi rialzò il capo grigio scuro e gocciolante. Il suo sguardo stanco passò in rassegna la sorellastra e Fengari. Si leccò le labbra,con aria persa e confusa. Poi gli occhi bicolore s'illuminarono all'improvviso:
-Fengari?Il figlio di Saviron?-Guardò Saphiry:-Ma che hai combinato?-
Il Nero rise:
-Non ha fatto nulla di male!-
Saphiry sbuffò,sentendo lo stomaco borbottare:fame.